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Capitolo 6: Who am I?


Æla uscì dalle prigioni a cuor leggero, era felice, era riuscita a recuperare praticamente tutto quello che aveva perso con Loki.

Il cielo asgardiano sembrava addirittura più azzurro ai suoi occhi ambrati.

Si fermò fuori dal cortile polveroso all'entrata della costruzione.
Percepiva qualcosa, c'era una forte tensione nell'aria, un generale fermento del quale però era l'unica ad accorgersene.

"Non capisco..." pensò confusa e all'erta.

Un forte vento scompigliò le chiome degli alberi, alzando la polvere delle strade e costringendo i mercanti a mettere in salvo le loro merci.

Le tende che coprivano i terrazzi delle case sventolavano furiose e alcune si strapparono sotto la potenza irrefrenabile del vento.

Il limpido cielo si scurì all'improvviso, una densa nuvola nera si portò all'altezza del Bifrost e un fulmine bluastro si scaraventò su di esso mentre entrava in funzione.

Æla capì subito: "Thor!"

Dopo che ebbero sconfitto i Chitauri su Midgard, i cosiddetti Vendicatori tornarono ognuno alla propria vita e così fece anche Thor.

Nonostante Æla fosse stata liberata proprio quando i due principi tornarono ad Asgard, non aveva avuto molte occasioni per vedere Thor e quindi aggiornarsi su tutto quello che si era persa.

L'unica cosa di cui era venuta a conoscenza era che, durante il brevissimo regno di Loki, Thor era stato bandito da Odino perchè aveva attaccato Jotunheim senza il consenso di Padretutto e che, successivamente, il dio moro aveva attaccato la Terra con il Distruttore, approfittando della temporanea vulnerabilità del fratello.

Seppe anche che Thor si era innamorato di una Midgardiana durante la sua permanenza sul pianeta, ma era sicura fosse una diceria del popolo.

Æla si avviò a passo svelto verso il Palazzo, era felice di poter finalmente rivedere un caro amico. Thor era l'unico cavaliere disposto ad allenarsi con lei di tanto in tanto.
Nemmeno la valorosa e potente Sif voleva più combattere con lei, forse per paura dei commenti degli altri combattenti, che nonostante la presenza femminile della mora Sif, non ritenevano Æla degna di impugnare una spada in nome di Asgard: non tanto perchè donna ma perchè non Asgardiana.

"Non mi serve una spada se posso usare la magia, no?" Pensò Æla mentre camminava vicino ai muri delle case per ripararsi dal vento freddo.

Si tirò su il cappuccio del pesante mantello porpora che indossava e accelerò il passo, sperando di trovare l'amico biondo già al castello. Cominciò a piovere piuttosto intensamente e ben presto la giovane si ritrovò costretta ad alzare la gonna della tunica con le mani per non bagnarla.

Arrivò al castello quasi del tutto asciutta, a differenza della montagna di muscoli bionda che incontrò all'ingresso del palazzo. Thor era girato di spalle, completamente fradicio, attorno a lui alcuni amici con i quali parlava e delle ancelle indaffarate nel procurare dei vestiti asciutti al dio. Forse avrebbe dovuto fare qualcosa anche Æla... forse; era troppo occupata a capire chi fosse la donna accanto a Thor, per preoccuparsi dei suoi doveri di ancella.
Alla fine decise di salutare Thor e di aspettare che fosse lui a fare le presentazioni.

"Ciao Thor! Che tempismo, eh? Giusto per farmi fare una bella corsetta sotto la pioggia. Questa mi mancava!" Disse Æla ridendo. "Saluti Æla! Mi dispiace che ti sia bagnata ma non è colpa mia, non del tutto insomma." Mentre ancora parlavano, le ancelle avevano portato dei vestiti per Thor e per la sconosciuta, lasciando i tre giovani soli nel corridoio.

"Ah Æla, lascia che ti presenti Jane, l'ho conosciuta qualche anno fa su Midgard." Disse il dio sorridendo prima a Æla e poi a Jane.

"Piacere mio, son-- Midgard hai detto?!"

S'interruppe a metà frase e quasi urlò per la sorpresa, nonostante non volesse apparire maleducata alla loro ospite.
Prese Thor in disparte per un braccio e sussurrò a denti stretti:

"Hai portato una Midgardiana qui?! Sai cosa potrebbe farne Odino di tutto questo?!"

"È malata, ha bisogno di cure, è entrata in contatto con l'Aether." Spiegò Thor mantenendo la calma.

