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VI

Lo scoppiettio del legno che bruciava era rilassante.

Licia era assorta nei suoi pensieri, quando Andrea si sedette accanto a lei, nell'erba bagnata dal sereno.

Andrea, insieme a Michele e Tommaso, aveva raccolto delle bacche, il ragazzo ne porse un paio alla ragazza.

"Grazie" sussurrò lei scostando una ciocca di capelli dal suo viso.

Il sapore aspro, e dolce allo stesso tempo, le purificò la gola.

"Tommaso dice che sono le migliori per preparare la crostata ai frutti di bosco"

Un brivido percorse la schiena di Licia che automaticamente prese a riscaldarsi il braccio sinistro.

"Hai freddo?" proruppe Andrea.

"Solo un po'.."

Senza porsi troppi problemi Andrea tolse la sua felpa e la diede alla ragazza. Lei con un sorriso la prese e l'indossò.

"Non ci posso credere!"

Sia Andrea che Licia non furono sorpresi di assistere alla nuova lite tra Lucia e Marianna.
Andrea in quell'unico giorno aveva imparato a conoscerla, almeno conosceva parte della sua maschera.

La gemella cattiva stava accusando la Dark di averle nascosto la giacca.

L'altra se la rideva, appoggiata ad un pilastro semi devastato dell'abitazione vuota.

"Devi ridarmela! Capito?"

Lucia aveva tolto quella giacca solamente per un attimo, un secondo. Era andata a prendere del cibo dalla sua borsa e quando era tornata nel suo giaciglio ecco che la sua felpa Guess era sparita. Era certa che fosse colpa di Marianna, quella piccola teppista andava frugando ovunque.

"Potrebbe essere stato un cane.." Si intromise Tommaso.

Lucia lo guardò furiosa e Tommaso si allontanò da loro, capendo che se avesse detto ancora qualcosa Lucia l'avrebbe sbranato.

"Ehi dai magari l'hai solamente rimessa nella borsa" Licia adesso era andata dalla sorella e la stava calmando.

"Impossibile, me ne sarei ricordata" Lucia incrociò le braccia, testarda e andò spedita verso la campagna, prima di inoltrarsi tra l'erba alta si voltò e senza nemmeno guardare Marianna negli occhi, le disse "Tienila pure, ne ho altre dieci di quelle! Api"

Marianna, stavolta, non diede peso alle sue parole, si era calmata, e aveva un paio di cose da fare..

"Ma chi si crede di essere, questa qui?"

Lucia parlava con la sua anima (o forse fingeva di farlo).

L'erba alta le solleticava le braccia. La luna aveva fatto il suo ingresso da un po' ed illuminava il suo percorso. Non sapeva bene dove stesse andando, ma aveva bisogno di non vedere più l'odiosa faccia di quella Marianna.

Di ragazze a cui non piaceva ne aveva conosciute parecchie, ragazze che la detestavano solamente perché era lei la più bella della scuola (dopo Sofia si intende), o perché magari erano invidiose dei suoi abiti, di tutti i ragazzi che le correvano dietro

Nessuna riusciva a tenerle testa. Quella piccola mocciosa di Marianna invece la faceva apparire ridicola, accanto a quella ragazza si sentiva vulnerabile, e questo la faceva infuriare.

"Stronza"

Lo sussurrò con un tale odio che forse ci credette realmente quando lo disse.

Sofia, tanto tempo prima, le aveva detto che la perfezione non esisteva, che prima o poi avrebbe incontrato qualcuno che gliela avrebbe sbattuta in faccia, la verità. Che baggianate.

La madre delle gemelle aveva sempre creduto il contrario. Le aveva sempre detto che lei doveva essere perfetta. Lucia l'aveva sempre fatto: copiava sempre da sua sorella e prendeva ottimi risultati, stava con il ragazzo più carino della scuola, anche se delle volte lo aveva visto con altre ragazze... era la più bella, la più forte. Era Lucia. Tutti l'amavano, o l'odiavano che per lei era anche meglio.

