23. Forever Young (parte 1)
Forever young, I want to be forever young
❤️
Quando arrivai a scuola la mattina dopo, Sonia e Marika vennero da me con fare minaccioso.
- Ok, puoi stare zitta e non dirci nulla ma sappi che noi lo sappiamo già. Quindi non ti resta che confessare - disse Sonia.
- Irene ce lo ha detto - aggiunse Marika, sorridendo. Scoppiammo tutte e tre a ridere, incapaci di rimanere serie. Era chiaro che la mia amica, a cui avevo telefonato la sera prima, aveva riferito a Marika e Sonia della novità: io e Prinz ci eravamo messi insieme.
Raccontai loro brevemente ciò che era successo, dai fatti della discoteca alle ultime ventiquattro ore, sicura che Irene avesse già raccontato loro i particolari. Non mi sbagliai: Sonia e Marika non rimasero sorprese ma mute e immobili, forse nell'attesa di cogliere qualche particolare sfuggito a Irene e al termine sorrisero entrambe, soddisfatte di aver udito da me in persona come si erano svolte le cose.
- Sono davvero contenta per te, Sarah! - disse Sonia, facendo un sorriso sincero.
- Anche io! - esclamò Marika con gioia.
- Oh oh, guarda chi arriva -. Senza aspettare che Sonia indicasse la direzione, mi girai e lo vidi arrivare. Era bello come sempre e io avevo perso completamente la testa per lui. Il giorno prima ci eravamo trattenuti a lungo sul tetto e quella notte non avevo dormito ripensando in continuazione alla favola che avevo appena iniziato a vivere. - L'abbiamo persa. Defibrillatore - esclamò Sonia mentre guardavo Prinz avvicinarsi a me.
- Ciao. - disse sorridendomi. Quasi mi sciolsi.
- Ciao... -
- Tutto bene? -
- Si, sto davvero bene ora. - risposi.
- Ci vediamo dopo. - disse accarezzandomi una guancia. Annuii e lo salutai di nuovo.
Le due arpie tornarono da me.
- Però, almeno un bacetto. - disse sconsolata Marika.
- Non dirmi che ora ti piacciono queste smancerie e tutto il resto? Guardati come sei ridotta! Hai una faccia da pesce lesso da far invidia alle carpe della pescheria. - esclamò benevolmente Sonia. Non badai alle parole delle mie amiche: ero rimasta nel mio mondo continuando a seguirlo con lo sguardo finché non entrò a scuola. - Sarah! - Sonia mi scrollò.
- Che c'è! - gridai scocciata.
- Dimmi che è tutta una farsa. - mi chiese supplicando.
Lei odiava le smancerie: ogni volta che frequentava un ragazzo non l'avevo mai vista in condizioni "pietose" come lei amava chiamare il batticuore, lo sfarfallio nello stomaco, gli occhi dolci e il sorriso sulle labbra. Non so come facesse ma era capace di mantenere un certo controllo anche quando era innamorata.
- Ragazze, non svegliatemi per le prossime ore. Voglio continuare a vivere di sogni. - dissi.
- Perfetto. Perduta per sempre. - constatò Sonia mentre ci dirigevamo dentro.
Sperai passassero in fretta le prime due ore: avevo appuntamento con il mio ragazzo (che bella questa parola!) a ricreazione sul tetto e quando arrivai, lui era già là. Cavolo, mi sembrava davvero di vivere un sogno: tutto attorno era ovattato, senza problemi, superfluo e leggero. Ciò di cui davvero mi importava era lì accanto a me. Quella era la prima ricreazione che passavamo insieme da coppia ed ero felicissima.
Mi accolse subito con un bacio chiedendomi poi come avevo passato la mattinata.
- Non vedevo l'ora di vederti. Puoi immaginare quanto sono stata attenta! - gli risposi.
Ci sedemmo a terra, io tra le sue gambe appoggiata con la schiena al suo petto e subito mi abbracciò tenendomi stretta a sé. Era una sensazione di completezza e sicurezza quella che avvertivo. Non avrei più voluto andarmene.
