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8 - Blurry

Non appena metto piede in ufficio, vengo travolta dall'insolito caos che sembra aver pervaso chiunque e qualunque cosa.

- Oh mio Dio, sta arrivando il procuratore! - grida una segretaria.

- No, è impossibile! È atteso per le undici! - urla qualcun altro di rimando.

- Sì, ho visto anch'io qualcuno arrivare...

Il risultato è che non si capisce chi stia arrivando, chi debba arrivare in giornata e se tutto sta andando come dovrebbe. Forse avrei dovuto chiedere a Jonathan di preparare una teglia di brioche da distribuire per calmare gli animi. Non tutti hanno fatto una buona colazione qui.

- Minnie! Il bilancio. - mi ferma il mio capo.

Sollevo il braccio con calma e guardo il mio orologio da polso.

Alzo nuovamente lo sguardo.

- Sono le otto e cinquantanove minuti. - osservo.

Il mio capo rotea gli occhi.

- Fra un minuto sarai nel tuo ufficio e mi darai il bilancio.

- Fra un minuto prenderò coscienza della sua richiesta, questo sì. Stimo che il bilancio le arriverà alle nove e un minuto circa. Se è fortunato, poco meno. - ribatto, con calma invidiabile.

Il mio capo molla l'osso e mi concede dello spazio vitale, poi segue i miei passi cercando di contenere la tensione.

Trovo particolarmente stimolante portare all'esaurimento la pazienza del mio capo, ora come ora, perché so che ha bisogno del lavoro che ho svolto e che sarei capace di rovinare tutto in mezzo secondo, se dicesse la cosa sbagliata. Inoltre, va tutto a suo vantaggio: prima esaurisce la pazienza, prima si rassegna a dover affrontare questa terribile giornata in maniera impassibile. Non avrà neanche la voglia di urlare ai suoi dipendenti. Lo conosco, ormai.

- Vuole che le faccia portare una bevanda calda? Magari un té? - propongo gentilmente.

Entriamo nel mio ufficio e sistemo la giacca sull'appediabiti, dopodiché posiziono la borsa su una piccola seggiola accanto alla mia poltrona e mi siedo con calma.

- Minnie, la stai tirando troppo per le lunghe. Hai o non hai questo maledetto bilancio? - sibila a denti stretti il mio capo.

Apro il cassetto, estraggo la cartellina su cui ieri ho lavorato fino a tardi e gliela porgo, poi accavallo le gambe.

- Ecco a lei. - sorrido.

Lui tira un sospiro di sollievo ben udibile e mi fa un sorriso di convenienza.

- È sempre un piacere. - aggiungo.

Avrà notato la falsità della mia affermazione?

Dallo sguardo dubbioso che mi rivolge, potrei dedurre una risposta positiva.

- Ci vediamo in riunione alle due. A dopo, Minnie. - saluta.

Oh, Gesù. La riunione no. Proprio non mi va. Detesto prendere parte alle riunioni: parlano sempre le stesse tre persone, non concludono nulla e ti guardano male ad ogni minimo respiro che fai. È una perdita di tempo che mi infastidisce molto. Inoltre, sono infinite... L'ultima è durata quattro ore.

La mia mattinata, in teoria, dovrebbe prospettarsi abbastanza leggera: visto tutto il lavoro che ho svolto negli ultimi giorni, per oggi mi è concesso un attimo di respiro. A parte un paio di mansioni semplici, potrei riposare un po'.

Così, decido di fare qualche telefonata che non ho avuto tempo di fare ultimamente: chiamo la parrucchiera e l'estetista e fisso i rispettivi appuntamenti, mi faccio viva con i miei genitori e infine mi perdo in chiacchiere frivole con una mia amica farmacista. Anche lei, in questo momento, non ha troppo da fare.

- Shelly mi ha detto che sta progettando il suo matrimonio. - mi informa Christine.

- Cosa?! Ma non ha cambiato fidanzato due mesi fa? - strepito.

Sparlare di Shelly va sempre bene, perché ne combina una ogni volta. Rido al pensiero di lei come sposa. Non è mai stata una ragazza seria né con i piedi per terra, quindi vederla organizzare un matrimonio mi fa molto strano. Forse è solo una sua fantasticheria.

- Sì, ma sostiene di essere molto innamorata di Greg. - replica Christine.

- Be', buon per lei. Noi povere single ci limitiamo al realismo e progettiamo al massimo il numero di gatti che ci faranno compagnia quando saremo zitelle affermate. - commento.

Christine scoppia a ridere.

- Sì, mi sa che finiremo così se non ci diamo una mossa a pigliare qualcuno dalla piazza. - concorda.

Sospiro.

- Ammesso che lo pigli, speriamo che ci sopporti!

Continuiamo a ridere ancora un po', finché una delle segretarie non inizia a bussare con insistenza alla porta del mio ufficio.

- Ah, Christine, ti devo lasciare, purtroppo. Mi stanno ricordando che sono in orario lavorativo.

- D'accordo, Minnie. Ci sentiamo!

Ci congediamo con calore e, non appena metto giù il telefono, dico alla segretaria di entrare.

La biondina di turno mi porge un documento da una decina di pagine.

- Mr. Higgs sta facendo distribuire una copia dei punti da trattare durante la riunione a chiunque vi parteciperà. È tutto molto accennato. - spiega.

Sollevo le sopracciglia, perplessa.

- Di solito Higgs non distribuisce questa specie di guida agli argomenti che tratteremo. - osservo.

- Gli è stato suggerito di farlo e l'ha trovata una buona idea. - fa spallucce.

Un'occhiata rapida al documento mi provoca un moto di dispiacere per la fatica che la poverina di turno ha fatto per riuscire a creare ed impostare tutto quanto in tempi così brevi e per tempi così brevi.

- Grazie. - dico semplicemente alla biondina.

Lei annuisce e lascia l'ufficio con la massima diligenza.

Mentre sono ancora intenta ad esaminare il documento, mi arriva il messaggio di Suzie che mi avvisa che è pronta per andare a pranzo.

Finisco di leggere il documento e le scrivo che sto arrivando.

- Come mai in ritardo? Oggi non avevi molto da fare, o sbaglio... ? - indaga Suzie.

Usciamo dall'edificio e attraversiamo la strada fortemente trafficata.

- Mi è arrivato un documento da guardare poco fa e volevo dargli un'occhiata prima di pranzo, così mangio tranquilla e poi vado in riunione senza altri compiti accavallati.

Suzie annuisce.

Prima di entrare al nostro solito posto, noto una chioma scura e riccioluta quasi familiare. Mi volto per verificare se si tratti proprio del mio ex, ma il tizio in questione è rapido a sparire dalla mia visuale.

- Tutto a posto, Minnie? - si informa Suzie.

- Sì, è che mi sembrava di aver visto qualcuno che conosco. - confesso.

Lei mi osserva attentamente.

- Sei sbiancata di colpo. Chi pensavi che fosse, il tuo ex? - ridacchia.

Purtroppo, io sono seria quando annuisco.

- Oh, cazzo. Preghiamo che non sia lui. No, aspetta, ma lui è in Australia. Ti sei sbagliata, Minnie, te lo dico io. - asserisce la mia collega.

Mi lascio convincere da lei: ci sono tanti uomini ricci in circolazione e non ho visto bene il passante, quindi sarà stato uno qualunque.

Spero.

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Voi che dite?

Love you 🌹

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