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40. Your Love Is A Lie

You can look into my eyes and pretend all you want but I know, I know your love is just a lie
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- Che ci fai qui? - fu la prima cosa che pensai. Ed esclamai.

- Tu piuttosto che ci fai qui? - domandò incazzato Stefano, venendo verso di noi.

- Non è come pensi tu. - mi giustificai, alzando le mani in segno di difesa e per calmare le acque.

Prinz fece un passo avanti ma lo bloccai prendendolo per il braccio: non volevo che l'altro si innervosisse ancora di più. Irene e Pazzini erano invece immobili all'angolo della porta a seguire in silenzio il siparietto. Miseriaccia, non capivo se ero più imbarazzata o dispiaciuta.

- E cosa dovrei pensare? Ti trovo chiusa in uno spogliatoio con il tuo ex, quando invece avresti dovuto essere a casa perché dovevi studiare. Anzi, aspetta, quale era l'altra scusa? Che non stavi bene e che improvvisamente ti sei sentita meglio e sei andata a casa di Irene -. Guardai la mia amica e capii al volo: aveva cercato di rimediare richiamandolo ma aveva reso il danno irreparabile. Lessi nei suoi occhi le parole di scusa. Come facevo ad avercela con lei? Aveva solo cercato di aiutarmi. Il guaio grosso lo avevo combinato io facendo tutto di nascosto.

- Stè, è vero, ho detto delle bugie ma erano innocenti. -

- Questa la chiami bugia innocente? - esclamò, indicando Prinz.

- Lasciami parlare, ok? - esclamai guardandolo dritto negli occhi. - Volevo raccontare a Lorenzi del Contest ma non volevo lo sapesse nessuno. Era una cosa mia, punto e basta. Ed è un caso che ci siamo ritrovati chiusi qui dentro. Nemmeno Irene sapeva che io ero qui -. Ecco, questo forse avrei dovuto non dirlo.

- L'ho trattenuta io. - intervenne Prinz liberando il braccio e mettendosi in posizione più avanzata. - Lei era sulla porta della palestra e ho insistito perché entrasse nello spogliatoio. Avevo voglia di parlare con lei. - aggiunse, girando lo sguardo verso di me per cercare la mia approvazione.

Stefano lo fulminò. - Tu devi solo stare zitto! - lo intimò.

- Rimanine fuori, ti prego. - dissi guardando Prinz. Il ragazzo annuì debolmente ma non si allontanò.

- Quindi, io dovrei credere a questa tua ultima versione dei fatti? -. Feci un cenno con la testa. - Sarah, non sono stupido. -

- Ma è andata così, perché non mi credi? -

- Perché mi hai nascosto troppe cose. Cinzia mi ha raccontato di quel ragazzo che hai conosciuto a Milano. -

- Cosa c'entra mia sorella?!? - esclamai sorpresa.

- Sono andato a casa tua perché ero preoccupato per te e tu non c'eri. E lì, tua sorella mi ha raccontato di quell'altro. Chi cavolo è? -. Sbarrai gli occhi: colta in pieno fallo. - Sai a chi mi riferisco: non mi hai detto di lui, né che sei stata fuori tutta notte e sei rientrata solo all'alba. Che cosa hai fatto con quell'idiota?!? -

Non riuscivo a creare un ordine logico di tutte quelle parole e nozioni. Cominciai a balbettare e pian piano la voce tornò ferma. - Si chiama Riccardo, partecipa al Contest. Se non c'era lui sarebbe stata una festa noiosissima. È vero, sono uscita con lui. -

- Ah, bene, da sola con lui, quindi! -

- Lasciami parlare, ti ho detto! Mi ha portato nel locale dove si è esibito con la sua band. Siamo rimasti lì tutta notte e all'alba mi ha riportata in albergo. Non hai capito che mia sorella ha fatto apposta a dirti queste cose per farti ingelosire? Cinzia mi odia ed è solo contenta di farmi soffrire! - Tacqui sulla discoteca e sulle chiacchiere in terrazza, o non ne sarei uscita viva.

- Sarah, non volevo credere a tua sorella ma quando Irene mi ha rivelato che tu eri qui con lui, ho perso fiducia in te. E finchè avrai chi ti protegge sempre, chissà quante altre cose non mi dirai. - disse girandosi e lanciando uno sguardo alla mia amica, la quale abbassò lo sguardo a terra.

- Ragazzi, ora smettetela, ok? - Pazzini cercò di chetare le acque. - Le scenate di gelosia e le vostre discussioni potete farle anche fuori di qui. Usciamo, avanti. -

- Io ho già finito, ho sprecato anche troppo fiato. Non voglio più saperne niente. - disse Stefano, guardandomi con disprezzo. Mi sentii gelare.

- Stè, aspetta! - esclamai prendendolo per un braccio ma con un gesto stizzito si liberò dalla mia presa.

- Ti ho detto che non ne voglio più sapere di te, vai a fare la troia con qualcun altro. -

Rimasi immobile, incredula per ciò che mi aveva detto. Lui pensava davvero questo di me? Non ci volevo credere, non potevo aver perso così anche lui.

I miei pensieri vennero immediatamente interrotti dalla scena che mi si parò davanti. Prinz si era lanciato contro Stefano, incurante della differente altezza e gli aveva scagliato un pugno in pieno volto, facendolo cadere a terra. Gli andò sopra, bloccandolo con il corpo, e prendendolo per il colletto candido della Ralph Lauren, lo minacciò.

- Se osi pensare ancora quella cosa di Sarah, giuro che ti ammazzo. Non ho dimenticato come si fa a botte. - e gli scagliò un nuovo pugno.

La sua reazione mi sconvolse di più delle parole di prima: Prinz aveva atterrato Stefano con un solo colpo e i suoi gesti e parole erano carichi di una rabbia primordiale, che non credevo provasse ancora. Ero sottoshock per ciò che stava succedendo davanti ai miei occhi, per i pensieri che mi attanagliavano la mente, i dubbi, le riconsiderazioni. Ok, quando sarei arrivata a casa, avrei pensato a Cinzia ma ora dovevo focalizzarmi sul presente per evitare che scoppiasse un casino: quei due si sarebbero ammazzati anzi, Prinz lo avrebbe fatto.

Pazzini fu più pronto di me e tirò via di peso Prinz, permettendo a Stefano di riprendersi e tamponarsi il naso sanguinante con il fazzoletto.

- Sei impazzito, Lorenzi? - lo rimproverò il coach. Il ragazzo non lo ascoltava, era come un predatore con la sua preda: continuava a fissare immobile e rigido Stefano, il respiro affannoso e lo sguardo carico di odio. Irene corse da me e mi mise un braccio attorno alla vita; aveva forse paura di una mia strana reazione?

- Fanculo, Lorenzi! - esclamò Stefano alzandosi da terra. Pazzini lo aiutò.

- Non ti muovere tu! - disse il coach, tenendo con una mano Prinz lontano. Il ragazzo non gli staccava gli occhi di dosso. - Tutto a posto? -

Stefano annuì e dopo essersi tamponato il naso cercò di avvicinarsi a Prinz ma Pazzini si mise in mezzo per bloccarli.

- Calmatevi, ok? Tu, Franz, non toccarlo più con un dito o sei fuori dalla squadra e tu, - disse girandosi verso Stefano - Beh, devo dire che te lo sei meritato -. Il ragazzo lo guardò di striscio. - Almeno il primo pugno. Gli altri poteva risparmiarteli. - si affrettò ad aggiungere.

I ragazzi tornarono a guardarsi in cagnesco e nessuno dei due sembrava voler cedere per primo. Intuii che dovevo intervenire se volevo mettere fine a quello scontro. In fondo, ero io la causa di tutto. L'Elena di Troia della situazione.

Mi avvicinai a Pazzini, in mezzo ai due ragazzi e presi entrambi per i polsi.

- Ragazzi, smettetela entrambi. Ve lo chiedo per favore. -

- Lui mi è saltato addosso! - sbraitò Stefano.

- Perché tu l'hai offesa. - gridò Prinz.

- Quindi tu rischieresti il tuo posto in squadra per lei? Avanti, colpiscimi ancora. -

Il polso di Prinz si mosse ma io lo bloccai. Il ragazzo girò per la prima volta lo sguardo verso di me e io feci cenno di non farlo.

- Vi prego. Finiamola qui. Prinz, non voglio che rischi oltre e tu, - dissi girandomi verso Stefano - vieni via con me. -

- Tu sei sicura che io ti segua? -

- Dobbiamo parlare. - esclamai seria.

Stefano scosse la testa. - Fiato sprecato -. Tentai l'ultima carta.

- Non voglio perderti. So di aver sbagliato ma parliamone prima. -

Stefano mi fissò in silenzio. - Mi avevi detto di aver fatto la tua scelta il giorno che ci siamo messi insieme, lo stesso in cui questo - e fece un cenno con la testa a Prinz - aveva occupato la scuola. Ti avevo creduto perché pensavo fossi sincera e non sapevo cosa fosse successo qui. Anzi, non saprò mai per certo cosa ti fece scattare quella molla, per tutto questo tempo l'ho solo sospettato. Ora basta giochetti subdoli. Scegli. O me, o lui. Fallo ora. -

Per una frazione di secondo non fui in grado di controllare i muscoli del mio viso. Lui sapeva, lo avevo sottovalutato, aveva capito tutto sin dall'inizio. Solo io mi illudevo non fosse così.

