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CAPITOLO XX.

Sasabe non fa in tempo ad uscire che Gou, Nagisa e Momotaro mi sono addosso.

- Cercate di non soffocarlo!- li richiama Rei, mentre loro mi abbracciando e piangono, dicendo frasi incomprensibili.

- Sto bene, non preoccuparti- lo rassicuro, guardando i tre ragazzi sul mio letto.

- Come ti senti, Rin-senpai?- mi chiede Nitori.

- Un po' indolenzito, ma sto bene. I dottori hanno detto che non ho riportato ferite gravi, per cui una volta conclusa la riabilitazione sarò fuori da qui- spiego.

- Che bella notizia! Così potremo andare a caccia di cervi volanti insieme!- esclama Momotaro.

Si, sarà proprio la prima cosa che farò...

- Sasabe ti ha già raccontato tutto?- mi chiede Makoto ed annuisco.

- È una fortuna che stavolta l'abbiano preso per sempre- rispondo.

- Ma chi era quello, Rin-chan? Perché voleva farti del male?- mi chiede Nagisa.

Lancio un'occhiata ad Haru e Makoto, ringraziandoli mentalmente per non avere detto niente a Nagisa, Rei, Momotaro e Gou.

- Un ragazzo con cui ho avuto problemi in passato; ma ora è tutto finito, non preoccupatevi- rispondo.

- È colpa mia Matsuoka-senpai! Se non avessi avuto una discussione con quel ragazzo, forse ti avrebbe lasciato in pace!- esclama Momotaro.

- Non fartene una colpa; il vostro incontro ha accelerato qualcosa che sarebbe accaduto comunque. Anzi, è una fortuna che l'abbiano preso adesso, o avrebbe potuto fare del male a qualcun altro- faccio notare.

- Ci hai fatto spaventare davvero tanto! Tu d'ora in poi non andrai mai più in giro da solo; Sosuke, ti nomino sua guardia personale. Non dovrai lasciarlo solo neanche in bagno!- afferma Gou, alzandosi, ed indicando ripetutamente me e Sosuke.

- Ehm, così non sarà esagerato?- chiede lui.

- Scusa se ti ho fatto preoccupare Gou; ma davvero, ora è tutto a posto- affermo.

- Però io... Io...-.

Gli occhi le si riempiono nuovamente di lacrime e lei si rigetta su di me.

- Ho sentito i vostri discorsi, poco prima di svegliarmi. Mi dispiace se vi ho fatto preoccupare; ma prometto che mi farò perdonare. Appena usciremo da qui, faremo una grande festa in piscina! E mangeremo le patatine che mi ha portato Nagisa, perché io sicuramente non riesco a farle fuori tutte da solo- affermo, osservando una scrivania presente nella stanza.

È piena di pacchetti di patatine al cioccolato, che occupano tutta la sua superficie e cadono anche ai lati, creando delle specie di cascate.

Anche se tutti quei pacchetti dovessi mangiarli nel corso della mia vita, penso avrei il mal di pancia per sempre...

- È un'ottima idea!- esclama il biondo, scattando in piedi e sorridendo.

Mi erano mancati i loro sorrisi... Sono veramente felice di essere vivo.

- Siamo felici che tu stia bene, Rin-.

Mi volto verso Haru.

- Grazie a te- rispondo.

Lui si volta.

- Avrai modo di farti perdonare quando uscirai- afferma, andando verso la porta.

- Noi dobbiamo andare; ci vediamo domani Rin. Facci sapere se hai bisogno di qualcosa- aggiunge Makoto, seguendolo.

- Andiamo anche noi- afferma Rei, mettendo una mano sulla spalla di Nagisa.

- Torneremo presto a trovarti, Rin-chan; vedi di rimetterti, così potremo dare vita all'Iwatobi!- esclama quest'ultimo.

- Ma io voglio rimanere con Matsuoka-senpai!- si lamenta Momotaro.

- Lo vedremo domani, tranquillo- lo rassicuro Nitori, cercando di staccarlo dal mio letto.

- Me ne vado solo se viene anche Gou- afferma l'altro, incrociando le braccia al petto.

Mi volto verso mia sorella e lei sbuffa.

- Lo so che vuoi parlare con Sosuke; ma sappi che appena ci rivedremo ti farò una lavata di capo, caro il mio fratellone- afferma quest'ultima.

Poi esce dalla stanza, seguita dagli altri quattro ragazzi.

Rimaniamo dentro solamente io e Sosuke.

- E così... Ora sai tutto- mormoro.

Lui mi guarda e annuisce. Sorrido.

- Strano: avevo detto che avrei scoperto tutti i tuoi segreti, ma alla fine ero io ad averne di più- affermo.

Lui sistema una sedia di fianco al mio letto e vi ci siede.

- Haru e Makoto mi hanno raccontato le cose a partire dalla festa in cui l'hai fatto per la prima volta. Però... So che c'è qualcos altro prima, vero?- mi chiede.

Abbasso lo sguardo.

- Non voglio obbligarti a dirmelo Rin, ma se è stato un evento così grave da farti passare un periodo simile... Sappi che con me ne puoi parlare- afferma.

