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4. LA PREMIAZIONE - GLI OSCAR PT.3


«Molto bene, molto bene. E ora che i non protagonisti hanno finalmente ricevuto lo spazio e gli elogi che meritavano, eccovi le nomination per quanto riguarda l'Oscar come Migliore Attore Protagonista. Un minuto di silenzio per questi poveri animi smarriti» terminò Ale con una nota di compassione nella voce, così intensa da suggerire ai presenti che non stava affatto scherzando. E, infatti, senza attendere alcuna reazione da parte della platea o badare all'espressione sconcertata di Laby, la giovane chiuse gli occhi e abbassò il capo in segno di rispetto. Non si curò dell'opprimente silenzio che ghermì la sala, bensì lo colse come un buon segno, dal momento che nessuno ebbe il coraggio di fiatare in quell'arco di tempo.

In realtà, tale evento non fu colmo di buoni propositi, dato che i presenti erano rimasti fin troppo basiti per fare alcunché. Alcuni si scambiarono sguardi confusi, risolvendo il tutto con un'alzata di spalle. Qualcuno sbadigliò persino, ma d'altronde nessuno poteva biasimarli per quel comportamento: solo i nominati erano in grado di comprendere nel modo più sincero quella manifestazione di deferenza.

Tutti, eccetto Francis.

Il ragazzo stava letteralmente saltando sulla poltroncina dall'impazienza di udire il suo nome dopo l'appellativo: vincitore.

Thea gli tirò una gomitata nel vano tentativo di farlo smettere.

Dopo cinquantatre secondi esatti, Laby si spazientì e riprese in mano la situazione; nel vero senso del termine, visto che afferrò la cartellina dalle mani di Ale e gliela sbatté in testa, vanificando così il suo tentativo di commemorare i caduti per il divertimento del pubblico. La ragazza non apprezzò quel gesto, ma prima ancora di poter riempire di insulti la sua socia, quest'ultima s'impadronì del microfono.

«Perfetto, grazie Ale per il tuo interesse verso le loro condizioni, ma abbiamo di meglio da fare! Ecco i nominati!» esclamò ansiosa Laby con le mani che le prudevano. Fin troppo. Il suo sguardo era così carico di aspettativa da risultare più luminoso dei faretti. «Alistair in "Folie à Deux" di IvanaGBellamy. Re Charles in "A BLOODY CROWN. Il Cavaliere delle Ceneri" di fire_and_ashes. Ren in "When the children play" di AlenGarou. Francis in "Il Tempo Perduto LCdCI" di GiuliaDellaCostanza. Gelo in "Gelo" di MammaesmeSalvatore... Insomma, buttateli via questi esemplari carichi di testosterone.» Tale commento suscitò non poche risatine femminili dalla platea.

Ale si schiarì la voce, cercando di mantenere un certo contegno nonostante l'uscita non proprio professionale della sua collega. E dire che aveva provato a racimolare un po' di serietà con la sua proposta. Allungò la mano e aspettò che Laby le consegnasse la cartellina con la smorfia scettica di chi stava appena cedendo un tesoro.

«E il vincitore è...» esordì, mentre il rullo di tamburi evidenziava l'attesa.

Ormai pronto per il suo trionfo, Francis si passò le dita tra i capelli scuri in modo da lisciarli. Con qualche colpo deciso si riassestò il completo da sera e sfoggiò il suo miglior sorriso che avrebbe fatto svenire persino una suora di clausura. Quando il sottofondo si bloccò, si alzò in piedi, pronto a godersi il giubilo della folla che attardò ad arrivare. Perchè qualcosa non andò come previsto...

«...Ren! Oddio, davvero?» Ale ricontrollò il nome sul foglio, strabuzzando gli occhi dalla sorpresa. «Sì, sì. È proprio Ren di "When the children play"!»

Inizialmente, nella platea regnò un silenzio carico di stupore, che non durò a lungo data la sonora e poco signorile imprecazione che Francis si lasciò sfuggire. Risuonò nell'ambiente come un rombo, ma aiutò i presenti a riscuotersi dal torpore in cui erano caduti. Uno dopo l'altro, gli ospiti iniziarono ad applaudire, sebbene Ren fosse ancora imbambolato al suo posto. E così Alex.

Per quanto gli importasse, Alistair sorrise rincuorato nell'udire un nome diverso dal suo, tanto che, per festeggiare, prese un altro sorso dalla sua fiaschetta.

«Avanti tesoro, non fare il timido» lo esortarono all'unisono Laby e Ale nel scorgere la sua titubanza. E fu una pessima mossa.

