40 - Love
JONATHAN
Tre anni dopo...
- Quindi sei proprio sicuro di volerlo fare?
Io e Michael parliamo di qualunque cosa da anni, talmente tanti che paiono una vita intera, ma abbiamo sempre evitato, involontariamente, il tema del matrimonio.
Forse, è successo perché sapevamo entrambi di avere idee diverse in merito. Lui ha sempre nutrito il sogno di cambiare ragazza da una settimana all'altra per tutta la vita, io non ho mai negato di voler creare una famiglia con la ragazza di cui mi sarei innamorato.
- Certo. La amo e non voglio nessun'altra, perché non dovrei farlo? - rispondo con semplicità alla sua domanda.
- E se ti innamorassi a prima vista di una brasiliana sulla spiaggia dove andrete in luna di miele? - ipotizza il mio amico.
- Chi ti dice che andremo in luna di miele in Brasile?
- E chi ti dice che accetterà di sposarti? È sempre stata un po' così, Minnie... Imprevedibile. - controbatte Michael a sua volta.
- Mozione accolta, ma non in questo contesto. I sentimenti di Minnie non sono imprevedibili e non ha mai smesso di dirmi che mi ama da quando ha avuto il coraggio di ammetterlo la prima volta. Non posso dubitare sull'amore che prova per me. - spiego.
- Perché hai scelto proprio un ristorante giapponese vicino al Tamigi? Sai che non vado pazza per il sushi.
La prendo per mano e la guido sul ponte di Londra, sotto la luce intermittente dei lampioni. Una brezza fresca mi accarezza il viso e scompiglia i suoi capelli rossi.
Si volta e mi guarda con quei suoi brillanti occhi verdi, in attesa di una risposta.
- Non mi piace cadere nella routine... Siamo a Londra, negozi e ristoranti cambiano sempre, perché non approfittarne? Quel che conta è girarli con te. - dico infine.
La stretta delle nostre mani si intensifica e riconosco questo come uno dei modi silenziosi in cui Minnie mi fa capire che ha recepito le mie parole.
Mi trascina poi al parapetto del ponte.
- Guarda le stelle. Guarda come brillano da sole e poi guarda come illuminano l'acqua del Tamigi. - sussurra.
Il luccichio è magico, sembra polvere di fata.
- Ti amo, Jonathan, davvero tanto. Almeno tanto quanto l'acqua ama le stelle che la baciano e la fanno risplendere di luce.
Mi volto a guardarla e vedo la stessa luce di cui parla proiettata nelle sue iridi chiare. Ed è così bella, adesso, con il profilo illuminato dalle stelle, le labbra piene dischiuse e la pelle delicata al soffio gentile della brezza serale.
Scosto una ciocca di capelli dal suo viso e mi soffermo sulla sua guancia, poi la bacio con convinzione.
Ed è tutto assolutamente spontaneo, il che mi fa apprezzare ancor più a fondo le parole che finalmente si è decisa a pronunciare a voce alta e i sentimenti profondi che le sue labbra vellutate mi stanno comunicando. Non ne avrò mai abbastanza, esattamente come le stelle non si stancheranno mai di proiettare la propria luce sull'acqua del fiume.
Michael manda giù l'ultimo sorso di brandy del suo bicchiere e chiama la cameriera per ordinarne un altro. Sono abbastanza convinto delle sue intenzioni di chiederle di uscire. È da quando siamo entrati in questo bar, dall'aspetto piuttosto antico e tradizionale, che non le leva gli occhi di dosso.
È bionda, mediamente alta e un po' formosa, nonché sorridente: esattamente il tipo di ragazza a cui Michael punta sempre, disperatamente.
- In effetti, neanche quell'ubriacone là in fondo che non ti ha mai visto e non sa chi sia Minnie potrebbe dubitare del fatto che vi amate. Siete sempre così... così... innamorati! Si vede proprio, cazzo. - ridacchia il mio amico.
Sollevo le sopracciglia e sorrido.
Voglio proprio sentire cos'altro ha da dire, oggi che è in vena di sentenze.
- E no, non siete diabetici nel senso che limonate o quant'altro. Sai cosa intendo! Insomma, quel modo che avete di guardarvi... è come se fosse appena scesa la Madonna dal Cielo e vi avesse drogati a vicenda e non potete fare altro che rincorrervi e cercarvi con quell'aria da fessi rincoglioniti... Dio, ma ci si può ridurre così? Spero di non esserne mai invischiato. - commenta.
- Invece sbagli, amico mio. L'amore non ti riduce così, ti eleva ad un grado di esistenza che solo chi vive comprende. Non hai mai incontrato la donna giusta né la cerchi, quindi, stanco della solita solfa, critichi quelli che invece sono stati graziati della fortuna cui tu aspiri. Un po' banalmente, ti posso paragonare alla favola della volpe e l'uva. - ribatto.
