Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

9. Where I Stood (parte 2)

Andai davvero in biblioteca ma non riuscivo a concentrarmi, poiché il pensiero di ciò che mi stava accadendo era assillante. Decisi di andare sul tetto della scuola a prendere una boccata d'aria; la biblioteca era infatti annessa all'interno dell'edificio scolastico ed era quindi possibile spostarsi da un luogo all'altro senza problemi. Salite parecchie rampe di scale e attraversati almeno due atri, arrivai sul tetto. Per fortuna la porta era aperta. Mi appoggiai alla balconata e iniziai a guardare l'orizzonte con il sole già calante. I miei occhi corsero poi verso il basso, a fissare ciò che si stagliava di sotto. La strada, le siepi, il marciapiede. Nessun altro all'infuori di me. Cominciai a pensare a cosa mi sarebbe successo se avessi scavalcato la ringhiera di protezione...

- Sarebbe perfettamente inutile. Te l'ho già detto - esclamò una voce alle mie spalle. Ero talmente assorta nei miei pensieri che non mi accorsi dell'arrivo di un'altra persona. Riconobbi immediatamente quel timbro e mi girai, sapendo già chi mi sarei trovata di fronte.

- Prinz - mormorai in un sospiro.

Si avvicinò a me e poggiò la schiena contro la balaustra. - Credevo ti fosse passata - mi disse - pensavo di averti convinta a smettere di pensarci -

Era inutile mentirgli. Ancora una volta aveva capito tutto. Sapeva che stavo ancora recitando. Incredibile. - Lo pensavo pure io. Le tue parole mi avevano davvero incoraggiata ma appena te ne sei andato, tutto è tornato come prima -

- Datti una mossa, ragazzina. Il mondo continua a girare anche senza di te - esclamò in tono di rimprovero.

- Lo so, lo so ma non riesco - mormorai prendendo un respiro - è come se avessi perso tutta l'energia che è in me. Mi impongo di reagire ma appena mi muovo, mi blocco -

- Sono tutte stupidaggini - tagliò corto.

- Non è vero. Tutto quello che mi è capitato negli ultimi tempi, mi ha indebolita e ora mi sento insicura. Ho paura di tutto! - gridai, tentando di giustificare le mie azioni - tu non puoi immaginare quanto mi sono sentita umiliata e impotente quel giorno al fiume. E poi il compito fallito, la chitarra rovinata, le delusioni che ho dato alle mie amiche e alla mia famiglia. È stato troppo sopportare tutto da sola -

- Non ne hai parlato con le tue amiche? - mi chiese perplesso.

- Non ne ho avuto il coraggio. Non sapevo cosa dire... e poi, non volevo che si preoccupassero per me. Sono sempre riuscita ad affrontare i miei problemi da sola e pensavo di farlo anche questa volta -

Avevo le lacrime agli occhi. Me ne stupii: ancora una volta Prinz era riuscito a smuovere qualcosa dentro di me con la sua sola presenza. Tuttavia, quelle gocce sembravano non voler uscire.

- Sei stata una stupida - mi rimproverò - dovevi parlarne con qualcuno -

- Nessuno mi avrebbe mai capita. Un abbraccio, qualche stupida parola, un rimprovero e niente di più - Ero caduta in stato confusionale e non riuscivo a calmarmi - Io continuerò a sbagliare e ogni volta sarà sempre peggio. Li deluderò uno dopo l'altro e rimarrò sempre più sola. È solo colpa mia, sempre e solo colpa mia... -

Senza darmi il tempo di rendermi conto cosa succedesse, Prinz mi prese per le spalle e guardandomi dritto negli occhi, mi scosse.

- Sarah! - gridò, pronunciando per la prima volta il mio nome, il suo viso vicinissimo al mio. Nei suoi occhi verde acqua rividi ancora la luce. - Tutti i giorni capitano cose ingiuste, non sei né la prima né l'ultima! Tante persone vedono i propri sogni infrangersi per sciocchezze, perdono tutto e non si ritrovano più niente in mano. Eppure riescono a riemergere dal fondo e a tornare in cima. Tu hai le capacità per fare ciò. Sfruttale. Non lasciare passare inutilmente il tempo -

Rimasi senza parole continuando a guardarlo dritto negli occhi.

Qualcosa dentro di me scattò. Sembrava il battito di un orologio. Aveva ragione. Aveva incredibilmente ragione. Un altro battito, più forte di quello di prima. Una luce flebile si spalancò davanti a me. - Tu... tu avevi tentato anche giovedì scorso... - dissi in un sussurro, mentre le lacrime lasciavano scie tiepide lungo le mie guance fredde.