Ormai caricato al massimo dopo quel leggero blackout neuronale, l'ego di Ren prese il sopravvento su di lui. Con un gesto che trasudava figaggine da ogni poro, si lisciò all'indietro la scura chioma e si sistemò lo smoking in modo che mettesse in risalto la sua figura atletica. Incominciò dunque a scendere la scalinata con un portamento tale da catturare gli sguardi di ambi i sessi, mentre il suo sorriso prometteva scenari a luci rosse che, per ovvi motivi, non sarebbero mai accaduti.

Ma era il pensiero che contava.

Una voce femminile si levò dal pubblico. «Ren, sposami!»

«No, lui è solo mio!» esclamò un'altra.

«Siete ridicole» sentenziò una terza.

E, all'improvviso, iniziò una discussione tale da dover far scomodare la sicurezza.

Nell'assistere a quel battibecco tra oche in cui molti avevano iniziato a scommettere, Emily si voltò preoccupata verso Alex. «Non credi che sia il caso di intervenire?» le chiese, cercando di analizzare la sua reazione in modo da trovare almeno un briciolo di iniziativa... o quantomeno gelosia.

Lei si limitò a sbadigliare, il corpo mezzo accasciato contro lo schienale a dimostrazione della sua noia. «E perché?» le chiese impassibile, non riuscendo a comprendere dove fosse il problema.

A quella visione, Emily scosse il capo. «Lasciamo perdere. Lo capirai quando sarà troppo tardi mi sa...» Ma Alex non la stava più ascoltando, lo sguardo a mezz'asta rivolto verso il palco.

Dal canto suo, Ren era troppo impegnato a bearsi di quella popolarità per far caso a ciò che accadeva attorno a lui. Quando raggiunse le presentatrici, la folla era ormai in visibilio, a eccezione dei personaggi che avevano avuto la sfortuna di condividere la scena con lui.

«Avanti, Francis» lo rincuorò Aron, sebbene non riuscisse a cancellare il sorriso divertito dalla sua faccia nel vedere il broncio dell'amico. «Avrai altre occasioni...»

«Aron, sta zitto se non vuoi ritrovarti il tuo Oscar da spalla in un posto molto scomodo» borbottò il moro, incrociando le braccia e incominciando a grugnire dalla frustrazione, al punto che Elin si lasciò scappare un sospiro stanco.

Ignorando le occhiatacce che gli penetravano nella schiena, Ren si prodigò a ritirare il premio che Ale gli stava porgendo con lo sguardo luminoso e carico di aspettativa. E, infatti, non appena fu a portata di tiro, la giovane lo afferrò per un braccio costringendolo ad abbassarsi verso di lei in una mossa che lo colse alla sprovvista. Il piano che aveva ideato era molto semplice ma, prima ancora di aver la possibilità di unire le loro labbra, Ren usò la mano libera per ghermirle la faccia in un gesto non molto carino.

Il pubblico trattenne il fiato, sbalordito, mentre Ren cercava di mantenere le distanze da una Ale ormai spenta.

«Potresti lasciarmi il volto...?» borbottò spazientita quest'ultima, colta nel vivo, mentre Laby al suo fianco ridacchiava come un'ossessa.

Dopo qualche istante, Ren si rese conto della sua posizione e fece un passo indietro, sciogliendo la presa. «Scusami» esclamò risentito. «Ho agito d'istinto.»

«Come tutti del resto» s'intromise Laby. «Forza, il pubblico ti attende. E anch'io...»

Come se gli assalti per quella serata fossero appena iniziati, la ragazza gli assestò una bella spinta con la scusa di farlo avvicinare al microfono, ma non sulla schiena. No, la sua mano si appiccicò per bene al suo fondoschiena.

«Ooooh, è così sodo» tubò la ragazza, sotto lo sguardo inviperito di Ale che era andata in bianco.

«Non è giusto! Perché lei sì e io no?» sibilò, mentre Laby le rivolgeva un largo sorriso.

«Esatto, perché lui sì e io no?» protestò Francis dalla platea con il broncio, nonostante nessuno lo stesse ascoltando per davvero.

Ren si ritrovò a ridacchiare nervosamente, prima di rivolgersi al pubblico che lo accolse nuovamente con un applauso.

Alex sbadigliò.

«Grazie, grazie, ora basta con gli applausi» esclamò, cercando di apparire modesto. Cosa che gli riuscì alquanto innaturale. «Sono davvero onorato di aver vinto questo prestigioso premio. Certo, non avevo dubbi in merito, data la mia incommensurabile persona. Ma, visto che di solito in queste occasioni ci si dilunga nei ringraziamenti, vorrei approfittarne per esprimere la mia stima per le persone che mi hanno aiutato a raggiungere questo traguardo.»

«Non so perché, ma un pessimo presentimento» mormorò Gregory, mentre al suo fianco Emily stava riprendendo la scena con il cellulare.

Ren inspirò profondamente e continuò. «Prima di tutto, ringrazio...» fece una pausa d'effetto per incuriosire il pubblico. «... me stesso, per essere così perfetto e carismatico. Poi vorrei ringraziare i miei accompagni di avventura» esclamò, rivolgendo uno smagliante sorriso nella loro direzione.

«Ecco che inizia» sospirò amareggiato Keiran. Sarah si limitò a scuotere il capo.

«Sono così sfigati e con poco sex appeal da essere un ottimo bilanciamento nella storia, risalando così il mio personaggio in tutti i sensi» sentenziò, continuando a blaterare stupidaggini finché il suo sguardo non divenne improvvisamente serio e lontano. Persino il suo tono cambiò, divenendo più profondo e malinconico, segno che stava finalmente prendendo sul serio la questione. «Tuttavia, il mio ultimo ringraziamento va a una persona davvero speciale» ammise. «Una persona che da sempre ha creduto in me e nelle mie potenzialità: senza di lei non avrei mai raggiunto un tale obiettivo e non sarei l'uomo che sono.» Si azzittì, alzando gli occhi verso il punto in cui erano seduti i suoi compagni.

Alex socchiuse gli occhi senza aver l'iniziativa di corrispondere quell'occhiata da cane bastonato, troppo concentrata a osservare lo schienale di fronte a sé. Emily, dal canto suo, stava andando in brodo di giuggiole, aspettando chissà quale dichiarazione romantica.

«Per cui, grazie... Emily.»

Per poco la bionda non si soffocò con la sua stessa saliva. Arrossì violentemente, mentre al suo fianco Gregory iniziò a digrignare i denti dalla rabbia. Ormai la magia si era dissipata.

Ren continuò il suo discorso senza far altri danni, dato che ormai era più irrecuperabile di un deragliamento ferroviario. «Ah, quasi dimenticavo. Un immenso grazie va anche a tutte le mie fans. Dopo la cerimonia vi aspetto al bar per firmare i vostri reggiseni.»

E detto questo abbandonò la scena, godendo fino alla fine di quegli applausi tanto sperati.

Emily rimase per un momento impassibile, per poi scambiarsi un'occhiata dubbiosa con gli altri. «Scusate, nonostante qualche modifica, a voi non ha ricordato il discorso che...»

Gregory ricambiò il suo sguardo. «... ha fatto ai Razzie quando ha vinto il premio come "Il miglior friendzonato"?»

«Non dimenticarti quello come "Peggior bad boy"» sentenziò Sarah.

Keiran sorrise. «Per non parlare del «Peggior protagonista maschile.»

Alex si limitò a non commentare. Dopotutto, non vi era alcun bisogno.

Una volta che Ren fu tornato vittorioso al suo posto, Laby e Ale si riscossero, pronte a proseguire con lo show.

«Beh, se non era discorso questo...» borbottò Ale, spostandosi il ciuffo ormai scompigliato dagli occhi. «Torniamo a noi. Eccovi le nomination per le eroine che più si sono distinte e che, speriamo, possano esaudire il nostro desiderio di leggere tanti limoni in futuro! Alex in "When the children play" di AlenGarou. Simona in "Due Aprile" di manuelalollo. Eleanor in "Folie à Deux" di IvanaGBellamy. Jane in "Fly By" di FloxPollimon98.»

Laby recuperò la cartellina. Il rullo di tamburo incominciò a disperdersi nell'aria. «E la vincitrice è...»

Eleanor fece scivolare una mano su quella di Alex, intrecciando le loro dita. Quando la mora le rivolse uno sguardo perplesso, lei si limitò a sorriderle carica di aspettativa, certa che una di loro sarebbe stata finalmente premiata a dispetto delle loro vite disastrate.

Ma, ovviamente, non fu così.

«... Jane di "Fly By!» esordì Laby.

«Che cosa?!!» sibilò Eleanor, mal celando il suo sdegno e sovrastando gli applausi che si levarono tutt'intorno.

«Eleanor, controllati» la ammonì Alistair, accorgendosi della sua reazione esagerata. Alex si limitò a fare spallucce, quasi lieta di non dover risalire su quel palco e affrontare nuovamente la folla.

D'altra opinione fu Emily, che la strinse a tradimento in un abbraccio. «Mi dispiace, Alex. Ero sicura che avresti vinto tu. Avevo persino preparato un dolce commemorativo» sentenziò, estraendo dalla sua pochette un piccolo involucro dorato dalla forma discutibile.

