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34. Madness - Parte 1

And I have finally realized what you mean
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Tolti gli abiti di scena, eravamo pronte per il ballo. I ragazzi rimasero sorpresi di vederci così eleganti: Sonia aveva scelto un abito verde pavone dalla gonna che cadeva morbida al ginocchio e che metteva in risalto le gambe lunghe da modella, Marika aveva optato per un modello con gonna a palloncino nei toni pastello e Irene aveva invece scelto un vestito nero simile a un kimono con maniche corte e taglio sopra il ginocchio, stretto in vita dalla cintura obi rossa in tinta con le scarpe. Io invece avevo indossato il mio mitico vestito in tartan, la coroncina e avevo aggiunto un paio di manicotti di lana per tenere al caldo le braccia.

Mentre Stefano mi stava riallacciando il fiore al polso, mi sussurrò: - Sei bellissima -. Lo guardai e sorrisi. Il suo sguardo non nascondeva i suoi pensieri: mi desiderava. Guardai da un'altra parte per togliermi l'imbarazzo e vidi Fabio letteralmente pendere dalle gambe (e dal fondoschiena) di Sonia, mentre Marika era mano nella mano ad Alessandro e si sorridevano compiaciuti.

- Beh, sembra che io e te balleremo insieme stasera. - disse Miky andando a braccetto di Luca, il quale annuì. Stavano recitando come se tutto fosse avvenuto per caso ma noi tutti sapevamo bene che stavano insieme.

Con la coda dell'occhio vidi Sonia aprire bocca ma non disse nulla: per una volta risparmiò una delle sue battute al vetriolo. In fondo, se suo fratello ora era felice, lo era anche lei. Solo Irene era sola: andai da lei per dirle qualcosa ma mi rispose con un sorriso che infondeva sicurezza. - Non preoccuparti, è tutto sotto controllo -.

Ci incamminammo verso la palestra a coppie e notai che molti ragazzi che prima gironzolavano per il cortile, ora non erano più lì. All'entrata c'era la coda e presto capii perché: non era il servizio di deposito cappotti a rallentare lo scorrimento bensì il fotografo che quel vulcano di Serena aveva ingaggiato per fare le foto alle coppiette.

- Bella idea la foto ricordo! - esclamai.

- Non solo, - intervenne Marika - quando saremo tutti dentro, le foto verranno attaccate ad un'enorme bacheca che gli studenti andranno a consultare per dare il voto al re e alla regina del ballo! -

- Mary, anche questa è farina del tuo sacco, vero? - domandò Sonia con una punta di sarcasmo. La ragazza arrossì e non seppe più che dire.

Finalmente toccò a noi: Sonia e Fabio furono i primi a scattare la foto ed entrare. Cavolo, sembravano due modelli, erano bellissimi! Toccò poi a noi: mi misi in posa con Stefano dietro di me e sorrisi. Flash. Per qualche secondo non vidi più nulla. Marika e Alessandro vennero dopo di noi: erano entrambi timidi e facevano tenerezza. L'ultima coppia fu quella formata da Luca e Miky: lui la teneva per i fianchi e lei per le spalle e sembravano molto sicuri e affiatati. Stavano davvero bene insieme.

- Ragazze, se non vincono loro, io dico che il concorso è truccato. - commentai.

- Bene, possiamo entrare! - esclamò Miky. Mi guardai attorno ma non vidi Irene.

- Un momento, manca Ire. -

- È andata in bagno, mi ha detto -. Annuii ed entrai.

Se non fossi stata una studentessa della scuola, non avrei riconosciuto la palestra per nulla al mondo. Il linoleum era stato ricoperto dal parquet, dando luminosità all'ambiente, luci soffuse circondavano completamente il perimetro della palestra. Gli attrezzi ginnici come le reti, le porte e i canestri erano completamente scomparsi e le pareti erano state decorate con gigantografie sia in bianco e nero che a colori di alcune classi dagli anni sessanta ad oggi.

