Io e Suna lo facemmo di nuovo la notte dopo, e quella dopo ancora. Ormai avevo perfino smesso di lottare con me stessa e cercare di giustificare il mio comportamento. Il fatto era che non c'era nulla di logico nell'andare a letto con Suna, e forse era proprio quello che mi attraeva a lui come un magnete. Durante il giorno ci comportavamo come sempre, ma di notte sgattaiolavamo l'uno nella stanza dell'altra e ci usavamo a vicenda per non pensare. Senza il problema della scuola la mattina seguente, non dovevamo preoccuparci che i miei fratelli entrassero nelle nostre stanze la mattina presto, trovandoci addormentati nello stesso letto in un groviglio di lenzuola, e dormivamo tranquilli.

Il venerdì sera, alla festa di Iseri c'era meno gente del solito. Molte persone erano partite per le vacanze, lasciando il nostro paesino per luoghi più freschi come la montagna o posti più rilassanti come il mare.
Iseri si divertiva come un matto a cercare di creare della tensione sessuale tra me e Suna (senza sapere che ce n'era già abbastanza). Ci faceva giocare a giochi stupidi come obbligo o verità, oppure il gioco della bottiglia, e si arrabbiava se non accettavamo di partecipare, chiamandoci "guastafeste" e poi dimenticandosi completamente del gioco, andando a fare altro.

Ad un certo punto della serata, mi ritrovai da sola. Atsumu se n'era andanto a casa dicendo di aver mal di testa; Iseri era collassato su un divanetto; Miyagawa stava ballando con un ragazzo decisamente carino; Osamu e Kumiko erano spariti e non riuscivo a trovarli da nessuna parte; Suna stava facendo una gara di shots con dei suoi amici.
Uscii in giardino, dove la musica non era così forte ed erano presenti solo una manciata di persone. Mi sedetti sui gradini della veranda e presi il telefono, scorrendo tra le notifice.
Avevo una chiamata persa da un numero sconosciuto (probabilmente qualche call center o qualcuno che aveva sbagliato) e tre da Terushima. Mi sentii improvvisamente colpita dall'anisa. Erano di un'ora prima. E se gli fosse successo qualcosa?
Lo richiamai immediatamente.
Per fortuna, rispose dopo qualche squillo.
«Hey,» mormorò, la voce impastata dal sonno.
«Va tutto bene?» chiesi subito.
«Sì. Prima non potevi rispondere?»
«Scusami, sono ad una festa e non ho sentito il telefono. Avevi bisogno?»
«Sì - cioè, no. Avevo solo voglia di parlare con te.»
Sorrisi, anche se lui non poteva vedermi. «Se vuoi posso parlare un po' ora. Sei stanco?»
«Non preoccuparti, torna pure alla festa. Già averti sentita mi ha fatto calmare.»
«Perchè, eri agitato?»
Terushima rimase in silenzio per qualche secondo, poi mormorò un "Merda" a bassa voce e disse, «Sì. È abbastanza patetico, ma mi è venuta ansia per domani. Insomma, so che parliamo sempre e il primo incontro c'è già stato ed è andato anche bene, però - non so, non vedo l'ora di rivederti, ma ho paura di fare qualche stronzata.» Lasciò adare una risata nervosa.
«Yuji,» sussurrai quasi. «È una cosa dolcissima. Non ti devi preoccupare, però. Non rovinerai niente. Siamo amici in fin dei conti, cosa può andare storto?»
Tersuhima rimase di nuovo zitto.
«Sei ancora lì?» chiesi.
«Sì, sì, scusa. Sono molto stanco. Ci sentiamo domani?»
«Certo. Scrivimi quando parti.»
«D'accordo. 'Notte.»
«'Notte.»
Attaccai e lasciai andare un sospiro che non sapevo di star trattenendo. Non pensavo che un ragazzo come Terushima potesse provare ansia per cose simili. Anche io, ovviamente, ero un po' agitata al pensiero di rivederlo dopo settimane di messaggi e videochiamate, ma non in maniera negativa. Terushima mi piaceva e mi piaceva il rapporto semplice che avevamo. Era una bella amicizia, divertente e spensierata.
«Era il biondo dell'altra volta?» chiese una voce fin troppo familiare alle mie spalle.
Suna si sedette di fianco a me, barcollando leggermente, con le mani nelle tasche della felpa e l'aria annoiata. «Quello con cui eri in videochiamata mentre io e 'Samu giocavamo a nascondino?»
Feci mente locale e ricordai la serata di cui stava parlando. Dissi, «Sì, è lui.»
«È il tuo ragazzo?»
Lo guardai alzando un sopracciglio. «Secondo te andrei a letto con te se avessi un ragazzo?»
Suna si strinse nelle spalle. «Che ne so. Io non giudico mica.»
«Già. Potevo immaginare che avessi una morale degna di un topo.»
Suna rise. «Tu capisci sempre quello che vuoi, vero?»
Lo guardai interrogativa.
«Io non tradirei mai la persona con cui sto. Se tu vuoi farlo, sono cazzi tuoi,» disse.
«Beh, non è così.»
Suna annuì. «E allora cosa siete voi due?»
Io feci spallucce. «Amici.»
Suna si alzò lentamente, come se fosse stanchissimo. «Stai attenta, [T/n]-chan. Non lo sai, ma sei bravissima a spezzare i cuori della gente.»
«Hai paura che spezzi il tuo?» lo presi in giro, anche se non avevo capito la sua frase del tutto. Di chi avrei spezzato il cuore?
«Con me non avrai questo tipo di problema,» rispose.
«Lo vedremo.»
Suna fece un sorrisetto divertiro, e se ne tornò in casa.

Tornai a casa dopo poco, accompagnata da un amico di Miyagawa che passava di lì per andarsene a sua volta.
L'alcool mi aveva messo un gran sonno, ma riuscii comunque a scrivere un messaggio a Kumiko.

[a: Miko<3]: Hey, sono andata a casa. Non ti trovavo quindi non sono riuscita a salutarti, scusa. Spero tu stia bene e ti stia divertendo. Scrivimi quando sei a casa <3

E lasciai il telefono sul comodino, mettendolo sotto carica.
Ci misi un po', ma alla fine mi addormentai.

Mi svegliai al suono della mia porta che si apriva. Era troppo buio ed i miei occhi erano troppo stanchi per vedere chiaramente chi fosse, ma lo capii non appena quella persona si intrufolò nel mio letto e mi attirò al suo corpo in un abbraccio.
«Che fai?» mormorai.
«Shh,» mi zittì Suna. «Dormi.»
Mi accoccolai meglio tra le sue braccia e lasciai che il sonno si impossessasse nuovamente di me.

Ciao!
Come state?
Ultimamente non mi sento molto soddisfatta dei capitoli che sto pubblicando. Se pensate che non siano belli, vi prego fatemelo sapere. Preferisco riscriverli e ripubblicarli piuttosto che lasciare qualcosa di mediocre. :)
Al prossimo capitolo! <3