"Scusami. -si accigliò un secondo, cercando spiegazioni- ma come ha fatto a trovarlo, non l'avevano distrutto o comunque nascosto?"

"È in corso un allineamento dei nove mondi, chiamato "convergenza" e con l'Aether si sono risvegliati anche gli Elfi Oscuri, essi vogliono usare l'allineamento per portare l'oscurità eterna nell'universo con il potere della gemma. Jane ha trovato un posto su Midgard dove si intersecano due mondi ed è entrata per errore."

"Dov'è ora la gemma?"

"Credo di averla come assorbita quando ne sono entrata in contatto e..." Jane sembrò improvvisamente essere percorsa da brividi e una forte emicrania le impedì di terminare la frase.

Thor la prese al volo prima che cadesse a terra, priva di forze.

"Portatela dalle curatrici!" gridò il biondo, allarmato.

Alcune ancelle e un paio di guardie portarono Jane in una stanza dove venivano curati i combattenti o, come nel loro caso, per capire quale fosse la causa di vari malesseri e malattie.

Distesero la Midgardiana su un lettino il quale, grazie alle arti magiche delle curatrici, permetteva di proiettare una scansione in tempo reale del corpo della giovane nell'aria, individuando subito la presenza dell'Aether in esso.

"Non c'è modo di tirarlo fuori senza farle del male o ucciderla." Disse fredda l'ancella madre, senza quasi preoccuparsi dei sentimenti di Thor e Jane, i quali si scambiavano sguardi tristi e rassegnati.

"Se sta male, sul suo pianeta ci sono persone adibite a curare tutti loro, si chiamano dottori. Riportatela su Midgard." Odino irruppe nella sala spalancano la porta in legno, ordinando a gran voce di allontanare la giovane da Asgard.

"Ma come si permette? Lei chi sarebbe?!" Esclamò Jane infastidita.

"Io sono Odino, Re di Asgard e padre di tutti gli dèi."

"Ah... beh io sono--"

"So bene chi sei, Jane Foster." Sentenziò Padretutto.

"Hai parlato a tuo padre di noi?" Chiese con uno sguardo innocente Jane, rivolgendosi a Thor.

"Di... voi?" Chiese curiosa Æla.

"Quando mi dissero che ti eri innamorato di una mortale pensavo fosse uno scherzo, Thor."
Il biondo la gelò con uno sguardo offeso.

"Ma in fondo non ci vedo nulla di male, solo mi sembrava strano ecco." Spiegò Æla, per evitare di rimanere fulminata dal dio del tuono.

"In ogni caso dev'esserci un modo per liberarla dell'Aether e se è vero che gli Elfi Oscuri lo stanno cercando, probabilmente sapranno anche che si trova qui." Disse Thor risoluto, preoccupato per la sua gente e sopratutto per Jane.

"Credi che verranno presto quindi?" Chiese Æla allarmata.

"Non lo so, stavo semplicemente supponendo." Rispose il dio, calmo.

"Se fosse così, potrebbero utilizzare l'allineamento dei nove mondi per arrivare qui senza che nessuno se ne accorga..." riflettè Jane ad alta voce.

"Esatto, è quello che stavo per dire." Aggiunse Æla, scambiando con l'umana un'occhiata d'intesa.

"Per essere una mortale ti trovo scaltra e attenta, vedrò di correggere il mio giudizio sul vostro popolo." Concluse Æla con un sorriso che trasmetteva una certa ammirazione.

Thor e Æla lasciarono Jane con alcune ancelle affinchè le procurassero dei vestiti adatti e una stanza dove pernottare.
Intanto i due chiaccheravano nei corridoi dorati del palazzo.

"Quindi hai la ragazza eh...? Sai quanti cuori di giovani Asgardiane hai spezzato?" Disse lei ridendo.

"Oh si immagino. Forse anche il tuo?" Thor sfoggiò i suoi muscoli e la chioma, ridacchiando nel veder Æla arrossire leggermente.

"Mi dispiace contraddirti Thor, ma il mio cuore appartiene a Loki, come ben sai."

"Siete riusciti a parlarvi quindi?" Chiese curioso.

"Sì, anche se so che ci vorrà un po' prima che mi possa fidare ciecamente di lui. Intanto sembra mostrare il suo lato dolce, se così si può definire, con me. Ma c'è qualcosa che non mi quadra, è come se si sforzasse di comportarsi in quel modo nei miei confronti, come se avesse paura di ferirmi e di allontanarmi di nuovo... Diciamo che ci stiamo lavorando." Precisò con un velo di tristezza nella voce.

"Loki come sta?" Chiese un po' malinconico Thor, che sentiva la mancanza del fratello.

"Stabile, sotto un certo punto di vista. In un primo periodo era inavvicinabile, scontroso, freddo, perennemente arrabbiato. Ora lo riconosco, almeno. Anche se non credo proprio si comporti così tutte le ore del giorno, tutti i giorni. D'altronde lo conosciamo bene, no?" Rispose Æla forse un po' rassegnata.

"Già. Ma confido nel fatto che lui ci tenga a te. Magari chissà, tornerà ad essere il ragazzo riservato e tranquillo che conoscevo. Il fratellino con il quale combattevo da giovane, con il quale confidavo i miei piani per poter governare Asgard al meglio, un giorno.
Purtroppo ho compreso solo ora quanto stupido sono stato: non ho mai cercato di capirlo, non mi interessava altro che il mio successo, pensando che anche Loki fosse felice per me, ma a quanto pare non è mai stato così..."

Quella discussione stava prendendo una piega inaspettata, se ne stavano rendendo conto entrambi.

"Dopo aver visto in che stato si trova, non posso smentire ciò che affermi e credimi, mi dispiace. Nemmeno io credevo fosse cambiato tanto." Asserì Æla.

"È anche vero che era sotto il controllo del Tesseract, ma non giustifica quello che ha fatto."

Vennero interrotti da un boato assordante proveniente dalla prigione, dall'altra parte della città dorata.

"Guarda!" Fece Æla indicando l'edificio attraverso la finestra.

"Loki." Sentenziò Thor, certo che quel trambusto fosse opera del dio degli inganni.

Il biondo volò fuori con l'ausilio di Mjolnir e raggiunse in poco tempo la prigione, dove si diede da fare combattendo contro tutti i prigionieri, i quali erano riusciti a liberarsi dalle loro celle.
O forse erano stati liberati.

Il dubbio si fece strada nella mente di Thor quando vide quello che doveva essere un elfo oscuro, ma era trasformato, era più potente, ed era il primo ad essersene andato: Kurse.

Mentre ancora combatteva nei sotterranei, un altro boato, molto più forte, scosse l'intera Asgard fin nelle fondamenta.

Quello che nessuno sapeva, era che gli Elfi Oscuri avevano usufruito della convergenza per passare attraverso i nove mondi senza essere visti, nemmeno il guardiano Heimdall era riuscito a scoprirli in tempo.

Ora un' enorme astronave nera era precipitata sul Palazzo, senza recare troppi danni, però gli Elfi erano ormai all'interno e niente avrebbe potuto fermarli: Malekith avrebbe ottenuto quello che voleva.

Æla correva disperata verso l'armeria, forse avrebbe potuto usare i suoi poteri, ma preferiva rimanere nell'ombra e diventare una torcia ambulante non era una delle migliori opzioni in quel momento.

Raggiunse l'armeria, ormai quasi vuota dato che tutte le guardie e l'intero esercito Asgardiano avevano preso le loro attrezzature per combattere gli Elfi Oscuri.

Optò per una semplice spada, meglio di nulla. Indossò la sua armatura per gli allenamenti e andò a cercare Jane.

Sebbene non volesse prendersi l'umana sotto la sua responsabilità, non poteva fare un torto a Thor ignorandola completamente.

"Tutto sommato mi sta simpatica quella Jane, se sopravvivo voglio visitare Midgard. Se sopravvivo..." disse Æla tra sè e sè.

* * *

L'armatura tintinnava a ogni passo che faceva, il corpetto in metallo risplendeva alla luce del sole, ormai offuscato dal fumo e dalla polvere che rendeva l'aria irrespirabile.

La gonna corta in cuoio rosso e gli stivali rigidi cominciavano a dar fastidio: era da circa mezz'ora che cercava la mortale, non poteva essere lontana.

Giunse alle stanze della Regina, l'unico posto dove non aveva controllato.

Svoltò l'angolo e superò una colonna che ostruiva la visuale della stanza.

La luce del pomeriggio illuminava fioca la camera attraverso le tende sottili, mentre un vento fresco le muoveva appena.

Vide Jane dall'altra parte della sala, fece per raggiungerla ma si fermò notando la presenza di qualcun'altro.

Si girò appena e alla sua destra vide Frigga che discuteva animatamente con un'altra figura che non vedeva perchè nascosta da una colonna.

Fece per affacciarsi ma Jane la prese per un braccio alle sue spalle e la tirò indietro facendole segno di non fare rumore.

Si nascosero e finalmente Æla capì chi era l'interlocutore della Regina.

