34. Madness - parte 2
- Pazzo! - gridai - tu sei completamente pazzo! -
Prinz non rispose.
L'aula era buia, feci per accendere la luce ma lui mi bloccò la mano e mi trascinò in una direzione non ben identificata. Quando tirò su la tapparella, capii di trovarmi davanti a una finestra. La luce esterna dei lampioni sulla strada principale filtrava all'interno, facendo strani giochi di luce sui nostri volti in penombra.
- Perché non posso accendere la luce? -
- Perché ci troveranno. -
- Ma io voglio essere trovata! Tu sei uno stalker, un maniaco, io ti denuncio! -
- Sarah... - Prinz mi chiamò per nome per provare a calmarmi ma io non ne volevo sapere.
- E poi chi ti ha detto di rapirmi! Appena Stefano lo viene a sapere... -
- Sarah, vuoi chiudere quella bocca una buona volta? - mi interruppe. Tappai le labbra e mi irrigidii. - Tu sai chi era quella? - domandò appoggiandosi a un banco.
- Una baldracca. - risposi.
- Dico sul serio -. Scossi la testa. - Quella è la Presidentessa del Provveditorato agli studi. È stata lei a mettere l'ultima parola sulla mia riammissione a scuola. Ed è anche la moglie del sindaco di Ferrara. -
- E quindi? -
- Se dicevi una parola di più, ti avrebbe espulso dalla scuola. Capisci perché ti ho portata via? - esclamò alterato.
Spalancai gli occhi sorpresa. Oh mio Dio. Mi stavo per rovinare con le mie stesse mani. Bastava una sillaba in più e forse avrei compromesso la mia carriera di musicista e studente.
- Cavolo. - dissi appoggiandomi al banco di fronte al suo e portandomi una mano alla testa. Lui era lì per questo.
- Ti sei calmata? - chiese. La sua voce era tornata tranquilla.
- Si, mi sto calmando. - risposi. Feci un respiro profondo e sentii la rabbia cominciare a scivolare via. - Grazie. - sussurrai.
Prinz fece un cenno con la testa. Realizzai che quella era la prima volta che ci parlavamo dopo il litigio a casa mia.
- Sono io che devo ringraziarti -. Lo guardai incerta e lui proseguì. - Mi hai appena dimostrato che la Sarah di un tempo è ancora dentro di te. -
Deglutii. - Beh, quando mi incavolo non mi trattengo. Non possono criticare la mia musica senza una buona motivazione. -
- Verrai sempre criticata perché non puoi piacere a tutti, sappilo. Ma quello che voglio dire è che la prima volta che ti ho rivisto, ho sentito subito che c'era qualcosa di diverso -. I suoi occhi incrociarono i miei, mi stava guardando dentro, scrutando in cerca di qualcosa. Distolsi lo sguardo, non riuscivo a reggerlo.
- Hai notato anche tu che sono cambiata? - chiesi.
- Si, e tanto. - disse con rammarico.
- Ciò che non ti ammazza, ti fortifica. - risposi rinfacciandogli ancora una volta i suoi sbagli. Prinz annuì e non aggiunse nulla. - Sono cresciuta, Prinz. -
- Avrei preferito rimanessi piccola -. Il suo sguardo mi freddò. Sentii di nuovo lo stomaco contrarsi, come se una mano mi avesse presa e stretta dentro.
- Anche tu sei cambiato. - puntualizzai. Il rancore stava scivolando via, il dialogo stava prendendo forma: era tanto che non riuscivamo a parlarci in modo pacifico, senza urlaci addosso.
Prinz si alzò dal banco e venne vicino a me. - Scelte di sopravvivenza. -
Alzai di nuovo gli occhi su di lui, cercando di reggere il suo sguardo, che scandagliava la mia anima alla ricerca di prove che non esistevano più. Mi ero calmata, la mente era tornata razionale ed era giunto il momento delle domande scomode, perchè continuavo ad avvertire la sensazione fastidiosa di sassolini nelle scarpe. Non era più veleno, quello lo avevo già sputato tutto. Era solo desiderio di conoscenza. Volevo capire il perchè di tutto questo. Tornai a guardare a terra, per sopportare meglio il peso delle parole.
- Perché te ne sei andato? - La mia voce era un sussurro. Non c'era accusa nè rancore. Prinz lo intuì e mi rispose in tono equilibrato e sincero.
- Perché qui non potevo più restare. -
- No, - dissi scuotendo la testa - perché mi hai lasciata e ora sei di nuovo qui? Perché continui a rimanere attaccato alla mia vita? -
Prinz mi fissò inespressivo. - Perché ti accorgi di quanto valore possa avere qualcosa solo dopo averla persa. -
Presi un respiro profondo mentre il mio cuore accelerò improvvisamente. Scossi la testa e chiusi gli occhi: qualcosa in me si stava rompendo di nuovo. - Ti ho già detto che è troppo tardi. -
- Lo so e non sono qui per elemosinare nulla. Ma sappi che per te, io ci sarò sempre. -
Cavolo, e ora cosa gli dicevo? L'unica cosa che mi passava per la testa era di andarmene.
- Prinz, te l'ho già detto una volta, lasciami stare. – esclamai, dandogli le spalle.
- Prinz è morto. Ricordi la canzone "Death of St. Jimmy"? -. Mi voltai verso di lui sorpresa: si ricordava di quella canzone dei Green Day? - Ora sono solo Francesco. -
Lo fissai seria, occhi negli occhi, per una volta non volevo fuggire il suo sguardo e scossi la testa.
- Potrai tornare a essere un campione, a giocare a basket, a diventare un uomo modello. Potrai essere il migliore amico, il buon figlio, il fidanzato perfetto... ma per me rimarrai sempre Prinz -.
Girai di nuovo sui tacchi e feci qualche passo verso la porta. Non vidi mai l'espressione che fece. Mi fermai con la mano sulla maniglia. - Senti, - accennai girando appena la testa - puoi uscire insieme a me dall'aula, non sono così carogna da obbligarti a rimanere qui dentro fintanto che non me ne sono andata. -
- Il tuo rottweiler non dirà nulla? - Prinz si stava riferendo a Stefano.
- Non chiamarlo così! -
- Mi meraviglio che non è ancora venuto a cercarti. -
- Forse lo sta già facendo. Provo a chiamarlo... cavolo! Ho lasciato il cellulare a Sonia! -. Il flashback dell'ultimo minuto mi ricordò che la mia amica stava chiamando Irene prima che io fossi rapita. - Vado a cercarlo -. Uscii dalla classe seguita da Prinz. Fu uno shock passare dal buio alla luce e ci volle qualche secondo per abituarmi.
Camminammo uno fianco all'altro, in silenzio, scendendo le scale piene di ricordi e arrivammo a un atrio intermedio.
- Senti, e con il Contest come va? Quando ero a Milano ho sentito un gruppo suonare in un locale che diceva di parteciparvi. -
Presi un respiro: in fondo che male c'era se lo informavo?
- Abbiamo già fatto diverse audizioni, l'ultima sarà a gennaio -. Prinz annuì e tornò in silenzio a camminare al mio fianco.
Due figure erano appena uscite dall'ultima classe vicino alle scale e stavano venendo nella nostra direzione. Mi fermai di colpo fissandoli incredula, mentre Prinz fece lo stesso. Le due persone si fermarono a guardarci interdetti e altrettanto increduli.
- Sarah? - disse la ragazza.
- Franz? - chiese il ragazzo
- Gabriele! - esclamò incredulo Prinz.
- Irene? - domandai.
Cosa cavolo ci faceva la mia amica Irene in compagnia del coach di Prinz?
- Ma che cosa... -
- Posso spiegarti tutto Sarah, ma non dirlo in giro, per favore! - mi supplicò Irene.