Al centro della palestra, sospesa a mezz'aria c'era un lampadario con luci stroboscopiche e tanti piccoli led che come stelle illuminavano il soffitto. Un piccolo palco su cui si esibiva il deejay era stato allestito nella parte in fondo della palestra e i buffet nei due ingressi laterali.

La maggior parte dei ragazzi stava ballando e in mezzo a loro vi erano anche alcuni adulti; gli altri erano ai lati della pista o in prossimità del buffet, dove c'era meno rumore, a chiacchierare tra di loro, Tra loro riconobbi Mariani, accanto a una signora di una sessantina d'anni conciata come una Barbie. Persino il colore fluo del suo rossetto era finto.

- Mi avevi detto che ci sarebbe stato un ballo lento ma non mi sembra affatto. - disse Stefano.

- Ci sarà dopo. - confermò Marika, dirigendosi verso la pista per ballare, seguita da Luca e Miky.

Io e Sonia ci guardammo e trascinammo i nostri ragazzi. La musica era molto coinvolgente, meno house  di quella che ascoltavamo allo Strawberry, ma comunque piacevole. Ballammo un po' e poi ci allontanammo per chiacchierare. Luca e Miky continuarono per la loro strada mentre io, Marika e Sonia eravamo rimaste sole con i nostri ragazzi. Marika e Alessandro decisero di fare un giro e andare a prendere qualcosa da bere e tornarono esultanti.

- Noi abbiamo già votato. - disse Marika entusiasta.

- Dai, andiamo anche noi. - esclamai trascinando Stefano per un braccio.

Marika mi aveva spiegato che il banchetto dei voti era stato allestito nello spogliatoio maschile, per l'occasione completamente sistemato. Erano stati montati pannelli di cartongesso davanti agli armadietti, a cui erano state attaccate le foto formato polaroid delle coppie. Mi venne d'istinto gettare un'occhiata verso l'alto e notare che il quadro con la squadra di basket vincente era stato parzialmente coperto.

- Chi voti? - Stefano mi guardò perplessa. Avevo già idea dei destinatari del mio voto.

- Miky e Luca. - esclamai sicura. Stefano arricciò il naso.

- Beh, io voto Fabio e la tua amica... Pensavo che votassi noi! -

- Troppo scontato. - dissi scuotendo la testa.

Afferrai il foglietto di carta e scrissi sopra il numero della foto corrispondente alla coppia e i loro nomi e mi misi in fila per consegnarlo. Mi accorsi solo quando stavano per andarsene, che davanti a me c'erano Vito e Arianna. Li salutai con un gran sorriso.

- Ciao Sarah!! Sei bellissima! - esclamò Arianna abbracciandomi.

- Tu sei stupenda. - commentai guardando l'abito panna in stile anni venti che indossava. Aveva sfruttato il taglio corto per calarsi nella parte della flapper girl, accentuandolo grazie al trucco definito e a un diadema che le incorniciava la testa. Ma ancora più strano era vedere Vito con un paio di comunissimi jeans scuri, la camicia chiara e la cravatta allentata. Ai piedi però, non mancavano le Nike.

- Lui è... - Vito sembrava piuttosto curioso di conoscere il ragazzo che mi accompagnava.

- Lui è Stefano Rizzato, frequenta il Galilei ed è il mio cavaliere. - risposi entusiasta.

Arianna accennò un sorriso e Vito esclamò qualcosa, continuando a scrutarlo. - Tu giochi a basket, vero? Ti ho già visto. -

Stefano annuì. - Si, sono del quinto anno. Tra due settimane ci incontreremo, allora. -

Proprio in quel momento arrivarono Andrea Pazzini e Prinz. Girai lo sguardo per non incrociare il suo, nonostante sentissi i suoi occhi su di me.

- Ehi Andrea! Sto socializzando con il nemico! Gli sto dicendo di lasciarmi fare qualche canestro in più alla prossima partita per fare bella figura e salire nella classifica marcatori -. Andrea squadrò la situazione rimanendo serio. Mi era sembrato più simpatico quella volta che gli avevo parlato.

- Ciao, vi disturbo solo un attimo: stiamo cercando mio fratello Gabriele, per caso lo avete visto? -. Andrea era diretto e non badò a noi.

- No, qui non c'è. - rispose Arianna.

- Hai sentito che ti ho detto, Andre? - sollecitò Vito. Prinz era muto e osservava la scena.

- Si, Vito, - Andrea allungò la mano verso Stefano. - Ciao, sono Andrea Pazzini, se non sbaglio sei del Galilei, giusto? -

Stefano annuì. - Si, presente - rispose rigido. Andrea mi guardò e sorrise.

- Sarah, tu e le ragazze siete state fantastiche prima! Non sapevo suonaste così bene! -

- Grazie! - esclamai entusiasta.

- Bene, direi che ci conosciamo tutti, qui. - tagliò corto Arianna. Solo io, Prinz e Stefano non ci eravamo salutati, ma tutti erano al corrente del mio ormai passato triangolo amoroso.

- Le persone educate si presentano sempre per prime. - puntualizzò Stefano. Giurai di aver visto il suo sguardo posarsi su quello di Prinz, il quale lo guardò con aria di sfida. - e salutano. Andiamo a ballare Sarah? -. Guardai Stefano e annuii. Tutto pur di andarmene di lì al più presto. Salutammo e ce ne andammo.

- C'è anche quello. - sottolineò Stefano in tono disgustato.

- È uno studente della scuola, è suo diritto. - mi ritrovai a difenderlo. Irene aveva ragione: condividevamo oltre che la stessa città anche la medesima scuola.

Non potevo mica impedirgli di studiare, ora che aveva ritrovato la voglia, tanto meno di partecipare alla festa. Lo avrei evitato, come lui faceva con me, anche se  lo sguardo lanciato a Stefano era di puro odio.

A proposito di Irene, meglio farsi sentire! Presi il cellulare e la chiamai. Pregai che la coda al bagno fosse finita o si sarebbe persa tutto il ballo. Il telefono suonò a vuoto. Forse era rientrata in sala.

In mezzo alla folla individuai Sonia e Fabio che ballavano e li raggiungemmo, chiedendo della nostra amica ma nemmeno loro la videro. In quel mentre arrivò un suo messaggio: <<Mi ha chiamato mia madre. Arrivo>>.

Sperai facesse in fretta e gettai un'occhiata all'orologio: mancava un quarto a mezzanotte. Marika ci aveva detto che dopo le dodici sarebbe stata eletta la coppia vincitrice e che sarebbero seguiti i lenti. Almeno per un altro po' non avrei avuto il pensiero della figuraccia: Stefano si era impegnato parecchio ma il ballo non era affatto un suo pregio.

Sonia mi prese per un braccio e cominciammo a ballare insieme. Ridevamo come due cretine mentre i nostri ragazzi ci guardavano. Il deejay passò poi una canzone più tranquilla e Stefano mi chiese di ballare con lui. L'evento stava entrando nella seconda parte della serata, a partire dall'atmosfera con luci più soffuse e musica meno movimentata.

Senza che dicessi niente, Stefano mi abbracciò e mi guidò nel ballo. Un po' per l'imbarazzo, un po' per la felicità, mi scappava da ridere, mentre il ragazzo approfittava del mio collo esposto per baciarlo.

La cosa mi fece imbarazzare ancora di più perché non eravamo soli ma da una rapida occhiata attorno, nessuno se ne stava curando, presi dalla musica e dal ballo. Tutti tranne uno. Girai lo sguardo di lato e solo in quel momento mi accorsi che Prinz mi stava fissando con fare nervoso, infastidito.

Guardai dall'altra parte, conscia che lui era ancora lì e sperai che se ne andasse, disgustato e nauseato da noi due. Perché lui non poteva impedirmi di vivere e nemmeno io potevo privarmene. E vederlo così, mi faceva stare male.

- Sarah, - Stefano sussurrò il mio nome all'orecchio, tra un bacio e l'altro - questa sera hai qualcosa che mi fa eccitare incredibilmente -. Il contatto delle sue labbra sulla mia pelle mi fece rabbrividire e mi distrassi: forse era la magia della serata ma non mi lamentai quando sentii la presa della sua mano più stretta attorno alla mia vita.

Mi venne in mente che la notte del Prom in America era la notte per eccellenza e che spesso si faceva sesso. Non so se quella sarebbe stata la mia notte ma sarebbe stata comunque una serata indimenticabile per le emozioni che mi aveva già trasmesso.

- Ste', - lasciai la presa della sua mano e lo abbracciai – sono contenta di essere qui con te, stasera. –

Stefano mi guardò. - Anche io. – disse sorridendo.

Presi coraggio. - Guardiamo l'incoronazione e poi andiamo... che dici? -. Mi guardò sorpreso: forse non aveva inteso il senso. Presi un nuovo respiro e abbassando lo sguardo, gli dissi: – Potrei tornare a casa più tardi, i miei non saprebbero mai se eravamo a scuola o in macchina da te -.

Vidi Stefano sorridere: aveva capito. Appoggiai la testa al suo petto mentre lui mi strinse più forte a sé. Una parte di me diceva che stavo correndo, l'altra era elettrizzata e non vedeva l'ora: mi imposi di non pensarci finchè non fosse successo.

Mi stavo già facendo il film: ci saremmo allontanati senza scendere nei dettagli, salutando le mie amiche, saremmo saliti in auto con la scusa di portarmi a casa e... . Sperai che Prinz se ne fosse andato per non vederci uscire insieme e invece era ancora lì; non ci stava più guardando anzi, il suo sguardo era disinteressato, la fronte corrucciata. Sembrava teso. Chiusi gli occhi per non vederlo più e pensai ad altro.

- Uff, qui comincia a fare caldo. Noi andiamo a prendere qualcosa da bere, venite anche voi? - Sonia mi distrasse dai pensieri. Annuii e prendendo per mano Stefano, andammo a bere qualcosa. La mia amica tirò fuori il cellulare e provò a chiamare Marika. - Qui spariscono tutti, che strano! -. In effetti, anche Marika non si vedeva nei paraggi. Temevo di perdere anche Sonia di lì a poco. - Cavolo, il cellulare scarico! -

- Ti presto il mio! -. Sonia sorrise e prese il mio cellulare, richiamando Marika. - Ma dove seì?? -. La ragazza si portò una mano all'orecchio perché non sentiva nulla. - Ok, ti raggiungiamo. Rimani in linea. -

- Sarah, faccio un salto in bagno e poi torno. - esordì Stefano.

- Dopo chiamami che ti dico dove siamo -. Il ragazzo annuì e sparì in mezzo alla folla. Seguii Sonia e Fabio in mezzo agli invitati: era quasi impossibile passare tra una persona e l'altra e il bicchiere in mano aggravava la situazione.

- Ah, Minelli -. La voce viscida di Mariani mi chiamò. Anche lì dovevo beccarlo? Fui costretta a fermarmi e presi per una manica la giacca di Fabio, il quale fece cenno a Sonia di tornare indietro.

- Aspetta, c'è quella cornacchia di Mariani che ci ha beccati - disse Sonia a Marika.

- Buonasera. - salutai. La Barbie di novant'anni al suo fianco mi scrutò dall'alto verso il basso  stringendo ancora di più le labbra a canotto. Non riuscivo a distoglierle gli occhi di dosso: non si era guardata allo specchio?

- L'ho sentita suonare prima, non la facevo così brava. - commentò il professore. Gentile come sempre.

- Avete fatto un ottimo lavoro, ragazze, a nome della scuola vi ringrazio -. Mi accorsi che a parlare era stato il preside, accompagnato dalla moglie, una signora mora dai capelli corti e lo sguardo rassicurante, la quale annuiva ogni cosa il marito dicesse.

Sorrisi e ringraziai. - Ci fa piacere che lo show sia piaciuto, abbiamo fatto del nostro meglio per scegliere le canzoni più adatte... -

- Siete brave ma quelle canzoni erano un po' tutte uguali... ai miei tempi, c'era musica più bella -. Non ci credevo, Barbie Labbra a Canotto aveva parlato e ci aveva fatto un complimento molto particolare: mi chiesi se fosse imparentata con Mariani.

- È quello che ho pensato io, Maria Carla. Tutte canzoncine da ragazzini ma alla festa ci sono anche gli adulti. Almeno, quelli che contano - puntualizzò Mariani. Un sorriso amaro si materializzò sul mio volto: stavano facendo apposta, vero?

- Beh, è una festa per adolescenti, dovevamo suonare musica adatta al target. – sentenziò Sonia incrociando le braccia al petto. Mi girai verso di lei e le sorrisi. La Barbie strinse le labbra.

- I giovani d'oggi non sanno proprio cosa è la musica: è tutto un rumore! Sarebbe stato davvero carino, invece, se aveste scelto qualche canzone dell'epoca dell'inaugurazione della scuola. Tutto quel baccano, dopo un po' ha proprio stancato! E poi, – mi squadrò dall'alto al basso – una ragazza così bellina come te che correva e incitava il pubblico come un maschiaccio... no, no, no, a me non siete piaciute -.

Se c'era una cosa che non potevo tollerare era quando offendevano la nostra musica per puro spregio e questo, era uno di quei casi.

- I ragazzi hanno applaudito, hanno cantato e ballato con noi. Non ci importa se a lei è piaciuto o meno, quello show era per il nostro pubblico e noi lo abbiamo accontentato! - esclamai. La Barbie sbarrò gli occhi esterrefatta.

- Scusala, mia cara, ma è una ragazzina che ha sempre dato problemi anche a me. Ha bisogno che qualcuno le spieghi come gira il mondo. -

- Lo so Ivano, tu sei una persona stupenda che ha sempre avuto a cuore i propri studenti -. Ah, davvero? Più che cuore, nel mio caso si trattava di un'altra parte del corpo... - E lei, signorina, è molto maleducata! -

- Non mi sembra che lei sia tanto da meno. - risposi di rimando. Tutti attorno si fecero seri e silenziosi. La Barbie cominciò a tremare di rabbia e spalancò ancora di più gli occhi.

- Sarah... - Sonia mi richiamò per non peggiorare l'attenzione.

- Signorina Minelli, chieda subito scusa -. Il preside aprì bocca irritato.

- Io non chiedo scusa a nessuno! - esclamai incrociando le braccia al petto. - Anzi, se vuole proprio saperlo, correre e urlare sul palco è....aaaahh!!! -. Stavo per dire "rock" con tanto di gesto ma dalla mia bocca uscì solo un grido, appena mi sentii sollevare da terra.

Braccia e mani forti mi avevano afferrata per i fianchi e caricata su quella che sembrava una spalla come un sacco di patate. - Mettetemi giù!! Non ho finito!! -.

Senza dire nulla il rapitore mi allontanò dal gruppetto di persone, passando in mezzo agli studenti esterrefatti. Non era Stefano, il profumo non mentiva. Ne ebbi la conferma quando mi richiamò.

- Zitta, Pulce. -

Mi bloccai e per un attimo rimasi muta. Una sensazione strana mi strinse lo stomaco, forse a causa della posizione che sentivo causarmi nausea. Dopo la sorpresa iniziale, ripresi a urlare di lasciarmi andare ma Prinz non ne voleva sapere. Uscì dalla palestra e andò dritto dentro la scuola, portandomi in un atrio del primo piano che era rimasto libero.

Aprì la porta della prima classe disponibile e mi mise giù, chiudendosi la porta alle spalle.

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WOWOWOW, Rockers!
~*~

Il nostro Prinz ha fatto l'entrata in scena (proprio mentre Stefano era in bagno...)
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Dopo tanta bile mandata giù, eccolo tornare alla ribalta.
~*~

Cosa gli e' saltato in mente? Voleva Sarah tutta per sé o c'è dell'altro?

~*~

Lo scopriremo nel prossimo capitolo!
Stay tuned!

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