11. Photograph
Loving can hurt, loving can hurt sometimes, But it's the only thing that I know
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Quel pomeriggio prima di cominciare le prove, ci trovammo con Serena in un bar del centro. Marika aveva pensato di chiedere a lei chi fosse la mia misteriosa fotocopia, avendo agganci con le testate giornalistiche locali, createsi durante l'ultima festa di istituto.
Mentre l'aspettavamo, sedute al tavolino di un piccolo bar pasticceria di Viale Mazzini, a ridosso della Cattedrale, raccontai a Sonia e Irene la novità della giornata.
Alle ragazze andò di traverso il caffè non appena ascoltarono la mia descrizione.
- Quindi non gli basta l'originale e vuole anche la fotocopia? - commentò Sonia.
- Dai, non fare la cretina, - la corresse Irene - sono sicura che è davvero un caso e soprattutto che non sia interessato a questa Alice -. La mia amica mi prese una mano e mi rincuorò. - Sarah, il tuo ragazzo sa che non deve fare delle cazzate perchè ci siamo noi a farlo fuori, se osa farti soffrire di nuovo. -
Sospirai e in quel momento entrò Serena.
- Ciao ragazze! - gridò con la sua voce squillante - mi fa piacere vedervi qui... e ho un sacco di risposte per voi. - disse accomodandosi a sedere tra di noi.
Serena ci spiegò che la ragazza si chiamava Alice Martinelli, aveva un anno più di noi ed era iscritta alla Facoltà di Lettere. Ci raccontò del progetto scolastico in cui era entrata a far parte e ci fornì anche particolari della sua vita privata.
- E perché proprio nella nostra scuola è capitata? - domandai con una punta di risentimento.
- é stato un caso. Le è stata data la sezione sportiva ed essendo il nostro istituto l'unico partecipante al torneo di basket interscolastico, le hanno assegnato la cronaca delle partite del Blake. -
Mi domandai cosa sarebbe successo se a vincere fosse stato il Liceo Galilei: Stefano si sarebbe trovato la mia fotocopia e magari avrebbe perso la testa per lei...
- Quindi, deve sempre andare in trasferta con loro...-
- ... per fare la cronaca. - Serena terminò la frase di Marika.
- Te la devi far andar bene. - disse Sonia, mangiando un biscotto offerto con il caffè.
Già, dovevo chiudere un occhio e sopportare che lei fosse in compagnia del mio ragazzo nei week end, mentre io ero al Contest a tentare di realizzare il mio sogno. Se era questo il prezzo da pagare per raggiungere il successo, non avevo altra scelta che tirare fuori il denaro dalle tasche.
***
Cercai di lasciare a Ferrara i pensieri negativi e man mano che ci avvicinavamo a Roma, l'aria entusiasta e frizzante del Contest rigenerò i miei polmoni, saturi di ossigeno viziato di congetture andate a male.
Avevo visto Prinz meno teso rispetto al giorno prima: forse i problemi in casa erano stati risolti. Aveva già la testa proiettata sulla partita e sperava di vincere anche questa. Come lo capivo: anche io pensavo di superare anche la seconda puntata. Ma era più difficile di quanto mi sarei aspettata.
Sabato mattina eravamo state convocate presto in Auditorium per la prova dei costumi e prove generali con scenografia.
Rimasi allibita quando scoprii che avremmo suonato la nostra canzone con abiti ispirati alla Regina di Cuori di Alice nel Paese delle Meraviglie. A Nicole non sfuggì il mio finto sorriso che in realtà voleva dissimulare il mio disgusto: come facevo a spiegarle che ero scappata da Ferrara con l'intenzione di non pensare, almeno quel week end, a quel nome?
- Tesorina, se non ti piace, posso fartelo in azzurro ma secondo me il rosa shocking è proprio il tuo colore. - disse studiandomi.
- No, va bene cosi. - dissi squadrando le sagome dei cuori e delle carte da gioco disegnate sul corpetto, mentre con una mano allargavo lo strascico della coda, che mi lasciava le gambe scoperte.
- Non è la tua Alice, che le fa venire il mal di mare, piuttosto un'altra. - puntualizzò Irene.
- Si, Alice in Wondercazz. - aggiunse Sonia, squadrando i leggins con lo stesso motivo di cuori e carte in viola.
Mi scoppiò una risata e anche Nicole sorrise. - Capito. Problemi di cuore. -
- Inesistenti in realtà, ma diciamo che sono molto gelosa. - puntualizzai.
In quell'istante il mio cellulare suonò: era Prinz. Le mie amiche riconobbero la suoneria e iniziarono a fare stupidi urletti. Feci loro segno di zittirsi per poter rispondere. Vidi Nicole chiedere a Sonia informazioni e lei, prontamente, le diede tutte le nozioni del caso, codice fiscale compreso.
- Ciao! Tutto bene? - domandai, per l'orario inusuale a cui mi aveva chiamata.
- Si, ti disturbo? Ho una cosa da chiederti. -
- No, figurati. -
- Ti passo una persona. - appena disse così, un sesto senso mi infastidì lo stomaco.
- Ciao Sarah, - la voce di Alice mi perforò l'orecchio, nonostante il tono fosse contenuto - scusa se ti chiamo ma avevo bisogno di mettermi in contatto con te e sono andata da Franz. -
Il suo ragionamento non faceva una piega. Cercai di lasciare da parte la gelosia ed essere il più cortese e obiettiva possibile.
- Ehm, si, hai fatto bene. - risposi, assottigliando la voce. Le mie amiche si accorsero immediatamente del mio improvviso irrigidimento e mi chiesero con chi stessi parlando. Mimai il nome di Alice e spalancarono tutte e quante gli occhi, avvicinandosi a me per sentire meglio.
- Puoi mettermi in vivavoce? Ho una proposta da farvi. -
Feci come detto e le ragazze mi vennero ancora più vicine.
- Ciao ragazze, mi chiamo Alice, sono... -
- Si, sappiamo chi sei... - intervenne Sonia, zittendola.
Dall'altra parte ci fu qualche minuto di silenzio; feci una smorfia alla mia amica per la battuta che aveva fatto e lei rispose con spallucce. Anche Nicole si era unita alla conversazione, avendo capito di chi si trattava.
- Sonia intendeva dire che... -
- Sarah ci ha spiegato che fai la giornalista per la nostra scuola - intervenne Irene, trovandomi in difficoltà - uau, deve essere davvero una figata! - disse con entusiasmo.
- Beh, è un corso sperimentale, vediamo come andrà. Dicevo che avevo bisogno di parlarvi perchè ho una proposta da farvi. Il 3 aprile si terrà il Concerto di Pasqua in Piazza Ariostea a Ferrara. In redazione ho sentito che uno dei gruppi che partecipano ha dato forfait; mi sono messa in contatto con gli organizzatori e ho chiesto se potevano prendere in considerazione voi! -
Io e le ragazze ci guardammo in faccia: partecipare a un concerto nella nostra città, insieme ad altre Band già affermate del territorio? Sarebbe stato un sogno.
- Sei seria o ci stai prendendo in giro? - chiese Sonia.
- Sono serissima. Posso lasciarvi i riferimenti della società che sta organizzando l'evento e sentire direttamente da loro gli estremi per partecipare. -
Guardai le ragazze: Alice ci stava aiutando. Dovevamo fidarci? Magari dovevo lasciare da parte tutte le macchinazioni che mi ero creata sulla sua persona e vederla solamente come un normale essere umano senza secondi fini.
- Ok, mando a Prinz il numero di Luca, il nostro agente. Ci penserà lui a chiamarli. Grazie. - La mia lingua fu più veloce del cervello.
- Figurati, mi fa piacere aiutarvi! -
Riattaccai e guardai le altre ancora incredule. Nicole era rimasta ad ascoltare tutta la conversazione e parlò per prima.
- Bimba, ma questa era la Alice in Wondercazz di cui parlavate prima? -
- Si, non trovi strano anche tu il suo comportamento? - le chiesi, quasi in cerca di una sua approvazione.
- Sai che ti dico? Che tu sei la Regina di Cuori e mo', te magni Alice! -
***
Le prove proseguirono per buona parte della giornata e in auditorium incontrammo gli altri concorrenti, scambiando qualche parola tra una prova e l'altra; avevamo visto anche Miky e i suoi fratelli ma nessuna di noi sapeva come approcciarsi a loro, dopo ciò che era successo alla festa di Irene. Inaspettatamente, fu Marika a rompere il ghiaccio.
- Sentite, anche se io e Alessandro ci siamo lasciati, vorrei che tornassimo ad andare d'accordo come prima, ok? La pensi anche tu così, Ale? - domandò la mia amica squadrando il ragazzo.
- Si, niente risentimenti tra di noi e voi. Non poteva funzionare, ok? -
- Menomale che avete tirato fuori il discorso. - sospirò Miky.
Capii che non c'erano più barriere e che la nostra amicizia non era stata compromessa: Marika e Ale avevano rotto per una scelta personale ma le loro colpe non dovevano ricadere sulla relazione che si era creata tra le nostre band.
La giornata volò: mancava un'ora alla diretta. Eravamo già tutti pronti per salire sul palco, alcuni stavano terminando il trucco, altri sistemando gli ultimi ritocchi dell'outfit.
Stavamo parlando con gli Archeotypo quando il mio cellulare vibrò: era Prinz. Mi allontanai dal caos prima di rispondere, rifugiandomi verso i camerini.
- Qui stiamo già facendo il tifo per voi. - disse, mentre gli altri ragazzi in sottofondo non facevano che fischiare e gridare.
- Ce la metteremo tutta. - gli dissi.
Appena mise giù, rimasi a fissare lo schermo del cellulare, dove avevo postato una foto che avevamo scattato qualche giorno fa, quando avevamo improvvisato quella gita in centro a Ferrara.
Eravamo entrambi sorridenti, innamorati, il nostro sguardo era pieno di luce e speranza. Chiusi gli occhi e appoggiai la fronte a quella foto. Avrei voluto rivivere quel momento, prima che ci separassimo. Avrei voluto immobilizzare il tempo a quel minuto, seduti a terra a Parco Massari, congelare quei sorrisi e quei sentimenti. Perché quello che era successo dopo la nostra separazione, aveva creato una crepa nel nostro castello di vetro. La sentivo al tatto, con un dito riuscivo a percepirne la superficie tagliente ma i miei occhi non potevano vederla.
Sentii gli occhi riempirsi di lacrime e quella sensazione di freddo prima del pianto, avvolgermi. Presi un respiro e l'aria ballerina uscì dalla mia bocca, in un sospiro che non nascondeva il mio reale stato d'animo.
- L'amore può far male -. La voce di Riccardo mi fece sussultare e mi girai immediatamente verso di lui, apparso all'improvviso dietro di me. Mi asciugai in fretta le lacrime e mi ricomposi: non volevo farmi vedere in quello stato.
- Da quanto sei qui? -
- Abbastanza per capire che c'è qualcosa che ti tormenta, anzi, è tutto oggi che te lo porti dietro e ora, è venuto fuori. -
- Non è vero. - esclamai irrigidendomi. Ci eravamo visti di sfuggita alle prove, come era possibile che avesse capito?
- E quando diventa un qualcosa di difficile, più grande di te, si fa fatica a contenerlo. -
Deglutii. Non sapevo cosa aggiungere. Lo guardai e lui fece lo stesso. Per un momento pensai di tirare fuori la verità con lui, sicura che mi avrebbe dato una motivazione oggettiva e maschile alle mie paranoie, dettate più che altro da un punto di vista soggettivo e femminile. Feci per aprire bocca ma lui intervenne per primo.
- é ciò di cui parla la canzone che presentiamo stasera. -
Lo guardai allucinata. - é il testo di una canzone? - domandai sorpresa.
- Non penserai davvero che quella frase fosse rivolta a te? E se hai pensato questo, forse c'è qualche pensiero che ti affligge. Ma non sono io la persona giusta con cui parlarne: hai il tuo stuolo di amiche con cui condividi la tua vita a trecentosessanta gradi. -
Con Riccardo era così: ogni volta che prendeva parola, mi lasciava a bocca asciutta. Sembrava avere la peculiarità di assorbire le mie facoltà linguistiche impedendomi di parlare.
- Ehi, Sarah, ci sei? - mi chiese, vedendomi ancora muta.
- Si, si. Stavo pensando che dovrò tornare al trucco. - dissi accennando un sorriso.
Gli occhi di Riccardo mi fissavano in silenzio, come se cercasse di leggere i pensieri nascosti dietro la mia retina. Pensieri profondi che erano momentaneamente venuti a galla e che avevo immediatamente ricacciato indietro, per non farmi più influenzare. Eravamo al Contest, era la seconda puntata. Tutti facevano il tifo per noi e io non potevo sentirmi una perdente.
***
Il mio spirito sembrò aver influenzato la nostra performance: i giudici Samuel e Fred Teddy trovarono la nostra esibizione "piuttosto freddina", Super Vicky diede la colpa alla mia voce che sembrava "non uscire dal mio corpo".
Insomma, dopo l'inizio tiepido della prima puntata, non eravamo riuscite ad alzare nemmeno la temperatura della seconda.
Cosa che invece riuscì benissimo ad altri gruppi, tra cui i Rage&Love, presentatisi con un brano dal ritmo incalzante, nonostante il testo parlasse di amore. E Riccardo non si risparmiò sul palco, facendo infervorare la folla con il suo look e il suo carisma.
Andammo allo spareggio con gli LSDS, il gruppo che faceva eco ai Led Zeppelin ma per fortuna passammo noi.
Non capivo cosa stavamo sbagliando: avevamo tuttavia una settimana per studiare cosa non andava nelle nostre performance e aggiustare il tiro.
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Bene ma non benissimo, mie Rockers.
Le ragazze hanno difficoltà a tirare fuori la loro essenza.
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E che dire della proposta di Alice? Il concerto di Pasqua 😳😳😳???
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Non so voi, ma l'uscita di Sonia mi ha fatto cadere dalla sedia. (Alice in Wondercazz)
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Parlando di cose serie, questo capitolo e' nato per caso, non doveva esserci.
Spotify mi ha messo questa canzone mentre scrivevo e tutto e' nato da li.
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Che casualità che il nostro Riccardo e' sempre nel posto giusto al momento giusto, non trovate? Dite che mi ha pagata per comparire? 🫢🫢🫢
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Stay tuned!!
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