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Capitolo 3: I remembered you different


Camminava tranquilla per le stanze del piano nobile, facendo attenzione a non inciampare nella veste leggera che arrivava fino a terra.

Stava finendo le ultime commissioni della giornata, passando ore tra vassoi ricolmi e armature da lucidare.
Doveva ammettere che le piaceva, dopotutto, offrire i suoi servigi a corte, un po' meno lucidare e pulire pavimenti, ma stare a contatto con le persone la faceva sentire utile nonostante i numerosi ospiti di Odino che non sempre si mostravano gentili con lei o le altre ancelle.

Dopo aver servito la cena a delle guardie nella mensa, uscì nel cortile per prendere una boccata d'aria fresca.

Il cielo stava già scurendosi, lasciando intravedere le stelle e le galassie visibili solo da Asgard, mentre una brezza frizzante le passava attraverso i capelli e le faceva svolazzare la veste sottile.

Chiuse gli occhi beandosi di quel momento di pace, ascoltando il tintinnio degli orecchini che portava e si appoggiò al parapetto che divideva l'ampia entrata ai corridoi, dal giardino.

Uscì definitivamente camminando scalza sull'erba umida e profumata, senza preoccuparsi delle altre ancelle che la guardavano stranite.

Attraversò il cortile ed entrò nuovamente nel palazzo, percorse a passi misurati i lunghi corridoi dorati facendo mente locale sulla prima settimana passata di nuovo fuori dalla cella: si sentiva soddisfatta per il lavoro svolto a dovere.

Talvolta, la notte principalmente, la regina le permetteva di incrementare le sua abilità magiche, nulla di difficile, giusto il minimo indispensabile per potersi difendere o per facilitare i suoi compiti;
infatti a volte si potevano trovare due versioni di Æla: mentre una serviva ai banchetti, l'altra puliva le stanze.

Salì una larga scalinata e raggiunse la sua camera, entrò e chiuse a chiave la porta.

Sciolse la complicata acconciatura e lasciò i capelli mossi ricadere sulle spalle, appoggiando i fermagli dorati sul comodino.

Pettinò i capelli scuri tendenti al rosso e li legò in una treccia semplice.
Si distese sul materasso morbido e in un momento di dormi-veglia si rese conto di non aver più parlato, ne tanto meno chiarito con Loki, qualunque cosa gli fosse successa.

Le mancava, sopratutto ora che lo aveva rivisto in quello stato così... così... Confuso? Impaurito?

Non lo dava a vedere, era molto bravo, il migliore a nascondere la verità, ma Æla glielo leggeva negli occhi, lo sapeva, lo sentiva che c'era qualcosa di estremamente profondo e oscuro, doloroso, dentro di lui e lei lo avrebbe aiutato, se lo promise.

Si addormentò pensando al principe, quel Loki che ricordava schivo, un po' timido e indifeso contro la forza fisica disarmante degli altri asgardiani.
Quel Loki che passava ore in biblioteca per imparare le arti magiche, quel Loki che le stava vicino perchè non aveva nessun' altro al di fuori di lei, che le leggeva i miti dei valorosi sovrani, comparandosi a loro e promettendo un futuro brillante al suo popolo.

Quel Loki di cui, si rese conto, si era  follemente innamorata, non sapeva nemmeno come o quando, non sapeva nemmeno perchè, ma infondo l'amore è cieco e dopotutto avevano molto in comune, non solo come carattere ma anche le loro storie erano simili: nessuno dei due era a proprio agio in quella terra di ricchezze e di guerre.

Ora Loki era completamente diverso, o meglio, più freddo, indifferente e aggressivo di prima... Cosa si era persa?

Il suo bell'aspetto era rimasto, certo, doveva confessare che fosse anche più bello con i capelli lunghi e leggermente arruffati, ma non le ricordava molto quel ragazzino che le aveva promesso fedeltà in eterno, un regno da governare assieme e un palazzo tutto per loro.

Sorrise con gli occhi chiusi al pensiero della sua dichiarazione, era estremamente impacciato e usò termini decisamente troppo formali e il suo portamento lasciava immaginare una forte tensione.

Parlava ormai da qualche minuto, girando intorno al concetto, senza mai arrivare al punto.
Erano seduti sul parapetto del terrazzo che dava sulla città dorata, lasciando solo le punte dei piedi appoggiate a terra.

Æla gli concesse qualche minuto per potersi spiegare e per essere sicura di quello che voleva dirle, poi spazientita, ma sopratutto divertita e un po' imbarazzata, si avvicinò a Loki spostandosi verso di lui e allungando una mano gli accarezzò una guancia.

Lui confuso arrossì impercettibilmente e si decise, un po' titubante, ad appoggiare le sue labbra sottili su quelle di Æla, che sorrideva divertita nel vederlo in difficoltà.

Una volta che stabilirono il contatto, Loki prese coraggio e approfondì quel bacio, preso da emozioni sconosciute e sensazioni innominate, una stretta allo stomaco e un'irrefrenabile voglia di avere Æla per sempre al suo fianco.

Loki affondò una mano tra i capelli sciolti di lei, tenendola per la nuca, mentre Æla si appoggiava sul suo petto con le mani.

Si staccarono per riprendere fiato e arrossirono entrambi, sentendosi colpevoli di quel gesto, di quel contatto così istintivo, di cui già sentivano la mancanza.

Æla si svegliò la mattina seguente, decisa ad andare a parlare con Loki per aiutarlo come poteva, e anche se l'avesse respinta o si fosse mostrato ostile, non si sarebbe arresa: voleva indietro il suo Loki.

Hey come va??

Dato che lunedì era il mio compleanno non sono riuscita a scrivere questo capitolo come avrei voluto, MA nonostante sia anche più breve (e mi dispiace), mi è piaciuto tantissimo scriverlo e sono piuttosto soddisfatta del risultato.
Fatemi sapere cosa ne pensate e chissà cosa succederà dopo...😋❤🌟
Pubblicato il 14/03/18

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