10
«Che cazzo ci fai nel mio letto, Suna?» cercai di non urlare.
Lui borbottò un «Dopo» e si girò dall'altra parte dandomi le spalle.
Rimasi per qualche secondo ad osservarlo scioccata. Parte della sua schiena e le sue spalle muscolose sbucavano fuori dalle coperte. Mi faceva male la testa ed avevo lo stomaco in subbuglio, e le cose peggiorarono quando mi sforzai di ricordare cos'era successo la notte precedente.
Spinsi Suna, che cadde dal letto. Si alzò con un gemito e mi guardò in cagnesco. «Non potevi lasciarmi dormire ancora un po'?»
«Che cosa...?» Cercai di parlare ma avevo la gola secca. Suna indossava solo i boxer e sembrava sentirsi fin troppo a suo agio.
Mi sarei ricordata se ci avessi fatto sesso, no? Io avevo addosso il mio solito pigiama e la cosa mi tranquillizzò un po'.
«Che cos'è successo ieri? Perché sei qui? E mezzo nudo per giunta!» riuscii finalmente a parlare.
Lui sbuffò e raccolse i suoi vestiti da terra.
«Non te lo ricordi?»
«Ovviamente no!»
Stavo cercando di tenere il tono di voce basso. La sveglia sul mio comodino segnava le 8:03 di mattina, quindi probabilmente il resto degli abitanti della casa dormivano ancora.
Suna si mise i pantaloni e si sedette con me sul letto. «Da dove devo cominciare?»
«Direi dalla ragione per cui hai dormito qui»
Si passò una mano tra i capelli ancora assonnato. «Quando ti ho accompagnata a casa mi hai chiesto se volessi stare qui visto che non avevo un passaggio per il ritorno»
«E perché mai sarei stata così gentile?»
Suna fece spallucce. «Probabilmente perché mi stavi divorando la faccia nel frattempo»
Mi coprii il viso. «Non può essere vero», piagnucolai. «Ed abbiamo anche...?»
Suna rise della mia disperazione. «No. Non eravamo abbastanza sobri per farlo. Però ci abbiamo provato»
Mi buttai di faccia sul cuscino. «Voglio morire»
«Ieri sera non ti lamentavi così tanto»
Alzai lo sguardo su di lui. «Spiegami come siamo arrivati a questo»
«Vuoi i dettagli? D'accordo. Tu eri ubriaca, io ero fatto ed avevamo passato tutta la notte a stuzzicarci a vicenda. Non pensavo che saremmo arrivati fino a quel punto sinceramente» rise di nuovo, ed io volevo ammazzarlo. «Stavamo battibeccando come facciamo di solito mentre camminavamo e poi tu mi hai dato del codardo perché quando tu ti avvicinavi io spostavo lo sguardo. Sapevo che la tua era solo una provocazione, ma non stavo pensando e volevo dimostrarti che avevi torno. È colpa tua, infondo», concluse.
Lo spinsi di nuovo giù dal letto, e questa volta sorrisi soddisfatta alle sue imprecazioni.
Mi risedetti composta e feci qualche respiro profondo. «Errare è umano» dissi a me stessa.
Suna mi guardava dal pavimento. «Non sembrava che lo considerassi un errore ieri», ridacchiò.
Gli lanciai un cuscino e mi alzai dal letto.
«Non uscire da camera mia» gli dissi. Una frase che non avrei mai pensato di rivolgere a Suna.
Presi dei vestiti puliti, poi andai in bagno a farmi una doccia.
Quando tornai in camera venti minuti dopo, Suna stava dormendo nel mio letto.
Decisi di lasciarlo stare ed andai in cucina per preparare la colazione per la mia famiglia. Mio padre scese qualche minuto dopo e mi spettinò i capelli in modo affettuoso.
«Buongiorno,» sorrise. «Sei tornata tardi stanotte. Com'è che sei già sveglia?»
Gli porsi una tazza di caffè. «Potrei chiederti la stessa cosa. Non hai finito il turno alle due stamattina?»
Lui bevve il caffè e si strinse nelle spalle. «Ormai il sonno è un lusso più che una necessità. In più tua mamma continua a russare»
Risi e bevvi la mia tisana, che stava facendo miracoli per il mal di testa ed il mal di stomaco.
Ora che Suna me ne aveva parlato, riuscivo a ricordare qualcosa in più del nostro bacio. Sicuramente non mi avvicinavo a lui per cercare un contatto, ma mi piaceva vederlo imbarazzato. Poi mi venne in mente anche quando eravamo entrati in camera mia, baciandoci, e sbattendo la porta alle nostre spalle. Mi ero arrabbiata tantissimo con Suna per aver fatto rumore, ma lui aveva sorriso ed aveva ripreso a baciarmi, ed io non ero stata capace di tenergli il muso. Ci eravamo spogliati a vicenda ed eravamo finiti nel mio letto, ma ridevamo troppo per combinare veramente qualcosa (per fortuna, aggiungerei), così ci eravamo distesi sulle coperte ed avevamo parlato per qualche minuto - non saprei dire di cosa. Poi io ero andata in bagno e mi ero messa il pigiama, e quando ero tornata in camera Suna era sotto le coperte che guardava il cellulare. Mi ero sdraiata accanto a lui ed avevo spento la luce, poi mi ero addormentata.
Ancora una volta, mi ritornò alla mente la faccenda del mio padre biologico. Non avevo parlato con nessuno delle ricerche sui miei genitori, solo con Kumiko, ma non le avevo ancora detto nulla dell'episodio del giorno prima. Non volevo pensarci, non volevo stare male, ma non riuscivo a togliermelo dalla testa.
Guardai il mio padre adottivo e valutai se dirgli tutto. Come si sarebbe sentito? L'avrei offeso se gli avessi confessato di aver cercato i miei veri genitori? Si sarebbe sentito come se non avesse fatto abbastanza per me?
Finii la mia tisana e poggiai la tazza nel lavandino. Avevo preparato una tamagoyaki*, degli onigiri (in realtà quelli li aveva preparato 'Samu la sera prima) e delle tako-san unia**, quindi misi gli alimenti caldi in un contenitore termico e chiacchierai un po' con mio padre. Forse un giorno gli avrei parlato dei miei genitori biologici, ma quello non era il momento. Era un papà affettuoso e divertente, anche se spesso severo. Gli ero grata per tutto quello che aveva fatto e stava facendo per me.
«Vado a fare una doccia. Tra poco si sveglieranno anche gli altri, credo, e faremo colazione insieme», disse mio padre. Quando sentii la porta del bagno chiudersi e l'acqua scorrere, corsi in camera mia.
«Suna», lo chiamai, scuotendolo leggermente. Lui borbottò qualcosa che non capii in risposta. «Devi andartene. Ora. Prima che qualcuno ti veda»
Lui si girò a pancia in su, per guardarmi meglio. «E dove dovrei andare?»
Gli lanciai le sue maglietta e felpa. «Che ne so? Torna da Iseri, o chiama il tuo amico»
Suna si alzò dal letto sbuffando e finì di rivestirsi. Mentre si infilava la felpa, urtò la lampada sul mio comodino facendola cadere con un gran trambusto.
«Ma sei scemo?!» cercai di non alzare la voce.
Lui sbuffò ancora in risposta, mentre lo spingevo fuori dalla camera.
La porta di fronte alla mia si aprì, rivelando la figura di Atsumu. Io e Suna ci bloccammo, congelati.
«Cos'è tutto questo -» ma si interruppe una volta assimilata la situazione.
Osamu comparve dietro di lui, altrettanto assonnato. «Suna?» chiese.
«Avete dormito insieme?» fece Atsumu, stupefatto.
Mentre io rispondevo «Certo che no!», Suna disse «Sì». Gli piaceva così tanto dire sempre il contrario di quello che pensavo? Stupido.
I miei fratelli ci guardarono perplessi.
«Abbiamo dormito nella stessa stanza. Io sul pavimento, e lei nel letto», spiegò il moro.
Dentro di me, tirai un sospiro di sollievo. Non era così stupido, forse.
«Perchè non hai usato la stanza degli ospiti?» chiese 'Tsumu.
«Beh... Vedi... Non eravamo abbastanza sobri per pensarci» balbettai io.
«Mhm» fece 'Samu poco convinto.
Mio padre uscì dal bagno in accappatoio e, appena vide Suna, sorrise imbarazzato.
«Ah, Suna! Non sapevo fossi qui! Ti fermi per la colazione?»
Il ragazzo si grattò la nuca ancora più imbarazzato di lui. «Ehm, certo. Grazie, signore»
Fantastico.
*la tamagoyaki è una specie di omelette giapponese.
**delle salsicce tagliate "a polpo" e cotte in padella.
Ciao!
È l'1:08 di notte e sono appena tornata a casa da lavoro, ma ho deciso di postare adesso perché domani non so quando avrò tempo.
Ok, d'ora in poi gli aggiornamenti saranno ogni domenica e mercoledì! Può essere che certe volte l'aggiornamento arrivi in ritardo perché, a causa del lavoro che faccio, sabato e domenica ho pochissimo tempo libero per correggere/revisionare i capitoli, però cercherò di farlo nei giorni precedenti. In questo periodo non riesco a scrivere tantissimo per vari motivi, ma ho già pronti svariati capitoli ed ho tante idee per questa storia, quindi gli aggiornamenti continueranno ad arrivare, ma se dovessi rendermi conto che, postando due volte a settimana, rischierei di lasciarvi senza nuovi capitoli per lunghi periodi, tornerei a postare una sola volta a settimana. In ogni caso, vi avvertirò ogni volta :)
Detto questo, se devo essere sincera con voi questo capitolo non mi fa impazzire, ma l'ho riletto e riscritto mille volte (forse è anche per questo che a me non piace e mi sembra troppo "statico") e non saprei davvero come altro scriverlo.
Bene, non so che altro dire.
Grazie di cuore, voi che seguite ancora la storia e a tutti i nuovi lettori. Spero di non deludervi :)
Al prossimo capitolo! <3
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