1. RED CARPET
«Oddio, oddio. Non ci credo! È tutto vero? Ditemi che non è un sogno. Ragazzi, vi rendete conto che siamo alla Notte degli Oscar Wattpadiani?» Emily continuò a saltellare euforica sul posto, i grandi occhi verdi sgranati dalla meraviglia per ciò che scorgeva attorno a lei.
Inutile specificare quanto fosse perfetta quella serata per officiare la premiazione. Il tempo era mite e nemmeno una nuvola offuscava il cielo ormai punteggiato da stelle lontane, dato che quelle terrene si stavano raggruppando in quel luogo.
Gli ospiti e i concorrenti continuavano ad arrivare in un'onda variopinta di abiti haute couture e smoking, estasiando i fan al loro passaggio. Poco distante, numerosi personaggi stavano procedendo ordinatamente sul red carpet, in attesa di prendere posto nel teatro adibito per l'evento: a volte divisi in eleganti coppie, altre in esuberanti gruppetti, ma vi era pur sempre qualche eccezione alla regola. Come, per esempio, un ragazzo moro abbigliato in un superbo completo da sera nero che evidenziava la sua figura allampanata. Aveva rallentato la fila, dando il meglio di sé davanti alla schiera di fotografi senza aver intenzione di cedere il posto, beandosi dei loro apprezzamenti e di quelli del pubblico al di là delle transenne. Tutto l'opposto dei suoi compagni, al momento impegnati a osservarlo spazientiti qualche metro più avanti. Solo l'intervento di un giovane dagli scarmigliati ricci ramati, vestito in modo più casual degli altri con tanto di All Stars ai piedi, riuscì a riportare con qualche difficoltà l'ordine, trascinando il suo amico lontano dai bagliori dei flash e lasciandosi alle spalle una sequela di imprecazioni
Tale visione scaturì diverse risate, compresa quella della ragazza.
«Sì, Emily. Per la sedicesima volta» sospirò Sarah, scostandosi di lato in modo da non essere colpita dalla voluminosa gonna del vestito dell'amica. Per l'occasione, la biondina aveva dato il meglio –o il peggio- di sé. Il suo abito era un tripudio di tulle delle diverse tonalità di azzurro e rosa, i cui bordi e il corpino, che le fasciava le morbide curve, erano decorati con piccoli ricami floreali. Aveva addirittura domato i suoi indomabili ricci, intrecciandoli come una coroncina dorata sul capo e bloccandoli con scintillanti fermagli a forma di bocciolo. Ma, nonostante quell'eleganza, non poteva certo mancare il suo tocco caratteristico: ogni volta che roteava per guardare da una parte all'altra alla ricerca di qualcosa da fotografare, l'orlo dell'abito le si alzava quel tanto che bastava per poter avere uno scorcio delle calze che indossava.
Unicorni, arcobaleni e nuvolette.
Non ci si poteva aspettare niente di meno da lei, al contrario dei suoi compagni che avevano optato per un abbigliamento più semplice e classico.
Gregory e Keiran facevano una bella figura nei loro smoking noleggiati per l'occasione e persino Sarah sembrava un'altra persona fasciata nel suo tradizionale abito cinese. Tuttavia, nessuno di loro sembrava condividere il suo stesso entusiasmo.
«Come sto? Ho qualcosa fuoriposto? E i capelli?» domandò Keiran con nervosismo, passandosi le dita nella zazzera rossa che gli incorniciava il viso affilato e costellato di lentiggini, fino a ottenere il risultato opposto a quello sperato.
«Stai benissimo, tranquillo.» Gregory si avvicinò all'amico e gli sistemò il papillon, storto a causa dei suoi continui movimenti nervosi. Sebbene apparisse tranquillo e rilassato, nemmeno lui poteva nascondere del tutto l'ansia che gli provocava stare sotto i riflettori. Lo si poteva notare dal lieve spasmo alle sue dita mentre aiutava Keiran a ritornare presentabile.
«Ma guardatevi» esclamò una voce dietro di loro, cercando di sovrastare le urla delle fans. «Potete conciarvi come divi del cinema, ma di certo vi manca il portamento.»
