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30

Inutile dire che non riuscii ad addormentarmi. Nella mia testa stava iniziando una vera e propria guerra.
Ero arrabbiata. Insomma, come si era permesso Terushima di trattarmi in quel modo? E solo perché non avevo risposto abbastanza velocemente alla sua dichiarazione?
Ero delusa. Avevo seriamente pensato che saremmo potuti essere amici, che si fosse affezionato un po' a me, ma ero stata solo stupida. Eppure lo sapevo che non dovevo aspettarmi nulla dalla gente, no?
Ero triste. Era un'altra persona che si era allontanata per colpa delle mie paranoie. Certo, uno così meglio perderlo che trovarlo, però...
Sospirai, rigirandomi nel letto.
Sentii dei tocchi al vetro della mia finestra già aperta. Mi voltai in quella direzione per vedere Suna che scendeva dal davanzale e si avvicinava al mio letto.
«Posso stare un po' qui?» mi chiese.
Io annuii, mettendomi seduta e facendogli cenno di sedersi affianco a me.
«Stai bene? Ho sentito quel cretino urlare e - cioè non ho sentito tutto tutto, ma quando sono salito c'erano già i tuoi fratelli e tu glie ne stavi dicendo quattro. Ti ha fatto qualcosa?»
Guardai Suna. Era strano che si preoccupasse così palesemente per me.
Sospirai. «Non mi ha fatto niente. Vorrei solo smettere di essere così sopraffatta dalle emozioni. Cioè, perché sto male per un coglione del genere? Non ci tenevo nemmeno così tanto...»
Suna mi prese la mano, facendomi smettere di pizzicarmi la pelle del braccio, cosa che non mi ero nemmeno accorta di stare facendo. «È bello che provi delle emozioni, [T/n]. Ed è normale che ci sei rimasta male se ti ha ferita. Sinceramente, non ho sentito bene cosa ti ha detto, ma -»
«Ha detto che sono una bambina. Che se mi blocco quando un ragazzo mi dice che gli piaccio, allora non osa immaginare cosa faccio quando tira fuori il cazzo. Mi ha detto che sono stupida e che - Ahia, Suna!» Sfilai la mano dalla sua presa, che era diventata sempre più stretta.
Lui mi guardò sussultando. «Scusa, non volevo. Ti ho fatto tanto male?» Riprese delicatamente la mia mano con le sue, studiandola.
«Ma che ti prende stasera? Sei... Boh, sei così premuroso...»
Suna sbuffò, roteando gli occhi. «Un ragazzo che era in camera con te ha iniziato ad urlarti contro così forte che l'ho sentito dal piano inferiore e con la TV accesa. Uno si chiede cosa sia successo e se vada tutto bene, [T/n]. È semplice senso morale.»
Sorrisi leggermente. Il mio nome suonava così dolce pronunciato da lui in quel momento.
Mi sporsi in avanti e gli diedi un bacio sulla guancia. Suna sgranò gli occhi al gesto e mi fissò confuso.
«Non guardarmi così. Se qualcuno si preoccupa per te, è giusto ringraziarlo. È semplice senso morale.» Imitai il suo tono.
Lui scosse la testa e tornò a studiare la mia mano, ma vidi un leggero sorriso formarsi sul suo viso.
«Suna?» richiamai la sua attenzione qualche istante più tardi.
«Mhm?» fece portando gli occhi su di me.
«Cosa pensi delle relazioni romantiche?»
«Che cazzo di domanda è?»
«Rispondi e basta.»
«Non lo so, [T/n],» sospirò. «Spero di trovare la persona giusta con cui scoprirlo, ecco.»
Lo guardai sorpresa. «Cioè, tu vorresti una relazione?»
«Certo che la voglio. Perché questo tono incredulo?»
«No, è che - pensavo tu fossi uno di quei ragazzi a cui piace solo scopare e non ha voglia di niente di serio.»
«Non è così,» borbottò. Sembrava imbarazzato. Lasciò andare la mia mano e si buttò di schiena sul letto, sdraiandosi. «Cioè, sì, mi piace divertirmi e tutto, ma sarei pronto a buttare tutta questa roba nel cesso se trovassi qualcuno che mi fa provare dei sentimenti abbastanza forti.»
Lo studiai con nuovo interesse. Non me lo sarei mai aspettata da lui. «Huh,» mormorai.
«Perché me lo chiedi? Ti stai forse innamorando di me?»
Roteai gli occhi, sdraiandomi di fianco a lui. «Nei tuoi sogni, testa di cazzo.» Pensai per un momento, e con un tono molto più morbido, dissi, «No, è solo che non capisco perché mi venga così tanta ansia quando qualcuno si interessa a me in maniera romantica. Finisco sempre per mandare tutto affanculo e farmi odiare dall'altra persona.»
Con la coda dell'occhio, vidi Suna che mi guardava. «È questo che è successo stasera?»
Sospirai. «Più o meno.»
Suna riportò lo sguardo sul soffitto e disse, «Io so perché. È perché non ti fidi della gente.»
Mi imbronciai. «Non è vero. Io mi fido di Kumiko. E dei miei fratelli.» E di te.
«Sì, ma è diverso. Conosci quei tre da tutta la vita e non ti hanno mai veramente delusa, mi sbaglio?»
«No.»
«Probabilmente è l'unica ragione per cui ti fidi di loro abbastanza da lasciarli essere parte della tua vita in maniera così... intima. Non riesci a farlo con le persone di cui non ti fidi ciecamente, e questo richiede tempo che non tutti sono disposti ad aspettare.»
Questa cosa mi rese estremamente triste. Perché non potevo vivere le relazioni come gli altri miei coetanei? In maniera spensierata e felice?
«Non volevo rattristirti,» mormorò Suna, i suoi occhi ancora una volta puntati su di me.
«No, va tutto bene. Hai ragione tu. Queste cose non fanno per me,» sorrisi aspramente.
«Non dire così. Non è che sarà così per sempre. Magari diventerai più brava a fidarti delle persone, o troverai qualcuno a cui importerà abbastanza da non andarsene alle prime difficoltà che dovrà affrontare per tenerti vicina.»
«Sì, ma esisterà veramente qualcuno così?» risi sarcastica.
«[T/n],» disse Suna. Sembrava scocciato. «Lo dirò solo una volta e non ti è concesso fare commenti a riguardo, ok?»
«Cosa...?»
«Tu sei unica nel tuo genere. Se qualcuno non ha le palle di lottare per te, sta perdendo una ragazza che farebbe di tutto per lui ed anche di più. Sinceramente, sei fantastica con le persone che non sono me - e anche a con me, a volte. Mi fa incazzare il fatto che pensi che non troverai mai nessuno quando letteralmente tutto il mondo dovrebbe essere ai tuoi piedi.»
Mi presi un momento per registrare quelle parole e la sincerità con cui Suna le aveva dette. Qualcosa dentro di me si strinse, fece una capriola e poi esplose, lasciandomi con il fiato corto.
Rendendomi conto di essere rimasta in silenzio per troppo tempo, dissi, «Suna, non è che ti stai innamorando di me?»
Lui rise. «Nei tuoi sogni, bambolina.»
Sorrisi al suo tono giocoso.
Quando Suna tornò nella sua camera, mi misi il pigiama e riuscii a dormire.



Ciao!
Siamo sentimentali oggi.
Volevo avvisarvi che ho intenzione di revisionare la storia, quindi potrebbero arrivarvi avvisi di aggiornamento.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto e alla prossima! :)

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