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25

Mia madre era uscita da camera mia solo da qualche minuto quando qualcuno bussò alla porta.
«Avanti,» dissi.
Mi sorpresi nel vedere Suna, di solito non bussava. Si chiuse la porta alle spalle e si sedette sulla mia sedia girevole.
«Che vuoi?» chiesi.
«Far vedere a tua madre che sono vivo. È ancora preoccupata?»
Sbuffai. Mi stava evidentemente prendendo in giro. «Chiedilo a lei, no?»
«Credo che ora sia più tranquilla,» decise.
Rimanemmo in silenzio per qualche secondo, inconsciamente iniziando una gara di sguardi. Era difficile sostenere lo sguardo di Suna, solitamente, ma oggi era talmente spento che non ebbi particolari difficoltà. Dentro di me, pensavo, perché ha questi occhi? Si sta comportando normalmente, ma starà veramente bene?
Suna, che di solito era bravo a sostenere il mio sguardo, stavolta non ce la fece e fu il primo a spostare gli occhi su qualcos'altro.
«Vuoi chiedermi com'è andata ieri, non è così?» mi domandò, fissando il pavimento. «Te lo leggo negli occhi che stai cercando di capire cosa mi passa per la testa. Chiedi e basta,» borbottò.
Mi appoggiai alla parete dietro al mio letto e fissai il soffitto. «Perché devo essere io a chiedere? Se vuoi farlo, parla e basta.»
Suna rimase in silenzio per un po', nessuno dei due che osava portare lo sguardo alla stessa altezza dell'altro.
«Yuki era molto contenta di vedermi,» iniziò. «Continuava a prendermi in giro e a dirmi che le ero mancato. È una ragazzina veramente fastidiosa,» rise leggermente, un sorriso affettuoso che gli si formava in viso, ma, veloce com'era arrivato, scomparve. «Mia madre cercava di essere buona e gentile con me, ma era arrabbiata e si vedeva. Sai quando cerchi di giustificare il comportamento di qualcuno ma, allo stesso tempo, non riesci comunque a perdonarlo? Ecco, era così. Poi credo che mio padre non volesse fare questa cena. Ha passato tutta la serata in silenzio, se non per qualche commento da vero stronzo nei miei confronti. Non lo so, è stato... boh. Vorrei tornare a casa solo per far felici mia mamma e mia sorella e per dar fastidio a mio padre, ma so che la calma durerebbe solo qualche giorno, fino a quando mio padre ed io non ricominceremmo ad urlarci contro a vicenda,» sospirò. «Però ho mangiato veramente bene e veramente un sacco! Anche se, dopo aver provato la tua cucina, qualsiasi cosa sembra più appetitosa,» cercò di sdrammatizzare.
Trattenni la parte di me che gli voleva lanciare un cuscino. Suna era triste. Non so perché avesse deciso, tutto d'un tratto, che era meglio cercare di non mostrarlo.
«Stamattina sei veramente andato a correre?» chiesi piano.
«Sì, ma mi sono fermato dopo un'oretta. La verità è che non volevo tornare qui prima di aver deciso se andarmene o se restare. Non volevo affrontare i tuoi,» ammise, ed io mi sorpresi della facilità con cui glie lo avevo tirato fuori. Insomma, non era la prima volta che Suna si confidava con me, ma era la prima volta che accadeva alla luce del giorno o in un momento di lucidità.
«Nessuno vuole cacciarti o chiederti cos'hai intenzione di fare. Prenditi tutto il tempo che ti serve per decidere. Ai miei piace averti in casa, sanno che fai tanta compagnia ai miei fratelli,» dissi. «E a me.»
Finalmente, mi guardò. «Sono di compagnia per te, [T/n]-chan?» sorrise divertito.
«Sei d'intrattenimento. Come un animaletto,» risposi, copiando lo stesso sorriso.
«Anche zoofila, oltre che pedofila?»
Stavolta gli lanciai il cuscino e lui rise, infastidendomi ancora di più. Forse.
«Bene, ora puoi anche continuare a vivere la tua giornata senza l'ansia di pensarmi in un fosso,» disse alzandosi.
«Era più una speranza, la mia. Un desiderio, forse.»
«Perché ti piacerebbe curare le mie ferite? Sai che ti ricompenserei nel modo giusto.»
«Vai al diavolo, Suna.»
«E lasciarti qui? Ti mancherei troppo.»
Gli feci il dito medio e lui se ne andò ridendo.

