CAPITOLO XIII.
- Ti senti pronto?- chiedo, guardando Sosuke che sistema alcuni vestiti in una sacca.
- Si- risponde lui.
Oggi dovrà andare in ospedale per sottoporsi all'operazione; se andrà bene, potrà iniziare la riabilitazione e tornare a nuotare.
Mentre se fallirà...
Serro le labbra, cercando di eliminare questa possibilità dalla mia mente, e vado verso di lui.
- Te la porto io- affermo, caricandomi la sacca sulle spalle.
- Grazie- risponde, precedendomi fuori dalla stanza.
Lo seguo.
Il progetto per il semi-club di nuoto è già stato avviato; abbiamo parlato con la professoressa, e lei ne è stata entusiasta.
Però le abbiamo chiesto di aspettare a ufficializzarlo; tutti sono d'accordo sul fatto che dovrebbe esserci anche Sosuke, quando avrà inizio.
Dopotutto, grazie a lui mi è tornato il desiderio di nuotare; fa parte del gruppo ormai.
Anche se ad Haru sembra non stare ancora molto simpatico, ma sono certo che prima o poi si capiranno.
Questo però non ci ha impedito di utilizzare la piscina, in questi giorni: abbiamo ripreso tutti a nuotare.
Anche Nagisa, dato che la gamba praticamente non gli fa più male.
Inoltre, per riprendere al meglio, abbiamo chiesto un piccolo aiuto al capitano Mikoshiba ed alla sua squadra.
A quanto pare, anche i due fratelli di Momotaro hanno dei quartetti con cui affrontano le staffette, in cui sono compresi anche Nikuya e Nao.
Il fratello di Ikuya è riuscito a superare il capitano nello stile libero, così lui si è dedicato alla farfalla; sua sorella è rimasta sulla rana, anche se ovviamente in quel ufficiali non può nuotare con loro, mentre Nao apre le danze con il dorso.
I loro allenamenti sono tosti, ma molto interessanti; è una fortuna averli a darci una mano.
Scendiamo fino al primo piano, dove tutti gli altri ci stanno aspettando.
- Oh, eccoli!- esclama Nagisa, vedendoci arrivare.
Momotaro viene verso di noi.
- Yamazaki-senpai, ti abbiamo preso un pensiero- afferma, allungano verso di lui un portafortuna, di quelli fatti a mano con le frasi scritte sopra.
Nel suo caso, c'è scritto sopra "buona fortuna".
- Grazie mille- risponde lui, prendendolo in mano ed infilandolo in tasca.
Sento il suono di un clacson e guardo oltre le loro spalle; Amakata-sensei è arrivata a prenderci.
- Dobbiamo andare- affermo.
Sosuke annuisce e guarda gli altri.
- Grazie ragazzi; spero di poter nuotare di nuovo con voi- afferma.
Vedo tutti sorridere; Rei mette un braccio attorno alle spalle di Nagisa e lo tira verso di sé.
Sorrido anch'io; il nostro gruppo ha bisogno di Sosuke per andare avanti al meglio.
- Buona fortuna, Sosuke- dice Haru.
E se anche lui lo incoraggia... Allora deve farcela per forza.
- Ci rivediamo appena esco- afferma, iniziando a camminare.
- A stasera ragazzi- li saluto io, seguendolo.
Accompagnerò Sosuke in ospedale; probabilmente la sua operazione sarà nel pomeriggio, per cui pensavo di andare a fare un giro, poi tornare per vedere come fosse andata prima di tornare a scuola.
Lui probabilmente dovrà rimanere dentro un paio di giorni, per vedere come va, e poi tornerà a casa.
Saliamo nella macchina di Amakata-sensei; a quanto pare ha un'automobile normale, oltre al furgone con il quale ci scorrazzava al lavoro.
- All'ospedale per favore- dico, chiudendo la portiera dietro.
- Veramente simpatico... Non sono il vostro taxi- borbotta lei, ma parte ugualmente.
Osservo Sosuke di fianco a lei; all'esterno sembra calmo. Ma lui sembra sempre calmo.
In realtà so che ha paura; dopotutto, da questa operazione dipende il suo futuro come nuotatore.
- Ho parlato con il preside per il club, spiegandogli la vostra idea; inizialmente non sembrava entusiasta ma... Con un piccolo aiuto, l'ho convinto. Quando anche tu, Sosuke, sarai dei nostri, potremo avviare il progetto!- esclama la professoressa.
- Grazie di tutto- risponde semplicemente lui.
- Quanto entusiasmo...- borbotto.
- Potremo iscriverci comunque alle gare?- chiedo.
Non ne ho ancora parlato con gli altri, ma rincominciano a nuotare so che mi tornerà anche la voglia di fare gare.
- Non penso ci siano problemi- risponde lei.
Perfetto, proprio come speravo.
- Rin, sicuro di non volere che ti aspetti?- mi chiede poi.
- Non si preoccupi; ne approfitterò per fare un giro. Magari mi compro un nuovo costume, o cose simili-.
- A proposito, so che Gou si è offerta come manager del club- mi dice Sosuke.
Aggrotto le sopracciglia.
- Io non ne avevo idea; quando l'hai sentita?- gli chiedo.
- Stamattina mi ha fatto gli auguri per l'operazione. Voleva venire di persona, ma ha detto che sarebbe stata impegnata tutta la mattina con il lavoro- risponde.
Annuisco; al contrario di noi, che una volta addestrati veniamo chiamati quando serve, Gou lavora anche sui fascicoli dei casi che potrebbero interessarci e svolge un lavoro di ricerca per capire come poter entrare nelle varie case.
Insomma, sgobba molto più di noi; ma la pagano anche meglio, anche se il lavoro pericoloso è nostro.
- Bene, siamo arrivati; in bocca al lupo Sosuke. Come dice un vecchio detto: "chi ci crede può fare di tutto"-.
- Non penso sia proprio un vecchio detto...- borbotto, scendendo dalla macchina.
Aspetto Sosuke, poi lo seguo all'interno della struttura.
Lo osservo mentre parla con la donna alla reception e poi si dirige verso la stanza che gli è stata assegnata.
Sembra davvero tranquillo... Ma so che è nervoso anche quando viene a fare i suoi soliti esami, quindi in realtà non è calmo per niente.
- Puoi anche smettere di fingere adesso- gli dico, quando ci temo in stanza da soli.
Appoggio la sua borsa su una sedia mentre lui va a sedersi sul letto.
- Se iniziassi ad agitarmi, rimarrei in ansia fino a quando mi diranno i risultati; per cui preferisco provare a mantere il sangue freddo- afferma.
- Pensi di riuscirci?- gli chiedo.
Lui alza lo sguardo e mi fissa.
- Se mi concentro su altro si- afferma.
- Del tipo?-.
- Sai, tu avevi detto che avresti scoperto tutti i miei segreti. Ma alla fine non è che ne abbia così tanti: mi sono fatto male alla spalla, volevo convincere un ragazzo visto in un video a nuotare con me e mi sono ritrovato dentro un gruppo di strambi, ma simpatici-.
Si alza e viene verso di me; d'istinto arretro, ritrovandomi però bloccato dalla parete della stanza.
- Però non so ancora niente di te. Quali sono i tuoi segreti, Rin?- mi chiede.
Deglutisco; questa situazione sta scatenando una serie di emozioni in me, ma mi mette anche a disagio.
- Cosa intendi? Ti ho già detto come mai non nuoto più- gli ricordo.
- Si, ma so che non è tutto. Non mi sono sfuggiti gli sguardi tra te e Nanase, soprattutto all'inizio; voi nascondete qualcosa-.
Serro i pugni; neanche Nagisa, Rei e Momotaro lo sanno.
Ho sempre cercato di nasconderglielo; avrei voluto evitare che lo scoprisse anche Nitori, ma essendo il mio compagno di stanza era difficile.
E Makoto... Be', lui è sempre con Haru, quindi se uno dei due sa una cosa la sa anche l'altro.
Però non sono pronto; anche con loro praticamente non ne ho mai parlato, e non credo che aprirmi con Sosuke su questo mi farebbe bene.
Ancora non mi sento pronto.
- Tra poco arriverà il tuo dottore, devo andare- affermo.
Sguscio di lato, riuscendo ad allontanarmi dalla sua stretta, e vado verso la porta.
- Buona fortuna per l'operazione- mormoro.
- Rin- mi richiama.
Mi volto, temendo che verrà di nuovo verso di me, ma lui rimane fermo dov'era prima.
- Non voglio obbligarti. Ma non bisogna avere paura di parlare con chi ti vuole bene; e questo me l'hai insegnato tu. Qualunque cosa sia, la capirò; ma aspetterò che sia tua a parlarmene- afferma.
Annuisco, poi esco dalla stanza e quasi corro fuori dall'ospedale.
Mi blocco un attimo, prendendo una boccata d'aria: ho bisogno di camminare un po'.
E di mangiare. Soprattutto di mangiare.
Se non sbaglio, qui vicino c'è una pizzeria... Dovrebbe essere da quella parte.
Inizio a camminare. Sento il vento sferzarmi la pelle; sta iniziando a fare freddo, temo che tra poco pioverà.
Questo significa che ci saranno meno persone in giro... Ma potrebbe esserci più coda in pizzeria, se le persone decideranno di rifugiarvisi dentro.
Per cercare di eliminare questa possibilità, imbocco una strada laterale che dovrebbe in teoria essere più breve.
Non ho l'occhio attento di Haru, ma solitamente mi rendo conto quando c'è un pericolo imminente.
Ma le azioni di Sosuke devono avermi sconvolto più di quanto pensassi, dato che mi rendo conto del grosso errore che ho fatto solo quando sono a metà vicolo e vedo un ragazzo con in mano una pistola venirmi incontro.
- Matsuoka Rin- cantilena.
Sento dei rumori dietro di me; anche senza voltarmi, so che il ragazzo non è solo. Sono circondato.
La figura si fa un po' più avanti, permettendomi di riconoscerli: è Kaede, il ragazzo della squadra di nuoto di Kisumi e gli altri.
- Cosa vuoi da me?- gli chiedo.
La prima regola per riuscire ad avere la meglio in combattimento è mostrarsi indifesi; anche se io lo sono veramente, dato che non ho armi con me.
Lui fa uno strano sorriso ed alza la pistola, puntandola contro di me.
- Parliamo un po' del tuo passato-.
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro