12. Angels (parte 2)
Giovedì andai a scuola con il solito spirito allegro e felice di chi doveva affrontare otto ore di lezioni. Era San Valentino e in ogni angolo della scuola le coppiette pomiciavano, senza contare le valanghe di pelouche e cioccolata che riempivano gli zaini dei ragazzi e delle ragazze.
"Anche quest'anno dovrò festeggiare da single" pensai. Almeno ero in compagnia: Marika e Irene erano messe come me. Solo Sonia si sarebbe vista con un ragazzo che aveva conosciuto al Fusion venerdì scorso e che aveva insistito per un appuntamento. "E Prinz avrebbe festeggiato?" mi domandai improvvisamente. Qualcosa mi diceva di no: il suo codice era solo "ragazze occasionali".
Lo stomaco fece una capriola.
Negli ultimi giorni avevo visto Prinz solo di sfuggita e ora eccolo davanti a me. Era appoggiato con le spalle a una finestra vicino ai bagni femminili, intento a chiacchierare con i suoi amici; credevo fosse troppo occupato per notarmi e invece mi lanciò uno sguardo senza però salutarmi. Domanda retorica: quando mai lo avrebbe fatto in presenza dei gorilla?
- Guarda guarda, ne sentivo la mancanza - esclamò Sonia facendo un cenno con la testa in avanti. Non si stava riferendo a Pringles & Compagnia Bella ma alle Miss Mononeurone capitanate da Chiara che, uscite dal bagno, si stavano dirigendo proprio verso di noi, ammiccando e ancheggiando peggio di un gruppo di papere.
- Principessina Sarah - mi apostrofò la Miss - a quando la prossima insufficienza? -
- E a te quando crescerà un nuovo neurone in mezzo a tutta quella parrucca?- risposi in tono beffardo. Gli occhi di Chiara si strinsero in una fessura: aveva capito che non ero più quella di qualche settimana prima ma ero tornata la Sarah in grado di risponderle senza paura.
Gettai un'occhiata a Prinz e lo vidi alzare un angolo della bocca in un debole sorriso. Aveva sentito la mia battuta?
Digrignò i denti per un istante e si ricompose in fretta. - Spero di non aspettare troppo. Io e le mie amiche abbiamo voglia di ridere un po' - rispose, ignorando le mie parole.
- Sai, hanno inventato i film comici per questo. Se proprio avete tanta voglia di ridere, posso consigliarvene qualcuno -
- Ah, davvero? Sei andata in tv? - esclamò una ragazza.
- Non ancora ma certo non per questo - risposi.
- Non hai capito nulla, Giorgia - intervenne Linda con sarcasmo - lei deve diventare famosa con la sua chitarrina - e finse di suonare facendo scoppiare a ridere tutte quante le Miss.
- Che idiote patetiche - mormorai scuotendo la testa.
Chiara tornò subito seria e fece cessare le risate con un gesto. Dal modo in cui mi squadrava, capii che la mia risposta aveva attirato la sua attenzione. - Come siamo acide questa mattina - disse incrociando le braccia.
- Forse non ho sniffato abbastanza cipria da annebbiarmi il cervello, come voi - esclamai.
- Oh, la nostra principessa sta tirando fuori gli artigli. Hai voglia di graffiare? - aggiunse Chiara sorridendo con sarcasmo.
Stavo per risponderle ma fui interrotta dallo stesso Prinz che, seguito dai suoi amici, oltrepassò Chiara e venne a mettersi di fianco a me.
- Avete finito di rompere? M'innervosite - disse in un tono calmo che non gli apparteneva.
- Guarda che questa volta io non centro proprio nulla! - esclamai. Inaspettatamente mise una mano sulla mia spalla. Sentii un nodo alla gola e un improvviso calore alle guance.
- Infatti, mi riferisco alle cinque mocciose che ti stanno davanti - disse fissandole.
Chiara rimase di stucco.
- Ma Prinz... - farneticò una di loro.
- Stai zitta, Vale - gridò nervosa Chiara alla ragazza.
- Ehi, calmina o ti si alza la pressione e ti vengono le rughe - intervenne Sonia. Miss Chiara la fulminò e fece una piccola smorfia. Girò poi lo sguardo verso Prinz. - Avevo ragione quindi: ti stai facendo corrompere da quella inutilità? - domandò quasi con odio. Il ragazzo tolse la mano dalla mia spalla.
- Vatti a fare un giretto. Ti ho già detto che sono cazzi miei - rispose.
- Mi deludi parecchio, Prinz - commentò Chiara - Non pensavo ti rammollissi così facilmente -
- Abbassa la cresta - intervenne a sorpresa Cico - dì quello che ti pare alle altre ma tieni fuori Prinz -
Chiara alzò un sopracciglio e tornò ad appoggiare le mani ai fianchi, nella sua solita posa plastica per darsi importanza. - Guarda guarda, il cagnolino che abbaia - esclamò irritata.
- So anche mordere - rispose il ragazzo, facendo qualche passo avanti.
- Lascia perdere, Cico. Non vale la pena incazzarsi con queste - lo ammonì Alex - sono solo ragazzine insignificanti -
- Sì, che aprono bocca solo per dar aria - intervenne l'altro ragazzo sconosciuto - oppure... - e fece un gesto osceno seguito da un'esclamazione ovvia.
- Buona questa, Gin - commentò Bite.
Le Miss squadrarono sorprese i ragazzi e Linda, incupitasi per la battuta, obiettò.
- Voi però non vi siate mai lamentati! -
- Sta' zitta, cretina! - la rimproverò Chiara - non hai capito che ci stanno prendendo in giro? -
- Ma non ha ragione di lamentarsi! - bisbigliò una di loro.
- Hai ragione, Tania - confermò quella che si chiamava Giorgia.
- Vi siete rincretinite tutte all'improvviso? - Chiara scattò e vidi una vena pulsare sulla sua fronte: era la prima volta che la vedevo perdere la calma così in fretta.
La situazione era estremamente comica, tanto che Marika cominciò a sghignazzare e Sonia mi disse sottovoce: - Hanno davvero solo un neurone in mezzo a tutte quelle extension -. Risi della battuta della mia amica e realizzai che il soprannome dato a quelle oche non poteva essere più che azzeccato.
- Voi tre - Chiara puntò il dito contro di noi - voi... -
- Loro stanno per andarsene, non è vero Pulce? - Prinz mi lanciò uno sguardo in segno di ammonimento. Voleva che stessi al gioco.
- Sì - risposi titubante. Chiara alzò un sopracciglio.
- Carina, hai paura di prenderti una nota? - domandò Tania sospetta.
- No, non è per quello. La gita alla fattoria è già durata abbastanza - risposi ritrovando tempestivamente il mio sarcasmo.
La Miss si portò i capelli indietro e accennò una risatina. - Sei proprio stupida, Sarah. Siamo in una scuola, non in aperta campagna -
- Ah sì? - esclamai fingendomi stupita - Strano, perché io vedo cinque vacche proprio davanti a me - dissi facendo un sorrisino.
Era il colpo di grazia: quell'incontro l'avevo vinto io, dopo tanti colpi bassi incassati ed era merito anche di Prinz.
Chiara e le altre girarono sui tacchi e si allontanarono, bisbigliando imprecazioni e altro al nostro indirizzo. Bruciava aver perso.
- Andiamo - esclamò Prinz e si allontanò insieme ai suoi amici, lasciando me e le mie amiche completamente sole.
Non potevo crederci: Prinz era intervenuto in presenza dei suoi compagni per sedare quella gallina e il suo gruppo; per di più aveva messo una mano sulla mia spalla, incurante delle persone che aveva attorno. Ero rimasta sorpresa da quel gesto e per qualche istante il mio cervello era andato in tilt. Che cavolo mi era successo? In fin dei conti, non aveva proprio fatto nulla! E poi c'era già stato un contatto fisico tra di noi, anche se in circostanze completamente diverse. Non avevo però avvertito le stesse emozioni di qualche attimo fa.
Oddio.
- Da quando in qua Coach Simpatia allunga le mani e tu non dici nulla? - mi punzecchiò Sonia. Anche loro si erano accorte di quel gesto.
- Si sta prendendo certe confidenze l'amico - aggiunse Marika guardandomi di sottecchi.
- Dai, è già successo! - cercai di sdrammatizzare. Le mie amiche mi guardarono sorprese - beh, qualcosa di simile -
- E quando? - chiesero in coro. Troppo lungo e difficile spiegare che tempo fa mi aveva abbracciata.
- Lasciate perdere - tagliai corto.
- Allora ci nascondi qualcosa! - Marika si avvicinò e mi urtò il braccio in segno di complicità.
- Vi basta sapere che non c'erano gli altri, ok? - risposi senza troppo entusiasmo.
- Wow! - esclamò la mia amica.
- Sì, ma non è la stessa cosa: oggi c'erano le Mononeurone e i suoi amichetti - constatò Sonia.
- Dai, sarà stato un caso - esclamai, allontanandomi per evitare ulteriori domande.
- Un caso molto strano - disse Marika, venendomi dietro. Già, un caso di cui avrei sentito parlare ancora nel corso della giornata e per l'esattezza, al termine delle lezioni.
Ero imbottigliata nel traffico delle scale insieme a Marika, in coda per uscire quando mi sentii tirare il cappuccio del piumino. Mi girai d'istinto e mi trovai faccia a faccia con Prinz.
- Che cavolo ci fai qui? - esclamai in mezzo al casino. Anche Marika si fermò per ascoltare.
- Vieni - disse, facendo un cenno con la testa.
Guardai la mia amica, incerta se seguirlo ma l'espressione curiosa che mi rivolse non fu affatto d'aiuto.
- Muoviti! - sentii gridare da qualcuno vicino. Non era un consiglio ma un dovere: noi tre stavamo bloccando parzialmente il passaggio e iniziavano a fioccare gli insulti.
- Vai, ci sentiamo. Tanto oggi non abbiamo le prove - dissi a Marika e mi allontanai in compagnia di Prinz, andando controcorrente nella calca. Per non perdermi, il ragazzo mi prese per mano e mi trascinò fin sul terrazzo della scuola.
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Ciao!
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Chissà cosa ha di così importante Prinz da riferire a Sarah. In privato, poi...
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Il prossimo capitolo sarà piuttosto lungo, ma spero di farmi perdonare con ciò che andrete a leggere.
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Si sa, quando quei due rimangono soli...
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Grazie intanto per essere arrivati fino a qui. Se vi è piaciuto, potete lasciare una stellina (che io apprezzo sempre tanto!)
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