9. Just Dance - parte 1
Just dance, it's gonna be ok, just dance
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Sonia giunse a scuola con due notizie, una bella e una brutta.
- Quale volete sapere per prima? - domandò, con fare spazientito, a me e Marika nel cortile della scuola, mentre attendavamo di entrare. Le giornate erano ancora piuttosto calde per essere nel nono mese dell'anno ma le vacanze erano diventate nostalgia e l'idea di passare il nostro tempo sui banchi di scuola alimentava la nostra depressione post ferie.
- Quella bella, io ne ho una noiosa da raccontare. Avanti la positività. - risposi pensando alla telefonata di mia sorella.
- Allora, la bella notizia è che sabato andiamo al Chamarel a festeggiare il tuo compleanno. Mister Muscolo mi ha assicurato un tavolo appena fuori la pista. -
- Forte! Ti ha riconosciuta? - domandò Marika curiosa.
- Ho dovuto dirgli chi ero o non ci sarebbe stato nessun posto, nemmeno dietro il barcone dei pescatori! - rispose stizzita Sonia e guardandomi aggiunse - l'ho fatto solo perché sei tu, Sarah, ma non pensare che mi spinga oltre per avere altre agevolazioni da quello scimmione! -
Mi scappò un sorriso. - Grazie mille, cara - dissi abbracciandola - ti aiuteremo a tenerlo alla larga per tutta sera! -
- Quello è il minimo: lui mi riserva il posto ma forse non ci potrà essere perché l'hanno invitato ad un altro evento. È la prima cosa che gli ho chiesto quando l'ho sentito.-
- E quale sarebbe la brutta notizia, quindi? - domandò Marika ancora più incuriosita di prima - se lui non c'è... -
- Hotel ed ostelli di Roma sono tutti pieni per la data del Contest. - rispose Sonia nervosa. - Luca ha provato in tutti i modi ma non c'è una sola camera: è tutto occupato in occasione del Festival del cinema -.
Ecco l'inghippo: non avevamo fatto i conti con quella importante manifestazione che ogni anno attirava turisti da ogni parte d'Italia.
- Luca mi ha detto che quest'anno c'è stato il boom a causa della presenza confermata all'ultimo minuto, degli attori di "Bloody Chronicles" e tutti sono corsi a prenotare per assicurarsi di vederli sul red carpet - .
Marika si illuminò improvvisamente al nome del film: sapevo essere una grande fan dei libri da cui la saga era stata tratta e conoscendola, avrebbe fatto di tutto per avere una foto con l'attore protagonista. - Ma dobbiamo andare anche noi! - intervenne - non posso lasciarmi scappare l'occasione di vedere da vicino Andy Colbert! - .
Sonia si girò verso l'amica e la guardò con fare retorico.
- Mari, il problema è il Contest, ti ricordo -.
Marika non badò alle parole dell'amica, persa ormai nel suo viaggio mentale.
Notai che alcuni studenti cominciarono a entrare e richiamai l'attenzione delle ragazze.
- Ne parleremo oggi pomeriggio con Irene quando ci troveremo per le prove, ora sarà meglio entrare - .
C'era un'altra notizia che ci stava attendendo dietro l'angolo: il rientro di Vito.
Quando lo vedemmo entrare in aula, molti di noi gli andarono subito incontro per chiedergli come stava, io e Marika comprese. Era tornato allegro e pronto a scherzare su ogni cosa; Arianna era la più felice, anche se cercava in tutti i modi di non darglielo a vedere.
Era tuttavia impossibile non notare il sorrisetto della ragazza, ogni volta che il suo sguardo cadeva sul compagno di classe, seduto proprio davanti a lei. A ricreazione ci incontrammo con Sonia e le raccontammo la novità, dirottando poi il discorso sul Contest: l'unica idea che mi venne in mente fu di partire la mattina stessa per Roma, partecipare al Contest e tornare poi indietro in serata. Sarebbe stato frenetico, una giornata passata di corsa ma non potevamo fare altrimenti. La campanella suonò e prima di salutarci, Sonia aggiunse: - Lui non c'è –.