Sofia l'aveva capito subito che le conveniva diventare sua amica. Rivedeva in quella ragazza la proiezione della sua maschera.
Si erano conosciute grazie ad Isabella. Vi ricordate di lei?
Era anche conosciuta come Isabella la stronza.
Lucia a quei tempi frequentava il terzo anno del liceo, aveva conosciuto un ragazzo carino, si erano divertiti per un paio di giorni e naturalmente non aveva studiato per il compito di fisica. Non era preoccupata, alla fine sapeva che sua sorella le avrebbe fatto copiare tutto. Licia era così, parlava spesso con se stessa, nonostante molte volte la sua anima le chiedeva di evitare alcuni comportamenti, la società in cui quotidianamente viveva ne chiedeva altri, e lei obbediva ad ogni richiesta.
Quella volta Lucia prese 9-, Isabella prese il medesimo voto.
La stronza era una figlia di papà, non si accontentava di avere lo stesso voto di una che "ha copiato". Così erano andate dalla preside e lì le gemelle avevano incontrato Sofia.
"È indecente come il comportamento poco irrispettoso di certi studenti venga valutato allo stesso modo di gente che studia e merita!"
Isabella con la sua voce acuta e i suoi modi snob aveva urlato queste parole alla big mama.
Lei non le rispose subito, prima lesse un messaggio e sorrise (forse uno dei suoi tanti amanti).
Lucia si stava limando le unghie, per nulla preoccupata.
"Allora.."
Prima che la preside potesse dire una qualunque cosa, Sofia era intervenuta.
"Mamma, conosco questa ragazza.. non farebbe mai niente del genere" difese Lucia, sorridendole, poi guardando Isabella in modo sprezzante sussurrò alla madre "cerca solo attenzioni, le ho rubato il ragazzo" sorrise, quando Isabella uscì dalla stanza piangendo.
Sorrise anche Lucia.
"Devi sempre essere così violenta ?"
"No mamma," Sofia guardò Lucia, come quando si guarda un progetto perfetto "non sempre, solo quando serve," poi osservó la madre "..me lo hai insegnato tu."
Sofia accompagnò Lucia in classe, parlarono durante il percorso.
"Non avrei saputo fare di meglio" rise Lucia.
"Isabella è una stronza e si merita questo."
Sofia lesse in quelle parole un misto di falsità e rimpianto, poi le uniche parole che riuscì a dire furono "hai ragione" e le sorrise.
Dopo quella volta Sofia si fece vedere spesso in giro con le gemelle.
Una volta mentre Sofia usciva dal bagno, Lucia le era saltata addosso chiedendole di portarla via, dicendole che non sopportava più la sua famiglia, i ragazzi, che le stava esplodendo la testa. Sofia con la solita calma, anche se nei suoi occhi che stranamente non riflettevano la sua anima, si notava un velo di rammarico, porse a Lucia una boccetta con delle pasticche.
"Non una di più"
Si erano capite.
Erano le stesse che usava sua sorella.
Licia, a causa di Lucia, doveva assumere l'MDMA per curare il suo "disturbo post-traumatico da stress"

Lucia inspirò profondamente, odiava ricordare quell'evento, ricordare a se stessa di essere stata la causa di tutto quel dolore, delle urla della sorella, quando alla notte non riusciva a dormire per gli incubi.
Il buio era confortevole. Staccò una spiga e se la rigirò tra le dita. Una lacrima le scese leggera sbavandole il trucco.

"Credo che forse dovresti indossarla, inizia a far freddo da queste parti"
Marianna le lanciò la felpa.

Lucia rimase immobile, seduta sull'erba, non voleva che Marianna la vedesse piangere. Però voleva dirgliene quattro, a quella tipa.
"Lo sapevo che eri stata tu.."
si voltò di scatto, lei però era già andata via. Vedeva la sua sagoma scura farsi spazio tra l'erba.
"EHI! VA A QUEL PAESE!"
Urlò Lucia. Marianna senza neppure voltarsi le alzò il terzo dito, per poi rimetterlo dentro la tasca della sua giacca nera.
Lucia era pronta a seguirla e tirarle quei sudici capelli neri, ma con la coda dell'occhio intravide una stella cadente che illuminò il cielo. Fu un attimo, eppure era rimasta a bocca aperta.
"L'hai espresso il desiderio..?"
Lucia asciugò quella lacrima e vide Tommaso in piedi dietro di lei.
"Non ci credo, sono tutte sciocchezze"
"Hai ragione.."
Tommaso si avvicinò
"..ma a te non costa nulla, potresti chiedere del cibo ad esempio."
Lucia rise.
"Okay vediamo.." pensò un attimo
"Vorrei un' insalata di mare, con un bel cocktail di gamberi"
Tommaso prese dal suo zaino un sandwich schiacciato e incartato male.
"Ho solamente questo ma.."
Lei lo guardò sorridendo. Lo prese e insieme si sedettero a mangiare.
"Vedi alla fine si è avverato il desiderio"
"In realtà no, avevo chiesto il pesce"
Risero.

"I desideri non sono nient'altro che piccole realtà, sono ben diversi dai sogni, i desideri li possiamo toccare, li sfioriamo. I desideri ci aiutano ad ammettere ciò che siamo. Sono steli di grano che il vento amerà per sempre"

Michele rilesse quel rigo due volte, poi si addormentò.

