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YOU DO COUNT (Sherlolly)


C'è un attimo in cui due sguardi s'incrociano. Di chi siano non è fondamentale saperlo: ma il caso, il destino, Dio o chi per loro ha fatto in modo che quegli occhi siano lì, gli uni di fronte agli altri. Quelli indagatori di lui e quelli curiosi di lei, due modi di vedere opposti per capire chi si ha davanti.

Non si parlano, quando capitano questi momenti le parole sono superflue e comunque un la sola lingua inglese non ha abbastanza vocaboli per esprimere ciò che quegli occhi si stanno dicendo in silenzio.

Come si può spiegare? Avete presente quando ritrovate un giocattolo che avevate da bambini? ci rivedi una parte di te che per troppo tempo hai dimenticato nei meandri polverosi della tua memoria, ci rivedi un te stesso che hai conosciuto ma che non capisci, perché hai dimenticato.

Ed eccolo il momento esatto in cui i nostri due protagonisti ritrovano il loro giocattolo polveroso: l'azzurro dei caleidoscopici occhi di lui, freddi, calcolatori, occhi di chi ha sofferto e di chi soffre ancora. E gli occhi di lei, due pozze castane che ridono, consapevoli che il mondo ha tanto di bello da offrirle.

"Molly Hooper" dice lei con un filo di voce, per paura, forse, o solo per timidezza, d'altronde una non esclude l'altra, accennando un sorriso.

"Sherlock Holmes" il suo tono è piatto, non esprime alcuna emozione.

Molly distoglie lo sguardo tornando al suo lavoro, una nota rossa le colora le guance, è consapevole che è già di quell'uomo, lo ha capito dal primo istante in cui ha incrociato i suoi occhi.

Sherlock la osserva, capisce subito che è attratta da lui, non è la prima volta che una donna lo guarda in quel modo, ma c'è qualcosa di diverso stavolta. Può anche sembrare una macchina senza sentimenti, ma non può negare a sé stesso che Molly Hopper lo ha colpito, non riesce a spiegarsi come sia successo ma quella figura mingherlina, quei lunghi capelli ramati acconciati in una coda alta, sono già un suo pensiero fisso.

Porta le mani unite davanti alla bocca e chiude gli occhi, entrando nel suo mind palace e crea una nuova stanza e la apre: é tutta bianca come una tela non ancora dipinta, come uno spartito senza musica, quella stanza un giorno diventerà piena di colori pastello e suonerà una musica leggera, dolce...ma questo lui ancora non lo sa.

Per ora ci mette Molly, il suo profumo di vaniglia, il suo sorriso, la sua voce, e soprattutto i suoi occhi, che sembrano non volere mai smettere di guardarlo.

Esce dalla stanza e la chiude , 'Ti proteggerò per sempre Molly Hooper' pensa mettendo la chiave nel taschino della giacca, proprio all'altezza del cuore.

Apre gli occhi e si rende conto di essere nel laboratorio del Bart's con Molly che lo osserva.

"Tutto bene? A cosa pensi?" chiede incuriosita.

Ma lui ha già la sua maschera da uomo di ghiaccio, e non ha intenzione di toglierla.

"Non sono affari tuoi Molly Hooper. Sono qui per il cadavere."

Lei annuisce, un pò delusa, ma comincia ad illustrare le generalità della vittima senza replicare.

Sherlock la osserva, senza ascoltare ciò che dice, ha di nuovo un pensiero fisso: 'sei mia, nessuno ti farà del male ' .



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