5. UN PICCOLO INTERMEZZO
Michigan, in un bar non meglio identificato per problemi di copyright
Nel locale erano presenti pochi avventori. Essendo un giorno infrasettimanale, non erano previste né partite di football né concerti dal vivo per richiamare pubblico, per cui gli unici clienti disponibili non erano altro che stanchi lavoratori o viaggiatori in cerca di un posto dove riposare un po' e mettere qualcosa sotto i denti. Perlopiù uomini, in solitaria o in coppia, ognuno di loro era troppo impegnato squadrare il gruppo di chiassosi giovani seduti al balcone per concentrarsi sui propri affari.
«Alla nostra salute» proclamò il biondo, sollevando la sua bottiglia di birra. Ben presto fu raggiunta da una sua gemella e un bicchiere d'acqua ghiacciata con uno spicchio di limone.
«Devo ammetterlo. Un po' mi dispiace per Amos» sospirò Damian, ritornando composto sul suo sgabello. Sorseggiò la sua ordinazione, lo sguardo calamitato dallo schermo piatto situato dall'altra parte del banco. Il volume era al minimo, ma non serviva un genio per capire che la Notte degli Oscar Wattpadiani si stava predisponendo alla sua conclusione.
Logan gli diede una pacca sulla schiena, facendolo quasi soffocare. «Dispiacere?» chiese, basito. « Devo forse ricordarti che cosa abbiamo dovuto passare da quando Amos ha ricevuto l'invito?»
Di fianco a lui, Duba annuì greve. «È già difficile da sopportare nel quotidiano a causa del suo carattere da pornostar. Mettiamoci pure le nomination agli Oscar ed ecco che diventa una diva fatta e finita.» Prese un lungo sorso di birra, annacquando così quei ricordi, per poi ritornare a osservare i suoi amici. «Ma, come tale, è così facile da raggirare. E in qualche modo dovevamo pur vendicarci, no?»
Damian non rispose subito. Pensieroso, si concentrò invece sul suo bicchiere, rammentando tutte le frecciatine e le angherie che avevano subito nelle ultime settimane. Rabbrividì.
«Beh... una piccola vendetta non po' certo nuocere, dico bene?»
«No. Solo rovinare un matrimonio» esclamarono in coro Duba e Logan, scambiandosi il pugno. Quando si accorsero dello sguardo del Mithpala, ebbero un attimo di tentennamento.
«Suvvia, Damian. Lo sai che non facciamo sul serio. Vogliamo solo divertirci un po' alle spalle di Amos.»
«Esattamente!» esclamò Duba, finendo la sua birra. La posò sul balcone, facendo cenno al barman di portargliene un'altra. Poi guardò l'ora sul suo cellulare. «A proposito di rovinargli l'esistenza. Ormai dovrebbe essere qui.»
Gli altri due mannari lo guardarono in preda alla confusione. «Chi altro hai coinvolto, Duba?» gli chiese Logan, ma la risposta che cercava non tardò ad arrivare.
La porta del locale si spalancò con un violento tonfo, sufficientemente forte d'attirare l'attenzione generale verso l'uomo comparso sulla soglia. Dall'aspetto feroce e selvaggio, Amarok li individuò in un attimo con il suo unico occhio. L'espressione sul suo viso non lasciava presagire a un incontro amichevole.
«Spero che sia importante» disse con voce profonda, raggiungendo a passo di marcia il trio che, eccetto Duba, sembrava intimorito dall'aurea bruta che emanava. Ad un tratto si fermò, come se si fosse reso conto della mancanza di un dettaglio importante. Si voltò verso Damian. «Che succede? È insolito vederti senza il tuo galoppino del cazzo.»
Il Mithpala sembrò ignorare quella provocazione, rivolgendo all'Ursid uno sguardo di sufficienza. Fece per rispondergli, ma Duba lo anticipò, per nulla preoccupato dato che scoccò una sonora pacca sulla spalla all'ultimo arrivato. «Non preoccuparti, è una questione di vita e di morte. Fatti un drink, perché ne avrai bisogno per sopportare ciò che sto per raccontarti!» esclamò, adocchiando di nuovo il barman. Rifugiatosi nell'angolo più lontano del balcone, l'uomo si avvicinò con cautela mentre serviva il suo nuovo cliente.
Nella sala non stava fiatando più nessuno.
