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!!TW: alchol use!!

Trovarmi in una casa che non conoscevo, circondata dagli ex compagni delle medie di Suna ed Iseri, completamente sobria non era una delle mie cose preferite.
Era una festicciola tranquilla, c'era dell'alcool ma nessuno sembrava intenzionato ad ubriacarsi (almeno per il momento).
Suna presentò me ed i miei fratelli a molti dei suoi amici - defindendo Atsumu ed Osamu i suoi compagni di pallavolo e migliori amici e me semplicemente come la loro sorellina - ma dopo un po' mi stufai di stargli intorno. Mi sentivo a disagio con Suna di fianco, non riuscivo a parlare senza avere paura di essere presa in giro e socializzare con le altre persone era troppo difficile da fare in silenzio. Decisi di cercare Iseri e Miyagawa. Loro sicuramente non mi avrebbero fatta sentire così fuori posto.
Li trovai in cucina, ma stavano parlando con due ragazze e non volevo disturbarli. Sospirai e presi una lattina di birra. Mi mancava Kumiko, avrei tanto voluto che fosse qui. Ma perché avevo accettato di andare a quella stupida rimpatriata? Cosa c'entravo io in tutto questo? E poi, Suna nemmeno mi voleva qui...
«Anche tu non conosci nessuno?» chiese qualcuno con un adorabile accento affiancandomi.
Mi girai verso la voce allegra e mi trovai di fianco un ragazzo alto ed affascinante. Aveva capelli biondi e corti. Era muscoloso, con un sorriso furbo in volto e gli occhi illuminati di divertimento.
«Già,» ammisi.
Lui mi sorrise simpatizzante e prese una birra a sua volta. Mi porse la mano e disse, «Io sono Terushima Yuji, piacere.»
La strinsi. «Miya [T/n],» mi presentai.
Bevve un sorso del suo drink. Ero attratta dal modo in cui beveva, oltre al suo aspetto; da come il pomo d'Adamo saliva e scendeva man mano che ingeriva il liquido, dal modo in cui le sue mani stringevano la lattina.
«Come sei finita qui?» Chiese.
«Un compagno di pallavolo dei miei fratelli li ha invitati e loro hanno portato anche me,» spiegai in breve. «Tu invece?»
«Sono venuto a trovare i miei parenti e mio cugino mi ha trascinato qui.»
Annuii. Continuammo a parlare per un po', e la tensione sulle mie spalle si affievolì notevolmente.
Suna ed i miei fratelli entrarono nella stanza assieme ad altre due persone e mi fissarono con sguardi interrogativi vedendomi ridere e scherzare con un estraneo. Io li ignorai.
Terushima era simpatico, dava l'impressione di essere il solito cretino a cui piace provarci con ogni persona nella stanza, ma il modo in cui mi raccontava della sua squadra di pallavolo e delle altre sue passioni era tutt'altro che superficiale.
Osamu ed Atsumu si avvicinarono a noi. Li presentai e lasciai che facessero conversazione. Ero contenta di restare lì ad ascoltarli interagire.
Quando mi guardai intorno, incontrai lo sguardo di Suna. Ci stava osservando ma non sembrava avere intenzione di avvicinarsi. Una ragazza gli stava parlando, e lui nemmeno la guardava. Alzai un sopracciglio a mo' di interrogativo, ma Suna si limitò ad imitare il mio gesto in risposta. Gli lanciai uno sguardo annoiato e riportai la mia attenzione sugli altri. Fu quello il momento in cui, nella mia testa, la situazione si ribaltò. Ora, in qualche modo, ero io ad avere il coltello dalla parte del manico, ed ero certa che, se avessi premuto i pulsanti giusti, quella sera sarei riuscita a tirar fuori una reazione da Suna.