Nell'udire quella constatazione, Emily irrigidì le spalle e si voltò ad affrontare l'individuo che aveva appena messo in discussione la sua impeccabile presenza. «Ah, sì? E allora...» Si bloccò. Sbalordita, sgranò gli occhi dalla sorpresa quando si rese conto di chi aveva dinnanzi. «Ren? Ma sei uno schianto!» In men che non si dica, gli puntò contro il cellulare e incominciò a fotografarlo da ogni angolazione possibile.
«Grazie, lo so» ribatté lui con uno sorriso sghembo, avvicinandosi al gruppo con le mani in tasca sotto gli sguardi rabbiosi di Gregory e Keiran.
A ragion del vero, Emily non aveva tutti i torti: Ren si era dato da fare.
Aveva lisciato i folti capelli neri all'indietro, mettendo così in risalto i lineamenti virili e gli occhi plumbei che brillavano divertiti. Il suo smoking era un total black, decorato da una cravatta di seta, che esaltava la sua figura atletica e, a differenza degli altri, sembrava indossarlo con naturalezza. Avrebbe potuto passare facilmente per una celebrità se non avesse indossato dei guanti di cuoio, più adatti a un serial killer che a uno dei candidati in corsa per l'Oscar.
Il suo sorriso perse intensità quando si accorse della mancanza di un piccolo dettaglio.
Si guardò attorno, seccato. «Lo sgorbio deve ancora arrivare?»
Emily sospirò di rimando. Fece per portarsi una mano al viso per sistemarsi gli occhiali con aria sapiente, ma all'ultimo si ricordò di indossare le lenti a contatto e la riabbassò. «Lo sai com'è fatta. Vedrai che si farà viva... prima o poi.» Si bloccò, osservando dietro le spalle del giovane. «A proposito... E i tuoi amici?»
Il giovane si limitò a scrollare le spalle con indifferenza. «Ah, loro» borbottò, come se si fosse ricordato di avere una montagna di piatti sporchi da lavare quando sarebbe tornato a casa. «Beh, diciamo che non li ho invitati. Piuttosto, ditemi... che ci fa lei qui?» chiese, indicando Leyla che parlava al cellulare poco distante.
Sentendosi presa in causa, la biondina gli rivolse un'occhiata di fuoco e si alterò nel suo brillante vestito rosa di Chanel. «Ma come? Certo che sono qui! Faccio parte anch'io della storia. E mi stupisco che non abbai ricevuto una nomination. Ma dico io! Si può essere così scemi? Sono io la vera stella della storia!»
Inutile aggiungere che nessuno la calcolò.
«Non c'è speranza» gemette Emily affranta, per poi ritornare a osservare Ren. «Ad ogni modo mi dispiace che non siano venuti. Alla fine anche loro hanno avuto un ruolo importante nella storia.»
«E poi John non era così male» commentò Gregory. Sarah annuì in risposta al suo fianco.
Ren sbuffò impettito, incrociando le braccia al petto. «Ma se hanno causato più guai che altro? E poi perché avrebbero dovuto venire? Non hanno nemmeno ricevuto una nomination.» Si bloccò lanciando un'occhiata di sottecchi ai presenti. «E nemmeno voi.»
Tra i presenti calò il gelo. Una volta ripresi dopo quella constatazione più simile a un pugnale nella schiena, i ragazzi gli rivolsero occhiate infuocate. «Ehi, ora non fare il cafone» si alterò Emily, gonfiando le guance arrossate. «La storia ha ricevuto diverse nomination, per cui è ovvio che siamo venuti!»
«Esattamente. Come se una nomination ti rendesse un personaggio migliore» aggiunse Gregory.
«Sei solo invidioso perché sono stato nominato come miglior protagonista maschile, ammettilo» ridacchiò Ren divertito.
«Secondo me, sperava di passare l'intera serata da solo con Alex» sentenziò Sarah come un fulmine a ciel sereno, prima che Gregory potesse rispondere a quella provocazione.
Emily assunse un'aria pensosa. «In effetti... Ora che ci penso, per il momento non hanno avuto modo di passare un po' di tempo da soli. O meglio, hanno avuto qualche occasione di fortuna, ma l'hanno sprecata a litigare e a pugnalarsi alle spalle come sempre. E questo perché...» Emily fece una pausa d'effetto, osservando di sottecchi il giovane con un'espressione indecifrabile. «... Siete due idioti.»