"Ehi, bei piccioncini svegliatevi dobbiamo ripartire, se siamo fortunati arriveremo all'autogrill più vicino."
Marianna scuoteva la spalla di Lucia che dolcemente dormiva abbracciata al grosso Tommaso.
Quando la barbie si svegliò si staccò immediatamente da lui.
"Non è come pensi"
"Non devi spiegazioni barbie"
La dark prese il suo pacco di sigarette ma si accorse che erano terminate.
"Maledizione"

"Ehi ragazzi!"
Andrea urlava, e agitava una mano in lontananza.
Verso le nove di mattina quando tutto il cielo era colorato e il sole poco fastidioso si misero in marcia.
"Grazie Tom per avermi fatto compagnia ieri."
Tommaso arrossì violentemente.
"Però.." Lucia si morse un labbro "non dirlo a nessuno.."
Lucia era così, se doveva dire a qualcuno che lo voleva bene, aveva il timore che gli altri potessero vedere in lei una qualche parte di dolcezza.

Camminavano da nemmeno un'ora.
"Quindi secondo quel che dice Sofia quella dovrebbe essere la nostra meta?"
Marianna parlava con Michele che annuì alla sua domanda.
In fondo alla collinetta dove si trovavano, un po' più vicino alla strada c'era un edificio rosso.
Andrea guardò prima Licia e poi Michele, poi iniziò a correre.
"Chi arriva ultimo offre a tutti!!"
Michele e Licia lo seguirono ridendo.
"Ehi! Così non vale"
Anche Marianna si unì, teneva la giacca sotto il braccio, e la rallentava.
"Questa la prendo io Api."
Lucia più veloce di un fulmine le aveva strappato la giacca dalle mani e adesso andava nascondendosi in mezzo alla vigna di qualche mal capitato, ridendo.
Marianna aumentò la velocità.
"Sta tranquilla che ti prendo!"
Rise.
"Io non ci crederei tanto, il fumo fa anche questo, ti rallenta"
Le foglie delle viti sbattevano in faccia a Marianna, che non si accorse della radice che usciva fuori dalla terra e che la fece inciampare.
Sbam!
Batté le ginocchia e se le sbucciò
"Dannazione" Sussurrò
"Ohi, ti sei fatta la Bua?"
Lucia rise.
"Si.,"
Lucia si abbassò per controllare e nel momento esatto in cui lo fece, Marianna le strappò di dosso la propria felpa e lo zaino della ragazza.
Poi corse via ridendo.
"La più furba sono io!" Le urlò la Dark ridendo.
Fecero così fino all'autogrill.

Per ultimo arrivò Tommaso, che non aveva capito che dovessero correre, infatti credeva persino si fosse perso non vedendo più nessuno.
Si era fermato ad osservare un girasole, era dello stesso colore infinito degli occhi di Sofia. Così si era dimenticato della realtà.

Si abbuffarono di patatine e hamburger, mangiarono il gelato, e comprarono qualche rifornimento per il viaggio. 
Marianna comprò le sigarette. Andrea un pallone.
Michele sorrise quando vide che tutti, per un attimo, si erano sentiti parte di qualcosa.
Sapeva che quel viaggio li avrebbe cambiati, li avrebbe reso più forti di qualunque addio.
Lasciarono quel posto verso le tre del pomeriggio, si allontanarono dalla strada.

Il rumore delle auto è come le interferenze delle radio, insopportabile!

"Ragazzi! Lì è perfetto per fare una partita!"
Andrea sembrava un picciriddu, era talmente eccitato di aver trovato qualcuno con cui condividere qualcosa, voleva vivere ogni attimo di quel viaggio, lo doveva vivere per lei. Per Sofia. Che le aveva insegnato a crescere senza dover mai invecchiare.
"Sia chiaro, io non gioco a calcio"
Lucia incrociò le braccia convinta delle sue parole.
"Che c'è miss perfezione, paura di perdere?"
Marianna inarcò un sopracciglio e corse dietro Andrea per andare a giocare.
Tommaso in silenzio li seguì dicendo che avrebbe giocato in porta.
"Io non perdo mai, forza Tommaso, spacchiamogli le gambe!!"
Michele rise.
Così tutti insieme giocarono, e si divertirono, sebbene una volta Licia dovette fermarsi per prendere una pillola. In quel momento Marianna inconsapevolmente guardò Lucia.
Alla fine vinse la squadra della gemella cattiva.
"Vi abbiamo lasciato vincere" disse Andrea.
Marianna gli batté il pugno e rise.
"Si, credeteci"
Licia abbracciò la sorella.
"Lei sarebbe stata felice"
"Lo so" Michele si intromise nei suoi pensieri.
Prima di rimettersi in viaggio, Andrea domandò a Michele
"Funzionerà?"
"Sta già andando a meraviglia" sorrise Toto, e guardò il cielo che era bellissimo.

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