Non nego che in principio ero mossa anche da una sorta di ripicca nei confronti di Prinz ma stando con Stefano, avevo scoperto un ragazzo dolce, premuroso, che si interessava davvero a me, che era preoccupato per ogni mio stato d'animo. Senza di lui non sarei riuscita a passare quel momento così buio della mia vita dopo Prinz. Me ne ero innamorata, tutto sommato.

E Prinz... beh, lui rimaneva sempre lui. Mi venivano ancora le farfalle nello stomaco ogni volta che lo vedevo, che pronunciavo il suo nome. Era qualcosa di mio, interno a me, nella mia carne, nel mio sangue. Era qualcosa di inscindibile da me. Ma aveva ragione.

Dovevo scegliere, me lo aveva detto prima anche lui. E quella sensazione a pelle, quel fuoco che mi bruciava dentro si raffreddava appena pensavo di poter tornare con lui, di poter ancora vivere o provare emozioni per lui. Avevo paura, non mi fidavo. Era cambiato ma la fiducia non la sentivo più. In fondo, anche io ero cambiata e avevo deciso di non pendere più dalle sue labbra.

Lasciai il polso di Prinz e guardando Stefano, dissi: - Voglio stare con te. -

Sentii la tensione attorno a noi sciogliersi, frantumarsi come un bicchiere di cristallo, all'improvviso. Nel completo silenzio, Prinz si allontanò, prese il borsone e uscì dalla palestra.

- Finalmente. - esclamò Stefano tirando un sospiro di sollievo. Pazzini uscì dalla palestra e Irene venne da me. La rassicurai con un sorriso ma leggevo nei suoi occhi una sorta di disappunto. Non indagai, le avrei parlato in un secondo momento. - Andiamo? - domandò Stefano prendendomi la mano.

Lo guardai per un secondo confusa. Era tornato calmo e sereno, come se non fosse successo nulla. Irene gli chiese se aveva bisogno di cure ma lui disse che l'emoraggia si era già fermata.

- Cambi idea in fretta. - l'apostrofai, appena salì in macchina.

- In che senso? - domandò accendendo il motore.

- Nel senso che hai fatto apposta a dirmi quelle cose: la storia della scelta, che io non sarei più tornata a casa con te. L'hai architettato di proposito per farmi arrivare qui. -

Stefano spense il motore dell'auto. - Ti chiedo scusa prima di tutto se ti ho insultata. È vero, ho un po' bluffato ma se non ti davo un ultimatum, tu continuavi a gironzolare attorno a quello, ben sapendo che mi dava fastidio -. In pochissimo tempo ero venuta a conoscenza di uno Stefano che nemmeno sapevo esistesse: calcolatore, opportunista e soprattutto, attore.

- Hai finto bene per tutto il tempo, complimenti. - commentai.

- Sarah, io voglio stare con te, ora non sto fingendo. Tu piuttosto, sei convinta? -

- Si, o non te lo avrei detto -. Sputai quelle parole come un copione già scritto. Una piccola crepa si era insinuata nei miei pensieri e sentimenti.

Era più facile andare avanti piuttosto che dire addio. Mi convinsi che le cose si sarebbero rimesse a posto da sole. In fondo, questa era la prima volta che litigavamo.

Stefano mi riportò a casa nel completo silenzio. Lo salutai e feci per scendere dall'auto in fretta; lui se ne accorse e mi richiamò.

- Ehi, Sarah, ci vediamo domani? - Annuii. - Senti, io non ho affatto intenzione di rompere con te. -

- Nemmeno io. - risposi un po' stizzita.

- Ti ho già detto che ti amo e se anche tu ricambi, cerchiamo di far funzionare la cosa, ok? -

- Ok. - e gli diedi un bacio. Stefano mi prese il braccio e mi bloccò.

- Io non sto scherzando, - disse serio - hai ancora la mia fiducia ma come è tornata, può fare in fretta ad andarsene -. Mi lasciò il braccio continuando a fissarmi serio.

- Nemmeno io scherzo. - dissi e scesi dall'auto.

La prima cosa che feci quando entrai in casa, fu di salire le scale e andare da Cinzia. Era lei la causa di tutto ancora una volta. Spalancai la porta della sua camera e senza troppe cerimonie entrai.

- Ehi? - esclamò Cinzia mentre era al telefono.

- Brutta strega, che cosa hai detto a Stefano? - gridai.