Nell'udire ciò, Ren si bloccò di colpo, improvvisamente a disagio. Fece per replicare a quell'insinuazione con fare altezzoso, quando alle sue spalle una voce lo ferì senza alcuna esitazione.
«Nomination o no potresti spostarti? Tu e il tuo ego state occupando tutto lo spazio disponibile al punto che temo per la sorte della location.»
«E finalmente anche lo sgorbio è arrivato» Sentenziò stizzito, girandosi verso la nuova arrivata. «Hai perso tempo a...» il resto della frase si perse in un mormorio senza senso e patetico quando la vide. Persino gli altri –Leyla compresa– ammutolirono, incapaci di assimilare quello spettacolo.
La prima a riprendersi fu Emily, così estasiata da brillare di luce propria. «Ommiodio! Alex sei meravigliosa!»
L'urlo che lanciò fu così acuto che Alex sembrò sul punto di fare dietrofront e tornarsene a casa, ma l'amica la imprigionò sul posto, saltandole addosso e circondandole il collo con le braccia. Iniziò quindi a strusciarle una guancia contro il viso, perdendosi in moine e complimenti mentre Ren era rimasto basito come un allocco in mezzo al passaggio, alle prese con il suo imbarazzo.
Ammaliato, non riusciva a staccare gli occhi dalla ragazza. A dire il vero, era più che certo che si sarebbe presentata con il suo solito completo formato da maglia extralarge, jeans e anfibi, ma in quell'occasione l'aveva lasciato completamente senza parole, presentandosi come una vera regina.
Il suo corpo era fasciato da un semplice abito di velluto scarlatto che metteva in risalto le curve di solito nascoste, per non parlare della profonda scollatura a v sul davanti che le arrivava fin sotto al seno, lasciando in bella vista il ciondolo che le cadeva proprio nel mezzo di quel dolce avvallamento. Come se non bastasse, per una volta aveva compiuto uno sforzo e si era lisciata i capelli, acconciandoli con fermagli dorati dalle forme serpeggianti in modo da farli ricadere come una lucida cascata bruna sulla schiena lasciata interamente scoperta dalla stoffa.
Quando la ragazza alzò il volto per incontrare il suo sguardo, Ren rimase rapito dai suoi occhi incolore evidenziati da un trucco leggero ma d'effetto, nonostante lo stessero trafiggendo come schegge di ghiaccio. E, in effetti, non colse nemmeno la minaccia riposta in essi, dato che la sua attenzione scese fino a focalizzarsi sulle sue labbra vermiglie e, successivamente, ancora più in basso.
Arrossì come l'idiota che era.
«Copriti, che sei indecente» sibilò stizzito, distogliendo lo sguardo come se tutta quella pelle scoperta fosse troppo da sopportare.
Emily si portò le mani alla bocca per soffocare la risata che minacciava di fuoriuscire potente dalle sue labbra nell'assistere a quella scena, imitata dagli altri ragazzi, a loro modo divertiti da quella situazione. Eccetto Keiran. L'irlandese aveva ancora la bocca spalancata tanto che Gregory dovette richiudergliela.
Alex si limitò a inarcare un sopracciglio. «Senti chi parla. Se avessi le mani libere ti strozzerei più che volentieri, stanne certo.»
Così occupati a scrutarla meravigliati per il suo aspetto così insolito, i ragazzi si accorsero solo in quel momento del cesto da picnic che stava trasportando. A giudicare dalla sue braccia tese, doveva essere bello stipato da ogni sorta di manicaretto.
«Che c'è?» chiese allora la ragazza, avvertendo gli sguardi basiti dagli altri. «Queste cerimonie sono fin troppo lunghe e noiose, per cui mi sono portata qualche spuntino per ingannare l'attesa.»
«Tu chiamalo spuntino» ridacchiò Emily, tentando di dare una sbirciatina al suo contenuto.
«Non si smentisce mai» sospirò Gregory, sebbene non avesse perso il sorriso.