- Una parola e sei fuori squadra. - Il coach ammonì Prinz.
Una marea di domande apparirono nella mente come tanti pop up. Non sapevo dove cominciare o forse non volevo credere al peggio, tanto meno a quanto vedevo.
- Ma che cosa ci fate insieme? Perché siete qui? Vi siete persi? Perché... -
- Sarah, calmati ok? - Irene mi mise le mani sulle spalle per farmi ragionare - posso raccontarti tutto ma dovete giurare di stare zitti -. Annuii mentre il cuore cominciava a battere in fretta. - Io e Gabri stiamo insieme. -
- Cosa?!?! - fu l'unica cosa che riuscii a esclamare mente Prinz sgranò gli occhi sorpreso. La mia migliore amica stava con un ragazzo e non me lo aveva mai detto? - Ma perché non mi hai mai detto niente? -
- Io sono minorenne, lui ha dieci anni più di me, come pensi possa essere accolta la nostra relazione? Lui arrestato e io segregata ai servizi sociali o giù di lì. -
- Io non lo avrei detto a nessuno, noi siamo migliori amiche da quando siamo nate, non dovevi farmi questo! - le gridai.
Non ci credevo: proprio Irene mi aveva nascosto un segreto così importante quando invece, lei sapeva tutto di me. La cosa che mi faceva ancora più male era che io non mi ero mai accorta di nulla. E se si fossero messi insieme da poco? Dubitavo.
- Da quanto me lo nascondi? -
Irene abbassò lo sguardo: sapevo voleva dire che si sentiva in colpa quando faceva così. - Quasi due anni -. Stiamo scherzando? Mi sentii presa in giro, tradita. - Sarah, mi dispiace non avertene parlato prima... -
- Non mi interessano le tue scuse, ti rendi conto che per tutto questo tempo mi hai mentito? Io ti ho sempre parlato dei miei problemi, pensavo che anche tu lo facessi e invece... mi sento tradita Ire, come faccio a fidarmi di te? - gridai con tutta la rabbia e dolore che provavo.
- Sarah, mi dispiace. -
- Lasciami stare! Non voglio più parlarti. - dissi passandole accanto e dirigendomi verso le scale. Prinz mi corse dietro e mi bloccò, prendendomi per il polso dove c'era il fiore e sgualcendolo.
- Lasciami stare anche tu! - gridai liberandomi dalla sua presa.
- Fermati e torna indietro, ascolta quello che ha da dirti! -
- La fai facile tu! - dissi, facendo le scale e arrivando all'atrio principale.
- Quello è il mio coach, cazzo! Pensi che sia semplice per me? -
- Non è certo il tuo migliore amico da una vita! - esclamai, mentre Prinz si zittì. Alla fine me l'ero presa anche con lui.
- Stai facendo un grosso sbaglio. -
- Sai cosa ho sempre sbagliato? A fidarmi delle persone, in particolare quelle a cui ho sempre dato ma mi accorgo solo ora che non ho mai ricevuto niente indietro -. Con uno strattone mi liberai e lo guardai rabbiosa negli occhi. Anche il suo sguardo si era incupito. Mi accorsi solo ora che anche il fiore si era staccato ed era caduto a terra.
- È davvero così che vuoi punire un'amica che ti è sempre stata vicina in tutti questi anni? - incalzò. Voleva farmi venire i sensi di colpa?
- Lei era la mia migliore amica e mi ha trattata come una qualsiasi! -
- Il mio migliore amico mi ha provocato l'infortunio che mi ha cambiato la vita. L'ho odiato, l'ho pure preso a botte ma quando sono tornato, ho capito che volevo ancora giocare. Sono rientrato in squadra, ho chiarito con lui e ora tutto è tornato come prima, consapevoli di ciò che c'è stato in mezzo -. Rimasi interdetta a quelle parole, conoscevo bene la storia da entrambe le campane.
- Vuoi dire che dovrei chiederle scusa io? -
- Lei lo farà. -
- Bene, le dirò "ok, quella è la porta". -
- Se vuoi distruggere il tuo sogno, ti lascio andare -. Girai i tacchi verso l'atrio al piano terra. - Se te ne vai anche tu, il tuo gruppo non esisterà più! È questo che vuoi? - gridò. Non mi interessava, avrei trovato una sostituta. - Sarah! -. Sentii i suoi passi giù per le scale e nel frattempo un'altra voce chiamò il mio nome. Guardai davanti a me e appena dentro all'atrio, vidi Stefano accompagnato da Sonia e Marika e i rispettivi ragazzi.
- Che ci fa quello? - esclamò indicando Prinz dietro di me. Oh cavolo, ci aveva beccati. - Giù le mani dalla mia ragazza! -. Stefano avanzò a lunghe falcate verso di me con fare minaccioso.
- Dovresti stare più attento "alla tua ragazza", se ci tieni davvero. - rispose Prinz avvicinandosi.
Fantastico, mi trovavo nell'occhio del ciclone: ero circondata da questi due cretini in vena di litigare che non capivano quanto fastidioso fosse il loro atteggiamento. Mi vergognavo io per loro.
- Ragazzi, calmi ok? Stè, non è successo nulla, Prinz, tu vattene. - dissi mettendomi in mezzo e guardandoli ognuno negli occhi. Niente: continuavano a guardarsi in cagnesco ignorandomi.
- Cacchio. - sentii Sonia squittire.
- Qui si mette male. - rispose Marika facendosi più vicina alla ragazza.
Indietreggiai, sapevo che non ero calcolata in quel momento di sfida e i due ragazzi si misero faccia a faccia pronti al confronto. Il mio cuore era in subbuglio e ora temevo scattasse una rissa.
- Cosa pensavi di fare con lei? -
Prinz lo fissò negli occhi senza dire nulla: conoscevo quello sguardo, stava studiando la sua preda per attaccarla. Tra poco sarebbero arrivati alle mani. - Sarah rischiava di essere espulsa se non la portavo subito via dal casino in cui si era cacciata. -
- Non dovevi intervenire, penso io a lei, ora. -
- Se aspettava te, avrebbe già fatto le valigie. - rispose Prinz con ironia.
Stefano prese un respiro breve e rispose. - Mi ero allontanato solo un attimo. Come vedi, io per lei ci sono sempre, non l'abbandonerei mai come invece hai fatto tu -. Prinz si irrigidì: l'aveva punto sul nervo scoperto.
Ne approfittai di quell'improvviso silenzio per farmi sentire. - Stè, sono stanca, andiamo a casa? - dissi scocciata. Volevo solo andarmene da lì, non avere più a che fare con nessuno per il resto della serata.
- Portala a casa, dalle retta -. Prinz fece un cenno con la testa verso di me.
- Non prendo ordini da te. -
- Non sono io a ordinartelo, è lei che te lo chiede. Fallo o crollerà qui! -
Stefano si girò verso di me. - È successo qualcosa, Sarah? -
Presi un respiro e risposi stizzita. - Ste, te lo racconto dopo, ora voglio andarmene da qui, subito! -. Il ragazzo lanciò un'occhiataccia a Prinz.
- Sei stato tu -. Più che una domanda suonava come un'affermazione. Prinz roteò la testa spazientito e mi lanciò un'occhiata.
- Se non la porti subito a casa lo faccio io! -
- Ti ho detto di andartene. -
- Voi due volete smetterla di guardarvi in cagnesco? Sarah sta davvero male! -. Sonia mi venne vicino e mi guardò.
- È bianchissima! La portiamo a casa noi mentre voi due state qui a incolparvi a vicenda! - Marika mi prese sottobraccio e mi trascinò via.
- Fabio, ci dai tu un passaggio? -. Sonia chiese al ragazzo.
- Ti lascio le chiavi, sto qui con Stefano. - disse tirando fuori le chiavi dalla tasca dei pantaloni e avvicinandosi all'amico.
- Grazie tante! - esclamò stizzita Sonia, afferrando le chiavi al volo.
- Io torno con Miky e Luca, non ti preoccupare. - intervenne Alessandro, dando un bacio a Marika.
- Ragazze, porto a casa io Sarah. - intervenne Stefano.
- Ci pensiamo noi. - rispose Sonia - ne ho abbastanza delle vostre gare a chi ce l'ha più lungo! - esclamò facendo un cenno con la testa nella loro direzione.
Appena salite in macchina, Marika mi chiese subito cosa fosse successo tra me e Prinz.
- Niente! Lui non c'entra. - risposi evasiva.
- Sei incazzata perché quei due non facevano che litigare? Avrei voluto prenderli a testate. - intervenne Sonia.
- Anche -. Le ragazze mi gettarono un'occhiata interrogativa. Con loro lo potevo dire anzi, lo volevo dire al mondo intero, volevo rivelare lo stupido segreto di Irene perché in quel momento la odiavo così tanto che volevo mandarla in rovina. - Irene sta con il coach di Prinz. -
Le ragazze spalancarono gli occhi. - Pazzini, il fratello di Andrea? - domandò Sonia. Annuii.
- Stai scherzando, vero? Non lo sapevo! - esclamò Marika sorpresa.
- Perché io, scusa? - aggiunse Sonia - e tu, uguale immagino. -
- Appunto -. Raccontai loro ciò che Irene mi aveva detto mentre raggiungevamo casa mia. - Che bella serata, non è vero? Ho rovinato la festa a tutti. -
Sonia fece spallucce. - Tu non c'entri nulla. È stata Irene che ci ha tenuto nascosto la sua relazione. Se non voleva dirlo con noi, poteva almeno confidarsi con te. Mi sta ufficialmente sulle palle, ora. -
- Dispiace anche a me. Ragazze, ora che ne sarà delle Black Cat? -
Rimanemmo tutte e tre in silenzio in auto, ferme davanti a casa mia. - Vado dentro, ne parliamo domani -.
Salutai e scesi dall'auto. Feci appena in tempo a tirare fuori le chiavi che squillò il cellulare: era Stefano. Cliccai sul tasto "ignora" e la suoneria divenne silenziosa, mentre la chiamata continuava a rimanere operativa.
Andai in bagno per cambiarmi e preparami ad andare a letto. Cavolo era tutto così perfetto: il trucco, l'abito... Prinz si era messo in mezzo e Irene mi aveva dato il colpo di grazia. Era la serata perfetta e tutto si era rovinato per colpa di una parola di troppo. Se fossi stata zitta... no, se quell'idiota non si fosse intromesso!
"Saresti stata espulsa, cretina" disse una voce dentro di me. Sospirai: era colpa di Irene. Se solo mi avesse raccontato tutto dall'inizio...
Stefano richiamò; lo ignorai di nuovo. Gli scrissi un messaggio, non volevo ritrovarmelo sotto casa.
<<Sto bene, non è successo nulla con Prinz, piuttosto con Irene. Domani ti racconto.>>
Era stata Irene a rovinare tutto: la nostra amicizia, la festa, le Black Cat. Se solo me ne avesse anche solo accennato: temeva che andassi a raccontarlo a mezzo mondo o che le avessi detto che era una cretina a stare con uno più grande?
Ora capivo tante cose nelle sue parole e atteggiamenti, ora era tutto più chiaro. Irene non si fidava abbastanza di me.
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Bentornate Rockers!
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Le sorprese non sono finite, visto?
~*~
Voi avevate capito di Irene e Gabriele Pazzini?
Eppure, già in Love c'erano diversi indizi... vi consiglio di andare a rileggere qualche capitolo
~*~
Il rapporto tra Irene e Sarah si è incrinato.
~*~
Tuttavia, abbiamo lasciato Prinz in compagnia di Stefano e Bellotti. Volete sapere cosa è successo?
~*~
Stay tuned!!
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