Nel vederlo, Alex inarcò un sopracciglio. «Dovrebbe essere un pene?» le chiese senza alcun riserbo, facendo arrossire la biondina.

«Ovvio che no, è una statuetta! Solo che si è un po' sciolta e... Aspetta... Dov'è finita Eleanor?» domandò, osservando il posto vuoto alle sue spalle con un'espressione preoccupata.

Alex si girò allarmata, trovando un Alistar abbastanza arruffato e stizzito e una Eleanor inviperita che stava marciando funesta verso il palco, ignorando le occhiate sconvolte che il resto del pubblico le stava riservando.

Nel frattempo, Jane aveva raggiunto Ale e Laby che, raggianti, le avevano consegnato il premio. La poveretta era visibilmente emozionata e mai si sarebbe immaginata quello che sarebbe avvenuto in seguito. Non fece nemmeno in tempo a completare la prima frase del suo discorso che Eleanor le strappò di mano il microfono con non poca delicatezza.

«Scusatemi un attimo» sbottò, rivolgendosi verso il pubblico senza badare allo sguardo sconvolto di Jane alle sue spalle. «Non ho nulla contro Jane. Non conosco nemmeno la sua storia a dire il vero» ammise, per nulla turbata. «Ma so che qui, stasera, c'è stato un errore di valutazione. Come il divieto di non uccidere. Ecco perché mi sento presa in causa. Non ci sono altri modi per dirlo, per cui sarò franca: a mio avviso questo prestigioso premio avrebbe dovuto essere consegnato ad altre protagoniste. E non mi sto riferendo solo alla sottoscritta, che più di qualunque altro ha sofferto ed è stata tradita pur di essere riconosciuta quale la creatura superiore che è.»

Nell'udire quella constatazione, Alistair si passò una mano sul volto pallido, prossimo a un crollo nervoso.

«No, mi sto riferendo a una creatura speciale, così complessa e profonda da meritare questo riconoscimento. E sto proprio parlando di Alexander.»

Inutile dirlo, ma la suddetta si spalmò contro la poltroncina nel tentativo di scomparire alla vista.

«Ecco perché chiedo una rivalutazione. Ecco perché...»

Ale e Laby smisero di ascoltare quello sproloquio. Dapprima spiazzate per quel colpo di scena, una volta metabolizzato l'effetto sorpresa si guardarono l'un l'altra con lo sguardo di chi la sa lunga.

«Te l'avevo detto che avremmo avuto un discorso alla Kayne West» sentenziò Laby, gongolando.

«Sì, ora non montarti la testa e vediamo di risolvere questo casino prima che la situazione degeneri.» Ignorando lo sguardo vittorioso della sua collega, Ale estrasse dalla scollatura un paio di occhiali da soli avvolgenti, imitata poco dopo dal'altra. Non solo, la ragazza tirò fuori anche un altro marchingegno che, a una prima occhiata, avrebbe potuto essere scambiato con un dildo.

«Visto che abbiamo fatto bene a investire in questo gioiellino?» chiese Laby, inforcando gli occhiali da sole e rigirandosi tra le dita il congegno.

«Sì, certo...» bofonchiò Ale, ma poi il suo sguardo si addolcì. Scrutò la sua amica con un'espressione quasi supplicante. «Non è che... posso usarlo io per prima?»

Laby fece finta di pensarci su, spazientendo l'altra, ma alla fine le lanciò il neuralizzatore. «Prego, tutto tuo.»

Cercando di contenere la propria gioia, Ale saltellò verso Eleanor che ancora stava parlando e le diede qualche colpetto sulla spalla per attirare la sua attenzione.

«Eleanor, guarda qui.»

Un lampo accecante lasciò i presenti intontiti, ma mai quanto Eleanor, che rimase immobile al centro del palco.

«Perfetto, ora tocca a te» ridacchiò Ale, mentre passava il testimone a Laby. La giovane ripeté lo stesso procedimento con il resto del pubblico prima di alzare le braccia al cielo e proclamare come un predicatore: «Molto bene gente. Non è successo nulla. Jane ha ritirato il suo premio, ha fatto il discorso più bello di sempre e Eleanor ha accettato la sconfitta con gran classe, ritornando al suo posto.»

Mentre parlava, Eleanor e Jane si diresse automaticamente verso le loro poltroncine, ondeggiando come due zombie rimasti per troppo tempo sotto il sole.

«Ma non prima di aver dato una bella toccatina a Alistair» aggiunse Ale a tradimento, godendo dello spettacolo che accadde poi.

«Ale!» sibilò Laby. «Lo sai che non possiamo avere contenuti pornografici. Gli amministratori sono capaci di annullare lo show!»

L'altra si limitò a far spallucce. «Suvvia. Hanno cambiato le classifiche. Qualche sano limone non sarà di certo la fine del mondo. Eleanor, dagli un'altra palpatina così si sveglierà un po' fu...» si bloccò, ricordandosi all'improvviso di qualcosa. «Un attimo... questa è la mia occasione! Torno subito!»

Sotto lo sguardo stralunato di Laby, Ale recuperò il neuralizzatore. Sollevò la stoffa dorata del suo abito e corse giù dal palco, procedendo velocemente lungo le scalinate.

Una volta capito quali fossero le sue deplorevoli intenzioni, Laby scosse il capo. «Sei davvero una maniaca» grugnì la castana, mentre la sua socia si sedeva in braccio a Ren, ancora sparaflashato come tutti gli altri.

«Disse quella che ha palpato il culo a quasi tutti i personaggi maschili. E poi lo so che vuoi essere al mio posto» sentenziò saccente. Ormai stanca di parlare, Ale si chinò verso il giovane, posando le labbra sulle sue. Dopo un tempo che parve infinito, si staccò da lui, visibilmente soddisfatta.

«Aaaah, ottimo. Ora ho completato uno dei due obiettivi della serata.»

«Chiamalo obiettivo...»

Sorpresa per quell'intervento, Ale lanciò un urlo così forte che Laby fu costretta a coprirsi le orecchie con le mani. Indispettita, fece per chiedere alla collega che cosa diavolo le fosse preso, ma si rispose da sola non appena seguì il suo sguardo e si accorse che Alex era ancora bella che vigile.

«Ma come...?»

Alex si limitò a sbuffare.

«Oh, non badate a me. C'è una spiegazione logica per questo, ma non ho voglia di condividerla» bofonchiò annoiata.

«E non è la sola.»

Ale gridò nuovamente nell'accorgersi che anche Sasha la stava osservando.

Laby non fece cenno di intervenire in difesa dell'amica. Anzi, osservò con genuino rapimento quella scena. «Davvero interessante. E dire che non dovremmo esserne così sorprese, dati i casi patologici che abbiamo tra il pubblico.»

«Parla per te» esclamò stizzita Ale, agitando il neuralizzatore verso Alex che, come un gatto che seguiva con lo sguardo la preda, non apprezzò il gesto. Si avvicinò a lei e glielo strappò dalle mani, lanciando l'apparecchio in un angolo della sala sotto lo sguardo inorridito di Ale.

«Ma hai una vaga idea di quanto costi quell'affare?» sbottò la giovane, mentre Laby correva a recuperarlo.

«Ops» si limitò a risponderle Alex con un'alzata di spalle. Ritornò a sedersi, osservandosi le unghie.

Nel notare la sua noncuranza, la presentatrice sbatté un piede per terra e ritornò a osservare Ren, che incominciava a dare segni di risveglio.

«Lui non ti merita» si lasciò scappare.

«Su questo siamo d'accordo.»

Silenzio.

Ale rimase a osservarla a bocca aperta, incapace di assimilare quella constatazione. «Aspetta, cosa...?»

Ma Alex la stava nuovamente ignorando, giocherellando con una ciocca di capelli. Non servì nemmeno l'intervento di Laby a salvarla dal terzo grado.

«Ale, muovi il culo e torna qui. Stanno per risvegliarsi e dubito che gradiranno la tua presenza, dato che per loro dovresti essere sul palco!»

Ale mantenne un certo contegno e si limitò a sbuffare. Rubò un altro bacio a Ren, più per infastidire Alex che per un reale bisogno, ma quest'ultima si limitò a non considerarla come sempre, rendendola ancora più spazientita.

Non appena rimise piede sul palco, si udirono i primi borbotti confusi provenire dalla platea.

«Molto bene signori. Facciamo un altro bell'applauso a Jane» proclamò Laby, cercando di riprendere in mano la situazione. Dopo qualche tentennamento, riuscì a riportare su di sé l'attenzione del pubblico. Eccetto quella Alistair, il cui sguardo imbarazzato era rivolto verso il basso.

Ale, ancora meditabonda, continuò a rimuginare sulle parole di Alex finché la sua socia non la colpì in testa con la cartellina.

«E per concludere, ecco i due Oscar più ambiti» continuò Laby alzando la voce e ignorando l'imprecazione che Ale le rivolse contro. «Le nomination per l'Oscar come Miglior Film/Libro sono: IvanaGBellamy con "Folie à Deux". AlenGarou con "When the children play". manuelalollo con "Due Aprile". FloxPollimon98 con "Fly by". GiuliaDellaCostanza con "Il Tempo Perduto LCdCI".»

«E il vincitore è...» sbottò Ale, massaggiandosi il bernoccolo che iniziava a fari strada nel suo cuoio capelluto. «...Il Tempo Perduto LCdCI! Complimenti a Giulia e personaggi!»

Dalla platea scoppiò un putiferio, alimentato dai fuochi d'artificio che esplosero ai lati del palco. I giovani della Congrega si alzarono in piedi per un abbraccio collettivo. Persino Elin non riuscì a trattenere qualche lacrima di gioia e così Francis che, senza farlo apposta, insozzò la camicia di Aron.

Nel vedere tale manifestazione di gioia, Laby sospirò. «È per questo che adoro questo lavoro.»

«Questo, o perché possiamo approfittarci dei concorrenti senza passare per delle maniache» le mormorò sotto Ale, per poi fingere un largo sorriso quando l'altra si voltò nella sua direzione.

Ma, come ormai si era capito, certe gioie non sono fatte per durare.

Prima ancora che i ragazzi della storia vincitrice potessero raggiungere il palco, da dietro alle quinte si levò un sonoro battibecco, amplificato a causa della vicinanza con l'impianto audio.

«Mi scusi, ma lei non dovrebbe essere qui. Se non se ne andrà immediatamente farò intervenire la sicurezza» continuava a sbottare un membro dello staff.

«Zitto, sciocco umano.»

La voce misteriosa riverberò nella sala, lasciando completamente spiazzati Francis e compagnia.

«Non è possibile...»

«Sciocco... umano?» mormorò perplesso l'uomo, per poi sussultare. «Ehi, si fermi! Lei non può...»

Ma ormai il danno era fatto.

Sul palco apparve un giovane dall'aria funesta e... ultraterrena. Laby e Ale, un po' intimorite, si scostarono, senza però avere il coraggio d'intervenire. D'altronde, nonostante l'apparenza pericolosa, il nuovo arrivato era di una bellezza inumana, tanto da ipnotizzare con le sue movenze i presenti ancora sconvolti.

Il giovane si limitò a scoccare uno sguardo di sufficienza alla platea, finché i suoi occhi di un azzurro scolorito non trovarono e si soffermarono sulla fonte del suo interesse. Sotto la luce dei fari, i morbidi ricci color del platino che gli incoronavano il viso cesellato sembravano risplendere di luce propria.

Un demonio dall'aspetto d'angelo.

Alex, all'improvviso concentrata, sollevò il capo per studiare meglio quell'individuo, voltando poi il capo in direzione di Aron che ringhiò: «Alvar...»

«Un attimo di attenzione, per favore» tuonò il giovane. «Sono qui per recapitare un messaggio dal mio infernale padrone.»

E questo bastò a distruggere l'interesse di Alex.

Alvar si schiarì la voce, contento di scorgere delle espressioni preoccupate comparire sui volti dei giovani vincitori.

«"Congrega del 1661, godetevi questo momento. Tornerò e presto non avrete più tempo per questi insulsi momenti di felicità. Inoltre, vorrei sottolineare che solo il fatto che abbiate una storia da raccontare è interamente merito mio. Io vi ho resi interessanti, io vi ho fatto emergere dall'inutile massa della vostra razza, io vi ho dato qualcosa per cui essere ricordati. Mi aspetto dei ringraziamenti. Anche solo una delle vostre preziose pietre potrebbe bastare.

Un caro saluto,

Vassago - Principe dell'Inferno".

Ah, questo lo prendo io.»

Senza aspettare una qualche sorta di reazione, Alvar si avvicinò a Laby e Ale. Basite, le due ragazze rimasero immobili, mentre il giovane sfilava dalle loro mani la statuetta e rivolgeva al pubblico un inchino.

Fu troppo da sopportare.

Thea scosse il capo in un turbinio di ciocche nere e rosse, pronta a far sputare sangue a quel damerino impomatato. «Ora gli faccio vedere che cosa ne penso di lui e del suo padrone!» sentenziò stizzita.

Fece un passo nella sua direzione, ma prima di poter procedere oltre venne afferrata alle spalle da Aron e Francis. Non lo fecero per salvaguardare la faccia di Alvar, questo era ovvio, tuttavia Thea non apprezzò la loro intromissione. Incominciò ad agitarsi, scalciando a vuoto e dimenandosi come un gatto stufo di essere toccato.

«Fatemelo prendere a calci. Per favore, solo uno. Ho anche le scarpe giuste!» piagnucolò, mentre Elin continuava a squadrare con un'espressione gelida il loro avversario.

Alvar osservò divertito quella scena, sebbene sul suo viso non vi fu alcun manifestazione di quell'emozione. Rivolse loro un ultimo cenno col capo prima di scomparire nel nulla, volatilizzandosi sotto gli sguardi attoniti del pubblico.

