29
Terushima non parlava molto. Era strano e sembrava infastidito da qualcosa. Mi sentivo agitata perché avevo paura che non gli piacesse passare il tempo con me e mi chiedevo cosa fosse successo per farlo comportare in questo modo.
«Sicuro vada tutto bene?» mormorai, forse per la terza volta.
Lui sospirò. «Sì. Scusami, è solo che... Senti, ti voglio chiedere una cosa e poi giuro che non aprirò più la questione. Tu promettimi di rispondere sinceramente,» disse tutto d'un fiato.
«Va bene. Lo prometto.»
Terushima fece un gran respiro ed impiegò qualche secondo per formulare il discorso nella sua testa prima di parlare. «Tu mi hai detto che non c'è e non c'è mai stato niente tra te e quel Suna, ma mi dà una strana sensazione. Cioè, già alla festa avevo notato il modo in cui lo cercavi sempre e facevi di tutto per attirare la sua attenzione, continuando ad infastidirlo. E lui non era da meno: ti guardava sempre e qualche volta mi ha rivolto delle occhiatacce non indifferenti. Anche quella volta, quando eravamo in videochiamata e lui è entrato così di botto in camera tua. Non so, l'interazione che avete avuto... E poi hai chiuso la chiamata anche se eravamo nel bel mezzo di una conversazione. Ed ora ti vedo arrivare in moto abbracciata a lui, che mi ha praticamente ucciso con lo sguardo non appena mi ha visto.» Terushima si fermò un attimo per respirare. «Voglio crederti quando dici che non c'è nulla tra voi, ma non ci riesco.»
Io mi presi qualche momento per elaborare. Una parte di me si sentiva scocciata. Insomma, cosa importava a lui se tra me e Suna c'era qualcosa? E poi mica potevo dirgli che andavamo a letto insieme. Dentro di me, sapevo che Yuji non cercava solo un'amicizia, ma anche se fossimo stati qualcosa di più non sarebbe sicuramente stata una relazione seria. A me non importava se lui faceva cose con altre persone, perché sarebbe dovuto importare a lui?
Però, sapevo anche che ognuno gestisce i sentimenti a modo suo. Infondo non era colpa sua se si sentiva geloso o qualcosa di simile, effettivamente tra me e Suna c'era qualcosa.
«Io e Suna siamo... amici, circa.» Mi sorpresi da sola con quelle parole. «Abbiamo un rapporto un po' strano, non me lo spiego neanche io, però non c'è niente di più. Voglio dire, niente sentimenti o robe del genere,» blaterai, cercando di capire cosa era meglio dire e cosa no.
Terushima bevve un sorso d'acqua. «E perché mi guarda così male? E perché guarda te così... non lo so - così intensamente.»
Per poco non mi scappò da ridere. «Suna guarda tutti nello stesso modo. Ha un'espressione talmente apatica di solito che fa paura.»
«No, non guarda tutti allo stesso modo.»
«Yuji,» sospirai. «Non so tu cos'abbia visto, ma davvero, a Suna non importa nulla di quello che faccio e di con chi esco. Quindi mettiti l'anima in pace, perché non c'è nulla tra di noi.»
Terushima inspirò e sembrava ancora abbastanza infastidito. Cos'altro voleva sentirsi dire?
Dopo questa conversazione, però, piano piano tornò ad essere il solito Terushima che avevavo conosciuto alla festa e tra messaggi e chiamate.
Verso mezzanotte decidemmo di andare a casa mia ad aspettare che suo cugino lo venisse a prendere. Ci sarebbero voluti circa quaranta minuti.
Io ero esausta e, francamente, non vedevo l'ora di rimanere sola e dormire.
«Sicura che non disturbo? Non vorrei infastidire la tua famiglia,» disse Yuji entrando in casa.
La parte stanca di me, voleva rispondere, "Beh, ormai sei qui. È un po' tardi per porti problemi, non credi?", ma riuscii a trattenermi e risposi solamente, «Nessun disturbo. E poi, non mi va di lasciarti da qualche parte ad aspettare da solo.»
Entrando in sala, la prima cosa che vidi era Suna seduto sul divano a mangiarsi delle caramelle mentre guardava la TV.