Solo in quell'istante compresi il significato vero di quelle parole così dure che mi aveva detto in quello stesso luogo una settimana prima. Lui aveva già tentato di farmi reagire, di togliermi la maschera, di farmi ritrovare la fiducia in me stessa prima del compito, per impedire che mi riducessi in quello stato.

Sapeva che di fronte a parole così pesanti, avrei reagito e mi aveva provocato di proposito. Poi era rimasto fuori sul pianerottolo, temendo che reagissi malamente e tentassi di... e mi avrebbe salvata, se lo avessi fatto.

- Svegliati Sarah! Svegliati! Torna in te! - mi gridò.

Dentro sentii nascere una nuova forza. Avevo trovato la luce che cercavo per uscire dal tunnel. Lui era la mia luce. Assurdo ma era così. Avvertii improvvisamente la voglia di vivere, di suonare, di non essere più sola. Avevo ritrovato quello che avevo perso e la prima scintilla era scattata dall'ultima persona che avrei desiderato vedere.

- Guarda che sono sveglia, Pringles - gli gridai. Le lacrime smisero di scendere e abbozzai un sorriso sincero.

Prinz mollò la presa e sembrò accennare anche lui un sorriso. - Si, sei tornata la solita Pulce rompipalle e insolente di sempre - esclamò, osservandomi soddisfatto e mostrando per un attimo un mezzo sorriso.

Mi guardai attorno e solo allora mi accorsi che era da solo. - Che fine hanno fatto gli altri gorilla? - chiesi.

Il ragazzo mi lanciò un'occhiata contrariato. - Ora non ho più dubbi che sei tornata. Comunque non sono affari tuoi -. Non mi stupii della risposta: la sua gentilezza non aveva una lunga autonomia.

Prinz rimise le mani in tasca e mi accorsi solo in quel momento che indossava un piumino, dato che avevo ancora io il suo giubbino di pelle. Mi ricordai d'averlo lasciato in biblioteca insieme alle mie cose: erano due giorni che me la portavo appresso, certa che prima o poi glielo avrei restituito. - A proposito, giù in biblioteca ho il tuo giubbino. Vieni con me? -

- Tu in un luogo del genere? - esclamò sorpreso - non mi sembri affatto un topo di biblioteca -

- Non sono un genio ma nemmeno un'assenteista... -

- Era riferita a me, per caso? -. Annuì e sorrisi.

In biblioteca eravamo completamente soli, anche i pochi studenti rimasti dopo la scuola, erano già andati via.

- Ti ho già ringraziato due volte; mi tocca anche questa, vero? - dissi mentre gli restituivo il giubbino.

- Sei tornata più acida di prima o sbaglio? Ti preferivo quasi in versione zombie - rispose con una punta d'ironia, per poi voltarsi e andarsene.

- Aspetta - esclamai - perché mi hai aiutata? -. Il ragazzo si immobilizzò. - Se davvero mi odi così tanto e non te ne frega niente di me, perché l'hai fatto? -

Ancora silenzio; nemmeno fiatò. Solo il mio cuore rimbombava in quella stanza, in attesa di una parola. Prinz era ancora fermo, continuando a darmi le spalle. Poi riprese a camminare e uscì dalla biblioteca senza dire nulla. Sbuffai e scossi la testa: gli avevo chiesto troppo e sapevo che non me lo avrebbe mai detto. "Nemmeno sotto tortura te lo dirà" pensai raccogliendo le mie cose nella borsa.

Andando verso casa riflettei su ciò che mi era successo: il mio nemico mi aveva salvato non una ma ben quattro volte nel giro di un mese e poco più. Lo potevo davvero chiamare ancora nemico? Io stessa mi resi conto che qualcosa era cambiato. I rapporti tra di noi si erano distesi, non eravamo più intenzionati a farci fuori a vicenda e ora riuscivamo pure a scambiarci qualche parola. Quello che aveva fatto per me quel pomeriggio, tuttavia, era più di un semplice scambio di parole: era riuscito a farmi uscire dal torpore in cui ero caduta, cancellando le mie paure e i miei problemi; tutte cose in cui erano fallite le persone più care vicine a me.

Perché proprio lui? Forse perché era l'unico in grado di leggermi dentro, di capire davvero il mio animo; forse mi aveva studiato meglio di quanto sospettassi. O forse perché noi due eravamo più simili di quanto io potessi immaginare.


°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*

Vi lascio con lo stesso dubbio di Sarah: come è possibile leggersi dentro, entrare così tanto in sintonia, essendo praticamente due sconosciuti?
~*~

Troverete qualche indizio (se sarete brav* a leggerli!) nel prossimo capitolo.
~*~

Stay tuned!

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro