23. Let Yourself Go
Shut your mouth, 'cause you're talking too much, and I don't give a damn anyway
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Nella mia mente, ero ancora convinta che lo spareggio di sabato sera fosse più un fatto dovuto che un elemento di demerito.
L'aver colpito apertamente un giudice venne considerato un atto sfrontato dal fandom, piuttosto che una necessità dettata da un puro contesto di sopravvivenza.
Sonia aveva agito in piena libertà, senza riflettere sulle conseguenze ma soprattutto senza coinvolgerci nella scelta: lo scotto per quell'azione fu quindi lo spareggio a fine puntata (nulla di diverso dal solito) che grazie alla nostra buona stella, passammo a spese degli Archeotypo.
Mancavano ancora due puntate prima della finale e non erano più ammessi errori: l'essere sempre in fondo alla classifica, nonostante la new entry di Chloe, il sound ritrovato e potenziato e il nostro cambio di look, rimise in discussione il nostro umore e le nostre reali capacità.
- Martedì sera usciamo e non voglio sentire storie. - esclamò Chloe mentre squadrava i nostri musi lunghi sul treno del ritorno.
- E se anche andiamo fuori, cosa facciamo? - commentò Marika.
- Andiamo a cercare del pubblico. Lasciate fare a me. Fatevi vedere in giro, accendete le folle: avete già dimenticato le emozioni del concerto dove ci siamo conosciute? -
- Io sono d'accordo - intervenne Sonia - distrarsi ci farà bene. Visto che sabato sera ci sarà anche la doppia esibizione con la band mista. -
La puntata in cui Riccardo si era prestato alla nostra band aveva toccato picchi molto alti di audience e alla fine della scorsa puntata, decisero di reintrodurre questo format. Lunedì sarebbe arrivato l'elenco con gli elementi delle band smistati e avremmo scoperto chi di noi sarebbe andata e chi sarebbe invece arrivato.
Avevo una sensazione dietro l'orecchio, che mi accarezzava il collo al minimo pensiero di cosa sarebbe successo.
E anche questa volta, il mio sesto senso non sbagliò.
Inaspettatamente, uno dei Masina's avrebbe suonato con noi: non mi spaventava la cosa, erano piuttosto bravi e caratterialmente, erano due ragazzi molto tranquilli con cui ci eravamo trovati bene.
La cosa ovvia, invece, fu che a suonare con i Rage&Love sarei stata io e non come chitarrista, ma come semplice cantante.
Riccardo aveva mosso ancora una volta, i fili del mio destino.
- Allora, il programma della serata è il seguente: quanti più aperitivi possibili nei migliori bar di Ferrara, per farci riconoscere e firmare autografi. - disse Chloe, con un sorriso a trentasei denti, accogliendoci nel suo monolocale in centro quel martedì sera. Cucina e salotto comunicanti, camera da letto separata da una libreria Ikea gigante: eravamo in trenta metri quadri di casa, dove ogni angolino era un piccolo rifugio ben studiato. Sembrava di essere dentro la testa di Chloe.
- E oltre ad ubriacarci, a cosa dovrebbe portare questa tua idea? Mica possiamo entrare nel locale e dire "Hey, siamo le Black Cat". - intervenne Sonia, incrociando le braccia al petto.
- Ragazze, non sono così sprovveduta. A parte il fatto che vi consiglio di non ubriacarvi perchè ho stilato una lista di ben dieci locali superfighi di Fe, quindi la serata è davvero lunga... ma tornando a noi, ci faremo aiutare dalle nostre Groupie! -
- Io non le vedo in giro, salvo che non siano chiuse in bagno. - commentò Marika guardandosi attorno.
- Sono giù, stronzette. Dai, andiamo o perdiamo tempo. - disse Chloe acciuffando al volo un giacchino leggero ed esortandoci a uscire.
Avevo chiesto a Prinz se aveva voglia di unirsi a noi, in compagnia di Andrea e Vito, per festeggiare l'accesso ai Play off ma mi aveva detto che doveva studiare per un compito e non se la sentiva. Era la più grande bugia che potesse mai dirmi ma non investigai: probabilmente non aveva voglia di stare in compagnia di quelle tre svitate delle mie amiche, alla luce del fatto che, l'ultima volta che avevamo fatto un'uscita di gruppo, era successo l'incidente in moto.
In effetti, il ricordo di quella sera era ancora vivo e cercai di non pensarci, essendo la serata in divenire una circostanza completamente differente, che non doveva avere nulla a che fare con quella lunga notte.
Al piano di sotto, ad aspettarci, c'erano tre ragazze dell'età di Chloe, vestite in maniera casual, che ci accolsero con ampi sorrisi.
- Chloe, l'hai portato, vero? - domandò quella con gli occhiali.
- Sì, Olivia, dammi un attimo che sistemo le chiavi in borsa e lo tiro fuori. Ah, ragazze, loro sono Olivia, Sveva e Iris, le mie amiche. Ecco, Holly. -
Chloe tirò fuori dalla borsa tre foglietti di carta e li consegnò a ciascuna delle ragazze. Immediatamente, iniziarono a saltellare e a urlare come ragazzine e a baciare il cartellino.
- Lasciami indovinare... - intervenne Sonia, squadrandole disgustata.
- E' l'autografo di Riccardo. E gli ho chiesto di spruzzarvi sopra anche il suo profumo, così questa sera faranno esattamente tutto quello che chiederò loro. -
Sonia si portò una mano sopra gli occhi mentre io e Marika sorridemmo: dovevamo arrivare anche noi a ottenere quell'effetto lì con i nostri fan, anche se Riccardo aveva davvero delle armi in più per farlo e l'ultima esibizione ne era stata la prova schiacciante.
Le ragazze misero in borsa l'autografo, trattandolo come una reliquia, e domandarono a Chloe quale sarebbe stata la loro parte in tutto questo.
- Oh, molto semplice, mie prodi schiavette: voi entrerete in ogni locale prima di noi e appena ci vedrete arrivare, inizierete a parlottare indicandoci come se fosse arrivato un super vip. In questo modo attireremo l'attenzione di tutta la gente nel locale e sicuramente si ricorderanno di noi, sabato prossimo. -
- Tutto qui? - commentò Sonia.
- Dobbiamo fare con le risorse che abbiamo. Purtroppo gli striscioni pubblicitari richiedono soldi. - commentò Chloe.
- Dai, proviamo, mi sembra un'idea divertente. - intervenni per calmare gli animi. La ragazza sorrise e mi fece l'occhiolino.
Chloe diede indicazione alle sue amiche dei locali in cui andare. Per fortuna la maggior parte erano nelle vie adiacenti alla Cattedrale, zona per eccellenza della Movida Ferrarese e qualcuna situata in San Romano e in fondo a via Carlo Mayr.
Iniziammo la serata scettiche che quella tattica potesse funzionare ma dovetti ricredermi non appena mettemmo piede nel primo locale.
Come convenuto, le amiche di Chloe iniziarono a indicarci e a esclamare i nostri nomi, attirando l'attenzione di alcuni nel locale.
Ciò portò a selfie e autografi improvvisati in una quantità oltre la mia immaginazione: non si parlava di centinaia di persone ma una decina era già un numero più che accettabile.
Prendemmo coraggio, affinando la tecnica e nel secondo locale, ci mescolammo alla folla prima di farci annunciare dalle nostre talpe. Qualcosa in meno rispetto al primo locale, ma non uscimmo a mani vuote.
- Potete pubblicare sui social e taggateci! - esclamò Chloe abbracciando un ragazzo per un selfie, mentre io e le altre eravamo in posa con un gruppetto di ragazze.
Detto fatto: sui social nel giro di poco si sparse la voce che le Black Cat erano in giro per Ferrara e scattò la caccia alla band.
Nel terzo locale in cui entrammo, ci riconobbero subito e qualcuno ci offrì un giro di aperitivo: eravamo ancora sobrie, dato che nei precedenti locali eravamo entrate, fatto foto e autografi e uscite, senza consumare nulla.
- Visto che funziona! - esclamò Chloe brindando con noi al successo della serata - e non abbiamo ancora finito! -
- Sarah, ma quella non è Alice in Wondercazz? - domandò Sonia indicando una ragazza in fondo alla sala.
Mi sentii gelare: era lei. Attorniata da un gruppo di ochette super fighette come lei, con un calice di bianco in mano e la pochette sotto il braccio, intenta a parlottare e ridere. All'improvviso girò la testa nella mia direzione, avvisata da una sua amica.
Mi squadrò per qualche secondo e accennò un sorriso. Io la guardavo immobile: non avevo minimamente voglia di salutarla.
Vedendo che non reagivo, disse qualcosa verso le sue amiche e in gruppo si mossero verso di noi.
Il cuore accellerò e sentii il mio stomaco fare una capriola.
- Cavolo, sta venendo qui! - bisbigliai alle mie amiche.
- Ti nascondiamo noi. - esclamò Sonia.
- Mi ha vista, dove cavolo mi nascondo? -
- Lascia parlare me. -
- Mostri una chiappa anche a lei? - intervenne Chloe.
Mi scappò un sorriso nonostante la drammaticità della scena.
- No, cretina. - puntualizzò Sonia.
- Ciao, Alice! - Marika prese la parola per prima, accennando un sorriso finto tanto quanto la mia voglia di salutarla.
- Ragazze! Che bello vedervi qui! Come state? - Alice distribuì un sorriso a pieni denti ad ognuna di noi, soffermandosi sui nostri sguardi. Anche se il suo atteggiamento poteva avere le intenzioni più sincere e credibili, i miei occhi riuscivano a vedere solo finzione nei suoi gesti, nel tono di voce accondiscendente, nello sguardo amichevole.
- Tutto bene! - risposi a denti stretti.
Ero completamente in panico: non sapevo che altro dirle ma soprattutto non volevo parlare con lei, fingere una conversazione con quella ragazza, il cui atteggiamento continuava a infastidirmi. Lanciai un'occhiata alle ragazze: Sonia era a braccia incrociate, pronta a saltarle al collo; Marika guardava verso il basso disinteressata, e Chloe stava studiando la situazione. Fu proprio lei a intervenire.
- Ciao, io sono la nuova arrivata, Chloe. Noi non ci conosciamo. - disse in tono autoritario.
- Oh, certo, tu sei la ragazza che è salita sul palco! Piacere mio, la tua entrata in scena è stata provvidenziale e fantastica. -
- Ti ringrazio. Anche la tua entrata in scena nella vita della mia amica e del suo ragazzo, è stata provvidenziale. - rispose Chloe con un sorrisino.
La mascella di Alice si spalancò lentamente, sorpresa da quelle parole; Sonia scoppiò a ridere come una matta mentre io e Marika spalancammo gli occhi sorprese. Che le era preso?
- Scusa ma non capisco. - fu l'unica cosa che Alice disse, completamente sconvolta.
- Oh, io dico che hai capito bene cosa intendo. Vedi, la mia amica Sarah è troppo educata e rispettosa per dire quello che pensa e quindi, lo faccio io al suo posto. -
Le cose stavano prendendo una brutta piega. - Chloe, lascia stare. - intervenni cercando di sedare la rissa sul nascere.
- Mi stai offendendo. E non ti conosco nemmeno così come tu non conosci me. Non ti permettere più di farlo e chiedimi subito scusa. - Alice perse il controllo della situazione, sostituendo il sorriso iniziale con una smorfia di rabbia.
- Ragazze, smettiamola, ok? - ripetei cercando di sedare gli animi - Chloe, basta. -
- Dai retta alla tua amica, biondina. - replicò la ragazza.
- Andiamocene. - suggerì Marika, aiutandomi a calmare le teste calde.
- Sarah, questa è palese che ci prova con il tuo ragazzo e tu la lasci fare? - Chloe lanciò l'ultimo dardo.
- Ancora questa storia? - replicò Alice - Franz mi aveva assicurato che ti era passata... -
- Scusa, cosa? - intervenne Sonia - Il suo ragazzo che cosa ti ha detto? -
- Che tu sei gelosa di me ed è preoccupato per questo tuo atteggiamento. -
Mi sentii sbiancare: lui le aveva raccontato tutto di me? Le aveva svelato le mie paure e sospetti come fossero chiacchiere da bar? E chissà cos'altro si erano raccontati, quali parole erano uscite dalle labbra rosse della ragazza che mi stava davanti, la mia perfetta fotocopia.
- Voi parlate di me? - intervenni sconvolta.
- Certo. Ero preoccupata per lui, per il suo atteggiamento strano in squadra e in campo e ora ho capito il perchè: tu lo stai facendo preoccupare, lo porterai alla pazzia. Gli rovinerai la vita un'altra volta. - gridò piena di rabbia.
Mi sentii morire. Il cuore prese a battere a un ritmo frenetico, mentre tutto attorno a me cominciò a diventare ovattato, il campo visivo a stringersi in un puntino.
Mi sentii tremare, non capivo se erano brividi di freddo o di rabbia che mi attraversavano come scariche elettriche.
Io lo facevo preoccupare? Lo stavo conducendo alla pazzia? Stavo compromettendo la sua vita sociale e carriera sportiva? Sentii le lacrime salirmi agli occhi, pronte a uscire se solo avessi battuto le palpebre. Ma non potevo, non dovevo dargliela vinta a quella stronza.
E la cosa che faceva ancora più male era quell'ultima frase "Gli rovinerai la vita un'altra volta". Cosa sapeva del passato di Prinz? Di tutto ciò che avevo fatto per salvarlo quando era un teppista? Sapeva dell'infortunio che gli aveva cambiato la vita?
Trovai la forza in quella moltitudine di pensieri, il coraggio di risponderle e dire ciò che veramente mi era passato per la testa.
- Tu non sai un bel niente di lui, tu non sai cosa ha passato... -
- Ti riferisci a quando era un teppista? Sappi che l'ho conosciuto proprio in quel periodo. - rispose fiera.
Un'altra freccia, velenosa, ardente, dritta al mio cuore che subì un arresto. Lei sapeva...
- Tu non mi conosci! Stai zitta, troia! - urlai con tutta la voce che avevo in corpo.
Il locale sembrò azzittirsi. Alice mi guardò e nel silenzio venne raggiunta dalle sue amiche.
- Tu sei pazza. - sibilò, guardandomi con disgusto.
- Andiamo, Sarah. - Sonia mi prese per un braccio e mi girò, trascinandomi verso la porta. Cercai di liberarmi ma l'altro braccio mi venne preso da Marika.
- Non darle corda, non darle corda. - commentò sottovoce la mia amica, mentre uscivamo dal locale.
Respirai a pieni polmoni l'aria fresca della notte, cercando di calmarmi fissando le stelle che comparivano dai ritagli di cielo tra i tetti della città.
- Scusa, è stata colpa mia, non volevo che prendesse questa piega. - disse Chloe venendomi vicino.
- Quella troia si meritava quelle parole. - Sonia si avvicinò e mi abbracciò.
Mi sciolsi, non riuscii più a trattenere le lacrime di rabbia e le lasciai scorrere lungo le mie guance. Marika si unì a quell'abbraccio e quando fui pronta, le allontanai.
- Ragazze, mi dispiace ma non ci ho più visto quando ha detto quelle cose di Prinz. -
- Abbiamo fatto una figura di merda ma chissenefrega dei fan, Sarah. - commentò Sonia con una scrollata di spalle.
- Prinz ha combinato qualcosa che non ci hai raccontato, vero? - domandò Marika.
Annuii. E snocciolai in poche parole tutto ciò che sapevo: dalla lite con Andrea allo strano atteggiamento nei miei confronti.
Le ragazze rimasero serie, non si sbilanciarono considerando il mio atteggiamento troppo apprensivo ma adducendo lo strano comportamento di Prinz a qualcosa che non poteva essere la mia fissa per Alice.
Ci incamminammo verso Corso Porta Reno, risalendo via Carlo Mayr, passando davanti agli altri locali ancora aperti e ai gruppetti di ragazzi intenti a bere, fumare e chiacchierare. Per noi la serata era finita, non eravamo più dell'umore per fare le stupide in giro.
Sonia ci riaccompagnò a casa tutte quante. Presa dai sensi di colpa, che nemmeno una doccia riuscì a farmi scivolare di dosso, mandai un messaggio a Prinz nel bel mezzo della notte, per cercare di alleggerire la coscienza e riuscire a prendere sonno.
"Ho incontrato Alice in centro. Ho fatto una cazzata. Domani sera ti va di uscire che ne parliamo?".
Invio.
Ridurre quell'argomento così delicato a quei miseri dieci minuti della ricreazione poteva peggiorare la situazione: avevo bisogno di parlare con lui con calma, senza il cronometro, per sentirmi libera di ricorrere a pause e ragionamenti che potessero spiegare la mia reazione.
Bene, che fare ora? Il cuscino avrei potuto prenderlo a pugni piuttosto che usarlo per dormire. Avevo caldo, non so se era l'agitazione del momento o la temperatura più alta che si percepiva, dettata dalla primavera inoltrata arrivata all'improvviso.
Mancava poco all'estate, ancora meno alla finale del Contest.
Presi l'Ipod, indossai le cuffiette e cliccai sul tasto centrale per accenderlo. Solo la musica poteva calmarmi.
Selezionai la canzone dei Rage&Love sulla quale avrei dovuto esibirmi quel sabato sera e la misi in loop, seguendo il testo che Riccardo mi aveva inviato insieme al file.
Cominciai a segnare le pause, le parti in cui andava in alto e altre piccole sfumature che mi aiutassero a memorizzarla il prima possibile.
Avevano scelto un canzone con una forte carica emotiva e un riff di chitarra martellante che dava la scossa al minimo accenno; non mi era ancora chiaro se l'avrei cantata tutta o solo una parte: Ricky mi aveva detto di impararla tutta poi nelle prove di venerdì pomeriggio avremmo deciso cosa sarebbe stato meglio fare.
La sua voce ipnotica, leggermente roca e speziata mi rilassò: mi persi in quella musica, studiai quelle parole e il significato di quella canzone che, sebbene in inglese, trasmetteva il chiaro significato di una storia d'amore incentrata sulla lontananza.
Mi distesi sul letto, concentrandomi a occhi chiusi sul testo per cercare di memorizzarlo; non potevo cantare ma solo bisbigliare in silenzio.
Era davvero molto bella, passionale, introspettiva: dal vivo sarebbe stata ancora migliore. La cadenza della batteria , gli accordi delicati della chitarra e del basso, la voce di Riccardo avevano creato una magia, ancora una volta. Non vedevo l'ora che arrivasse il giorno dopo per poterla cantare e sentire come l'avrei cucita addosso a me.
La voce di Riccardo mi cullò, immagini della sua esibizione di sabato scorso mi apparirono davanti agli occhi. Chiusi le palpebre per cercare di allontanarle fino a che la mia coscienza non prese il sopravvento sulla realtà e mi addormentai, perdendo ogni inibizione, lasciando libero il desiderio di esplorare i nostri corpi onirici.
Mani intrecciate, labbra che si sfiorano...
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Mie care Rockers, convenite con me che Sarah ha fatto bene a cantarle ad Alice?
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E' un capitolo partito in leggerezza ma vhe nasconde dei sentimenti molto forti e cupi.
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Io adoro sempre di più Chloe: e voi?
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Manca poco all'esibizione di sabato con i Rage&Love... mi chiedo che cosa stia sognando la nostra piccola rocker...🔥
~*~
Stay tuned!
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