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La giornata era cominciata davvero male. Ero andata in palestra prima dell'inizio delle lezioni per dare il pranzo ad Atsumu (che se lo era dimenticato a casa) e Suna aveva deciso che sarebbe stato davvero molto divertente rovesciarmi la sua borraccia in testa. Il coach l'aveva punito con trenta giri di campo, ma questo non aiutò a placare i miei nervi.
Ero corsa in bagno ed avevo cercato di asciugarmi come potevo con scarsi risultati. La mia giacca aveva coperto gran parte del blazer baige dell'uniforme, ma la parte scoperta della camicetta era completamente zuppa e non faceva niente per nascondere il mio reggiseno.
La campanella suonò, con il tempismo meno opportuno di sempre, così cercai di coprirmi il più possibile con il blazer e legai i capelli per sembrare un po' meno disordinata. Corsi in classe prima di fare tardi.
Suna sorrise beffardo quando mi vide entrare. «Piove? Non l'avevo notato»
Alzai un sopracciglio e mi avvicinai lentamente al suo banco, come se avessi tutto il tempo del mondo. Suna aveva già tirato fiori il libro per la prima lezione, così ne approfittai per slegarmi i capelli e strizzarli, in modo che tutta l'acqua rimasta finisse sul suo libro. Feci lo stesso con la mia giacca e poi con la camicetta.
«Tu sei proprio -» iniziò il moro, ma mio fratello Osamu si sedette di fianco a lui, al suo solito posto, e disse «Te la sei cercata».
Suna chiuse la bocca e mi guardò in cagnesco, poi il suo sguardo si spostò e la sua espressione cambiò, facendo spazio ad un sorriso divertito. Una voglia improvvisa di prenderlo a schiaffi si fece strada nella mia testa.
«Carino il tuo reggiseno. È pizzo?» Indicò.
Chiusi in fretta e furia il blazer e lo mandai a quel paese prima di sedermi al mio banco e rilegarmi i capelli. Quel ragazzo era veramente insopportabile.

Per mia grande fortuna, avevo degli amici e non ero costretta a pranzare da sola o con i miei fratelli. Ero nella classe della mia amica Kumiko e stavamo parlando degli affari nostri, quando due suoi compagni di classe si avvicinarono a noi.
«Hey, Kumiko. Ci sarai alla festa domani sera?» Chiese uno dei due. Era un ragazzo alto e muscoloso, con dei capelli lunghi e scuri e gli occhi di chi si crede superiore ad ogni altro essere vivente.
La mia amica annuii e spostò lo sguardo su di me. «Hai da fare domani?»
«No», risposi.
«Oh, ma allora devi totalmente venire alla nostra festa!» disse l'altro ragazzo. Lui era più basso, ma altrettanto muscoloso. Si passò una mano tra i capelli corti e castani e mi sorrise apertamente.
Guardai la mia amica e lei mi fece un cenno di incoraggiamento con la testa.
«Certo. Ma voi siete...?»
Il ragazzo castano rise di gusto. Era come se brillasse di luce propria. «Scusa, che maleducati! Io sono Miyagawa Chiasa e lui è Iseri Dai»
Gli sorrisi. «Piacere»
«Tu sei la sorella dei gemelli Miya, vero? [T/n]» Chiese Iseri.
«Esatto»
«Però non gli assomigli molto»
Ecco, il solito commento. «Perchè sono stata adottata»
«Oh», ora Iseri era visibilmente in imbarazzo. «Scusami»
Io risi, cercando di alleviare la tensione. Chissà perché la gente si sentiva così a disagio ogni volta che saltava fuori l'argomento. «Nessun problema. Allora, devo portare qualcosa a questa festa?»
Miyagawa, senza perdere un secondo, disse «Nulla! Se vuoi invita pure i tuoi fratelli o qualche altro tuo amico»
Io annuii e la campanella suonò. Presi le mie cose e diedi un bacio sulla guancia a Kumiko. «Mi scrivi tu per i dettagli?»
«Certo», mi sorrise lei mettendo a posto le sue cose.
Salutai Iseri e Miyagawa, poi me ne tornai nella mia classe.

Stranamente quella sera Suna non era a casa nostra, quindi ne approfittai per parlare con i miei fratelli in privato. Non mi piaceva raccontare dei fatti miei davanti ai loro amici (tantomeno se si trattava di quel cretino di Suna) ma volevo comunque che fossero partecipi nella mia vita. Serate come questa mi permettevano di aggiornarli su potenziali novità e di sentire se gli era successo qualcosa di nuovo.
Mentre aspettavamo che Atsumu si facesse la doccia, Osamu cucinava ed io preparavo la tavola.
«Come va con 'Tsumu?» gli chiesi.
Ormai il malumore del biondo era presente da quasi un mese ed ero stanca di vederlo così giù.
Osamu si strinse nelle spalle. «Va meglio. Da quando mi sono rassegnato al fatto che mio fratello è troppo egoista per essere felice per me, litighiamo meno»
«Sai com'è fatto. Ti vuole al suo fianco»
«No, gli importa soltanto della fama che avevamo raggiunto. Ora che non saremo più i "fantastici gemelli Miya", dovrà essere spettacolare da solo. Non che non ci riuscisse già prima»
«È questo il suo problema, 'Samu. Pensa di non potercela fare da solo e si sta consumando per raggiungere il suo obbiettivo. Devo ricordarti che questa è la prima sera che ceniamo insieme dopo settimane perché si allena ogni volta fino a tardi?»
Osamu sbuffò. Gli misi una mano sulla spalla e mi appoggiai al ripiano della cucina affianco a lui. «So che è difficile per te e che vorresti solo che tuo fratello ti sostenesse, ma devi essere ancora un po' paziente. Sono certa che presto capirà»
Sembrava che 'Samu volesse ribattere, ma non lo fece.
A cena eravamo tutti silenziosi, a discapito della mia voglia di chiacchierare con loro, ma presi coraggio e chiesi ai miei fratelli se volessero venire alla festa di Iseri e Miyagawa. All'inizio erano entrambi titubanti, ma riuscii a convincerli. Magari sarebbe stata l'occasione giusta per farli sciogliere e divertirsi un po'.

Ciao!
Ecco il secondo capitolo. Spero vi piaccia e che continuerete a leggere la storia.
Come sempre consigli e commenti sono sempre ben accetti! Al prossimo capitolo :)

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