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Capitolo 4: My disaster

Era nervosa. Camminava, correva quasi, per le strade della città che portavano alle prigioni, scansando persone e evitando spallate, senza dar peso alle imprecazioni degli abitanti che stavano al mercato quella mattina.

Saltò una pozzanghera che bloccava il passaggio e prese una scorciatoia dietro alcuni banchi che vendevano gioielli provenienti da tutti i nove regni. In una giornata normale si sarebbe fermata per ammirare quelle meraviglie e cercare qualcosa proveniente dalla sua terra d'origine, ma aveva altri piani.

Salì su un carro trainato da dei cavalli neri come il carbone per riposarsi, facendo bene attenzione a non farsi scoprire dal conducente che probabilmente non avrebbe gradito la sua passeggera.

Scese appena prima di attraversare la soglia delle mura che circondavano un'imponente costruzione dorata, dove venivano rinchiusi tutti i prigionieri e i malfattori di Asgard e dintorni.

Attraversò la porta a piedi e passò nel cortile anonimo e polveroso che dava sull'entrata principale: "Proprio un bel posto... Non la ricordavo questa parte. Sarà perchè ho passato più tempo dietro le sbarre che fuori." bofonchiò acida e con una punta di rammarico verso nessuno in particolare.

Entrò cauta e scese le lunghe scalinate buie che portavano alle celle.

Nonostante fosse partita da palazzo con tutte le buone intenzioni di aiutare Loki, in quel momento avrebbe preferito essere da tutt'altra parte, d'altronde aveva un orgoglio anche lei. Tornare in quel postaccio così presto non le piaceva affatto, troppi brutti ricordi, speranze distrutte ogni giorno in più che passava, la totale perdita di fiducia nei confronti di Odino e forse anche un po' in quelli di Thor: sperava che in qualche modo avrebbe fatto qualcosa per tirarla fuori da quel buco.

Non aveva tenuto conto di Loki, non per tutto il tempo insomma. Nei primi mesi non faceva che pensare a lui, chiedeva di lui alle guardie ogni giorno e quando le dissero che Loki era andato sulla Terra per conquistarla per conto di un Titano, non ci credette, non ci voleva credere, ma avrebbe avuto la risposta dal diretto interessato in pochi minuti.

Percorse il corridoio illuminato dalle celle a passi misurati, a testa alta, fiera di essere fuori, mentre i prigionieri la guardavano in cagnesco e accompagnavano quegli sguardi con commenti poco piacevoli.

Si rese conto di non ricordarsi la strada come credeva, ma venne aiutata: "Hai già dimenticato dov'eri rinchiusa Æla?" Loki l'accolse con un sorriso tra il sinceramente sorpreso e lo scherno, quel sorriso che lei riconosceva solo a metà.

Si avvicinò per guardarlo meglio: "Sai, da quando sono uscita da questo letamaio ho ricominciato a vivere.
Certo, il popolo continua a non vedermi di buon occhio ma sembra che tu sia riuscito a farti odiare ancora di più..." Non riusciva a capire perchè suonasse tutto così acido, non voleva, ma sembrava emulare il comportamento del principe.

"Vedo che non sono l'unico ad essere cambiato ultimamente... Però sono felice che in qualche modo le mie gesta sulla Terra siano arrivate a te." Disse freddo e orgoglioso.

"Mi hanno detto anche che sei stato sconfitto da una squadra di mortali."
"Menzogne! Dopo aver vagato nel vuoto dello spazio sono giunto dal Titano e in cambio di un regno da governare ho dato la mia parola, ma io non ho mai voluto comandare Midgard, no, ho lasciato che mi portassero qui per poter completare il mio piano..." Cominciò urlando per però finire quasi in un sussurro la descrizione accurata della sua disavventura.
"...Però non sai più come fare." Æla finì il discorso di Loki con parole che lui non avrebbe mai usato, non l'avrebbe mai ammesso.

Il principe si alzò dalla sedia sulla quale era seduto e si avvicinò a Æla per guardarla meglio in viso: era cresciuta, maturata dall'ultima volta, ma i lineamenti dolci e gli occhi ambrati, quelli non erano cambiati.

Era più alta, più snella e Loki si beò di quel corpo di cui poco era lasciato all'immaginazione data la veste sottile che portava.
Quel corpo che tanto gli mancava, che avrebbe voluto accarezzare e abbracciare come un tempo.

Ma le cose cambiano. E se lei non l'avesse più voluto, ora che era un delinquente?

I dubbi assillavano il sonno del moro da alcuni giorni, ma non ci aveva dato molto peso, sarebbe passato, si diceva.

Ma vedere Æla lì, di fronte a lui aveva completamente sconvolto le sue certezze.

Non l'aveva dimenticata, nemmeno durante il suo periodo sulla Terra, ma non pensava di esserne innamorato come il primo giorno.

La cosa non lo stupiva e più la guardava, più voleva uscire da quella prigione per ricominciare a vivere, nel vero senso del termine.

"Non dici più nulla?" Æla ruppe il silenzio che si era formato tra loro, accompagnando la domanda con un sorriso dolce, cercando di ridestare Loki dai suoi pensieri, notando anche come un cambiamento nel suo sguardo, prima duro e schivo, ora triste ma che lasciava a lei il modo di leggere tutto quello che gli passava per la testa e quello che leggeva nei suoi occhi chiari era una voglia insaziabile di perdono da parte sua.

"Non credo di avere nulla da dire a questo punto... se non che non mi interessa del perdono di nessuno, solo del tuo.
Ho già condannato Odino per quello che mi ha fatto e che mi sta facendo, ho fatto lo stesso per Thor.
Rivederti mi ha ricordato che dopotutto nella mia ignoranza di fanciullo non stavo poi male. Insomma ero abbastanza felice, in special modo con te e lo sai bene." Æla arrossì ridacchiando.

Riconosceva finalmente quel Loki che ricordava, ma sapeva anche che avrebbe visto questo suo lato molto raramente. Forse non le sarebbe neanche dispiaciuto in fondo.

"Da quando ho scoperto le mie origini e sono diventato momentaneamente re, ero troppo occupato per la mia vendetta che non ho pensato a te e ogni notte continuo a darmi la colpa. Ora sei fuori e puoi ricominciare a vivere, è quasi comico che ci sia io dentro alla cella ora."

Sorrise amaro con lo sguardo basso sul pavimento candido.

"Perchè hai attaccato la Terra? Voglio dire, magari si poteva risolvere in altro modo la questione col Titano... Ora sei rinchiuso qui." Chiese Æla cauta.

Appoggiò le mani sul campo di forza, guardandolo negli occhi.

"Immagino mi avrebbe ucciso, ma nulla degno di nota oltre a questo..."
Appoggiò anche lui le mani in corrispondenza di quelle di Æla, dall'altra parte della barriera.

Æla alzò lo sguardo improvvisamente, come illuminata, e sentenziò: "Allora facciamo così, io non sopporto di sapere che tu sei qui mentre io sono fuori. Quindi chiederò a Frigga di farmi tornare tua ancella e potrò venire a trovarti ogni giorno!"

Quasi urlò, tanto era euforica, tremendamente felice, aveva dimenticato tutti i problemi e le preoccupazioni, persino il motivo per il quale si era recata lì, si sentiva sciocca e imbarazzante ma non riusciva a trattenere la gioia.

Salutò Loki mandandogli un bacio, lasciandolo interdetto, corse su per le scale e lasciò la prigione a cuor leggero.

"Ha un carattere difficile, quasi come il tuo."
"Lo so." Rispose Loki alla madre, con dipinto in volto un sorriso divertito.
"È anche per questo che ho paura che si cacci nei guai... Sarebbe capace di qualsiasi cosa quel disastro di donna... il mio disastro."

Hey Hey! Come va? Sono riuscita a postare alla fine eh?! Voglio un premio😋

Scherzi a parte, finalmente abbiamo un vero dialogo tra Æla e Loki e sembrano mostrare ciascuno lati delle loro personalità un po' nascosti, d'altronde si fidano ciecamente l'uno dell'altra.
Cercherò al più presto e nel modo più semplice possibile di spiegare meglio il loro rapporto passato, prima che Loki diventasse quello che conosciamo, ma non vi svelo niente obv.

Tra l'altro vi ho allegato il link di uno dei miei brani preferiti dei Two Steps From Hell, ascoltandolo mi è venuta in mente Asgard, spero faccia lo stesso effetto con voi!

Bene, ora vi lascio che sto scrivendo ad un orario improponibile😂
Ci vediamo al prossimo capitolo🌟❤
Pubblicato il 29/03/18

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