Le si gelò il sangue: Malekith era a due passi da lei.

Æla conosceva Malekith solo per i racconti di Frigga, quando le parlava della magia nera e dell'oscurità, ma averlo lì era tutta un'altra faccenda.

Era letteralmente terrorizzata.

Venne ridestata dai suoi timori dal rumore di una battaglia, Frigga e Kurse stavano combattendo corpo a corpo, l'Elfo voleva rapire o forse uccidere Jane ma la regina non glielo avrebbe permesso.

Solo in quel momento Æla si rese conto di cosa stesse realmente accadendo: Frigga aveva creato una copia di Jane, come Æla faceva di se stessa quando aveva troppo lavoro da svolgere, la vera Jane era nascosta con lei e la copia serviva da esca per fare in modo che la Midgardiana potesse fuggire in sicurezza.

"Jane, dobbiamo andare, la regina sta facendo di tutto per proteggerti. Andiamo da Thor." Sussurrò Æla alla giovane.

"Potrebbe aver bisogno di aiuto e io non so combattere, ti prego voglio essere sicura che non succeda nulla di brutto."
La supplicò Jane, mentre Kurse bloccava Frigga in una presa dalla quale non sarebbe uscita facilmente.

Disse qualcosa di incomprensibile alle orecchie di Æla, troppo preoccupata e impaurita per muovere un solo muscolo.

Era bloccata, era suo dovere proteggere la regina ma non ce la faceva, nessun muscolo rispondeva agli ordini impartiti dal cervello e la paura annebbiava la razionalità della ragazza.

Poi un solo gesto, nessun grido, nessun rumore, nessuna parola, solo il tonfo sordo del corpo di Frigga che cadeva senza vita sul tappeto, uccisa dalla spada di Kurse, uccisa per salvare la misera vita di una mortale.

La copia di Jane svanì e resasi conto del gesto orrendo di quel criminale, Æla urlò un doloroso, ferito e atroce grido disperato, mentre usciva dal suo nascondiglio e cadeva sulle ginocchia accanto al corpo della Regina, esanime.

La rabbia e la disperazione erano tali che non riuscì a controllarsi e si trasformò nella sua forma di demone.

La sua pelle, ora ocra, era percorsa da linee e disegni arancioni, come di fuoco, mentre sul pavimento attorno a lei si formarono delle fiamme create dalla sua stessa rabbia, le quali avrebbero distrutto tutto, se non fossero state soffocate dal dolore che provava.

Prese a piangere col cuore spezzato, furiosa, guardando negli occhi Malekith e il suo scagnozzo, con le lacrime che le rigavano il volto e un'irrefrenabile voglia di strangolare gli Elfi con le sue stesse mani.

Rimase improvvisamente impietrita, quando capì di essere al centro dell'attenzione dei due criminali.

Rabbrividì alla vista di Malekith da così vicino, era terrificante, i capelli e la pelle bianchissima facevano impressione; l'altro elfo sembrava protetto da una corazza all'apparenza bruciata, forse lo era davvero, la testa era tutt' uno con una specie di elmo, anch'esso bruciato.
Æla era stanca, impotente. Anche se avesse voluto farli fuori entrambi, non sarebbe riuscita.

Ancora non si capacitava della perdita di Frigga, la sua guida, una madre dopo la perdita della matrigna.

Già. Non aveva idea di quali fossero le sue origini, nè di chi fossero i suoi genitori.

Frigga era la sua figura materna da tempi immemori. L'avrebbe vendicata. Si alzò in piedi impaurita, ma decisamente furiosa.

Prima che potesse fiatare, Malekith pronunciò parole che arrivarono ben chiare alle orecchie di Æla, facendo gelare anche il demone di fuoco ch'era in lei: "Æla, chi non muore si rivede...".

Beh che dire la faccenda è piuttosto interessante eh? Ci tengo a dirvi che ci ho messo una vita e mezza a scrivere tutto ciò e mi sono divertita, nonostante la struggente morte della nostra amata Frigga. Forse non sono granchè brava a scrivere cose drammatiche ma abbiate pazienza...
Spero appreziate almeno quanto me insomma ahaha. (Siete felici che ho postato un po' prima??).
Aspetto con ansia quello che pensate di questo intenso capitolo. Se avete osservazioni da fare, non preoccupatevi, non mordo mica!😋😂
Alla prossima!
P.s. ho lasciato il link di Into Eternity, ogni volta che l'ascolto piango, quindi mi sembrava giusto per il capitolo🌟
Pubblicato il 15/04/18

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