Chiacchierammo del più e del meno e presto venne il momento di separarci. Guardai l'orologio convinta che la campanella avesse suonato in anticipo ma constatai tristemente che era stata puntuale.
- Oggi pomeriggio sono libera perché le prove le facciamo domani. Ci vediamo? - domandai prima di andarmene.
- Ho già un impegno con gli altri, mi dispiace. Domani mattina? -
- Ah, ok - risposi un po' delusa.
Prinz vide che c'ero rimasta male così mi abbracciò e mi baciò.
- Domani mattina mi farò perdonare. - disse abbracciandomi di nuovo.
Non riuscivo a rimanere triste a lungo con lui. Sorrisi e gli diedi un altro bacio. Pace fatta.
L'attesa di quel giovedì mattina fu tremenda: sembrava che le ultime ventiquattro ore non volessero mai passare. Poi, ecco il sole sorgere di nuovo. Arrivai a scuola di buon'ora, prima ancora delle mie amiche ma faceva troppo freddo per rimanere fuori e così andai ad aspettare Prinz in classe; gli avevo mandato un messaggio per avvisarlo ma non avevo ancora ricevuto risposta, quando arrivò Marika.
- Allora? Niente Prinz stamattina? - domandò togliendosi la borsa tracolla e mettendola a terra.
Scossi la testa. - Gli ho mandato un messaggio perché ci incontrassimo qui fuori ma lui non ha ancora risposto. -
- Forse è rimasto a letto ed entra più tardi. -
Cercai si essere ottimista sino all'ultimo ma la speranza andò in frantumi quando a ricreazione non lo vidi nemmeno sul tetto della scuola.
Aveva cominciato a piovere e lo aspettai a lungo, seduta a terra sull'ultimo gradino del pianerottolo interno. Di lui, nemmeno l'ombra. Per un attimo pensai che, a causa del brutto tempo, mi stesse aspettando da qualche altra parte dell'edificio e così gli telefonai per sapere dove fosse. Il cellulare fece parecchi squilli a vuoto prima che lui mi rispondesse.
- Dove sei? - chiesi preoccupata appena sentii la sua voce pigra rispondere.
- Fuori con gli altri. - mi rispose evasivo. Mi mancò un battito.
- Fuori? Potevi dirmi che... -
- Ora non posso parlare. Ci sentiamo più tardi. - tagliò corto.
- Ma mi avevi detto che saresti venuto! - esclamai.
Esitò qualche secondo e poi disse: - Contrattempo. Ora devo andare. Scusami. -
- Aspetta. Domani ci sei? -
- Si. -
Il cellulare divenne muto. Che cosa gli era preso? Ero livida di rabbia: presa in giro dal proprio ragazzo. Aveva preferito i suoi amici a me e non mi aveva detto nulla. Ed erano solo due giorni che stavamo insieme! Tornai in classe e mi sfogai con Marika la quale cercò in tutti i modi di tranquillizzarmi senza granché riuscirci.
Quel pomeriggio andai alle prove e appena Irene mi vide arrivare, scosse la testa.
- Qualcosa è andato storto, vero? -
Il giorno prima avevo detto che probabilmente non ci sarei stata perché sarei uscita con Prinz ma le mie previsioni erano sbagliate. Raccontai a Sonia e Irene cosa mi era successo e come succedeva sempre in questi casi, iniziarono a sparlare di Prinz. Mi sentii risollevata per poco ma poi, cominciai a trovare pesanti quelle chiacchiere.
- Ok, ora proviamo. Non siamo venute qui per sputare veleno. - dissi alzandomi dal divano per prendere la chitarra.
- Quante storie, Sarah! Stiamo dicendo solo cose giuste! - commentò Sonia girandosi verso di me.
- Ha fatto l'asino, se lo merita. - aggiunse Marika.
- Sì, lo so.-
- Tu speri che domani torni, vero? - intervenne Irene.
Abbassai lo sguardo e annuii. - È vero, lo spero. -
- Incrocio le dita per te, tesoro, ma sono scettica. - esclamò Sonia alzandosi in piedi per recuperare il basso. Suonammo per circa un'ora prima di interromperci, questa volta non per sparlottare ma a causa di un fattore esterno: Luca. Era appena tornato dal lavoro quando venne a salutarci.