- I'll call you later -. Cinzia mise giù il telefono e passò all'attacco. - Che cavolo ti ha preso? -

- Hai raccontato al mio ragazzo un sacco di stupidaggini sul mio amico di Milano. Che ti è saltato in mente? -

Cinzia sorrise. - Ah, allora il tuo principe ti ha trovata. Era venuto qui preoccupato, chiedendomi di te ma io non ti avevo vista nei paraggi e, che dire, mi è scappata una battuta. -

- Una battuta? Ma sei cretina?!? La mia storia con lui è attaccata a un filo grazie al tuo scherzo! -

Mia sorella si fece seria. - Non era una cosa poi così importante se al primo colpo di vento siete già in alto mare. -

- Tu che ne sai? -

- Ragiona, Sarah, avrei potuto dirgli qualsiasi cosa ma non l'ho fatto. Sono rimasta vaga perché non sapevo a tutti gli effetti dove tu fossi. Non sarebbe stato peggio se mi fossi inventata che eri con il teppista? -

Collegai in fretta l'aggettivo al soggetto.

- Ero davvero con lui. - dissi. Cinzia spalancò gli occhi.

- Che predica vieni qui a fare se poi sei tu che te la vai a cercare? -

- Vuoi la verità? Ero andata in palestra solo per raccontargli del Contest e invece ci hanno chiusi dentro. -

- A parte il fatto che esistono al mondo dei modi per evitare di rimanere chiusi dentro e non voglio sapere come avete fatto, voglio solo dirti che potevi telefonargli e inventarti una qualsiasi scusa se non volevi essere disturbata. -

Rimasi un attimo sorpresa dal consiglio che mi aveva dato: non era da lei.

- Mi si è scaricato il cellulare, come facevo a chiamarlo? -

- Ok, ok, non voglio indagare oltre. -

- Dimmi perché gli hai parlato di Riccardo. -

- Perché tu non l'hai fatto? - ribattè.

- Perché non volevo mettergli strani pensieri in testa, non ti pare? -

- Gli altarini coperti ce li hai tu, non io. - rispose fissandomi con un sorrisino strafottente.

- Tu stai facendo di tutto per minare la mia relazione con Stefano. Lo fai apposta, perché ti piace rovinare le mie cose, sopratutto quelle belle. - Cinzia aggrottò la fronte. - Non fare finta di non capire, ora che ho trovato un ragazzo che piace anche a mamma e papà, tu devi sempre metterci il naso perché è il tuo amico inglese che deve essere il ben accetto, non il mio. Sei invidiosa, eh? -

Cinzia spalancò gli occhi: più che colta in fallo, sembrava sorpresa.

- Io non voglio affatto rovinare te e la tua relazione! - farneticò sconvolta. - Stai dicendo un mucchio di cazzate, a partire da questa teoria dei fidanzati! Nessuno in questa casa sa di Bryan, tranne te. -

Rimasi per un istante in silenzio. - Vuoi dire che non l'hai ancora presentato? -

Cinzia scosse la testa. - No. Non mi sono ancora decisa. è che ho paura di essere giudicata o che loro inizino con le loro paranoie. -

Mi venne da ridere. - Scusa Cinzia ma proprio non ti capisco. Bryan mi sembra un bravo ragazzo. -

- Bryan è inglese, prima o poi tornerà a Londra. E se la nostra relazione continuerà, può darsi che io lo segua. Sai cosa significa questo? Avrò addosso l'ansia di trasferirmi, la pressione di mamma e papà per la laurea che tarda ad arrivare, tanto più che mollo lì gli studi. No, Sarah, non è ancora ora di affrontare il discorso -. Era forse la seconda volta che mia sorella stava parlando a cuore aperto e ne fui colpita.

Perché non poteva essere sempre stato così tra di noi? Solo da bambine eravamo serene insieme, poi crescendo, il carattere, le responsabilità, il modo di vivere ci avevano cambiate, chiudendoci ognuna nel proprio guscio. In quel momento, invece, eravamo tornate sorelle. Chissà quanto sarebbe durato? Beh, dipendeva da noi. Presi un respiro prima di risponderle.

- Ho capito e non sarò io a fare la spia, cosa che invece tu hai fatto nei miei confronti e per questo non te lo meriteresti. Voglio essere buona con te, Cinzia. Siamo sorelle, basta con i battibecchi, ok? -

Cinzia mi ascoltò seria e annuì. Non era tutto però: nei suoi occhi c'era la stessa espressione sospettosa di chi nasconde qualcosa. Forse mia sorella non era stata completamente sincera con me ma eravamo giunte a una tregua. Non mi aveva ancora rivelato come mai avesse parlato a Stefano di Riccardo.

Conoscendola, sapevo per certo che lei non faceva mai le cose a caso e se lo aveva detto, c'era un motivo.

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Ma quante cose sono successe in questo capitolo?!?
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Aspettavate lo scontro fisico tra i nostri Galletti, eh? 😏😏
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E Sarah? Ha fatto bene a tornare con Stefano?
~*~

Poi c'è sempre Cinzia, che sembra divertirsi a cambiare le carte del destino di Sarah a proprio piacimento
~*~

Prinz rimarrà davvero fuori dalla vita di Sarah come le ha chiesto di fare?
~*~

Stay tuned!

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