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CAPITOLO V.

- Allora, come ti è sembrata la tua prima missione?- chiedo, sdraiandomi sul letto.

- Come me l'aveva descritta Gou-.

Stringo i pugni.

- Sei molto amico di mia sorella- noto.

- Si; ci siamo trovati subito d'accordo su molte cose. Mi ha aiutato tanto quando ero nel club di nuoto-.

- Voi due... Uscivate insieme?-. Silenzio. Devo prenderlo come un sì? Ma sono troppo stanco per ucciderlo...

- Rin. Io sono gay-. Oh bene, non dovrò ucciderlo. No aspetta...

- Cosa?!- esclamo, sollevandomi di scatto.

Mi volto verso di lui, che è in piedi al centro della stanza.

Ci fissiamo per qualche secondo, poi lui scoppia a ridere.

Per un attimo, mi sembra completamente spensierato; la sua risata è qualcosa di forte e deciso, ma calma allo stesso tempo.

Per qualche motivo, fa venire voglia di ridere anche a me.

- Dovresti vedere la tua faccia!- esclama, senza smettere di ridere.

Non riesco più a trattenermi ed inizio a ridere anch'io.

- Be'... Mi hai preso alla sprovvista!- ribatto.

- Volevo solo rassicurarti; non ho interesse per tua sorella. E lei lo sa- afferma, smettendo di ridere.

Non torna però serio come prima; sul suo volte rimane una traccia del sorriso.

- Adesso sono più tranquillo- affermo.

- Tu invece che mi dici?- mi chiede poi.

Smetto di sorridere.

- Preferisco non parlare di queste cose- mormoro.

- Allora vado a dormire. Buonanotte, Rin-.

Di nuovo quell'espressione... A cosa sarà dovuta? O forse è solo una mia impressione... No, non credo.

- Notte- mormoro, tornando a sdraiarmi.

Questa dovrò raccontarla agli altri... Be', almeno inizieranno a trovare Sosuke un po' più simpatico, e non solo un musone.

Spalanco gli occhi: e se Haru e Makoto pensassero che...

No, impossibile; dopotutto, non ho scelto io di stare in camera con Sosuke. Però potrebbero...

Scuoto con forza la testa: sanno che non sono più quel tipo di persona.

Però...

Mi giro di lato: non devo pensarci adesso. Ho voglia di dormire; e poi, sono certo che andrà bene.

Dopotutto, sono i miei migliori amici.

- Ne sei sicuro Rin?- mi volto, trovandomi di fronte Makoto.

Ha un'espressione seria, che usa solo quando si parla di Haru o dei suoi amici.

- Makoto, che ci fai qui?- chiedo, andando verso di lui.

- Non avrai rincominciato Rin, vero?-. Mi blocco.

- Cosa intendi? Io... Certo che no! Ho smesso, ve l'ho già detto. Non intendo più fare cose del genere- mormoro.

- E allora che mi dici di Sosuke? Una strana combinazione, no?-.

- Non ne avevo idea, lo giuro. E anche se lo avessi saputo, non avrei di certo potuto sceglierlo come compagno di stanza, lo sai-.

- A me non importa quello che fai della tua vita, finché tu ne sei sicuro. Ma riuscirai ad evitare che finisca ancora così?-.

Si sposta leggermente, lasciandomi vedere una figura dietro di lui, rannicchiata contro un muro con le mani tra i capelli.

Haru alza leggermente lo sguardo: sta tremando.

- Rin... Perché...-.

- Haru io...- faccio per andare verso di lui, ma le mie gambe sono come bloccate.

- Makoto! Haru ha...- mi guardo intorno, ma il ragazzo è sparito.

- Makoto non c'è. Ci siamo solo noi, Rin. C'eravamo solo noi. E tu te ne sei andato-.

La sua voce è ferma, nonostante il tremore e la sua espressione impaurita.

- Rin, mi dispiace. Non sarei dovuto andarmene; ma ero spaventato. Avevo perso il controllo e...-.

- E sei scappato. Come fai sempre. O sbaglio?-. Sento un dolore tremendo al petto.

- No, io... Non voglio più scappare Haru! È una promessa. Io non...-.

Mentre parlo però, la figura di Haru si allontana sempre di più.

- Haru!- urlo.

- Rin...-. La sua voce è lontana, come se faticasse a raggiungermi.

- Rin- stavolta sembra più vicina.

- Rin!-.

Apro gli occhi di scatto, trovandomi di fronte il volto di Haru, che sembra parecchio preoccupato.

- Haru? Ma che...- mormoro, tirandomi su.

Nella stanza ci sono anche Sosuke e Makoto, anche se solo Haru è arrampicato sul mio letto.

- Li ho chiamati io. Avevi iniziato ad agitarti e non riuscivo a svegliarti. E poi... Hai chiamato il nome di Haru, per cui ho pensato di chiedere aiuto a loro due-.

Quando dice l'ultima frase, nella sua voce sento un po' di tristezza.

- Ah. Scusami se ti ho fatto preoccupare. Devo avere fatto un incubo-.

- Ti ricordi che genere di incubo fosse?- mi chiede Makoto.

Stringo le coperte.

- No- mento.

- Ora stai bene Rin?- mi chiede Haru.

- Si, non preoccupatevi. Tornate pure a dormire; prendo qualcosa da bere e poi mi rimetto a letto anch'io- affermo.

Haru scende dal letto, ed io lo seguo.

- Ti lascio il letto, Haru; forse è meglio se dormi tu con lui stanotte, in caso avesse altri attacchi-.

- No!-. Devo avere reagito con troppa violenza, perché gli altri mi guardano sorpresi.

