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Me n'ero andata dalla festa senza avvisare nessuno e mi ero giustificata con "Ero ubriaca e mi sono addormentata subito quando sono arrivata a casa". I miei fratelli si erano arrabbiati tantissimo, facendomi la ramanzina e dicendomi che erano preoccupatissimi per me. Atsumu disse pure, «E poi hai mollato Kuroo senza nemmeno salutare. Non è stato molto carino da parte tua.»
Kuroo. Mi ero dimenticata di lui... E mi sentivo in colpa. Insomma, non lo conoscevo neanche, ma era stato gentile con me e si era comportato bene nei miei confronti. Ero stata una maleducata.
Atsumu, però, gli aveva lasciato il mio username di instagram, ciò significava che se avesse voluto mi avrebbe contattata lui.
Suna si comportava come sempre, ma aveva iniziato a farmi meno scherzi. Non sapevo se fosse una cosa buona o cattiva.

Due giorni dopo festeggiammo il compleanno di Kumiko. Fece una piccola festicciola in un parco, con i teli sul prato e del cibo da pic-nic. Fu molto carino.
Pensavo che i miei fratelli le avrebbero fatto un regalo insieme, invece ne avevano fatto uno a testa. 'Tsumu si era tenuto sul semplice con una maglietta e 'Samu le aveva regalato un libro del suo autore preferito. Ero sorpresa dall'ottima scelta di quest'ultimo... Era sempre stato una frana a fare regali, ma stavolta aveva azzeccato.
Kumiko aveva invitato anche Suna, sebbene non parlassero praticamente mai, ultimamente era sempre presente quando uscivamo. Quel giorno era particolarmente bello: indossava una camicia a maniche corte e dei pantaloni morbidi, totalmente diverso dal solito. Quando glie lo avevo fatto notare mi aveva detto che erano vestiti di un suo amico, che aveva passato la notte da lui e quindi glie li aveva prestati.
«Ti donano,» gli dissi in modo giocoso.
«Non sapevo ti piacessero i bravi ragazzi, [T/n]-chan. Anzi, avrei giurato il contrario visti i tuoi gusti nella camera da letto,» sussurrò l'ultimamente parte al mio orecchio, facendomi arrossire.
Lo spintonai lontano da me e lui rise del mio imbarazzo.
Non mi ero mai resa conto di quanto gli donasse il suo sorriso. Suna aveva sempre questa espressione apatica e fredda in volto... Vederlo ridere era uno spettacolo inaspettato e dolce. Mi faceva sentire in pace con me stessa, tantoché dimenticai di dovergli tenere il muso e mi lasciai coinvolgere ridendo a mia volta.
Mi venne di nuovo in mente la conversazione che avevamo avuto, quando mi aveva detto che ero fantastica con tutti tranne che con lui. Se il comportarmi con lui come facevo con gli altri gli avrebbe fatto comparire quel sorriso sulle labbra più spesso, ero disposta a fare uno sforzo. Peccato che non ebbi molte occasioni.

Nelle settimane successive, Suna cominciò a farsi vedere sempre meno. A volte spariva per giorni interi e non rispondeva nemmeno al telefono.
I miei fratelli si abituarono fin troppo in fretta alla situazione, dicendo che Suna gli aveva parlato ed aveva spiegato che sentiva il bisogno di starsene sulle sue. La cosa però non mi rassicurava affatto, perché stava saltando parecchi giorni di scuola e parecchi allenamenti. Le qualifiche per gli Interhigh primaverili sarebbero iniziate ad ottobre e non mancava più molto. Suna e 'Tsumu erano gli unici due del terzo anno ad essere rimasti nella squadra dopo l'ultimo torneo, cosa già impegnativa di suo, poi se Suna avesse continuato a perdere lezioni su lezioni...

Senza il caldo asfissiante dell'estate, andare in giro era sempre più piacevole, per questo rimasi diversi minuti fuori dalla porta di casa Suna senza bussare... E forse anche per la forte sensazione di ansia che provavo.
Suna non era venuto a scuola nemmeno quel giorno. Visto che non rispondeva né alle chiamate né ai messaggi, avevo deciso che potevo parlargli solo di persona. Era da tre giorni che mancava ed ero veramente prepccupata. Se avesse continuato così avrebbe rischiato di perdere l'anno.
Feci un grande respiro e suonai il campanello. Sentii dei rumori di passi e di voci dall'altra parte della porta finché Suna non venne ad aprirla.
Appena mi vide sembrò diventare di ghiaccio ed io non ero da meno. Aveva un enorme livido violaceo in faccia.
«Che ci fai qui?» chiese monocorde.
Cercai di parlare ma non uscì nessun suono dalla mia bocca. Che gli era successo? Era stato qualcuno a fargli male? Era stato...? No non volevo pensarci.
Una ragazzina con dei capelli neri scompigliati e corti spuntò da dietro la schiena di Suna. Disse, «Ciao. Chi sei?»
A quel punto mi ridestai. Avevo visto più volte Yuki, la sorella di Rin, ma non ci eravamo mai presentate ufficialmente.
Feci del mio meglio per sorriderle e risposi, «Ciao. Sono [T/n], una compagna di Rintarou. Gli ho portato gli appunti delle ultime lezioni.»
Suna mi fissava come se stesse considerando se uccidermi o se nascondermi in uno scantinato e lasciarmi marcire.
«Vuoi un tè?» Mi chiese Yuki.
Guardai suo fratello cercando di capire se per lui andava bene o meno, ma non ricavai nessun tipo di informazione dal suo viso - se non ché era arrabbiato. Beh, lo ero anche io.
«Sì, grazie,» dissi, e Yuki fece spostare Suna per farmi entrare.
La casa era esattamente come me la ricordavo dall'ultima volta.
«Yuki, mentre prepari il tè [T/n] mi fa vedere gli appunti, ok? Siamo in camera mia. Non ti scottare.»
Yuki annuì, tutta contenta, e corse in cucina. A quanto pare non ricevevano visite molto spesso.
Suna mi guidò fino alla sua stanza e chiuse la porta alle nostre spalle.
«Che ci fai qui?» chiese di nuovo.
Estrassi un quaderno dalla borsa. «Gli appunti,» risposi stringendomi nelle spalle. «Ed ero... preoccupata per te.»
Suna sospirò e si lasciò cadere a peso morto sul suo letto. «Prima che tu faccia domande indiscrete, non ho intenzione di parlare di questo -» fece, indicando la sua faccia. «- E gradirei che non me facessi parola con nessuno. Soprattutto con Osamu ed Atsumu.»
Mi morsi l'interno della guancia. Volevo proprio chiedergli che cosa gli fosse successo, ma dovevo rispettare la sua privacy.
«Comunque non hai motivo di essere preoccupata per me. Va tutto bene.»
No non va tutto bene! Avrei voluto dirgli, ma, ancora, rimasi zitta.
«Grazie per gli appunti.» Aggiunse poi, cambiando leggermente tono.
Ero arrabbiata. Volevo dirgli che doveva smetterla di autosabotarsi e che, qualsiasi problema avesse, potevamo affrontarlo insieme e che tutto sarebbe andato a posto, ma non doveva permettere a questo periodo di rovinargli il futuro.
«Non parli?» mi chiese, dopo qualche minuto che ero rimasta in silenzio.
Feci un grande respiro e cercai di sorridere in maniera più naturale possibile. «Spero che i miei appunti possano aiutarti a recuperare le lezioni perse. Se non dovessi capire qualcosa, chiamami pure.»
Suna mi guardò alzando un sopracciglio. «Sei strana.»
La voce di Yuki risuonò dalla cucina, annunciando che il tè era pronto.

Ciao!
Sono contenta che la storia abbia dei riscontri positivi nonostante non posti più tanto quanto prima. Vi chiedo scusa, non sono molto soddisfatta di questo capitolo e di quelli successivi. Sono stati scritti in un periodo abbastanza buio per me, e questo ha influenzato la mia creatività e la mia scrittura.
Spero comunque che vi sia piaciuto!
Al prossimo capitolo :)

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