Tale ilare atmosfera fu distrutta da un colpo di tosse. Dopo averli adocchiati, un membro dello staff si era avvicinato a loro, cercando di dimostrare un contegno che non aveva, dato che sembrava più in soggezione che altro. Difatti, quando parlò la sua voce risultò più acuta del normale.
«Ehm... chiedo scusa. Purtroppo non potete presentarvi sul red carpet con quel cesto in mano. Dovete lasciarmelo e poi mi accerterò di riconsegnarvelo non appena prenderete posto all'interno del...»
«Sul tuo cadavere» si limitò a esclamare Alex con la sua solita espressione apatica. Tale repentina risposta servì solo a spaventare ancora di più il povero ragazzo, che indietreggiò di un passo.
«Suvvia, Alex. Non fare la difficile e consegnalo, così possiamo entrare» sentenziò Emily, ignorando le occhiate incuriosite che un variegato gruppetto di personaggi rivolse loro mentre passava lì accanto. Erano tutti giovani, la più piccola avrà avuto più o meno la loro età, ed erano accompagnati da due commissari facilmente riconoscibili per l'uniforme tirata a lucido che li stavano scrutando dubbiosi.
«Non voglio!» protestò lei, attirando anche l'attenzione di una donna, splendida nel suo lungo abito scollato e dal trucco impeccabile, che stava leggendo qualcosa sul suo cellulare. Un possibile discorso?
«Non ci rimane altra scelta...» sospirò Gregory. In men che non si dica, sia lui che Keiran la agguantarono per entrambe le braccia, bloccandole i movimenti. Ciò diede il tempo necessario all'operatore di sfilarle il cestino e di scappare con non poche difficoltà nelle retrovie, scomparendo in una sequela di preghiere per aver salva la vita.
Una voce femminile si levò alta dal red carpet. «Ehi, ma quello è cibo?»
Seguita poco dopo da un'altra maschile, con qualche imprecazione di contorno. «No, Oktober, torna qui!»
Dal canto suo, Alex era sul punto di esplodere. Si scrollò di dosso i ragazzi, pronta a sollevare la gonna dell'abito per inseguire la sua ignara vittima, quando i suoi propositi di morte e distruzione furono dissolti da una voce famigliare.
«Alexander!»
Un'eterea figura dalla chioma fiammante si lanciò verso di lei, abbracciandola senza alcun preavviso sotto gli sguardi attoniti dei presenti. Il suo aspetto innocente era in netto contrasto con il lungo abito nero che indossava, completamente ricamato con motivi floreali e scollato sul seno e sulla schiena. Nonostante entrambe condividessero un'altezza da lillipuziano che compensava le loro psicosi, quella sera Eleanor appariva più slanciata grazie agli stivaletti con il tacco alto che indossava, tanto che Alex posò il mento contro la sua spalla mentre ricambiava la stretta.
«Eleanor, da quanto tempo...» mormorò, ignorando le occhiate perplesse che la trapassavano. In fondo, se c'era qualcuno al mondo in grado di poterla toccarla a proprio piacimento senza correre il rischio di perdere una mano, quel qualcuno era proprio Eleanor Gayre.
Ma questo non andava a genio proprio a tutti. «Ora basta. Smettetela di abbracciarla tutti quanti» esclamò Ren, stizzito per quella situazione.
Eleanor si limitò a rivolgergli uno sguardo impassibile. I suoi grandi occhi chiari rilucevano di una luce malevola. «No.»
«Avanti Eleanor, smettila di attirare l'attenzione e andiamo a sederci.»
Alistair apparve accanto a loro come un'ombra affranta, la camicia del suo smoking leggermente stropicciata. Sembrava stanco, come se l'idea di essere in pubblico lo mettesse a disagio. Il che era abbastanza comprensibile dato quello che lui e la ragazzina che lo accompagnava avevano passato ultimamente.
«Lo sai che volevo salutare Alex» s'impuntò Eleanor, stringendo il braccio della diretta interessata. Fu in quel momento che Gregory notò un piccolo dettaglio.
«Sbaglio o... Sono coordinate?» domandò a nessuno in particolare, sebbene le orecchie di Ren ebbero uno spasmo. A guardarle bene, una certa assonanza di colori c'era: l'abito di Alex rispecchiava il caldo colore dei capelli di Eleanor e viceversa. Persino il taglio era molto simile.
