Capitolo 10: Terminus
Viaggiavano in silenzio da una buona mezz'ora: Thor abbracciato a Jane ancora incosciente e Æla seduta dietro assieme a Loki, che guardava pensieroso il paesaggio tetro.
Notando ciò, Æla venne colta da un momento di improvviso senso di colpa e sentì il bisogno di precisare alcune cose:
"Non vi abbandonerò in questo postaccio, se è questo quello che temete, anzi sono voluta venire io qui e non ho cambiato idea..."
Non sapeva bene da dove cominciare, inizialmente la voglia di sapere, di conoscere, di intraprendere una missione, aveva oscurato parte della sua razionalità, facendole ignorare il troppo reale e oscuro pericolo che incombeva su di loro.
"Però voglio confessarvi che un po' di timore ce l'ho, nonostante il piano non faccia una piega. E poi nel malaugurato caso che non ci riuscissimo, vorrei foste a conoscenza di quello che penso a riguardo di tutto ciò."
I due fratelli si scambiarono uno sguardo interrogativo, voltandosi poi verso Æla.
La ragazza spostò lentamente l'attenzione sul mondo oscuro attorno a loro, per poi continuare: "Ve l'ho già detto, siete diventati la mia famiglia. Tutto quello che ho sempre voluto. Odino, Frigga e voi due siete sempre stati il mio punto fisso, non mi è mai mancato nulla.
Sono felice, nonostante tutto quello che è successo ultimamente."
Si interruppe un attimo e sospirò: "Se per salvare Jane, tornare ad Asgard vincitori e portare finalmente la pace, dovessi rinunciare a cercare il popolo al quale appartengo, lo farei. La vostra vita, la vita ad Asgard e tutti i ricordi che ho di essa, ora valgono infinitamente di più di quello che la mia identità potrà mai darmi."
Sbirciò con la coda dell'occhio per vedere le reazioni dei due fratelli: Thor era visibilmente provato dalle sue parole, profondamente riconoscente e commosso, mentre Loki continuava a guardarla con uno sguardo vacuo e interrogativo, ma nonostante la maschera che portava, Æla riuscì a percepire qualcosa di simile a una certa umanità da parte del moro, il quale, dopotutto, la capiva.
Almeno in parte c'era passato anche lui, anche se con differente esito e interesse: il bisogno di sapere da dove si viene, come tutto è iniziato, faceva parte dell'inconscio di ogni creatura dei Nove Regni.
"Non puoi dire che non ti interessi sapere chi sei." Loki ruppe il silenzio in tono secco, la voce roca, guardando Æla dritto negli occhi.
Un po' spiazzata rispose: "Non ho detto questo, ho solo voluto specificare che se per far funzionare bene il piano, dovessi rinunciare a cercare il popolo dal quale provengo, lo farei." Rispose calma Æla, sempre più sicura che non ce l'avrebbe mai fatta ad incontrare la sua famiglia.
La ragazza venne colta impreparata da uno sbadiglio che le ricordò di non aver dormito abbastanza quella notte.
"Credo siamo ancora lontani da Malekith e Jane non ha ancora dato segni di miglioramento, quindi se hai bisogno di riposarti Æla, fai pure, facciamo guardia noi." Thor sembrò leggerle nel pensiero e la ragazza accettò volentieri la gentile offerta del biondo, accoccolandosi sul lato destro della nave, vicino al timone.
Chiuse gli occhi e finalmente potè addormentarsi.
Le ore in quel mondo tetro procedevano lente, appesantite dalla poca illuminazione, l'aria stantìa e una temperatura piuttosto bassa.
Thor coprì Jane con un mantello scuro un po' sgualcito e si sedette accanto a lei.
Loki lo fissava preoccuparsi per quella mortale.
Non se ne capacitava: avrebbe potuto avere per sè ogni ragazza Asgardiana, ogni erede al trono di uno qualsiasi degli alleati di Odino per ampliare il regno e garantire la pace ma no, lui aveva perso la testa per quella Midgardiana, uno degli esseri più insignificanti del mondo più ignobile dei Nove Regni.