Non sentivo Miyagawa ed Iseri dalla fine della scuola, quindi mi fece molto piacere ricevere un messaggio dall'ultimo.

[da: Iseri]: Ciao [T/n], come stai? Questo venerdì facciamo una festa a casa mia. Vieni? Chiedi anche ai tuoi fratelli se vuoi.
Ps: ho invitato anche Suna, se volete un po' di privacy chiedi pure e provvederò a trovarvi una stanza ( ͡° ͜ʖ ͡°)

[a: Iseri]: Hey! Sì verrò volentieri. E non avrò bisogno di privacy con Suna, grazie tante :/ Ci vediamo venerdì. Fammi sapere se devo portare qualcosa

Buttai il telefono sul divano e ripresi a fare i compiti. Mi arrivarono un altro paio di notifiche, ma supposi che fosse ancora Iseri quindi non mi preoccupai di guardare.
Osamu si sedette di fianco a me sul pavimento.
«Ti disturbo?» chiese titubante.
Già dal tono che stava usando, capii che c'era qualcosa che non andava. Sembrava agitato.
«No,» feci, posando la matita con cui stavo scrivendo. «Va tutto bene?»
'Samu prese a giocare con le sue stesse dita senza guardarmi. «Ho bisogno di un consiglio. Ma non puoi fare domande o dire niente a nessuno.»
Alzai un sopracciglio, studiandolo. Da quando era così misterioso? «Sentiamo.»
«Se, ipoteticamente, tu avessi una ragazza - o un ragazzo, o chi vuoi tu - e fosse il suo compleanno entro poco tempo, come faresti per capire che regalo vuole?»
Mi presi qualche secondo per elaborare ciò che avevo appena sentito. Quindi mio fratello ha una ragazza? Chi è? Atsumu lo sa? Suna lo sa? Perché non vuole renderlo pubblico? O dirlo almeno a noi?
«Mhm.» Mi mossi sul posto, improvvisamente incapace di stare ferma. «Non so, ti ha parlato tanto di qualcosa in particolare negli ultimi tempi? Magari qualcosa di materiale che sembra voglia tanto avere ma che non ha mai comprato.»
'Samu ci pensò un po'. «Non credo.»
«Sai se ha dei gusti particolari in fatto di regali? Tipo, preferisce ricevere gioielli, libri, cose fatte a mano, qualcosa fatto da te...?»
Mio fratello si strinse nelle spalle. «Non è una da gioielli. Boh, potrebbe piacerle qualcosa fatto da me, ma cosa ad esempio?»
Stavolta fui io a stringermi nelle spalle. «Non so, 'Samu. Non sapendo chi è è difficile darti consigli.»
Lui annuì. «Cercherò qualcosa su internet. Grazie comunque.» E con questo, se ne andò.
Io rimasi lì a pensare e pensare e pensare. Ora ero troppo curiosa di sapere di chi si trattasse. Insomma, 'Samu aveva già avuto un paio di ragazze e non l'aveva mai tenuto nascosto. Non lo aveva mai nemmeno ostentato, ma io e 'Tsumu eravamo sempre i primi a saperlo. Perché stavolta era diverso? E se non lo avesse detto solamente a me? Avevo fatto qualcosa per meritarmi di essere esclusa da parte della sua vita? Cercai di tranquillizzarmi, ma invano. In quel periodo mi sembrava che chiunque fosse lontano chilometri e chilometri da me. Mi sentivo parecchio sola.
Presi il telefono e trovai due messaggi dall'unica persona che, in qualche modo, era stata una costante nelle ultime settimane: Terushima. Mi sentii in colpa perché non gli stavo dando abbastanza importanza. Anche se, probabilmente, stava solo cercando di tenermi buona per le sue occasionali vacanze in famiglia, era l'unico che si prendeva la briga di scrivermi quasi ogni giorno per sapere come stavo ed ascoltarmi parlare della mia giornata.
Gli scrissi:

[a: Terushima Yuji]: Sono contenta di vederti tra una settimana.



Ciao!
Ragaz, non so mai cosa scrivere alla fine dei capitoli ultimamente. Mi ta piacere però vedere i commenti e rispondere :) Quindi continuate a farlo!
Al prossimo capitolo <3

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