«Yo,» disse, facendo un cenno con la testa.
Lo salutai con la mano. Al mio fianco, Terushima si irrigidì.
«'Samu e 'Tsumu?» chiesi al moro.
«Dormono,» rispose in tono annoiato.
Io annuii.
«Vieni?» chiesi a Terushima, incamminandomi verso la mia stanza.
Lui sembrò riprendersi e smise di guardare Suna per seguirmi al piano superiore.
Appena chiusi la porta, Yuji disse, «Come mai lui è qui?»
Non so perché, ma quella domanda mi infastidì parecchio. «Sta a casa nostra da un po'.»
«Ma fai sul serio?»
Alzai un sopracciglio, sedendomi sul mio letto. «Cosa c'è?»
«Vivete anche insieme?»
Effettivamente, non glie lo avevo mai detto. «È qui solo di passaggio. Ha dei problemi a casa sua e non ha un altro posto dove stare. Che cosa c'è di male?»
«Davvero non vedi il problema, Miya?»
Mi irrigidii nel sentire il mio cognome. Tutti mi chiamavano sempre per nome.
«No che non lo vedo! Tu non hai degli amici da cui ti rifugeresti per scappare da una situazione tossica?»
«Sì, ma -»
«Niente ma, Terushima! Per Suna quegli amici sono i miei fratelli, e se questo non ti va bene, beh, non so proprio che cosa dirti!»
Terushima strinse i pugni e vidi i muscoli della sua mandibola contrarsi. «È che -» sembrò strozzarsi con le sue stesse parole. «È che mi fa impazzire il fatto che lui sia così vicino a te quando io sono così lontano!»
Lo guardai spaesata. Quindi era quello? Stava lì il problema?
«In più, non aiuta il fatto che mi consideri ancora solo un amico,» rise aspramente. «Cazzo, [T/n]! In che modo devo farti capire che mi piaci?»
Sgranai gli occhi. Non ero del tutto sorpresa. Insomma, avevo capito che Yuji era attratto da me, ma non pensavo i suoi sentimenti fossero così sinceri. Pensavo mi considerasse solo qualcuno con cui divertirsi.
«Teru,» mormorai, alzandomi e mettendomi di fronte a lui. «Non avevo idea che tu ti sentissi così.»
«Beh, ora lo sai,» sospirò. Tutta la rabbia che aveva addosso un momento prima, ora non c'era più.
Mi sentivo un po' in imbarazzo. Cioè, cosa fai in una situazione del genere? Mi trovavo bene con Terushima e mi piaceva, in un certo senso, ma non in quel modo.
Presi a giocare con le mie dita, un futile tentativo di calmare i miei nervi.
Yuji mi prese le mani, facendomi alzare gli occhi su di lui. «Ora sarebbe carino se mi dicessi qualcosa anche tu,» sussurrò.
Questo mi fece agitare ancora di più. Cosa dovevo dirgli? "Mi piaci, ma non abbastanza"? "Scusa, ma non voglio una relazione"? Infondo volevo dare una possibilità a questa cosa, a noi due. Forse sarebbe stata la volta buona. Forse era finalmente giunto il momento di provare ad impegnarmi in una relazione, cosa che non ero mai riuscita a fare.
Probabilmente stavo impiegando troppo a rispondere, perché Terushima lasciò andare le mie mani e si allontanò di qualche passo.
«Ho capito,» mormorò, e sembrava di nuovo arrabbiato.
Mi sentivo soffocare. Perché è arrabbiato con me ora?, mi chiedevo. Cosa ho fatto? Cosa devo fare per non farlo arrabbiare di più?
«Aspetta,» lo afferrai per il polso quando stava per andarsene. «Dove vai?»
Cosa vuoi che faccia? Non avercela con me.
«Non lo so, ma cosa rimango qui a fare?» fece, strattonando via il braccio dalla mia presa.
Non andare via. Non volevo ferirti.
«È buio ed è tardi. Non puoi andartene in giro da solo,» cercai di farlo ragionare.
«Non mi importa, Miya.»
Perché usi ancora il mio cognome? Che fine ha fatto "[T/n]"?
«Yuji -»
Mi interruppe. «No, lascia stare. Sono stato un cretino a starti dietro tutto questo tempo.»