«Questa poi...» mormorò basito.
«Vieni, dobbiamo sederci vicine» esclamò Eleanor, ignorando quei commenti e prendendo la mano della mora.
«Allora Alex starà in mezzo!» sentenziò Emily contenta, accodandosi a loro mentre si dirigevano verso il red carpet.
«Ehi, aspettatemi!» Gregory, forse per timore di non poter stare accanto a Emily, si affrettò a seguire le ragazze.
«Vengo anch'io» esclamò Keiran, che nel frattempo aveva disfatto ancora il suo papillon.
«Immagino che non ci siano problemi» mormorò Sarah. «Così poi rimangono...» I suoi occhi a mandorla si soffermarono sulle figure depresse di Ren e Alistair, che apparivano invecchiati di dieci anni solo a dover sopportare quelle due sociopatiche vestite come angioletti. Scosse il capo, avvicinandosi al teppista.
«Suvvia Ren, non ti abbattere. Sei fortunato che Alex non abbia preferenze di genere o non avresti alcuna possibilità.»
«Che cosa vorresti insinuare?» le domandò con voce piatta, per poi accorgersi che Sarah si era già allontanata, seguita da una Leyla starnazzante, pronta a dare il meglio di sé davanti ai fotografi. Sospirò affranto, finché Alistair non gli mise una mano sulla spalla.
«Non preoccuparti. Vedrai che questa serata passerà in fretta. Almeno... è quello che mi auguro.»
«Hai forse qualche impegno?» gli chiese allora il ragazzo, seguendolo mentre si apprestavano a raggiungere gli altri.
«No, ma ieri sera ho sentito alcuni frammenti della telefonata tra Eleanor e la tua ragazza. Le scommesse che hanno fatto non mi sono piaciute per nulla, ma a questo punto dubito che saranno i miei orifizi a correre qualche rischio» disse semplicemente l'uomo, passandosi una mano tra i corti capelli. Dopodiché, continuò a procedere senza badare a Ren, fermo in mezzo al passaggio con un'espressione confusa.
«Eh?»
Come temuto, lui e Alex erano finiti ai lati opposti della fila nella quale il loro gruppo era collocato. Non che Ren ne fosse sorpreso, dato che Eleanor sembrava aver orchestrato tutto per monopolizzare l'attenzione della giovane, tanto che persino Alistair si era arreso e si era seduto accanto alla sua carnefice con un sospiro stanco degno di un pensionato con l'artrosi alle ginocchia. O forse era di sollievo, dato che non avrebbe dovuto sopportarla per qualche ora.
Dal canto suo, Ren avrebbe tanto voluto strapparsi le orecchie per non dover più sentire le lamentele di Leyla riguardo la loro posizione rispetto al palco, alle luci, alla comodità delle poltroncina, al timore che i fotografi non avessero preso al meglio il suo lato migliore... e fin troppo altro ancora.
Grazie al cielo mancavano ancora diversi minuti prima dell'inizio della cerimonia, motivo in più ne approfittò per uscire sul retro a fumare in santa pace. Evitare lo staff fu semplice, così come passare inosservato al resto della platea carica di aspettative e nervosismo.
Una volta all'aria aperta, Ren prese un profondo respiro. Alzò il viso al cielo e chiuse gli occhi, godendo dell'aria fresca contro la pelle. Almeno finché l'immagine del seno di Alex non gli comparve dietro le palpebre come promemoria dell'agonia che lo attendeva per quella serata. Come se di solito andasse meglio.
Scuotendo il capo, incominciò a cercare nella giaccia il suo portasigarette, finendo per fare un inconcludente balletto simile a La Macarena.
«Stai cercando queste?»
Ren si voltò, osservando dapprima il pacchetto aperto che gli veniva offerto, per poi risalire verso il viso del suo proprietario, che aveva già aspirato la prima boccata di fumo.
Amos White gli sorrise in tutta la sua mascolinità, i chiari occhi grigi che luccicavano nella penombra. «E dire che avevo intenzione di smettere.»
Nell'udire quel commento, Ren si ritrovò a sorridere. «Forse in un'altra vita» replicò, afferrando grato una sigaretta. «Grazie, amico.»