- Voglio dirtelo adesso; aspettare ancora non avrebbe senso- rispondo.

Ripenso alle parole che mi ha detto Sosuke poco prima che mi risvegliassi: è giusto che lo sappia. Voglio dirgli tutto.

- Un tempo, ero innamorato di Haru- inizio.

Lo guardo con la coda dell'occhio, per vedere la sua reazione.

Lui sospira.

- Lo avevo immaginato- mormora.

- Be', era facile da intuire. Solo che... Inizialmente non l'avevo capito. Haru mi ha sempre trattato come un amico, ma io non me ne rendevo conto perché volevo essere qualcosa di più; ma pensavo di essere semplicemente geloso del rapporto che aveva con Makoto, ed avevo iniziato a sentirmi sempre più solo.

- In realtà Haru non mi ha mai abbandonato perché aveva lui o cose simili, e avrei dovuto rendermene conto prima. Alla festa di fine anno, due anni fa, avevo bevuto leggermente e ho... Fatto del male ad Haru-.

Chiudo gli occhi, sentendoli pizzicare leggermente.

- Volevo fargli ammettere di essere innamorato di Makoto... O di me. Ci speravo da un lato, anche se sapevo che era impossibile. Non dico di averlo... Stuprato, o simili. Ma l'ho praticamente immobilizzato e ho provato a baciarlo, nonostante lui continuasse a dirmi di smettere-.

Serro i pugni: se potessi tornare indietro, mi prenderei a schiaffi.

- Quando mi sono reso conto di cosa stavo facendo, sono scappato, e ho visto Makoto andare da lui. Mi sono sentito sollevato, perché ero certo che lui avrebbe saputo cosa fare. Ma il giorno dopo è venuto da me; ha detto che Haru aveva avuto un attacco di panico. Avevano provato a portarlo in infermieria ma... Non lasciava avvicinare nessuno. Anche Makoto ha fatto fatica a stargli vicino-.

Sento un paio di lacrime cadere sulla mie guance.

- Quando si è svegliato stava meglio, e Makoto è venuto da me. Non mi ha detto niente per quello che avevi fatto, ma per avere lasciato Haru da solo invece di assicurarmi che stesse bene. In quel momento ho capito... Che non avevo compreso davvero niente di lui. E questo mi ha fatto stare peggio di qualsiasi altra cosa. Ho deciso di distanziarmi completamente da loro, ma questo mi ha fatto sentire ancora più solo. Così sono andato a quella festa e... Be', lì è iniziato tutto-.

Non oso aprire gli occhi; ho paura del suo sguardo.

Cosa penserà adesso? Sicuramente non mi vede più come prima...

Gli faccio schifo? Magari se ne sta andando, e non lo biasimerei

Solo... Non voglio rimanere solo; non più.

Ho messo a posto le cose con Haru e gli altri ma... Ho bisogno anche di Sosuke nella mia vita.

D'un tratto, sento una mano posarsi sulla mia guancia ed apro di scatto gli occhi.

Sosuke mi sta fissando, ma non ha la sua solita espressione di superiorità; anzi, sembra quasi triste.

- Si, sei davvero un idiota- afferma.

Mi sfugge un sorriso.

- Dopo questo racconto è tutto ciò che hai da dire?- gli chiedo.

- Si. Che altro dovrei dire?- mi risponde.

- Non pensi che io...-.

- Se spari qualche stronzata, ti prendo a sberle fino a farti tornare in coma- afferma, interrompendomi.

- Rin sei convinto di dover fare tutto da solo. Non hai chiesto aiuto ad Haru quando eri insicuro sul tuo ruolo nella sua vita; non hai chiesto aiuto a Nitori quando ti sentivi solo; non hai chiesto aiuto a me quando volevi parlare agli altri del nuoto. Ma non puoi caricarti tutta la tua vita sulle spalle e sperare di uscirne indenne; solo un folle può riuscirci. E tu non sei folle. Servono a questo gli amici-.

- Lo so, però...-.

- Smettila con questi però, per una volta; sii sincero con te stesso. Cosa vorresti fare in questo momento?- mi chiede.

- Uscire dall'ospedale e nuotare con tutti voi- rispondo di getto.

Lui annuisce.

- Allora ti aiuterò a farlo. Vedi di riprenderti in fretta; anche noi vogliamo tornare in acqua al tuo fianco- mi risponde.

- Signori, l'orario di visite è terminato- un'infermiera entra nella stanza, e Sosuke abbassa la mano.

- Me ne vado subito- afferma il ragazzo, alzandosi.

- Verrò a trovarti domani Rin; vedi di risposare stanotte- mi dice.

- Sosuke- lo richiamo.

Lui si volta.

- Appena uscirò da qui... Nuotiamo insieme-.

Lui annuisce.

- Non vedo l'ora. Nuotare senza di te... Non avrebbe più alcun senso, Rin-.

La mia vita senza di te non avrebbe più senso, Sosuke.

Lo penso, ma non lo dico; lo farò al momento giusto.

Adesso voglio concentrarmi sull'uscire da qui: dopodiché, metterò a posto il resto della mia vita.

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