Dopo aver ascoltato il racconto di Duba, non privo di battutine occasionali, l'occhio di Amarok si spalancò dalla sorpresa. Contro ogni previsione, un ghigno selvaggio storse la bocca dell'uomo che...
Incominciò a ridere.
Di gusto.
Una risata vibrante e di pancia che invece di rilassare i presenti li sconvolse ancora di più.
«Vuoi farmi credere che quel micetto ha davvero scommesso il nome del suo cucciolo? Non posso far altro che inchinarmi di fronte la sua demenza» esclamò Amarok, ancora alle prese con il suo attacco di ridarella. «Il re dei coglioni!»
«Sapevo che avresti apprezzato» sogghignò Duba, ordinando un'altra birra. «Ci stavamo giusto organizzando per decretare un nome che rimarrà negli annali del Consiglio.»
«Ma che sarà comunque dignitoso» s'intromise Damian, squadrando le occhiate ferine degli altri mannari. Quella storia non poteva certo finire bene...
Amarok trangugiò il resto del suo drink e osservò Duba fare lo stesso. «Allora, avete già in mente qualcosa?»
Damian e Logan parlarono all'unisono ma, da gran signore qual era, Duba sovrastò tutti con la sua idea.
«Duba Junior!»
Nel locale calò di nuovo il silenzio.
Amarok l'osservò serio, poi l'ombra di un sorriso gli illuminò il volto, mentre lo indicava con la mano impegnata dalla bottiglia. «Tu. Mi piaci. Ma opterei per qualcosa di meglio.»
Preoccupato per quello sguardo, Damian cercò di limitare i danni, per quel che possibile. «Andiamo, ragazzi. Cercate di non esagerare.»
«Sentiamo la tua idea» lo interruppe Duba, visibilmente interessato come Logan.
Amarok gonfiò il petto. «Essendo quello che è... Pussy è un nome che rispecchierebbe bene il suo lignaggio.»
Prima ancora che Damian potesse fulminare tutti con lo sguardo e i suoi poteri da Mithpala, Duba scoccò le dita, convinto.
«Ma certo! Duba Pussy Junior... Nah. Meglio Pussy Duba Junior. Sì, mi piace come suona!» esclamò divertito, mentre Logan di fianco a lui cercava di non soffocare nelle sue stesse risate. Almeno finché i cellulari di tutti non squillarono nell'esatto istante.
Confusi, gli uomini si scambiarono uno sguardo perplesso, prima di vedere chi fosse il mittente. Damian sorrise soddisfatto alla vista del messaggio di Arthur King, il Magister.
«Finalmente qualcuno che ragiona» sospirò.
Un uccellino mi ha riferito il vostro piano e lo trovo alquanto deplorevole.
«Duba, non dirmi che hai coinvolto anche King» sbottò Logan.
Il biondo fece spallucce. «Certo che no. Non è colpa mia se i branchi sono composti da comari pettegole.»
Amarok fu sul punto di ruggire qualcosa, ormai di pessimo umore, ma un altro messaggio illuminò lo schermo dei loro cellulari.
Avreste dovuto coinvolgermi fin da subito. Sono o non sono il vostro Magister? Duba, sai cosa fare. Buon divertimento!
Il ghignò sul volto di Duba divenne così intenso da fare a gara con il pallore che colse Damian.
«Non ci credo...»
Logan gli diede una pacca sulla schiena. «Suvvia, c'era da immaginarselo. Dopotutto Amos è così sexy da ammaliare tutti quanti per le sue... qualità, non è così?»
Ma gli altri due mannari erano troppo occupati a confabulare con loro, finché Duba non alzò la sua nuova bottiglia di birra.
«Abbiamo deciso! Un brindisi a King Pussy Duba Junior White! Per gli amici DJ.»
Il facepalm di Damian fu così forte da risuonare nel locale, ormai quasi del tutto vuoto.
Amarok, Duba e Logan si unirono in un brindisi per confermare il nome del futuro arrivo del branco di pardi.
«Molto bene. E ora è giunto il momento d'informare il caro paparino» canticchiò Duba tutto contento, almeno finché lo schermo del cellulare non s'illuminò nuovamente.
E non era da parte di King.
Puttanelle, ci sono anche i premi speciali. Baciatemi il culo.
XXX
Amos.
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