Quindi non vuoi essere mio amico?
«Non dire così. Non ho detto che non mi piaci! È solo che - che io -» sentii la mia voce che si spezzava. Patetica. «- Non so come gestirlo. Non so come fare ad avere una relazione. Non lo faccio apposta.»
«E allora perché cazzo hai continuato a parlarmi? Perché non sei stata chiara fin da subito?» Iniziò ad alzare la voce.
Non urlare, ti prego.
«Non pensavo ti saresti affezionato a me. Pensavo ci stessimo solo divertendo.»
«"Affezionato a me",» imitò malamente la mia voce. «Ma ti senti quando parli? Che hai, cinque anni?»
Perché mi stai insultando adesso?
«Massì, hai ragione. Volevo solo scoparti. Non mi importava un cazzo di quello che mi dicevi o di quello che facevi. Ma se ti blocchi quando qualcuno ti dice "mi piaci", non oso immaginare cosa succede se ti tirano fuori il cazzo davanti.»
Perché sei così cattivo?
«Ora smettila,» mormorai. Volevo urlare anche io e mandarlo a quel paese, ma le sue parole mi ferirono più di quello che pensavo.
«Oh, no! Ho tutto il tempo del mondo per dirti quello che penso! D'altronde non vuoi che aspetti mio cugino da solo e al buio, o mi sbaglio?» mi schermì.
Qualcuno bussò alla mia porta, e senza aspettare che rispondessi la aprì. Osamu ed Atsumu erano lì, in boxer e maglietta e con i capelli spettinati. Dovevano essersi svegliati per colpa nostra.
«Va tutto bene, [T/n]?» chiese Atsumu, con gli occhi fissi su Terushima, che non sembrava più così spavaldo ora.
«Il tuo amico fa troppo casino. Dobbiamo mandarlo via?» fece Osamu, e vidi Yuji sbiancare.
«No. Ci penso io,» dissi, raccogliendo la poca dignità che mi era rimasta. Mi rivolsi a Terushima e gli dissi, «Non so chi cazzo ti credi di essere per dirmi queste cose quando stavo solo cercando di fare ordine nella mia testa e di non rifiutarti così, sul momento. Pensa che stavo perfino considerando di provare a darti una possibilità, andando contro a tutto quello che provo in questo momento, ma non ne sarebbe valsa la pena. Scommetto che riesci a conquistare molte ragazze con i tuoi modi sopraffini, quindi perché non te ne torni a Miyagi e te ne trovi una che non faccia la timida quando le confessi i tuoi falsi sentimenti o tiri fuori il cazzo?»
Terushima sembrava a corto di parole. Meglio, perché non avevo intenzione di ascoltarlo ulteriormente. «Per quanto mi riguarda, ho ancora abbastanza senso morale per non farti vagare per strada fino all'arrivo di tuo cugino, ma non ti voglio in casa mia. Vai ad aspettarlo sulla veranda, o fai quel cazzo che ti pare. Non me ne importa più niente.» Per sottolineare le mie parole, gli indicai la porta di camera mia.
I miei fratelli si spostarono, come ad invitare Terushima ad uscire, cosa che fece, correndo via con la coda tra le gambe.
«Stai bene?» mi chiese Osamu, quando sentii la porta di casa chiudersi.
«Sì. Non era nulla di importante, alla fine,» mentii.
Quando i miei fratelli si furono assicurati che fosse tutto a posto - o meglio, quando li convinsi che era così, mi lasciarono sola.
Mi buttai sul letto, senza prendermi nemmeno la briga di svestirmi, e sperai di addormentarmi il più presto possibile, prima che i miei pensieri mi divorassero viva.
Ciao!
Vorrei sapere cosa pensate di questo capitolo e se sono chiare le emozioni provate da [T/n]. Ovviamente, nella mia testa, riesco a capire chiaramente cosa voglio esprimere con le frasi che scrivo, ma non posso sapere se per voi è lo stesso, quindi mi farebbe piacere capire se va bene o meno il modo in cui vi sto comunicando i sentimenti del personaggio.
In ogni caso spero che il capitolo vi sia piaciuto.
Alla prossima! <3
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