- Ciao.- disse in tono serio per poi scomparire.
- Ciao! - replicammo in coro.
Non era da lui comportarsi così. In genere sorrideva e si metteva lì ad ascoltarci per una decina di minuti prima di andarsene.
- Tutto bene? - gridai perché mi sentisse.
Luca tornò indietro poco dopo per rispondere. - Si. Giornata stancante. Vi lascio provare. - E scomparì nuovamente.
- Ve lo dico io cosa c'è che non va, - intervenne Sonia quando fu sicura che il fratello fosse sufficientemente lontano - Marta. - disse piano.
Dapprima la guardammo perplesse finché Marika esclamò alzandosi in piedi: - Si sono mollati!?! -
Sonia fece un sorrisino sbieco. - Quasi. - rispose.
Non ci volle molto tempo per fare due più due: stavano parlando della ragazza di Luca.
- Aspetta: racconta dall'inizio! - esclamai sorpresa.
Sonia fece l'ennesimo sorriso e ci raccontò. - In pratica, l'azienda per cui lavora le ha proposto di trasferirsi a Roma, non so se per un paio di mesi o a tempo indeterminato e mio fratello è incazzato nero. -
- E allora? Che la lasci andare! Ne troverà altre! - intervenne Marika.
- Magari fosse così semplice. Lui dice che non tiene affatto alla loro storia e lei insiste dicendo che le hanno fatto una proposta che non poteva proprio rifiutare. - rispose Sonia, strofinando indice e pollice tra loro in un gesto inequivocabile.
- Ah sì? - esclamò Irene sorpresa - e quanto? -
- Non so. Luca non lo ha detto ma presumo il doppio di quello che prende ora. Per poco non avrebbe mosso nemmeno un dito. -
- E non possono mandare un'altra? - domandai.
- No, l'azienda vuole che vada proprio lei. È un passaggio di grado, da quanto ho capito: se va a Roma, oltre a uno stipendio più alto, ricoprirà anche un ruolo più prestigioso. -
- Allora è andata a letto con qualcuno per arrivare così in alto, - commentò Marika disgustata - Povero Luca.-
- Lo penso anche io. - Sonia annuì.
- Magari se lo merita sul serio. - disse Irene.
- Per quel poco che la conosco, non è quel tipo di persona. Pensa che nell'azienda in cui lavora l'hanno presa perché è stata raccomandata. -
- Non significa niente, dai. Forse è davvero brava nel suo lavoro. - esclamai.
Sonia mi lanciò un'occhiata poco convinta. - Se sei brava, non hai bisogno di raccomandazioni. Comunque, andrà a finire che Luca la perdonerà e continueranno a stare insieme. Mio fratello è troppo innamorato per perderla ed escogiterà qualcosa per continuare a frequentarla. - commentò Sonia con una scrollata di spalle.
Le parole della mia amica mi avevano toccata: mi sentii chiamata in causa. Anche io ero troppo innamorata di Prinz per perderlo, nonostante quello che aveva fatto.
Prima di addormentarmi quella sera, riflettei parecchio sul suo strano comportamento e mi dissi che esisteva sicuramente una spiegazione ragionevole a ciò che aveva fatto; senza contare che mi aveva pure chiesto scusa. Si, tanto per non farmi arrabbiare di più.
Mi resi conto di quanto fosse irrazionale l'amore: ogni cosa, anche la più negativa, passava in secondo piano quando la paura di perdere la persona che amavi si impossessava di te. E avresti perdonato ogni sua azione, pur di togliere quel peso chiamato timore che ti opprime il cuore.
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Bentornati Lettori!
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Voi siete più del team "Perdono" o "Rancore"? Penso che sia davvero difficile prendere una decisione di questo tipo: bisogna trovarsi in quella situazione, per ponderare una risposta sensata.
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Sarah è combattuta tra la sua indole "non perdono nulla" e l'amore che prova per Prinz (meglio chiamata "due fette di prosciutto sugli occhi", come dico io).
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Stiamo a vedere cosa combineranno...
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Grazie per essere arrivati sino a qui!
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Stay Tuned!
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