Diedi il meglio - anzi, il peggio di me. Ogni volta che Suna era nelle vicinanze, facevo in modo di dargli fastidio: andandogli addosso; pungulandogli il fianco; rubandogli il posto a sedere... Ma non diede alcun risultato. Nessuna reazione.
Ora stavo parlando con Terushima su uno dei divanetti presenti in sala. Probabilmente la sua intenzione era quella di rimorchiarmi, ma mi piaceva stare al gioco. Vedere quanto sia semplice tenere nel pugno della mano un ragazzo aveva un qualcosa di divertente che non sapevo spiegare; mi faceva sentire potente.
Osamu si sedette di fianco a me a peso morto e prese a messaggiare al telefono.
Cercai di sbirciare ma lui girò lo schermo. Di solito non gli importava se spiavo le sue conversazioni, quindi la cosa mi lasciò interdetta.
«Che mi nascondi?» gli chiesi.
«Niente,» rispose lui, ma stette attento a non mostrarmi il suo telefono.
Decisi di non pensarci e riportai la mia attenzione su Terushima.
«Ti va di andare a farci un giro?» chiese.
«Un giro per la casa?»
«No, un giro fuori dalla casa.»
Ci pensai un attimo. «Non credo sia una buona idea. Né io né te siamo di queste parti...»
«Eddai. Abbiamo i telefoni per ogni emergenza e non ci allontaneremo molto.»
Riflettei ancora qualche momento. Massì, pensai. Cosa può andare storto?
Avvertii 'Samu delle mie intenzioni e lasciai la casa assieme a Terushima.

Le strade erano deserte ed il cielo buio pesto. Le luci dei lampioni nascondevano le stelle, ma era ancora possibile distinguere le più luminose.
«Senti, dimmi la verità,» fece Terushima dopo qualche minuto di silenzio. «Tu e quell'amico dei tuoi fratelli... C'è qualcosa tra voi, vero?»
Lasciai andare una risata nervosa. «Come? Assolutamente no.»
«Beh, ma qualcosa c'è stato. O è così, oppure avete un'amicizia davvero strana.»
«Nessuna delle due cose. Non siamo amici, e non c'è mai stato niente tra di noi, se non il piacere nel darci fastidio a vicenda.»
«Mhm,» mormorò il biondo, pensieroso. «Strano,» concluse.
Camminammo per qualche altro minuto, poi il mio telefono iniziò a vibrare nella mia tasca. Lo presi e risposi dopo aver visto il nome di Atsumu sullo schermo.
«Pronto?»
«[T/n], dove sei?»
«In giro. Perché?»
«Puoi tornare? Miyagawa ed Iseri hanno deciso di rimanere qui a dormire, e Suna ci ha offerto di dormire da lui.»
Sbuffai. «Fate sul serio?»
«Dai, non possiamo mica obbligarli a riaccompagnarci a casa. Sono stati già gentili a portarci fin qui... Avviso io mamma e papà.»
Sospirai. Sapevo che ormai la decisione era già stata presa, quindi c'era poco che potessi fare. «Va bene. Volete già andare via?»
«Io e Suna ci siamo stancati, e anche a 'Samu va bene andare a casa. Ci dà un passaggio un amico di Suna. Torna qui.»
«Va bene, va bene. Arrivo,» e attaccai.
«Tutto ok?» chiese Terushima, accigliato.
«Sì, sono solo i miei fratelli. Ti scoccia se torniamo indietro? Mi stanno aspettando.»
«Oh, quindi stai andando via?»
«Credo di sì.»
«Allora prima permettimi di fare una cosa,» disse, prendendomi la mano e tirandomi a lui.
Sapevo quello che stava per succedere, e non lo respinsi. Baciai quel ragazzo solo per il gusto di farlo. Sentii il suo piercing di metallo a contatto con il mio labbro inferiore e le sue mani vagare sul mio corpo. Baciava decisamente bene.
Ci baciammo per qualche minuto, poi mi riaccompagnò alla festa. Lo salutai come se non fosse successo nulla e lui non fece mosse avventate, probabilmente capendo che era meglio che i miei fratelli non lo vedessero. Promise di scrivermi, ma presi le sue parole con estrema diffidenza. Non era la prima volta che baciavo un ragazzo ad una festa per poi non risentirlo mai più. Ci eravamo divertiti, ma quello non voleva dire che sarebbe accaduto di nuovo. Non mi aspettavo nulla da questo tipo di cose.
I miei fratelli, in macchina, mi riempirono di domande, prendendomi in giro per i capelli leggermente scompigliati e le labbra gonfie. Io li lasciai fare. Non avrebbe avuto senso smentire qualcosa di vero. Semplicemente, risi con loro.

Ciao!
Appare un Terushima selvatico.
Domanda: a voi piace il personaggio di Terushima? Sento sempre opinioni contrastanti. A me non dispiace, anzi mi sembra uno dei personaggi più "realistici" a livello di ragazzo adolescente con gli ormoni a palla e una gran voglia di divertirsi. Poi è ovvio che ci sia altro oltre a questo che mi piace del suo personaggio.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto e alla prossima volta! :)

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