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10. Innocence

This moment is perfect
Please don't go away, I need you now
And I'll hold on to it, don't you let it pass you by
♾️

Arrivai con mezz'ora di ritardo a casa di Sonia. Nessuna di loro mi fece domande, la bocca cucita in un silenzio innaturale, di chi voleva farle ma non sapeva quali o come affrontare l'argomento.

Infilai Jacky, sistemai la chitarra all'altoparlante e le guardai una a una, come quando dovevamo cominciare una nuova canzone.

- Si, lo abbiamo fatto. - dissi in un sorriso imbarazzato.

Le ragazze scoppiarono in urla e vennero subito ad abbracciarmi. Se avessimo vinto il Contest, non si sarebbero comportate in quel modo.

- Allora, com'è andata? - Marika fu la prima.

- é dotato il ragazzo? - domandò Sonia.

- Pettegole, non vi sembra il caso di lasciare che sia Sarah a raccontarci, sempre che voglia farlo? - intervenne Irene.

- Uff, tu dici così perchè sai che poi ti racconta tutto. - rispose Sonia scocciata.

Mi scappò da ridere. - Ragazze, è andato tutto bene. - e cominciai a raccontare sinteticamente cosa era successo dopo che se ne erano andate, venendo tuttavia interrotta ogni due parole dalle loro domande.

- Non hai risposto al mio quesito di prima. - mi interruppe Sonia.

Sgranai gli occhi. - Ti riferisci al numero di volte o all'altra cosa imbarazzante che mi hai chiesto? -

- Tutte e due. Tanto so che sei troppo vergognina per rispondere alle mie domande. -

Mi sentii avvampare e rimasi senza parole. Irene si schiarì la voce per interrompere quel momento di imbarazzo.

- Riprendiamo a suonare? Dobbiamo ancora girare il video. Poi ci bacchettano che non fanno in tempo a preparare i costumi e le scenografie. -

Santa Irene! Cosa farei se lei non ci fosse?

***

Prove completate, video inviato. La canzone per il Contest era stata scelta, ora non ci aspettava che prepararci per quel nuovo week end di emozioni.

Nella testa però avevo solo Prinz. Quel turbinio di piacere si aggrappò ai miei pensieri, partendo dal basso del mio ventre sino a risalire al mio cuore, facendolo battere sino a esplodere. Avevo voglia di lui e non c'era niente che mi potesse aiutare a prendere sonno quella notte, perché appena chiudevo gli occhi, i ricordi della notte trascorsa tra le sue braccia tornavano vividi, rendendomi avida di quelle emozioni.

Presi il cellulare e gli mandai un messaggio.

"Sei sveglio? Non riesco a dormire".

Gli avevo scritto quel pomeriggio per chiedergli se era tutto ok ma non mi aveva risposto. Temevo gli fossero toccati i venti giri di campo predetti. Il giorno dopo avrei chiesto ad Andrea di essere più clemente con lui, visto che il ritardo era dovuto in parte anche a me.

Il cellulare suonò.

"Anche io".

"Posso chiamarti?" scrissi immediatamente.

Fu lui ad anticiparmi. Accolsi la sua telefonata con il classico entusiasmo ma dall'altra parte, percepii come un muro. Sillabico, la voce molto bassa. Mi sentii tremare dentro.

- C'è qualcosa che non va? - domandai, sentendo che con la testa non c'era.

- Sono piuttosto stanco, oltre ai venti giri di campo, appena tornato a casa ho dovuto aiutare mia madre. -

Rimasi in silenzio, indugiando su quelle parole, cercando delle sfumature e dei significati che non avrebbero dovuto esserci.

- Ok, dai, ti lascio andare. Ci vediamo domani, d'accordo? -

Ci salutammo. Appena riagganciai, l'ombra di un fantasma mi passò accanto. Rabbrividii. Riconobbi quell'atteggiamento distaccato, quel modo di chiudersi a riccio al mondo esterno. Erano solo sfumature ma ero già passata per quei momenti bui in passato e non volevo affatto tornare a viverli. Era come se Prinz mi stesse nascondendo qualcosa e non ne capivo il perchè.

Un dubbio si insinuò in me: ora che lo avevamo fatto, non gli interessavo più? Aveva forse mirato sin dall'inizio solo a quello? Il suo istinto di predatore era tornato e ora che aveva sbranato la preda più succulenta, non era più interessato a terminare la carcassa?

Non potevo credere questo di lui. Non poteva essere così. Doveva esserci una spiegazione. Il giorno dopo glielo avrei chiesto: dal passato avevo imparato che dovevo chiedere io per prima, senza aspettare che mi venisse spiegato. O tutto sarebbe andato a rotoli un'altra volta.

***

Arrivai a scuola in anticipo, dopo la notte insonne passata tra incubi e pensieri indecifrati. Mi ero sistemata con chili di correttore per nascondere le occhiaie e solo il mascara: la matita nera avrebbe accentuato il gonfiore dei miei occhi.

- Hai l'aria stanca stamattina... ci hai dato dentro ancora con Prinz? - esclamò Sonia non appena mi vide.

- No, non lo vedo da ieri. - risposi senza troppo entusiasmo.

- Che hai, Sarah? - Marika mi osservava in attesa di una risposta sensata. Aveva capito che c'era qualcosa in me che non andava.

- Non so, ho una strana sensazione su Prinz... Ieri sera ci siamo sentiti ed è stato strano, era come se... - mi interruppi, vedendolo arrivare in lontananza.

Abbandonai le mie amiche di colpo, l'eco delle parole di Sonia lasciate al vento, e mi diressi da lui senza pensarci due volte.

Appena mi vide mi sorrise: lo abbracciai e lo baciai, tra i fischi di Vito e altri suoi compagni di squadra che ci passavano affianco.

- Stai bene? - mi domandò, vedendo il mio aspetto orrendo.

- Si, non ho dormito molto stanotte ma rimedierò. -

Prinz mi accarezzò la guancia con una mano. - Posso aiutarti a rimediare? -

Presi coraggio e andai dritta al punto. - In realtà, non ho dormito perché ieri sera ti ho sentito strano -. Prinz spalancò per un attimo gli occhi. Fu un gesto quasi impercettibile. - è successo qualcosa di cui non so? O era solo stanchezza? -

Prinz prese un respiro. - Non è successo niente, davvero. Mia madre ha avuto una giornata pessima al lavoro e l'ho aiutata a superarla. Da quando lavora in casa di riposo, è diventata più sensibile alla situazione lavorativa e a volte si lascia andare allo sconforto. Nulla di grave, davvero. -

Tirai un sospiro di sollievo. Quel racconto gli faceva onore eppure mi aveva lasciato una sensazione di acido allo stomaco. Forse però, ero io a essermi fatta troppe paranoie e a non essere più così sincera nella valutazione delle sue parole.

La campanella suonò riportandoci all'ordine.

- è ora di andare dentro. Ci vediamo a ricreazione, ok? - domandò con un accenno di sorriso.

Annuii e contraccambiai il sorriso. Gli diedi un bacio e lo lasciai andare dentro, insieme ai suoi compagni.

- Allora? - Sonia e Marika mi erano già addosso. Mi presero a braccetto e costrinsero a entrare - a quando la prossima pomiciata? - domandò la mia amica dai capelli rossi.

- Ci vediamo a ricreazione. - risposi, sentendo ancora il mio stomaco sottosopra. Non erano però farfalle: era ancora acido.

***

La ricreazione arrivò puntuale alle dieci e dieci, come ogni giorno da quattro anni e mezzo. Salutai in fretta Marika e mentre stavo per uscire dalla classe, ricevetti un messaggio di Prinz.

"Sono ancora in palestra" lessi in fretta. Perché?

Mi girai sorpresa verso Marika. - è in palestra. - palesai, aspettandomi una risposta da lei che però, non poteva arrivare.

Inaspettatamente, a prendere parola fu Vito. - Ah si, per la consegna delle nuove divise. Devo andare anche io. Perché non venite con me? -

Guardai Marika e annuii sorpresa. Raggiungemmo in fretta la palestra e trovammo anche altri ragazzi della squadra, intenti a ritirare la nuova divisa.

Vito si allontanò da noi, lasciandoci sole; con lo sguardo cominciai a guardarmi attorno alla ricerca di Prinz. Lo trovai davanti a me, dall'altra parte della palestra, vicino agli uffici. E non era solo.

L'acido tornò a ripresentarsi nel mio stomaco, vedendolo sorridere e chiacchierare disinvolto con una ragazza che non avevo mai visto prima.

Mi avvicinai quasi volando, completamente ignara di Marika, con il cuore che scandiva un tempo tutto suo.

- Ciao! - esclamai con tutta la voce che avevo in corpo, per farmi notare.

Chi cazzo è questa?!?

Prinz e la ragazza si girarono verso di me: deglutii, ritrovandomi davanti la mia fotocopia.

Capelli scuri lunghi raccolti in una treccia, viso minuto, occhi profondi come la pece, trucco soft. Indossava un piumino leggero rosa cipria, minigonna di pelle nera e calze nere coprenti. Ai piedi un paio di biker con borchie. Un'altra me con addosso i vestiti di Cinzia.

Io invece, in Converse alte rosse, jeans neri strappati e cappotto oversize con cappuccio, dovevo sembrarle una scappata di casa.

- Oh, ciao Sarah, Ti presento Alice. Lei è la nostra giornalista. - sintetizzò Prinz, cogliendo il mio malumore.

Cosa diavolo fa questa sciacquetta?

Prima ancora che prendesse la parola, mi presentai.

- Piacere Alice, sono Sarah Minelli, la ragazza di Francesco –. Meglio marcare il territorio.

Alice mi guardò e sgranò gli occhi, già di per sé enormi.

- Piacere, Sarah! In realtà ti conosco. In ritiro Franz obbliga tutti quanti a guardare il Contest! -

Due cose non mi erano tornate di quella frase: cosa ci faceva lei in ritiro con lui e come si permetteva di chiamarlo Franz? Ma soprattutto, chi cazzo era quella fotocopia sofisticata di me e perché Prinz non me ne aveva parlato?

Cominciammo a squadrarci.

- Lei ti segue in ritiro? - Fu più un'esclamazione di una domanda. Fissai Prinz negli occhi.

- Non glielo hai detto? - intervenne candidamente l'altra.

- Dopo ti spiego tutto. - Prinz cercò di stemperare la tensione ma la sua frase suonava come benzina pronta ad alimentare un incendio.

Marika rimase in silenzio ad osservare la scena e, captate le alte temperature che si stavano raggiungendo, decise di intervenire.

- Scusa, mi presento anche io, sono Marika Bardi. - disse allungando la mano.

Cosa faceva?!? Fraternizzava con il nemico?

- Ah si, tu sei la batterista. - rispose inaspettatamente Alice con grande entusiasmo - In realtà sono una vostra grande fan, faccio il tifo per voi al Contest! E per i Rage&Love, ovvio! -

- Grazie! Sei carinissima -. Ecco. Aveva appena comprato Marika.

- Ragazze, ora devo andare, mi ha fatto davvero tanto piacere conoscervi, soprattutto te, Sarah! Franz è fortunato ad averti -. Se ne andò, salutando con una mano, lasciando dietro di sé un leggero sentore di cipria e vaniglia che rese ancora più tossica l'aria.

- Chi è quella? - domandai a voce ancora alta, rivolgendomi a Prinz. Ero sicura che anche lei mi avesse sentita ma non mi importava.

- Sarah, non è nessuno. è la giornalista mandata da una testata della città per fare la cronaca delle nostre partite. Da quello che so è un progetto legato alla nostra scuola. -

- E perché era così amichevole con te? -

- Ci conoscevamo già... -

- Te la sei già scopata? Prima o dopo che mi hai conosciuta? - esclamai ancora più forte, interrompendolo. Notai Vito e un altro ragazzo che si girarono nella mia direzione.

- Sarah, forse è il caso di calmarsi. - disse Marika, cercando di raffreddare il mio temperamento.

Prinz mi fissò con l'intento di dire qualcosa ma non lo fece: il suo sguardo si fece duro. Sentivo di nuovo quella sottile nebbia creare una coltre tra di noi e raffreddare l'aria attorno, facendomi rabbrividire.

Una smorfia di disgusto apparve sul mio volto e feci per andarmene ma Prinz mi prese per un braccio. Mi voltai di scatto, fissandolo: verde contro nero, come era già successo in passato tante altre volte.

- Stai esagerando, - mi sussurrò - vieni con me. - e senza staccare la presa mi portò negli spogliatoi.

L'ultima volta che mi ero trovata li, stavo ancora con Stefano.

Sentivo il cuore battere a mille per la rabbia e l'imbarazzo della situazione creatasi. Prinz mollò la presa e chiuse la porta dietro di sè. Non mi diede tempo di aprire bocca per prima: fece tutto lui.

- Quella ragazza non è mai stata nessuno per me. L'ho incontrata l'anno scorso per caso una sera, quando mi ero rifugiato in una chiesa a pregare per te, perchè non ti buttassero fuori, per quel cazzo di caso dell'ufficio bruciato. -

Rimasi a bocca aperta, non so se più per la confessione fatta o se per il contenuto della stessa: era tutto inverosimile ma le parole usate, il tono e i modi, mi facevano supporre che potesse essere tutto vero.

- Tu in una chiesa? - fu l'unica cosa che riuscii a dire.

Prinz annuì. - Ti sembra così strano? -

Chiusi gli occhi e scossi la testa. - Ok, ho frainteso tutto, scusa. Ma arrivo in palestra e ti trovo a ridere e scherzare con la mia esatta fotocopia. Insomma, hai notato anche tu quanto mi assomiglia, no? - Prinz fece un cenno con la testa. - Cosa dovrei pensare? Poi tu mi dici che la conoscevi già. -

Prinz si avvicinò e appoggiò la sua fronte alla mia, mentre con una mano mi accarezzò il volto.

- Solo con te posso essere sincero al cento per cento, perché tu sai leggermi dentro. Non posso fingere con te perchè lo scopriresti. -

Il mio cuore riprese a battere a un ritmo tutto suo e la sensazione di acido allo stomaco svanì, lasciando spazio al calore. Cominciammo a baciarci, indietreggiando lentamente verso il muro sino a sentire la parete fredda dietro di me.

Il calore dentro di me raggiunse altre parti del mio corpo: gli misi le mani dietro al collo, insinuandomi sotto la sua felpa, per sentire con il tatto la sua pelle, mentre lui fece lo stesso aprendomi il cappotto e andando subito con le mani a tastare i miei fianchi. Eravamo persi in quell'attimo, incuranti che qualcuno potesse entrare in quel momento quando sentii bussare alla porta.

Immediatamente mi staccai da Prinz e la voce di Marika si palesò.

- Ragazzi, scusate, spero di non avervi rovinato il momento ma dobbiamo rientrare in classe. -

La campana era suonata e nessuno dei due se ne era accorto. Era stato prima o dopo quel bacio?

- Si, arrivo. -

- Vestiti con calma. - mi sussurrò Marika.

- Cretina! - esclamai.

Guardai Prinz. - Dobbiamo andare, tanto per cambiare. Oggi pome? -

Il ragazzo scosse la testa. - No, oggi ho gli allenamenti e più tardi ho scuola guida. Ci possiamo vedere domani a ricreazione. -

Gli diedi un bacio e annuii.

Uscita dalla palestra, mentre facevamo le scale dirette in classe, la mia mente partorì un'idea.

- Dove scoprire chi è quella Doppelganger. -

- Io la definirei più la tua Cosplay - intervenne Marika - ma lascia fare a me. -

Prese fuori il cellulare dalla tasca del giubbino e digitò qualcosa.
FBI e CIA avevano solo da imparare dalle mille risorse di Marika.
~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*

La Gelosia. Il dubbio che si insinua.
~*~

Sarah è piena di paure, come qualsiasi ragazza innamorata, della sua età.
Ed è la prima volta che sperimenta la gelosia: era già capitato anche in Love ma giunta a una tale affininita' con Prinz, la gelosia ha tutto un altro aspetto.
~*~

Dovrà davvero preoccuparsi di questa nuova ragazza o rimarrà solo un'ombra?
~*~

Certo che, detto tra di noi, anche la nostra Black Cat nasconde certi segreti... ⭐️
~*~

Stay tuned!

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