Loki posò lo sguardo su Æla che gli dormiva pacificamente accanto; era forse l'unica persona che ancora riusciva a fidarsi di lui e che quindi non aveva timore ad abbassare la guardia in sua presenza.
Il dio dei misfatti si avvicinò alla ragazza cercando di non farsi notare dal fratello, troppo concentrato su Jane.
La osservò attentamente, constatando che nonostante fossero passati molti anni dall'ultima volta che aveva avuto il piacere di scrutarla da vicino, i tratti che la caratterizzavano non erano scomparsi.
Era visibilmente più matura, più alta e forse un po' sciupata a causa della sua permanenza in prigione, ma la pelle soda e singolarmente più scura rispetto a quella degli Asgardiani era rimasta.
Come anche l'espressione vivace del volto e i capelli scuri tendenti al rame erano ancora lì a renderla bella nella sua diversità, così esotica tra gli Æsir.
Non sembrava aver perso nemmeno l'abitudine di allenarsi all'arena, visti i lividi e le piccole ferite alle braccia, questo garantiva una certa preparazione al combattimento che ormai sembrava imminente.
Con un gesto rapido e fluido delle mani ammanettate, Loki guarì le ferite di Æla con un semplice incantesimo, non sopportava di vedere imperfezioni su quel corpo che, odiava ammetterlo, gli era così caro e ne approfittò per lasciarle una timida carezza sulle braccia scoperte.
"Spero tu abbia idea di dove stiamo andando, Loki." Esordì Thor, irritato dal troppo tempo trascorso su quella navetta.
Loki sobbalzò e sperando di non essere stato colto in quel gesto, rispose frettolosamente: "Non appena la mortale si sveglierà, vorrà dire che Malekith sarà abbastanza vicino da essere riuscito a rintracciare l'Aether il quale, appunto, sveglierà la sua preda per salvarsi. Diciamo ch'è più un parassita che una vera arma."
"Sarà meglio che Malekith non sia tanto lontano da qui, rischio di innervosirmi se sto ancora qui ferma a non fare nulla." Disse Æla un po' stizzita mentre si metteva a sedere stropicciandosi gli occhi.
"Che mi sono persa?"
Non finì La frase che anche Jane si svegliò di scatto e alzatasi, si mise a fissare un punto indefinito davanti a loro.
"Jane? Che succede,tutto bene?" Chiese Thor apprensivo.
Loki si voltò verso la giovane accanto a lui: "Spero tu abbia un' arma Æla, si comincia."
Æla guardò il moro confusa: "Beh non avevo mica in programma di combattere fino alla morte stanotte quindi, no non ho un' arma Loki."
Il dio alzò gli occhi al cielo e le consegnò uno dei suoi pugnali: "Vorrei tornasse a casa quel pugnale, mi è difficile combattere con uno solo."
"Sembra ti importi più del pugnale che di me." Disse ridacchiando la ragazza.
"Quel che hai detto non è del tutto errato." Concluse Loki deciso, mentre faceva atterrare la navetta dietro ad una collina di terra sabbiosa e nera.
Æla scese incerta, aiutata da Thor, mentre Loki se ne stava nascosto sulla cima del rilievo a guardare le mosse di Malekith e gli Elfi Oscuri.
"Sono atterrati con un' astronave simile a quella arrivata ad Asgard. Vedo Malekith e almeno altri 15 Elfi Oscuri, stanno rientrando nella nave anche se Malekith sembra aspettarci. Ma non può averci visti." Loki fece rapporto della situazione.
"Allora muoviamoci, l'effetto sorpresa è fondamentale." Esordì Thor.
Æla cercò di intromettersi nella discussione: "Dovrei avvertirvi che, nonostante io mi alleni da anni con i guerrieri nella guarnigione, non ho mai ucciso nessuno. È una mia scelta, non mi è possibile farlo. È il risultato di un' attenta valutazione..." Finì la frase chiamando il capo, certa che la notizia avrebbe fatto scalpore.
Loki si voltò sbigottito nella sua direzione, incatenando i loro sguardi e gelando il sangue nelle vene della giovane.
"E quando pensavi di informarci? Sul campo? Mentre stiamo attuando il piano e mentre gli Elfi Oscuri ci fanno passare le pene dell'inferno? Mentre sto sacrificando la mia vita per una stupida mortale? Mentre ogni possibilità che ho per rifarmi un nome ad Asgard rischia di svanire?!"
Non si udì nient'altro dalla bocca di Loki.
La sua lingua tagliente aveva detto tutto ciò che gli era passato per la mente, abbattendo i limiti del buon senso e della ragione.
Bisognava ammettere anche che non fosse esattamente il discorso giusto da fare prima di una battaglia.
Æla rimase pietrificata per lo sgomento procurato dall'eccessiva e irrazionale reazione di Loki.
Incitata dal suo orgoglio, si allontanò poi a passo deciso, dirigendosi verso la collina di terra.
Thor si avvicinò al fratello con sguardo severo: "Non vedo il motivo di questa sfuriata, Loki. È sua la scelta di uccidere o meno sul campo, non vedo perchè invece debba farlo. Non hai il diritto di comandare nessuno nella tua situazione attuale, specialmente lei."
Loki si girò dando le spalle al biondo.
"Io vado da lei, facciamo una pausa e poi ci organizziamo per attaccare." Thor sbuffò stanco e abbassando la voce disse: "Speravo che in qualche modo, portando Æla con noi, saresti cambiato... Almeno un po'. Evidentemente mi sbagliavo."
Il biondo si avviò verso Æla, rassegnato e deluso dal comportamento del fratello.
La trovò seduta di spalle che guardava la pianura dove si trovava la nave degli elfi.
Le si sedette accanto e le appoggiò una mano sulla spalla.
Lei voltò la testa dalla sua parte e sforzò un sorriso.
"Immagino vorrebbe chiederti scusa, ma è troppo... Loki per farlo."
"Non ti preoccupare, immaginavo avrebbe reagito così." Rispose Æla tranquilla.
"È preoccupato."
Æla inarcò un sopracciglio: "Di cosa è preoccupato?"
Thor ridacchiò: "È preoccupato per te, forse ha paura che ti possa succedere qualcosa, non che non si fidi di te, è solo preoccupato e sono sicuro si addosserebbe la colpa di tutto se dovessi farti male." La tranquillizzò Thor.
"Credo di potermela cavare ugualmente..." Concluse Æla.
"Sarà meglio che ripassi quell'incantesimo per far apparire gli oggetti." Thor si accigliò confuso.
"Non ho un' armatura al momento, forse recupererò anche la mia spada. È un incantesimo utile, ma è molto che non lo pratico." Spiegò infine Æla.
"Vuoi che faccia venire Loki, così vi riappacificate?"
Lei ci pensò un attimo e rispose: "No, grazie Thor. Ce ne sarà il tempo più avanti. Conoscendolo, in questo momento non vorrà vedere nessuno, se ci parlassimo finirebbe in un' altra lite." Thor annuì e si allontanò tranquillo verso la navetta per tornare da Jane.
Indovinate chi non è ancora morto?? Loki!(😭)
Nah scherzo, mi dispiace per i circa due mesi di ritardo e per il breve capitolo ma i miei amici che ho nella vita reale (vita che ho dimenticato di avere) mi hanno detto "Fuck the system, vieni con noi in vacanza." E io ho accettato perchè nonostante avessi voglia di fare la persona asociale con le serie TV (quanto è bello Sherlock) alla fine sono andata in vacanza con loro. In più volevo andare alla mostra del cinema di Venezia (l'unico anno che volevo andarci) e i miei hanno deciso di partire per la montagna proprio in quelle settimane. Ben. Beo. Ottimo.
Vabbè mi dispiace ancora per il ritardo e vi avviso che il prossimo capitolo uscirà probabilmente a scuola già iniziata. Principalmente perchè non ho tempo ora e forse durante il periodo scolastico andrà meglio (bah.). Per il resto vi auguro di godervi questa fine-estate 2018.
Lots of Loki Love from me😘
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