Era la risposta alla domanda che mi aveva assillato per tutta la mattina. Visto Vito, mi fu impossibile non dirottare il pensiero sul suo assalitore. Mi venne naturale pensare, se anche Prinz fosse già stato dimesso e ora, fosse tornato alla vita di tutti i giorni. Cercai di allontanare quella fantasia e tornai a concentrarmi sulla lezione e sulle prove di quel pomeriggio.
***
Mariani sembrò avermi letto nella mente quando decise di fissare la sua verifica proprio il ventisette settembre. Io e Marika ci guardammo negli occhi e alzai subito la mano per poter segnalare la nostra assenza.
- Prof, io e Marika saremo assenti. Non si potrebbe spostare? - domandai.
Mariani alzò gli occhi e la penna dal registro e mi guardò come se avessi detto un'eresia.
- Minelli, non vedo perché devo spostare la mia verifica. Piuttosto potreste assentarvi un altro giorno. - sentenziò.
- Noi non stiamo a casa perché ci va di farlo. - risposi stizzita.
- Non ne dubito, anzi essendo voi sempre state allieve piuttosto scarse, immagino vogliate rimanere a casa per studiare, in vista della mole di compiti in classe. - proseguì Mariani, aggiustandosi gli occhiali sul naso.
- La nostra assenza non è legata nemmeno allo studio. Il fatto è che abbiamo un impegno che non dipende da noi e non possiamo spostarlo - . Marika intervenne nel discorso per sostenere la nostra causa.
--Ah si? E di cosa si tratta? - Mariani ripose la stilografica sulla scrivania e incrociò le dita. Conoscevo quel ghigno e quel tono strafottente: mi stavo già preparando al peggio. Se gli avessi detto che era per il Contest, non ce lo avrebbe mai perdonato. Io e Marika rimanemmo in silenzio ma fummo tradite da una nostra compagna di classe, Federica, che con tono saccente rispose: - Hanno un concorso di musica -.
Fulminai la ragazza con lo sguardo, chiedendomi come facesse a saperlo e tornai a guardare Mariani, tenendomi pronta alla sua reazione. Un semplice ghigno e una frase tagliente come vetro bastarono a umiliarci davanti ai nostri compagni. - Ormai siete troppo famose per permettervi di stare a scuola; per i prossimi compiti in classe, consulteremo la vostra agenda e i vostri impegni da rockstar, ma questa verifica si farà il ventisette -.
Mi alzai in piedi di scatto: ma chi si credeva d'essere per dirmi quelle cose?
- Mi sembra un tantino nervosa oggi, Minelli. -
- Torna giù! - mi sussurrava Marika, preoccupata che commettessi una sciocchezza.
- Vuole qualcosa per calmarsi? Una punizione, ad esempio. Potrebbe farmi un autografo sulla prossima nota che le farò e magari un giorno varrà qualcosa. - suggerì il prof.
Cercai di non raccogliere la sua provocazione e dietro consiglio della mia amica, tornai a sedermi senza aggiungere una parola. Finite le lezioni all'uscita da scuola, raccontai a Sonia la news della giornata.
- Devi andare dal preside, non può trattarti così! - esclamò indignata.
- Anche se vado dal preside non combinerei nulla. Loro hanno sempre ragione. - constatai.
- Più che altro cerca di non fare delle sciocchezze, quello ti sta addosso come un segugio. - disse Marika.
- Lo so, devo cercare di controllarmi ma a volte è più forte di me. Non riesco a non rispondergli! - constatai.
- Si, ma non esagerare. - mi ammonì Sonia.
- Tranquilla, ci sarò io a darti un calcio sotto il banco per ricordarti di stare zitta! - intervenne Marika sorridendo. Magari fosse bastato solo un calcio a risolvere il problema Mariani.
***
E finalmente sabato! Meno uno al mio compleanno e meno qualche ora alla festa al Chamarel! Sonia avrebbe fatto da corriera per tutte e sarebbe passata a casa mia attorno alle nove; in realtà la mitica Polo argentata si materializzò con dieci minuti di ritardo davanti al cancello. Diedi un'ultima occhiata veloce allo specchio - maximaglia con foto e tacco dodici - e salii in auto, destinazione Lido di Spina, tappe intermedie le case di Irene e Marika.
Dopo un'ora e mezza di viaggio, traffico e musica al massimo, trovammo parcheggio piuttosto lontano dal locale ma l'entusiasmo ci faceva sembrare il Chamarel vicino e, passo dopo passo, arrivammo. C'era una confusione tremenda: la musica pompava già, ragazzi e ragazze sfilavano davanti ai nostri occhi con il bicchierone di spritz in mano, il deejay animava la festa con le sue grida: - C-H-A-M-A-R-E-L- Chamarel 2008!!! Siete pronti a ballare fino all'alba?!? -
- SI riferiva a te, Sonia - disse Irene rivolgendosi all'amica - hai indossato le scarpe comode? -
Sonia fece spallucce. - Sono strafiga anche con le infradito. - rispose con un ghigno, mostrando più che soddisfatta le infradito fatte di perle e brillantini che si intonavano con il vestitino nero brillantato. Non potevamo che darle ragione: quella ragazza era affascinante anche con un sacco di juta addosso.
- Peccato che il tuo amico non ci sia stasera, - constatai sorridendo - o ci avrebbe offerto anche l'aperitivo. -
- Lascia quello scimmione dov'è, che qui si sta bene anche senza! Anzi, devo cercare un certo Edo per farmi dare il posto prenotato -.
Ci avvicinammo ad un gruppo di ragazzi che facevano i pr e dopo aver detto chi cercavamo, il nostro Edo si presentò e ci portò al posto prenotato.
- Carino, però - commentai con Marika, notando come il ragazzo avesse squadrato la mia amica avvolta in un vestito verde pavone. Marika scosse la testa e arrossì leggermente.
- Non è il mio tipo! - esclamò. Sapevo riconoscere il suo imbarazzo e quella frase non era del tutto vera. - è calvo e nemmeno tanto alto. E poi hai sentito che accento ferrarese che ha? - Sorrisi e non insistetti: se Edo fosse tornato all'attacco, l'avrei incoraggiata. Chissà, magari ci scappava pure una coppia quella notte!
Poco dopo, una cameriera ci portò qualcosa da mangiare e un enorme bicchiere pieno di cannucce e colmo fino all'orlo di aperitivo.
- Ho chiesto fosse analcolico, così possiamo bere senza il problema di star male. - esclamò Sonia e si alzò in piedi. - Propongo subito un brindisi alla nostra festeggiata che tra poche ore abbatterà il muro dei diciotto anni! - Le ragazze si alzarono in piedi e mi applaudirono; con fare un po' imbarazzato, le calmai.
- In realtà, sono nata alle cinque del mattino - precisai.
- Vorrà dire che domani mattina faremo un altro brindisi! - esclamò Marika entusiasta – però questa volta alcolico -.
Le prime ore passarono in fretta: il posto che avevamo prenotato ci preservò in parte dalla massa di persone che si accalcavano sulla passerella del bagno per ballare, parlare o semplicemente muoversi da una parte all'altra. Incontrammo diversi ragazzi e ragazze che conoscevamo e non ce ne stupimmo: era la serata di chiusura e tutta Ferrara e dintorni era lì per divertirsi in quell'ultima notte d'estate.
All'improvviso mi sembrò di scorgere una figura conosciuta: mi alzai in piedi per vedere meglio e mi resi conto di non essermi sbagliata.
- Che hai? - domandò Marika curiosa.
- Mi è sembrato di vedere Stefano - risposi.
- Non ti sei sbagliata, l'ho visto pure io e ho riconosciuto alcuni suoi amici. Forse c'è anche Bellotti. - disse Irene lanciando appena un'occhiata a Sonia, la quale si alzò di scatto per vedere meglio.
- Che aspettiamo? Invitiamoli qui a bere qualcosa! Un po' di animazione non guasta! - esclamò.
- Non avrai intenzione di andare là da loro? - domandò Marika.
- Che cosa dovrei aspettare secondo te? - Sonia si sistemò il vestito lungo i fianchi e partì all'attacco. In due minuti li aveva raggiunti e dopo altri cinque era già di ritorno ma il suo sorriso soddisfatto si alternava a un ghigno di disgusto.
- Non una parola - ci sussurrò appena tornò da noi e si mise a sedere senza aggiungere altro.
All'inizio non capimmo subito il perché di quella reazione ma appena notammo la figura nascosta da Stefano capimmo: oltre a lui, a Bellotti e a un altro paio di amici, tra cui Edo, era comparso Milko. Fu difficile trattenere le risate, in particolare quando il ragazzo andò a sedersi a fianco di Sonia e, dopo un breve scambio di parole, la mia amica puntò direttamente la sua preda, il mitico Fabio Bellotti, più interessato ai suoi pensieri che alle chiacchiere.
Era la prima volta che avevo occasione di vederlo da vicino e dovevo ammettere che non era male: i suoi lineamenti erano piuttosto delicati e gli occhi verdi risaltavano sul viso perfettamente abbronzato. Edo tentò di avvicinarsi a Marika ma la mia amica era imbarazzatissima e non faceva che rispondere a monosillabi, guardando di tanto in tanto Irene, per coinvolgerla nelle chiacchiere e togliersi di dosso l'imbarazzo. A me invece toccò Stefano. Rimasi davvero sorpresa di vederlo così in tiro, nell'elegante camicia nera sbracciata, jeans denim scuro e le Bikkembergs nere. - Stai davvero bene così! - non potei mancare di dirgli.
- Anche tu, sei bellissima - esclamò gettandomi un'occhiata da capo a piedi.
- Grazie, - dissi accennando un sorriso imbarazzato e portandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio proseguii - non pensavo di trovarti qui stasera. -
- Nemmeno io ma non me ne meraviglio: c'è tutta Ferrara per la serata di chiusura. Sei qui anche tu per divertirti? -
- Beh, le mie amiche hanno pensato bene di festeggiare il mio compleanno qui. -
- Davvero?!? - mi resi conto in quel momento che la sua esclamazione di sorpresa nascondeva una punta di amarezza: era il mio compleanno e lui non lo sapeva, nemmeno l'avevo invitato. - allora ti faccio gli auguri! -
- In realtà sono nata il quattordici settembre alle cinque del mattino. -
Stefano guardò l'orologio. -Tra circa sei ore. Vediamo che si può fare. Ehi ragazzi! - chiamò i suoi amici interrompendoli dalle conversazioni che stavano intrattenendo. - Sarah è qui per festeggiare il suo compleanno. Facciamole passare la serata più divertente della sua vita! -.
All'unisono i ragazzi batterono le mani e fischiarono facendomi gli auguri; la loro reazione mi strappò un sorriso di imbarazzo ma anche di gratificazione. Era bella l'idea di passare la propria festa tra le proprie amiche e invitati improvvisati.
Più eravamo, più la festa sarebbe stata divertente.
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La festa di Sarah ha preso davvero una piega innaspettata.
La presenza di Stefano è davvero un caso?
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Alzi la mano chi non ha inveito una volta nella vita per un paio di scarpe scomode! Sonia una di noi 🥳
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Volevo intanto ringraziarvi, per essere arrivate fino a qui. Se volete lasciare qualche ⭐️ mi fa sempre piacere!
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E se volete fare un po' di passaparola, mi aiutereste davvero tanto a crescere e a farmi conoscere 😜
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