Prima di dileguarsi del tutto, qualcuno inspirò bruscamente nel notare i suoi occhi divenire completamente neri, segno dell'abisso che regnava in lui.

E poi ci fu solo il silenzio.

«Prima o poi questo lavoro mi ucciderà» borbottò Laby all'improvviso. Lei e Ale si scambiarono un'occhiata perplessa. «Fortuna che il bar è offerto dall'Academy Wattpad.»

Il torpore che aveva soggiogato la platea si dileguò non appena qualcuno incominciò ad applaudire. Seguito subito dopo da un altro personaggio e un altro ancora, finché lo scrosciare dei battimani non coprì qualsiasi altro rumore.

I ragazzi della Congrega si guardarono ammutoliti, non sapendo che fare.

«Non preoccupatevi» esclamò allora Ale, rivolgendo loro un sorriso rassicurante. «Chiederemo alla direzione di farvi un'altra statuina. Nel frattempo continueremo con lo show.»

Francis fece per replicare, così come Thea, ma Elin e Aron li trascinarono di nuovo ai loro posti, tentando con ogni mezzo di rabbonirli.

Nel frattempo, l'applauso sconcertato incominciò a scemare, permettendo ad Ale di annunciare l'ultimo Oscar previsto per la serata.

«E, come gran finale, ecco le nomination per l'Oscar come Miglior Regia/Stile. manuelalollo con "Due Aprile". Radioactive_R con "Oneiros". MammaesmeSalvatore con "Gelo". IvanaGBellamy con "Folie à Deux". AlenGarou con "When the children play".»

«E il vincitore è...» esclamarono Ale e Laby all'unisono. «...Folie à Deux!»

Prima ancora di permettere al pubblico di applaudire –non che ne avesse molta voglia dato che ormai si era stancato-, dal palco si levarono altri fuochi d'artificio; illuminarono l'ambiente con la loro luce accecante, sebbene il rischio di appiccare nuovamente un incendio fosse molto elevato. E moltiplicato, nel considerare che dall'alto incominciarono a riversarsi coriandoli dorati. Persino qualche uccello tropicale starnazzò nella sala, spaventato per quel rumore improvviso e dall'urlo acuto che lanciò Eleanor.

Ormai su di giri, la giovane prima abbracciò un Alistair ancora confuso, per poi gettarsi tra le braccia di Alex, schiacciandola contro il sedile. Di fianco a loro, Emily arrossì.

Mentre applausi e celebrazioni si levavano tutt'intorno, Eleanor si rialzò e afferrò il suo povero compagno per un braccio, costringendolo a seguirla verso il palco dove furono accolti con tutti gli onori.

«Il microfono è vostro» ridacchiò Laby, facendo a entrambi l'occhiolino. Al suo fianco, Ale porse la statuetta a Eleanor.

«E mi raccomando. Niente colpi di testa questa volta.»

Alistair aggrottò la fronte. «Come "questa volta"?»

«Non fare il guastafeste e andiamo!» borbottò lei, troppo eccitata per far caso a quella constatazione. E ciò non sfuggì ad Alistair. Prima di prodigarsi a proclamare il loro discorso, l'uomo si voltò verso di lei, osservandola di sottecchi.

«E fortuna che all'inizio non volevi nemmeno mettere piede qui sopra.»

«Ma questa volta è diverso» rispose lei, lanciandogli un'occhiata ammonitrice.

Alistair scosse il capo: ancora non riusciva a capire i processi mentali e le priorità di quella ragazzina, se non rendere la sua vita un inferno. E, d'altronde, lui non era da meno.

Senza aspettare la mossa di Eleanor, s'impadronì del microfono.

«Vi ringrazio di cuore per questo ambito premio, ma preparare un discorso per una premiazione può essere alquanto impegnativo se non si ha bene in mente cosa dire. Ed è per questo che, come ormai sapete, la nostra pigra autrice ha deciso di lasciare tutto nelle nostre mani.» Si schiarì la voce, arrochita per lo smodato uso di alcol che aveva fatto fino a quel momento. «Partirei col dire...»

Ormai stufa di starsene in disparse, Eleanor gli rubò il microfono.

«Scusatelo, ha la voce un po' roca stasera. Meglio che parli io. Dunque, vincere un premio di questa portata non è un traguardo da poco. Tutto il nostro team lo sa bene. Essendo personaggi di una storia come la nostra non è proprio semplicissimo, specialmente quando l'autrice ama scrivere e leggere di cose macabre, malattie mentali, omicidi e relazioni contorte. Insomma, bisogna essere bravi a sopravvivere. E noi l'abbiamo fatto. Sopravvivere. Più di una volta. Sì, proprio nel senso letterale del termine. Io in particolare sono morta più volte di lui. Dal primo all'ultimo capitolo. Come dimenticare la volta in cui eravamo su una barca e...»