«Quando vuoi.» L'uomo prese un'altra boccata, per poi scrutarlo apprensivo. Gli passò l'accendino. «Ti dispiace se ti faccio un po' di compagnia?»
Prima ancora di rendersene conto, Ren stava già scuotendo la testa, limitando così le sue possibilità di accendere la sigaretta al primo colpo. Una volta ridato lo zippo e fatto un tiro, si appoggiò con le spalle al muro, osservando distratto i dintorni.
«Come sta Marlene?» domandò per spezzare il silenzio.
Sentendo nominare la sua compagna, il mannaro s'illuminò d'immenso d'orgoglio... e amore. Uno spettacolo così dolce da risultare stuzzichevole per chi poteva contare unicamente sulle sue mani. «Benissimo, grazie. Avrei preferito che rimanesse a casa nelle sue condizioni, ma non si viene nominati agli Oscar tutti i giorni, per cui non ha voluto sentire ragioni. La sua parola è legge.»
Ren sogghignò a quella frase. Studiò Amos per un momento, osservando il modo in cui la stoffa della sua camicia sembrava sul punto di strapparsi ogni volta che incrociava le braccia al petto a causa dei suoi muscoli sviluppati. Era l'unico dei candidati che si era presentato senza giacca, il colletto slacciato e le maniche arrotolate, come se non sopportasse l'idea di essere vestito in ghingheri. Non che gli servisse per fare colpo, dato che emanava testosteroni come un manzo da monta.
Motivo per cui Ren non faceva alcuna fatica a immaginarlo durante le sue ormai finite esibizioni da spogliarellista. Ancora un po' e gli avrebbe lanciato i dieci dollari che aveva sfilato dal portafoglio di Gregory poco prima, giusto per commemorare i vecchi tempi.
«Spero che vinciate qualche premio» si lasciò sfuggire insieme al fumo, parlando con tono sincero.
«Lo spero anch'io» sentenziò Amos, stringendo la sigaretta tra i denti. «Anche perché ho scommesso un sacco di soldi con gli altri ragazzi. Non sono persone con le quali vorresti essere in debito, fidati.»
Ren sorrise a quel pensiero. «Da quello che so, non sei l'unico ad aver fatto qualche puntata.»
«Hai scommesso anche tu?»
«Può darsi...»
«Da quello che ho sentito, le quotazioni su di te e la tua ragazza sono in positivo» commentò Amos con un sorrisetto sghembo, che si allargò quando a Ren andò per traverso il fumo.
«Che cosa?» chiese basito. Improvvisamente non aveva più voglia di continuare quel discorso. «Perché tutti siete convinti che stiamo assieme? Rimarrete al verde mi sa, mi sento quasi dispiaciuto per questo.» Fece una pausa. «Nah, sto scherzando.»
Amos si limitò a fare spallucce. «Beh, chiunque ha gli occhi per notare come la guardi, senza contare che sul red carpet non hai fatto altro che pedinarla come uno stalker.» Finì la sigaretta e la spense sotto la suola del suo stivale. «Ma posso capirti. Una femmina del genere sembra valere tutti i guai che comporta. Se non fossi felicemente sposato un...»
«Finisci la frase e giuro che ti tiro un pugno.»
Amos si voltò a guardarlo, la sua espressione era un misto tra divertimento e sorpresa, tanto che alla fine scoppiò in una risata poderosa e gli diede un colpo sulla spalla.
«Ora capisco quando gli altri mi reputavano patetico» sogghignò allegro. «Ah, amico mio. Vedrai che prima o poi una gioia capiterà anche a te.»
Ren scosse il capo, aspirando l'ultima boccata di nicotina. «Già, forse morirò prima di arrivare alla fine di questa premiazione.»
Eccoci qui, finalmente!
Siamo solo all'inizio e credevo già di morire XD Che gioia.
Approfitto di questo buco per ricordare ai vincitori che possono ancora inviarmi per mp tutto ciò che la loro mente partorisce a proposito degli Oscar, anche pezzi riguardanti il red carpet u.u Non ho problemi a modificarlo man mano.
E ora, vediamo se riesco a taggarvi tutti senza fare gaffe!
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