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21. Kissing You (parte 2)

Rimanemmo a casa di Irene per tutta la giornata, rimandando le prove al giorno dopo: il mal di testa stava lentamente scomparendo ma non mi permetteva ancora di suonare e di concentrarmi. Tutto sommato, in compagnia riuscii a mettere qualche altro tassello al suo posto: mi ricordai delle mie amiche ubriache, dell'arrivo di Luca, dell'incontro con il tipo rompiballe ma soprattutto della mia imbarazzante esibizione in mezzo alla pista. Quella l'avrei volentieri dimenticata. Irene mi prestò una sua maglia e un paio di scarpe: non potevo certo tornare a casa indossando la felpa di Prinz o si sarebbero tutti insospettiti.

Tutto andò liscio: i miei mi chiesero se era andato tutto bene, senza fare domande strane sul mio tardo rientro o altre cose insospettabili. Le cure anti sbornia delle mie amiche avevano funzionato.

Prima di andare a dormire mi fiondai in vasca per cercare di calmarmi e tentare di ricordare qualcosa: il calore e l'acqua aiutarono a rilassarmi. Ripensando a quanto era successo, mi resi conto che il panico iniziale di quella mattina si era parecchio affievolito; in un certo senso, non mi dispiaceva il malinteso che si era creato: ero innamorata di lui, mi ero ritrovata nel suo stesso letto e se era successo... beh, era stato con lui.

Certo, non avrei mai immaginato di vivere quella situazione senza neppure ricordarmela. In fondo, era la mia prima volta. E se avesse pensato che ero una facile? Basta, basta, dovevo rilassarmi, non pormi nuovi interrogativi!

Appoggiai la testa al bordo della vasca e chiusi gli occhi. Improvvisamente, si materializzò un'immagine accompagnata da una voce...

Sentii le sue dita sulle mie labbra... il suo viso sempre più vicino al mio...

Mi aggrappai fortemente a quel ricordo nell'attimo in cui mi stavo risvegliando: dovevo rimanere nel dormiveglia...

... sapevo ciò che stava per fare e chiusi gli occhi, abbandonandomi completamente a lui.

"Mi fai impazzire" mi sussurrò, le sue labbra sfiorarono le mie e poi sentii la sua bocca appoggiarsi dolcemente sulla mia... Buio.

Aprii gli occhi di colpo. Il cuore a mille ancora incredula. Ci eravamo baciati. E non era un sogno. Il mio primo bacio lo avevo dato proprio a lui. Chiusi gli occhi per poter riassaporare quell'emozione ma non riuscii a ricordare più di quanto già sapevo. Mi sfiorai le labbra con le dita: era così incredibile, lontanamente possibile ma reale. E lui? Se ne ricordava?

Sprofondai nella vasca lasciando fuori solo metà testa. Forse potevo mandargli un messaggio o telefonargli. Ma cosa gli avrei detto? "Ciao, ti ricordi che ci siamo baciati?". Bella idea dopo quello che gli avevo urlato contro.

Cretina, cretina, cretina.

Mi inabissai del tutto e poi tornai in superficie. La testa mi sarebbe scoppiata se fossi rimasta là dentro un minuto di più.

Mi preparai per andare a letto e appena mi coricai sentii ancora le sue labbra sulle mie.

***

- Novità? -. Sonia e Marika mi corsero incontro nel cortile della scuola.

"Si, l'ho baciato, ho voglia di vederlo per chiedergli di più e non ho dormito affatto stanotte ripensando in continuazione a quel gesto". Questa era la risposta che avrei dato ma per evitare interrogatori da terzo grado, optai per la più conveniente "No, nulla di nuovo.".

A scuola non lo vidi: forse non si era presentato. Gli feci uno squillo ma non rispose: che facesse così per evitarmi? Quel pensiero mi faceva stare male e la solita domanda si insinuava nella mia testa: possibile che mi avesse solo usata? Non significavo più niente per lui ora che forse aveva ottenuto ciò che voleva? Certo, io avevo sbagliato a gridargli che lo odiavo, quando invece provavo il sentimento esattamente opposto, ma lui non poteva trattarmi in quel modo, come se fossi stata davvero una da una notte e via, sempre che fosse davvero successo.

Cercai una distrazione per uscire dal quel circolo vizioso: tentai di seguire la noiosa lezione di chimica ma le formule scritte alla lavagna di certo non mi aiutavano.

Finalmente le lezioni terminarono e andammo tutte quante da Sonia per provare la canzone. Non avevo affatto voglia di suonare ma la loro compagnia mi avrebbe aiutato a distrarmi per un paio di ore. Quando ebbero finito di leggere il testo Sonia e Marika mi sorrisero e mi dissero di essere contente per quello che stavo vivendo.

- Spero che tutto si risolva in meglio. Tu sei davvero innamorata di lui e mi auguro che non ti prenda in giro. - disse Marika.

- Forse l'ha già fatto. Mi sta evitando. - risposi.

- Probabilmente è più confuso di te. - suggerì Irene.

- Magari, ma cambiamo argomento e proviamo a metter insieme la musica con il testo. Non voglio pensare a lui nelle prossime ore. - esclamai, afferrando la chitarra.

Finalmente la canzone era nata ed era strepitosa: avevamo riarrangiato la base iniziale di chitarra, che Irene aveva già scritto, adattandola alle parole e avevamo poi deciso di procedere con un ritmo sostenuto e veloce, la batteria a sottolineare la cadenza rapida del ritmo e le acrobazie mie e di Irene con la chitarra a dare melodia.

- Pausa! - esclamai togliendomi la chitarra di dosso.

- Niente pausa, - esclamò Irene facendo lo stesso e tirando fuori dal suo zaino una cartellina trasparente - ora voi prendete in mano una penna e vi mettete al lavoro! -

Capii al volo di cosa si trattava: le iscrizioni per il Contest. Irene ci consegnò un foglio a testa da compilare con i nostri dati anagrafici e passammo poi al foglio madre, in cui erano riportate le generalità della band.

- Qui chiede se abbiamo anche un blog o qualche nostro sito in cui reperire filmati o foto. - mormorò Irene con la penna tra i denti.

- Metti la mia pagina su Facebook, - intervenne Marika - ho inserito qualche foto e i filmati con il cellulare che ci ha fatto Luca -

- Io ho caricato poche cose sulla mia. Va beh, metti pure il mio nome. - aggiunse Sonia.

- Non è possibile fare una pagina su Facebook con il nostro gruppo? - suggerii.

Marika mi osservò e fece un sorriso. - Ottima idea!! Stasera lo faccio subito! -

Anche io avevo una pagina su Facebook ma non ero un'assidua frequentatrice: preferivo coltivare i rapporti umani dal vivo e poi, la mia lista di amici era piuttosto scarsina. C'erano i compagni delle medie e alcuni delle superiori ma aldilà di commentare "mi piace" "non mi piace" non avevo molto da fare. L'unico svago erano i giochi. Di recente avevo accettato l'amicizia di Stefano ed era sempre lì a scrivermi continuamente qualcosa o commentare qualche mia frase.

- Se ti parla di Facebook, magari esiste già una pagina del concorso a cui sono iscritti dei gruppi. - suggerii.

- Idea interessante. Dobbiamo guardarci. - commentò Irene.

Raccogliemmo i fogli e li consegnammo di nuovo a Irene la quale li avrebbe spediti per posta con una raccomandata. Non riuscivo ancora a credere che ci eravamo iscritte, anche se l'anno scolastico non era ancora finito e io non sapevo se a giugno avrei avuto la sufficienza in matematica.

- Sentite, non è che porta sfiga compilare ora queste cose? Giugno è lontano e ci saranno altre prove. - sottolineai.

- Togliti dalla testa l'idea di prendere altre insufficienze. Ce l'hai fatta questa volta e ti conviene proseguire. - mi ammonì Sonia.

- Che problema c'è? Continui a studiare con Stefano fino alla fine dell'anno e il sei è assicurato. - suggerì Marika.

- Marika ha ragione, - intervenne Irene - quel ragazzo farebbe di tutto per te, non si tirerà certo indietro ad aiutarti di nuovo. -

- Non ho altra scelta. - sbuffai.

Stefano era l'unico ragazzo che ero certa al cento per cento mi sarei portata a casa nei prossimi mesi.

- Dai riprendiamo le prove - intervenni alzandomi in piedi e prendendo in mano la chitarra - il lavoro non è finito! -

L'illusione che mi aveva dato la musica durò il tempo di quel pomeriggio: tornando a casa, desideravo fortemente incontrare Prinz, per parlargli o anche solo per vederlo. Guardavo ogni viso, ascoltavo ogni voce ma niente.

Non ebbi altri flashback per tutto il giorno: avevo solo quello della sera precedente a cui aggrapparmi.
A scuola e per strada cominciavo a sognare abbandonandomi a quel ricordo, fino a chiedermi come sarebbe stato baciarlo di nuovo... ok, ero partita del tutto.

Mi ero ridotta a farmi tanti viaggi su un futuro ideale senza sapere se poi quel futuro si sarebbe davvero realizzato. Certo, la sua frase forse era stata dettata dalle circostanze.

Mi imposi di tornare sobria: mi sentivo troppo vulnerabile nel ruolo di ubriaca innamorata, anche se era così piacevole sprofondare in quelle fantasie.


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Ormai la nostra protagonista è partita per un viaggio mentale tutto suo... Che dite, la recupereremo?
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E voi, siete curiosi di sapere cosa è successo? Non vi resta che leggere la terza parte!
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Stay Tuned!

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