- Nel senso... Davvero, non è il caso. Sto bene- mormoro. Sosuke sembra stranito.

- Però...-.

- Se dice che sta bene, allora dobbiamo fidarci. Se ci fosse qualcosa ce lo direbbe. Andiamo, Makoto-.

Haru mi supera ed esce dalla stanza.

- Buonanotte ragazzi- saluta Makoto, seguendolo.

- Vado a prendere qualcosa da bere- ripeto per la terza volta, uscendo anch'io.

Vedo Haru e Makoto ancora fuori dalla stanza, che stanno per rientrare.

- Scusatemi se vi ho svegliati- mormoro.

- Nessun problema; tanto stavamo parlando della missione- risponde Makoto.

- Ora però andate a letto, o domani non riuscirete ad alzarvi per la lezione- li riprendo, cercando di alleggerire la tensione.

- Io lo farò di certo; ma vi lascio a parlare ancora un attimo-. Senza che possiamo dirgli niente, Makoto si chiude all'interno della stanza.

- Mako...- Haru prova a fermarlo, ma si trova sbattuto fuori dalla sua stanza.

- Ma che gli è preso?- chiedo. Haru sospira.

- Su, andiamo a prendere da bere- afferma, superandomi.

Rimango sorpreso, ma lo seguo.

Andiamo fino alle macchinette del nostro piano; per fortuna tengo sempre dei soldi in tasca.

Prendo due bibite e ne porgo una ad Haru, poi ci sediamo su una panchina.

Bevo un sorso, guardando Haru con la coda dell'occhio; sembra nervoso.

- Stai bene?- gli chiedo - ti... Ti dispiace essere qui con me?-. Lui sembra sorpreso dalla domanda.

- Perché dovrei?-.

- Per... Quello che è successo- mormoro.

- Rin. Tu non mi faresti del male. È acqua passata-.

Lo dice con tranquillità, come se veramente non fosse successo niente.

- Però io...-. Io me lo ricordo: è successo. Ho quasi perso il controllo, e ho fatto del male ad un mio amico.

Non so come abbia fatto lui a riprendersi così in fretta...

- Siamo preoccupati per te, Rin. Non crediamo che stare con Sosuke ti stia facendo bene- afferma all'improvviso.

Apro la bocca, senza riuscire a dire nulla.

- Il suo sguardo... Sembra avere un obiettivo in mente. Qualcosa che c'entra con tutti noi, ma principalmente con te; l'abbiamo notato tutti. Siamo preoccupati che possa coinvolgerti in qualcosa-.

Abbasso lo sguardo.

- Ho anch'io la stessa sensazione. Inoltre sembra... Che voglia spingermi a tornare a nuotare- mormoro.

Haru non dice niente; è un discorso delicato anche per lui.

- Però prima, per un momento... Mi è sembrato non fosse più così. Stavamo parlando e... Ha iniziato a ridere-.

A quel ricordo, mi spunta un piccolo sorriso.

- Poi però è tornato serio come prima. È come se ci fosse un obiettivo che gli impedisce di essere completamente sé stesso-.

Haru si alza.

- Non sta a noi dirti cosa fare. Ma fai attenzione, Rin. Non farti di nuovo del male cercando di aiutare gli altri-.

- Però forse... Lui vuole essere aiutato da me- mormoro.

Lui scrolla le spalle.

- Scusami, ma non dormirò nella tua stanza; non posso lasciare Makoto solo con lui- afferma, per poi allontanarsi.

Abbasso lo sguardo. So che la mia ultima frase è stata ingiusta: non ha scelto Haru di chi... Di chi innamorarsi.

L'ho sempre saputo; e sono felice per loro. Davvero felice. Anche se probabilmente loro non se ne sono ancora resi conto fino in fondo.

Io invece... Cosa dovrei fare con Sosuke?

Se lui veramente ha bisogno di aiuto... Potrò davvero essere io colui che lo renderà libero?

Scuoto la testa e mi alzo: essere libero è sempre stato il compito di Haru. Il mio è arrabbiarmi con le persone finché non capiscono ciò che hanno davanti agli occhi.

Farò così anche con Sosuke.

Basta nuoto, basta broncio, basta guardare gli altri dall'alto in basso, basta misteri.

Se Sosuke vuole rimanere nella mia vita, allora aprirò a forza la sua corazza.

Mi alzo e vado velocemente verso la mia stanza.

Apro la porta e la richiudo violentemente.

- Ma che...- Sosuke si tira su dal letto, sorpreso.

Mi abbasso leggermente e mi piazzo di fronte a lui.

- Sosuke. Sei un idiota- affermo.

Lui spalanca la bocca.

- Come scusa?-.

- Ti atteggi a grande figo, ma ti trattieni in tutto ciò che fai. Vuoi stare in questa stanza? Vuoi fare questo lavoro? Bene, ma preparati: io sono uno squalo, e non mollo la presa una volta che ho afferrato qualcuno. Per cui sappi che un giorno scoprirò tutti i tuoi segreti. Non subito, sarebbe noioso poi; ma tieniti pronto- affermo. Allungo ma mano verso di lui.

- Sono Matsuoka Rin, studente al terzo anno di Liceo. Ho una sorella al secondo anno, sono esperto nel combattimento e sono un testardo di prima categoria. Piacere di conoscerti- affermo.

- Mi chiamo Yamazaki Sosuke, anch'io al terzo anno. Figlio unico; la mia passione è il nuoto, e per questo ho le braccia molto forti. E sono pieno di pensieri che non riuscirai mai a raggiungere. È un piacere anche per me, Rin- risponde.

Sorrido.

- La vedremo-.

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