Alistair riprese la parola senza dar peso all'occhiata di fuoco della giovane.

«Niente spoiler, Eleanor, il pubblico potrebbe non gradire. In ogni caso, volevamo ringraziare l'Academy per le nomination e per i premi vinti finora. Qui, martiri, io e la mia... ehm... accompagnatrice, rappresentiamo con fierezza tutti quei poveri personaggi che sono stati messi al mondo unicamente per soffrire, frutto di menti superiori che con le nostre disgrazie fanno divertire i lettori a ogni angolo del globo. Questo discorso è per loro, è per i lettori. Vi odiamo, ma allo stesso tempo vi adoriamo perché anche se siamo persone orribili fate il tifo per noi.»

E così terminò il suo discorso. Senza avere altro d'aggiungere, passò di sua volontà il microfono a Eleanor, che lo accettò ben più che volentieri.

«Continuate a leggere, sempre. Solo così darete vita a noi e a ciò che ci circonda» concluse, facendo finta di asciugarsi una lacrima invisibile.

Il pubblico esplose nuovamente in un boato. Qualcuno si alzò persino in piedi per applaudire con più vigore, commosso da quella frase, e persino Alex non riuscì a nascondere un sorrisetto. Almeno finché Alistair e Eleanor non ebbero la geniale idea di prendersi per mano e regalare alla platea un profondo inchino.

Di per sé tale scena era del tutto innocente, fatta eccezione per la pistola che fece capolino dalla cintura di Alistar e i coltelli legati alla coscia di Eleanor, visibili dalla spaccatura dell'abito. E, infatti, la regia non gradì quella visione.

In un battito di ciglia, la security sgomberò il palco, trascinando i due personaggi dietro le quinte per confiscare loro le armi. Almeno... si sperava.

Dal canto loro, Laby e Ale erano soddisfatte del successo riscosso quella sera e per nulla sorprese da quell'incidente di percorso.

«Ebbene, questo era l'ultimo Oscar della serata. Speriamo che vi siate divertiti con noi!»

«E ricordate» s'intromise Ale. «Come ha detto Eleanor, continuate a leggere. Non solo per vivere meglio, ma anche per avere info sulla prossima edizione...»

«... Di cui non sappiamo ancora nulla» aggiunse velocemente Laby.

«... Ma che avverrà presto. E smettila d'interrompermi!» sbottò Ale.

Le due ragazze iniziarono a discutere, dando tempo ai presenti di rilassarsi un po' e prepararsi per ritornare al bar, dove festeggiare o affogare i propri dispiaceri.

E, uno che aveva l'aria di star per affogare, era proprio Amos.

Marlene gli scoccò uno sguardo preoccupato, ma anche ansioso. «Insomma, mi vuoi dire che cosa sta succedendo? Perchè... aspetta, ma stai sudando freddo? Amos, si può sapere che cosa hai combinato?»

L'uomo si prese il volto tra le mani, cercando di riprendere il controllo di sé. Prese un respiro profondo e tornò a osservare la sua donna con occhi supplicanti. «Ecco... Promettimi solo che non chiederai il divorzio.»

Nell'udire ciò, Marlene aggrottò la fronte. Per poi arrabbiarsi, questa volta sul serio. I suoi occhi iniziarono a brillare di una luce feroce, tanto che il suo pallido consorte iniziò a sudare di nuovo, e questa volta per una buona ragione.

«Amos White, dimmi subito che cosa ti è preso!»

Lui si limitò a gemere, passandosi nervosamente una mano nei capelli.

«Ecco, lo sai che a me e ai ragazzi piace scommettere» disse, cercando di mantenere un tono civile.

«Quindi?»

«Beh, ho scommesso che avrei vinto almeno un premio prima della fine della serata.»

«E cosa hai scommesso...? Amos...?»

Amos sbiancò, ormai certo di doversi trovare un buon avvocato. «Ecco io...»

Come un intervento divino che ebbe misericordia del povero mannaro, la voce di Laby si propagò nella sala. «Un momento, dove state andando? La serata non è ancora finita! Perché ora...»






Rieccomi qui, sperando di non aver fatto un disastro XD

Lascio decidere a voi. Come sempre, se avete suggerimenti o maledizioni contro la mia pesona, potete scrivere sui commenti o attraverso un mp tutte le aggiunte (o i tagli) che vi vengono in mente.

Al prossimo capitolo :3

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