Michael beve un sorso, poi allontana un minimo il bicchiere.
- La volpe e l'uva. Divertente. - scuote la testa.
- Non ti ho convinto? Non mi sorprende, ma tieni a mente che mi darai ragione quando incapperai in quella giusta. Eccome, se mi darai ragione. E allora mi farò grosse e grasse risate. - lo avverto.
Adocchio la bionda su cui Michael punta da quando siamo entrati e la colgo con gli occhi su di noi; li distoglie non appena si rende conto che l'ho beccata.
- Credo che sia arrivato il tuo momento di provarci con la bionda. Io vi lascio soli. - dico, alzandomi.
- Sai che adoro il tuo tempismo? È raro trovare qualcuno che azzecchi sempre il momento giusto per muoversi. - commenta Michael, ridendo.
- È un modo indiretto per dirmi "bravo, coglione, hai capito che devi andartene"? - ridacchio.
Il mio amico alza gli occhi al cielo.
- Vai, offro io. - mi saluta.
Gli faccio un cenno con la mano, poi inclino la testa verso il tavolo che ho appena lasciato guardando la bionda, che mi saluta. Non appena esco, la vedo dirigersi immediatamente verso Michael. Certo che ha proprio carisma e fortuna, il mio amico!
Io controllo l'orologio: è quasi ora che Minnie esca dal suo ufficio.
Faccio un salto dal fioraio e acquisto un mazzo di rose rosse, il simbolo del romanticismo per antonomasia, poi passo dal gioielliere per ritirare l'anello con cui le proporrò di sposarmi.
Non è la prima volta che la vado a prendere al lavoro con dei fiori, ma questo mazzo è il più grande che io le abbia regalato e non vedo l'ora di assistere alla sua reazione quando scoprirà che questo non è un giorno come tutti gli altri.
Mi sono messo d'accordo con tutti i suoi colleghi perché se ne vadano tassativamente in perfetto orario, in modo da avere l'ufficio libero solo per noi. In realtà, so che faranno di tutto per sbirciare dalle tendine dell'ufficio contiguo, ma non sono preoccupato di avere del pubblico. Sono abbastanza fiducioso di un responso positivo.
Elettrizzato all'idea del grande passo che sto per compiere, affretto il passo sul marciapiede, stando comunque attento a non urtare nessuno.
Giungo di fronte al portone dell'edificio. È ora.
Noto ancora Suzie, la traditrice, e altre due ragazze nell'atrio, perciò aspetto che escano.
Quando Minnie mi ha messo al corrente di com'è veramente finita la storia con Liam, da una parte mi è dispiaciuto: Suzie sembrava una brava ragazza, una di cui potersi fidare. Su Liam non ho mai avuto dubbi di sorta e sono quasi esploso di gioia quando mi ha comunicato che ha preso il volo per Boston quella sera e che non è mai più tornato. Qualunque vita stia conducendo là, che continui pure. Io e Minnie stiamo meravigliosamente senza di lui.
Accertatomi infine di avere via libera, entro e mi dirigo con sicurezza verso il suo ufficio.
Busso piano con i fiori dietro la schiena. Sono certo che riesca comunque a vederli subito, perché il mazzo è davvero grande.
- Avanti. - acconsente dall'interno, con voce stanca.
- Mi accogli così? Sei proprio senza cuore. - la accuso subito, scherzosamente.
Lei alza lo sguardo su di me e le si illumina il viso d'un colpo. È immediatamente più bella.
- Ehi... Impaziente di vedermi? - sorride.
Annuisco.
Le porgo le rose.
- Tutte queste bellissime rose? Perché? Grazie, tesoro. - esclama, sinceramente stupita.
Amo poterla ancora sorprendere con dei semplicissimi fiori.
Questa è esattamente una delle cose che più mi piacciono di lei: non è un tipo di ragazza sdolcinata, ma la sua sensibilità è smossa dalle piccolezze più semplici, come un petalo di rosa o un tramonto particolare. Non serve una borsa da migliaia di sterline per renderla felice, è sufficiente condividere la bellezza del mondo e della vita con lei, ogni giorno. È questo ad accendere la luce che ora brilla nei suoi occhi.
- Non c'è sempre un motivo per cui ti porto i fiori e lo sai, ma oggi sì. - esordisco.
L'improvvisa attenzione totale del suo sguardo sulla mia figura e, in particolare, sui miei occhi, mi rende nervoso. Dannazione, devo essere sciolto e tranquillo. Non c'è niente da temere, giusto?
Dopotutto, non ho avuto la strada spianata fin da subito, con lei. Conquistarla ha richiesto tempo e dedizione. Non che mi sia pesato: stare con lei è sempre stato un mio desiderio e mai una costrizione, ma questo mi dà coraggio ora. Sono riuscito a conquistarla, riuscirò anche a sposarla.
- E... Qual è il motivo? - domanda, incuriosita.
- Vieni qui. - le dico.
Lei si alza dalla sedia e fa il giro della scrivania, posizionandosi esattamente di fronte a me.
Indossa una semplice camicia lilla chiaro, una gonna a tubo grigio scuro, calze nere e scarpe col tacco. I capelli rossi scendono a morbide onde sul petto generoso, facendomi ricordare di quanto sia bella anche senza vestiti.
Le prendo le mani tra le mie.
- Questo non è davvero il luogo adatto per affrontare questo tema, ma volevo che fosse tutto naturale e spontaneo, com'è stato fra noi sin dall'inizio. Non avrei mai immaginato di incontrare la donna della mia vita semplicemente bussando alla porta sbagliata, ma gli imprevisti si rivelano spesso portatori di grandi e belle sorprese. E tu sei stata davvero una sorpresa, bella e grande. Diversa da ogni ragazza con cui ho avuto a che fare prima, mi hai incuriosito fin dal primo sguardo, e non solo perché sei bellissima: di te mi incantano anche le parole, le riflessioni, le osservazioni che fai senza porti il problema di esternarle, il modo in cui ti muovi, il fatto che non hai paura di mostrarti per quella che sei, vera ed autentica, da sempre. Ma ciò che ti rende grande ai miei occhi è il tuo carattere, la tua intelligenza, la tua capacità di coinvolgere e trasformare ciò che sembra una debolezza in un punto di forza insondabile. E io ti amo, ti amo per tutte queste ragioni e per tante altre, talmente tante che ci metterei una notte intera ad elencarle e forse non basterebbe, perché non mi stancherò mai di trovarne nuove e di ripetere quelle vecchie. Quindi ti dico che ti amo e basta, così come sei, qui e ora. E sempre.
Trattiene il respiro. Avrà capito le mie intenzioni?
Mi inginocchio ed estraggo la scatolina blu dalla tasca interna della giacca.
Con un clic, la apro e gli occhi verdi di Minnie si spalancano.
- Oh! - mormora, incredula, con quelle labbra rosse che ho baciato tante volte allo sfinimento.
- Minnie Knight, vuoi sposarmi? - propongo infine.
La vedo deglutire.
- Oh, Santo Cielo! Sì, sì, sì, sì, altroché, sì! - strepita, euforica.
Gli occhi le si riempiono di lacrime.
Infila il dito nell'anello e le bacio la mano, poi ripongo la scatolina in tasca.
Osserva il suo dito.
- È bellissimo. Tu sei bellissimo. Tutto questo è bellissimo! E, oh, ti amo così tanto! Non vedo l'ora di organizzare la cerimonia, indossare l'abito bianco, vederti all'altare e... Oddio, sono così felice! Mi rendi felice, con ogni tuo gesto, ogni tua parola. E ho fatto tante scelte sbagliate nella mia vita, non sono semplice e alla mano come te, non ho pazienza né tante altre virtù che tu invece hai... Ma sono sicura che puoi fare per due. Insomma, sei talmente perfetto che non so nemmeno cosa ho fatto di buono per meritare il tuo amore. E ora mi dirai "non è il momento di farsi queste domande, goditi il momento e basta", ma io non posso farne a meno, capisci? Però, forse, farei davvero bene a stare zitta e dirti solo grazie, perché rendi la mia vita una meraviglia. E non so se troverò mai delle parole capaci di contenere tutto l'amore che provo per te, ma spero che tu lo senta, perché se lo sai dentro di te, se lo avverti, allora non servono discorsi infiniti. - spiega, con le lacrime agli occhi e la voce calda, accorata.
Certamente, non posso dubitare di quel che ha appena detto. Non io che la conosco come nessuno, che capisco quando è allegra, triste, pensierosa piuttosto che arrabbiata in mezzo secondo contato. È euforica e questo mi rende felice oltre ogni misura.
- Ti amo. - sussurro soltanto, prima di baciarla a lungo.
- Ti amo anch'io. - risponde lei, talmente piano che rischierei di non udirla. Ma lei sa che io la sento sempre, che urli forte o che sussurri appena.
E bacio il suo sorriso una volta ancora, pieno di quella gioia che solo l'amore vero può suscitare.
__________
Perdonatemi, era scontato che lui le facesse la proposta 😂
Non che ci siano state troppe sorprese in questa storia... Un po' semplice, lineare, senza troppe complessità né stravolgimenti. L'ho scritta quando cercavo un pizzico di normalità e di ordine dopo aver letto libri intensi.
In ogni caso, indipendentemente da quale momento sia per voi, spero che vi sia piaciuta e che vi abbia lasciato qualcosa. Se non vi dispiace, lasciatemi un commento ❤
GRAZIE PER AVER LETTO LA STORIA!
Love you 🍰
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro