11. Love Show - parte 1
Break down, give me some time
I don't want the fear to confuse ya
⭐️
Non era l'ora adatta per delle chiacchiere: eravamo entrambi stanchi e volevamo solo dormire, senza contare che gli abiti inumiditi dalla pioggia iniziavano a essere fastidiosi addosso.
Suggerii a Stefano di entrare in casa ma mi disse di no. - Solo una cosa, poi ti lascio davvero andare. - Ero curiosa e mi batteva forte il cuore; un paio di idee si materializzarono nella mia mente appena disse di volermi parlare.
- Sto aspettando. - dissi di nuovo.
- Ti sei divertita questa sera? - mi domandò. Lo guardai perplessa.
- Tutto qui? - gli chiesi.
- No, rispondimi prima -. Non stava scherzando: lo sguardo appena corrucciato e il tono serio della voce sottolineavano quanto fosse importante per lui quella domanda.
- Si. È stata una bella serata. La festa, il locale, gli amici. Mi sono divertita. - risposi soddisfatta.
- Lo sapevo. - disse.
- Scusa, perchè me lo hai chiesto, allora? - domandai senza capire.
- Perchè volevo averne la conferma -. Stefano mi sembrava più strano del solito. Lo guardavo negli occhi ma non era il suo sguardo a preoccuparmi, bensì le sue parole.
- Non è che hai bevuto, vero? - domandai aspettandomi una risposta affermativa.
- No, sono serio. -
- Mi spaventi. - dissi facendo un passo indietro. Il suo atteggiamento cominciava a preoccuparmi; Stefano avvertì che mi ero irrigidita e cominciò a parlare.
- Ascolta, vorrei che tu... che tu fossi allegra come stasera, ma più spesso. - disse esitando. Lo guardai, a metà tra lo stupore e l'incredulità. Non capivo dove volesse andare a parare. Stefano mi lesse nel pensiero e cercò di spiegarmi con altre parole quello che intendeva dirmi. - Io vorrei che tu sorridessi di più quando sei con me. Ho visto le risate, la felicità che sprizzavi quando eri con le tue amiche. Ecco, io vorrei che tu... - si interruppe. Potevo avvertire lo sforzo che stava facendo nel dirmi quelle cose. Non aveva mai avuto paura a corteggiarmi, a provarci, ma dire quelle parole era difficilissimo per lui.
- É per la storia della canzone? - gli chiesi – credimi, non volevo dirtelo, nemmeno farti capire quello che mi stava succedendo. - cercai di giustificarmi.
Stefano scosse la testa. - Posso provare a capire quello che ti è successo e credimi, non c'entra nulla con quello che ti ho detto. Io vorrei che il sorriso che fai con le tue amiche... ecco, vorrei solo che quel sorriso lo facessi anche a me, quando guardi me. -
Rimasi un attimo di sasso: forse la stanchezza stava giocando un brutto tiro anche a lui. O forse ero io che non volevo capire quello che mi aveva detto. Lo guardai sorpresa, incapace di comprendere la profondità di quelle parole, rimanendo in silenzio. Probabilmente si aspettava una risposta che io non ero in grado di dargli. - Lascia stare, sei stanca. Ne riparleremo un'altra volta. - mi disse scuotendo la testa.
- No, aspetta, guarda che... -
- Tranquilla, non dovevo parlartene adesso. Ora vado davvero. - esclamò interrompendomi.
- Allora, buonanotte e grazie per la serata. - dissi accennando un sorriso.
Stefano si avvicinò e mi diede un bacio sulla guancia.
- Buonanotte - mi disse - e buon compleanno, Sarah -. Uscì di fretta dal cancello, salì in auto e se ne andò lasciandomi immobile sul pianerottolo.
Oh cavolo...
Un bacio.
Un bacio sulla guancia.
Stefano mi aveva dato un bacio sulla guancia.
E io non avevo detto o fatto niente. Era stato tutto così veloce che non sarei riuscita a impedirglielo se avessi voluto. E allora? In fondo non c'era nulla di male in quello che aveva fatto. Un semplice e innocente gesto. Fatto da qualcuno che forse, mi voleva davvero bene.
Non mi aspettavo che lui agisse così. Collegai subito quel gesto a quello che mi aveva detto: voleva vedermi più sorridente... no, aspetta, aveva detto che voleva gli sorridessi di più, vale a dire voleva che gli dedicassi più attenzioni. E di certo non nel senso che fino a un attimo prima intendevo: non lo aveva detto perché quella sera l'avevo passata più in compagnia delle mie amiche che con lui. C'era ben altro sotto. Smisi di pensarci e tentai di dormire ma fu tutto inutile, data l'ora e l'agitazione che avevo ancora addosso per la serata.
Presi a dormire attorno alle sei e quasi due ore dopo venni svegliata da un gran frastuono in casa. Mi alzai e andai a controllare: mia sorella era tornata.
Cinzia era in salotto circondata dalle valigie, intenta a raccontare a mamma e papà di Londra, raggiante nel vestitino firmato di qualche stilista famoso. Misi piede in sala ancora assonnata e quando Cinzia mi vide, mi corse contro per salutarmi e mi abbracciò. Rimasi sorpresa dalla sua accoglienza ma soprattutto dal suo aspetto: sembrava dimagrita di qualche chilo, il suo fisico era più asciutto e slanciato.
- Buon compleanno, Sarina! Come stai? Ti vedo in forma! Hai preso anche un po' di sole! Era ora, non ne potevo più di vederti bianca come una mozzarella! Allora, raccontami dai! - la guardai perplessa: da quando in qua era così interessata a me? E che dire di tutta quella messinscena? - Oh, stavi dormendo? Mi dispiace averti svegliata! -. Alzai le spalle: avevo già perso la partita contro il sonno parecchie ore fa.
- Buon compleanno, Sarah - Mamma e papà mi vennero incontro e mi baciarono per farmi gli auguri. - A proposito, a che ore sei rientrata ieri sera? Non ti abbiamo sentita rincasare - domandò mamma curiosa - hai preso la pioggia? - rimasi un attimo interdetta su cosa rispondere: non potevo certo dire che ero tornata poche ore prima.
- No, - balbettai - sono tornata verso... verso l'una. Niente pioggia! -
- Strano, ho trovato delle orme bagnate stamattina nell'atrio e gli asciugamani del bagno erano piuttosto umidi. - rispose socchiudendo gli occhi. Riconoscevo lo sguardo da interrogatorio che era solita fare non solo con gli imputati ma anche con noi.
Aveva ragione: per non accendere il phon e fare rumore, avevo usato gli asciugamani del bagno per asciugare i capelli ma non avevo pensato alle possibili orme che potevo aver fatto nell'ingresso. Il mio piano era riuscito a metà.
- Forse la finestra del bagno era aperta ed è entrata la pioggia... - cercai di improvvisare.
- Dai mamma, non fare la noiosa. Oggi è il suo compleanno, lasciala stare. - intervenne Cinzia e con un sorriso si girò verso di me. - Andiamo su! Ho un sacco di cose da raccontarti! E in valigia c'è il tuo regalo -.
Cinzia prese la valigia e cominciò a salire con vigore le scale. Rimasi ancora più perplessa di prima e guardai mamma, che nel frattempo si era calmata.
- Vado su con lei. - dissi.
- Ricordatevi che a mezzogiorno andiamo al ristorante e dovrete già essere pronte .- aggiunse papà, mentre correvo dietro a Cinzia. Mi ero completamente dimenticata del pranzo fuori e avrei necessitato di un restyling completo per essere decente.
Raggiunsi Cinzia in camera sua e tentai di tagliare corto: sapevo che l'effetto faina buona sarebbe durato il tempo di salire le scale per poi svanire nuovamente. - Devo andare a prepararmi, prendo le mie cose e vado nel bagno giù .- dissi cercando di dare meno fastidio possibile.
- Non ci pensare neppure, vieni qui due minuti -. Cinzia mi prese per un braccio e mi trascinò in camera o meglio, nella sua camera d'ospedale, dalle mura bianche, i mobili bianchi e il freddo dell'inospitalità.
- Sei sicura di stare bene? - le domandai, appena chiusa la porta dietro le spalle.
- Ta-da! - esclamò Cinzia, senza aver ascoltato una parola di quello che avevo detto. Guardai le sue mani e notai un pacchetto sospetto. - Buon compleanno! È per te! - aggiunse incoraggiandomi a prenderlo. Lo aprii sospettosa e dentro vi trovai una maglietta di Emily the Strange.
- Bella! - esclamai. Cinzia mi guardava sorridendo.
- Sono felice che ti piaccia!!! - esclamò di nuovo allegra - non vedevo l'ora di dartela - . Forse era il mio cervello che era ancora addormentato e non riusciva a ingranare o forse era Cinzia che mi stava nascondendo qualcosa. Non era da lei dire e fare certe cose.
- Aspetta, ti hanno fatto un trapianto di cervello? Lobotomia? Diagnosticato qualche forma di schizofrenia? - chiesi preoccupata.
- No, è il tuo compleanno, è giusto che tu riceva regali! - disse cominciando a ridere e agitando le mani davanti al viso – e poi non voglio più vederti giù. So che stai attraversando un momento particolare e voglio aiutarti -.
- Non mi riferisco al regalo, è il minimo che mi devi per essere tua sorella. È che dici cose strane e sei troppo allegra per essere la vera Cinzia. Tu mi stai nascondendo qualcosa - dissi sospettosa. Cinzia continuava a guardarmi con gli occhi vaghi, quasi persi. Poi capii. - Ti sei innamorata!!! -
- Shhh!!! - Cinzia mi tappò la bocca per farmi zittire e appena mi lasciò libera, cominciai a ridere come una matta.
- Non ci credo, non ci credo! - continuavo a ripetere mentre ridevo.
- E invece si! - esclamò indispettita.
- Poveretto, lo voglio conoscere. - esclamai asciugandomi le lacrime.
- Se ti interessa, posso dirti che è un ragazzo inglese ed è qui da noi per fare l'Erasmus. È con lui che sono andata a Londra perché ha i parenti là. E' carinissimo ma non ho una sua foto - rispose. Nessuna foto? Non voleva mostrarmelo, era questa la verità.
- Lui lo sa? - domandai.
- Certo! Ci siamo messi insieme una settimana fa. Ora lui è rimasto a Milano per dare gli ultimi esami e questa mattina prima di partire, è venuto in stazione a salutarmi. - esclamò con gli occhi sognanti persi nel nulla. - Sai, sento che questa volta è una cosa seria -.
Cinzia non aveva certo perso tempo con l'inglese! Saperla insieme a un ragazzo era per me davvero incredibile: dopo tanti anni di onorati flirt, sembrava finalmente vivere una storia importante.
- Ok, ti abbiamo persa. - constatai.
- Oh, Sarah, è incredibile ciò che si prova quando sei innamorata! Ti sembra tutto più facile e allegro e hai sempre voglia di sorridere. Che stupida che sono stata a dirti tutte quelle brutte cose! - All'improvviso ero diventata la sorella maggiore che dava consigli a quella più piccola; l'abbracciai e le dissi che quello che era successo tra di noi apparteneva al passato.
- Benvenuta nel club - dissi sorridendo e lei rispose con lo stesso gesto.
Le feci una marea di domande sul suo ragazzo e scoprii che si chiamava Bryan Bloom (ma non era imparentato con l'attore Orlando), aveva la stessa età di mia sorella ed era uno degli studenti più brillanti del suo corso. Era da tempo che non parlavamo più così, forse erano passati anni dall'ultima volta che ci eravamo comportate da sorelle; finalmente avevamo ritrovato un po' di serenità.
L'argomento si scaldò quando da inquisitore passai a interrogata. Cinzia mi chiese subito di Stefano. - Siamo solo amici, credimi! - le risposi.
- Ma ti ronza sempre attorno, no? -
- Si, lui ci prova ma a me non interessa. - dissi.
- Sono sicura cambierai idea, prima o poi. Ricorda: chi disprezza, compra. - mi ammonì.
- C'è sempre un'eccezione alla regola, però. - risposi sorridendo.
- Non penserai mica ancora a quel teppista? - domandò innervosita.
- No... - mentii in parte.
Cinzia alzò il sopracciglio indagatore. - Lo senti ancora? - mi domandò curiosa.
- No, non so nemmeno se è ancora in ospedale. Non so più niente di lui. - dissi senza mostrare il minimo disappunto.
- Meglio così. Non mi è mai piaciuto e ora lo sopporto ancora di meno dopo quello che ti ha fatto. - disse innervosita.
Cinzia mi stava davvero stupendo: pensai che se le cose tra di noi fossero state così da sempre, forse avrei avuto una vita più facile, un carattere diverso e chissà, magari sarei stata anche più felice...
Lasciai Cinzia a sistemare le sue cose e me ne tornai in camera.
Ormai non avevo più sonno e dovevo scendere a fare colazione, anche se in realtà non avevo fame; forse avrei aspettato direttamente il pranzo ma un po' di tv in pigiama prima dei preparativi non poteva togliermela nessuno.
Accesi il cellulare prima di scendere e mi meravigliai di trovare già un messaggio ricevuto. Chi poteva scrivermi a quell'ora del mattino? Cliccai e lessi: si trattava di Stefano e mi chiedeva di incontrarlo quel pomeriggio davanti alla caffetteria che era vicina alla sua scuola.
Accettai: non avevo niente da fare a parte studiare e non mi avrebbe fatto male una pausa.
~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~
Ciao!
~*~
Cinzia è tornata ma non è più lei: è incredibile come le persone cambino per effetto dell'amore!
~*~
E il nostro Stefano, ormai lanciatissimo, non perde più nessuna occasione con Sarah: Carpe diem!
~*~
Cosa succederà in caffetteria?
~*~
Lo scopriremo tra poco....
~*~
Stay tuned
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro