39. Run Boy Run
Tomorrow is another day
And when the night fades away
You'll be a man, boy!
♾️
Il fischio dell'arbitro. L'ultimo tempo è iniziato. La battaglia non è ancora terminata questa notte, al Palazzo dello Sport di Roma.
Si rientra in campo per vincere.
Palla al centro. Vito contro l'avversario alto e cazzuto come lui, un fascio di muscoli che lo fanno sembrare un Minotauro.
L'ultimo atto sta per essere giocato.
Gabriele in panchina ci incita. Alice urla i nostri nomi. Sugli spalti facce sconosciute che seguono la partita, scegliendo per le nostre vite. Sono sicuro che tra quei volti ci sono pezzi grossi della Lega Basket italiana. Mi gioco il tutto e per tutto: la mia carriera dipende da questi ultimi quindici minuti.
A darmi conforto, lo sguardo premuroso di mia madre e quello emozionato di mio padre, che hanno insistito per venire ad assistere alla partita, insieme ai genitori di Andrea, emozionati quanto noi per quel traguardo che i loro figli hanno raggiunto.
E' una bella soddisfazione vederli seduti lì, dopo tutta la merda che gli ho fatto ingoiare in questi ultimi anni. Ora possono essere veramente orgogliosi di me.
I fatti dell'altra sera sono ormai un lontano ricordo, anche per me.
Lancio un'occhiata ad Andrea accanto a me. Uno scambio di sguardi che trasmettono un muto messaggio: nessuna pietà.
L'arbitro fischia. La palla prende il volo dalle sue mani, innalzandosi sopra le nostre teste. Trattengo il respiro mentre comincia la discesa: chi prenderà la palla, avrà un enorme vantaggio.
Vito se la aggiudica e la passa a Mattia, poi ad Andrea, il nostro regista, l'artefice del nostro successo.
Scatta, rimbalza, tira.
Il rimbombo del pallone sul parquet è una melodia che vorrei sempre ascoltare, un qualcosa di ipnotico che mi incanta e dà vita, simile al battito del mio cuore.
Andrea mi passa il pallone.
Palleggio, scarto, tiro.
Andrea lo recupera, nella messa in scena del nostro schema di gioco preferito. Io e lui, fautori di un canestro che vogliamo a tutti i costi.
Nove minuti e quaranta secondi. Il tempo passa.
Non ci sarà un domani se non vinciamo questa partita. Tutte le nostre fatiche sono in questi nove minuti. Il nostro destino è qui.
Scarto, palleggio, tiro.
Il pallone rimbalza contro l'anello. Ho fatto male i conti.
Gli avversari prendono la palla e corrono in contro piede. C'è Vito ad aspettarli. Corriamo tutti a dare supporto. Tiro da tre.
Rimbalzo, salto.
Vito prende la palla, lancia a Mattia che lancia a me.
Palleggio, miro, tiro.
Il primo canestro da tre punti è mio. Fischio dell'arbitro.
- Dai, ragazzi, dai! - urlo ai miei amici.
"Corri, ragazzo, corri" dice il me stesso bambino a quell'adulto che si sta esibendo su quel campo.
No distrazioni, no paure o ansie. Devo vincere.
Otto minuti.
La palla viene intercettata dagli avversari. Tutti in difesa.
Scarta, graffia, tocca.
L'arbitro fischia fallo. Ho urtato il mio avversario, dice. Era solo una carezza.
Tiro libero. L'avversario centra il canestro. +1.
Ora passano in vantaggio. Merda. Dobbiamo recuperare.
Si ricomincia. Mattia porta avanti la squadra. Passa ad Andrea che, elegante e veloce, scarta l'avversario.
Corri, palleggia, stop.
Due persone davanti a lui. Passaggio in mezzo alle gambe. é il segnale.
Passo dietro di lui e mi cede il pallone.
Corro, scarto, passi.
Che cazzo! Un errore dietro l'altro.
Si ricomincia. La tensione innesca un meccanismo che mi fa fare fallo su un altro giocatore.
Altro tiro libero. +1.
Guardo l'orologio. Abbiamo ancora sette minuti.
Gabriele chiama il Time Out.
Fischio. Stop.
Bevo dalla borraccia che mi porge Alice e asciugo il sudore.
Non ascolto Gabriele. Lui vede il mio sguardo assente e mi fa cenno di rimanere in panchina.
- No! - grido - tu sai meglio di tutti che questa è la mia partita! -
- A volte, fermarsi e capire i propri errori può aiutare a vincere. -
Accetto il cambio, mi devo fidare. Sa quello che fa.
Mi siedo in panchina con l'asciugamano sulla testa, per isolarmi da tutto ciò che può tormentarmi.
Osservo il gioco e capisco: vedo il problema nella squadra avversaria, scorgo il loro punto debole. Un sorriso sbieco mi compare sul volto. Gabriele lo nota.
- Sei pronto? - mi domanda.
Annuisco. Tolgo l'asciugamano alzandomi in piedi e preparo il braccio in alto per dare il cambio a Vincenzo.
Fischio. La partita riprende.
Mi avvicino al loro numero undici. é lui l'anello forte ma anche quello debole. Se lo blocco, è fatta.
Gli sto addosso, cerco di impedirgli di ricevere o passare la palla. Il loro libero non sa dove tirare e si inventa una nuova prodezza.
Andrea intercetta. Scatta.
Corre con la palla in mano, si arresta in palleggio, cercandomi. Alza la mano. Numero 1.
Conosco lo schema.
Mi arresto di colpo alla linea dei tre punti e prima che qualcuno si accorga che sono solo, mi passa il pallone.
Miro, salto, lancio.
+3. Esulto.
Andrea mi dà il cinque. Riprendiamo la partita.
Vanno loro in attacco.
Marca, salta, corri.
Provano un tiro da tre. Pivelli.
Rimbalzo!
Vito prende la palla. "Chi prende il rimbalzo, vince la partita", mi ha sempre detto Gabriele.
é ora. Scattiamo tutti in avanti.
Mattia prende la palla e porta avanti. Passa ad Andrea. Passa a me.
Corro, scarto, passo.
Di nuovo Andrea.
Schema 2
Rimbalza in mezzo alle gambe.
Scatto in avanti verso il pallone invisibile che so che arriverà.
Andrea lancia a canestro. Potrebbe essere un tiro da tre ma so che non andrà mai dentro. è tutto calcolato.
Stacco i piedi da terra e schiaccio dentro al canestro.
Slam dunk!
Mancano sei punti. Due fottuti tiri da tre e pareggiamo.
Continuo a marcare il numero undici, ma improvvisamente uno di loro mi viene addosso.
Fallo.
Sbatto a terra la spalla. Il mio cervello va in cortocircuito. Si sta ripetendo tutto.
Il dolore, l'agonia. Non ora, non ora, ti prego.
L'arbitro si avvicina per controllare insieme ad Andrea.
Mi tengo la spalla con una mano. è il primo a notarlo e mi scannerizza con lo sguardo pieno di preoccupazione.
- Franz? - domanda accigliato. Ha paura a pronunciare le parole.
- Posso continuare. - dichiaro, alzandomi da terra.
Muovo l'articolazione. Scrocchia. Fa male. Non mi importa. è tutta suggestione, mi dico. Ad Andrea non sfugge la mia smorfia di dolore.
- Franz, lo sai meglio di me... -
Scuoto la testa. - Non succederà di nuovo, non ora! - grido, uno sfogo di rabbia e dolore che caccio fuori, per allontanare quei fantasmi.
Gabriele mi richiama in panchina per applicarmi dello spray e un po ' di pomata anestetizzante.
- é la mia finale, cazzo! - esclamo iracondo.
Andrea porta a segno un tiro libero da un punto.
- Gab, rientro. -
- Sei sicuro? Non voglio perderti nuovamente. -
Annuisco. - é la mia partita. Devono uccidermi per non farmela giocare. -
Avevo rischiato la vita per essere lì quel giorno. Cosa poteva essere un po' di dolore alla spalla? L'altra volta mi aveva fottuto la carriera. Questa volta non glielo avrei permesso. Mi sarei fatto curare ma solo al termine di quei tre minuti di gioco rimasti.
Rientro in campo.
Mancano cinque punti.
Vito ha la palla, è riuscito a intercettare uno scambio di palla. Tutti avanti, passaggio ad Andrea.
Corre, scarta, salta.
Un Lay up con i fiocchi. Li ha presi in contropiede. E due punti facili facili guadagnati.
Il loro centro prende la palla, corriamo in difesa mentre il nemico avanza.
Scarta, palleggia.
Siamo io e Vito sotto canestro.
Il numero 11 e il numero 9 avanzano verso di noi, si passano il pallone. 11 salta con il pallone in mano, mi alzo davanti per bloccarlo ma passa il pallone a 9 dietro di lui.
Merda. Il 9 afferra, salta ma si trova davanti il muro di Vito.
Blocca il pallone.
Corro immediatamente in avanti, spostandomi sulla fascia. Vito lancia a Nicola, che passa ad Andrea, tiene il pallone e lancia a me. Esco dalla fascia dei tre punti mentre afferro la palla e tiro.
+3. Pareggiamo.
Ancora un minuto.
L'ansia di vincere ci prende in contropiede così come i nostri avversari. Corriamo per bloccarli ma Nicola fa fallo.
Un tiro libero, un punto.
Sono in vantaggio di un punto e mancano trenta secondi alla fine.
Tocca a noi.
Vito lancia a Mattia. Corre, palleggia, scarta.
Cercano di prenderlo ma lui passa a Nicola che immediatamente passa ad Andrea.
Il mio amico avanza e io sono al suo fianco.
Scarta, palleggia. Sa che la fine è vicina.
Finge un tiro per permettermi di avvicinarmi a canestro.
Prendo la rincorsa e salto a mani vuote.
Andrea compie un perfetto Alley hoop.
La palla compie la parabola di discesa perfetta, sopra le nostre teste e quelle degli avversari.
Tutti fermi a osservare quel momento infinito.
"Per voi, mamma e papà, per i miei amici, per me" ripeto nella mia testa, mentre afferro il pallone e lo schiaccio nel canestro con tutta la mia forza.
+2.
L'arbitro fischia.
é finita.
Abbiamo vinto.
Mi fermo al centro dell'area, sotto al canestro e osservo il nuovo mondo davanti a me. Andrea mi corre contro e mi abbraccia.
- Abbiamo vinto, Franz! - gridà, con le lacrime agli occhi.
Mi sembra impossibile. é tutto vero?
Dopo tanta sofferenza, il mio sogno si è avverato. Lo abbraccio commosso.
Non sento più dolore, non sento più nulla. Ora so che posso essere davvero un'altra persona e che mi sono lasciato il passato alle spalle.
I ragazzi ci raggiungono, entrano in campo anche Alice e Gabriele, insieme agli altri panchinari.
Alice si avvicina, mi guarda e mi sorride.
- Ce l'hai fatta! - esclama. Ha gli occhi che le sorridono, due pepite di malachite che brillano di scintille dorate.
Non ci penso due volte e la bacio; attorno a noi i versi e i fischi dei miei compagni.
Alice si lascia baciare, non mi oppone resistenza e quando si allontana, sorride ancor più di prima, mentre il rossore le imporpora le guance.
é veramente giunto il momento di voltare pagina.
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Per chi perde, c'e' sempre qualcuno che vince.
~*~
Prinz si è finalmente guadagnato il suo posto nel mondo.
~*~
Questa vittoria vuole dire tanto, in primis l'inizio vero di una nuova vita.
~*~
Perdonate l'utilizzo del presente ma mentre scrivevo il capitolo, mi sono accorta del cambio di tempo verbale e l'ho trovato efficace, per dare più attesa alle scene.
~*~
Adoro questa canzone! E il suono dei tamburi mi ricorda davvero il rumore del pallone sul parquet!
~*~
Pensate che sia finita qui?
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Voltiamo pagina....
Stay tuned!
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