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3

Quando io ed i miei fratelli arrivammo, la festa era ancora in fase di inizio. C'era già abbastanza gente, ma la maggior parte delle persone si teneva ai lati delle stanze, in gruppetti, bevendo e chiacchierando.
Intercettai Kumiko, che stava parlando con un ragazzo che riconobbi essere un suo compagno di classe.
«Vado a salutare Kumiko. Perché non prendete da bere nel frattempo?» dissi ai miei fratelli.
Osamu fece un cenno d'assenso con la testa e li vidi sparire per cercare la cucina.
Mi avvicinai alla mia amica che, appena mi vide, fece un grande sorriso e mi diede un abbraccio. Mi presentò formalmente al suo amico, anche se entrambi sapevamo chi fosse l'altro vista la mia costante presenza nella loro classe, poi lo salutò momentaneamente ed andammo a cercare i nostri ospiti.
«Quindi sono venuti anche i gemelli?» mi chiese Kumiko guidandomi esperta tra i corridoi della casa. Io annuii.
Entrammo in una stanza, la cucina, ed i miei fratelli erano proprio lì che chiacchieravano con Iseri e Miyagawa.
Kumiko, che aveva già parlato con i suoi compagni quando era arrivata, salutò i miei fratelli iniziandoci a fare conversazione, mentre io concentravo la mia attenzione sugli altri due ragazzi.
«Sono contento che tu sia venuta» mi sorrise Miyagawa.
«Anche io lo sono. La casa è molto bella»
«Grazie», fece Iseri. «Spero che nessuno distrugga niente, ma ho già rinchiuso tutti gli oggetti di valore in camera dei miei»
Parlammo per qualche minuto, poi i due ragazzi si congedarono per andare a dare il benvenuto a dei nuovi arrivati.

Dopo un'ora le cose iniziarono a movimentarsi. La gente iniziava ad essere alticcia (me compresa) e più socievole.
Kumiko mi aveva presentata a tutti quelli che conosceva. C'era molta gente della nostra scuola, ma anche persone di tutt'altra parte.
Io ed Atsumu - che stranamente aveva deciso di bere - stavamo giocando a beer pong quando qualcuno mi tirò i capelli, facendomi sbagliare il tiro.
Mi girai, travandomi davanti l'unico e solo Suna Rintarou. Lasciai che un lamento mi sfuggisse dalla bocca e guardai Atsumu con intenzione accusatoria. Ovviamente avrebbe invitato il suo migliore amico. Lui fece spallucce fingendosi innocente.
«Mi sa che ti tocca bere» mi beffeggiò Suna, ma non indossava il suo solito e fastidioso sorrisetto provocatorio. La sua espressione era scura ed il suo respiro odorava di alcol.
Mi girai nuovamente e bevvi un bicchiere tutto d'un fiato, i versi d'approvazione degli altri giocatori in sottofondo.
«Brava ragazza» sussurrò (per quanto la musica lo permettesse) Suna, così vicino al mio orecchio da farmi sentire il suo respiro caldo sulla pelle.
Gli diedi una gomitata guadagnandomi un gemito di dolore dal ragazzo alle mie spalle, mentre cercavo di combattere la mini-me nella mia testa che si sentiva sopraffatta da quelle semplici parole, per qualche motivo così provocatorie e soddisfacenti alle mie orecchie.
Un ragazzo dell'altra squadra tirò la pallina, facendola finire dritta nel bicchiere di fronte a me. Atsumu era troppo occupato a salutare Suna, quindi bevvi io. Richiamai l'attenzione di mio fratello per fargli fare il prossimo lancio.

Finita la partita mi presi un attimo per uscire a respirare un po' d'aria fresca. Era maggio, quindi si stava bene all'aperto anche di notte. Ero accaldata per tutto l'alcool che avevo ingerito e mi sentivo la testa ovattata per via della musica troppo alta.
Mi sedetti sul portico che dava sul giardino dietro la casa, circondato da una siepe. Anche qui c'era della gente che beveva e parlava, ma era tutto molto meno rumoroso ed affollato.
Qualcuno si sedette accanto a me. Era Kumiko, che avevo perso di vista prima di giocare a beer pong con Atsumu.
«Eccoti» le sorrisi ed appoggiai la fronte sulla sua spalla. «Dov'eri finita?»
«In giro» mormorò. Alzai la testa per guardarla, ma lei non guardò me.
«Che risposta vaga» risi.
«Mhm» fece lei pensierosa, poi, però, si girò verso di me e mi sorrise. «Ti stai divertendo?»
«Sì. E tu?»
«Sì»
Mi guardai intorno. «Hai visto Osamu? Ho voglia di farmi qualche shot ed ho intenzione di renderlo una gara»
«No, non l'ho visto. Sarà dentro, da qualche parte» disse la mia amica, spostando il peso da una parte all'altra del corpo come se fosse scomoda. Se non fossi stata brilla, mi sarei chiesta se avevo fatto qualcosa per metterla a disagio.
Mi alzai e porsi una mano a Kumiko che fece lo stesso. Insieme rietrammo per cercare Osamu o qualcuno che avesse voglia di fare una gara di shottini con me.
Alla fine, la competizione era tra me, 'Samu, Iseri ed un'altra ragazza che non conoscevo.
Avevamo davanti quattro shot di tequila a testa. Con uno spicchio di limone pronto in una mano ed uno dei quattro bicchieri nell'altra, aspettammo che qualcuno ci desse il via, poi bevemmo.
Stavo per agguantare il mio quarto bicchiere quando qualcuno me lo sottrasse da sotto il naso, guadagnandosi un "Hey!" indignato da parte mia e di Iseri, che se ne era accorto.
Suna tracannò il contenuto del mio bicchiere senza tante storie e prese a versarsi un altro alcolico senza dar retta a nessuno.
Al mio fianco, la ragazza che stava giocando con noi esultò vittoriosa, essendo la prima ad aver finito. Io ed Iseri eravamo troppo occupati ad osservare Suna per ricordarci della gara.
L'avrei mandato a quel paese e gli avrei rubato a mia volta il bicchiere in normali circostanze, ma la sua espressione era scura e per niente divertita in quel momento.
Osamu si spostò affianco a lui quando si accorse di cosa stava succedendo e gli tirò via il bicchiere dalle mani.
«Non credi di aver già bevuto abbastanza?» chiese al suo amico.
Suna lo guardò con occhi vuoti. «Cos'è, sei diventato mio padre? Il fatto che sia tornato il primo è già abbastanza strano da elaborare. Averne due mi sembra un po' troppo al momento»
Spostai lo sguardo tra i due, cercando di capire il senso di quelle parole.
Osamu lo accompagnò fuori dalla stanza.
Intorno a me la festa continuava, ma Iseri sembrava confuso quanto me.
«Cos'è successo?» mi chiese.
Io feci spallucce. «È solo Suna che si comporta da Suna» dissi poco convinta. «Mi dispiace che i miei fratelli l'abbiamo invitato. Spero non faccia casini»
«Oh, ma sono stato io ad invitarlo. Eravamo in classe insieme alle medie»
«Oh», dissi soltanto. A volte dimenticavo che Suna era abbastanza popolare a scuola e che avesse altri amici oltre alla squadra di pallavolo.
«Vuoi fare un altro giro?» mi chiese Iseri.
«No, grazie. Sento di aver bisogno di una pausa»
Gli sorrisi ed uscii dalla casa per starmene un po' in giardino. La scena che mi ritrovai davanti mi fece rabbrividire.

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