Libro 1: 04) Casa SGA
« Sei sicuro di volerlo fare? »
Chiese terrorizzata Nella con un rasoio elettrico tra le mani.
« Mai stato più sicuro. »
Nella doveva finire di rasare a metà la testa ed il volto di Martin, per poter rendere il suo travestimento il più realistico possibile. I tre ragazzi avevano deciso di travestirsi seguendo un tema preciso: "Batman". Proprio seguendo questo tema, Martin si era deciso di rasare a metà sia barba che capelli per poter impersonare il personaggio di "Due facce". Mentre Martin voleva esagerare con il suo costume di Halloween, Karim e Machi impersonarono qualche personaggio più semplice dei cattivi di "Batman". Karim si dipinse i capelli di verde e si fece truccare il viso da Serena completamente di bianco, con un pesantissimo rossetto rosso sulle labbra e molto ombretto nero attorno agli occhi, per poter assomigliare a "Joker", mentre Machi volle soltanto dipingersi attorno agli occhi leggeri tocchi di verde e mettersi un po' di trucco sulle guance. Il suo personaggio, in teoria, doveva ricordare "Poison Ivy", sebbene ciò che rimandava di più al suo personaggio fu solo il lungo vestito verde menta che aveva indossato. Karim era vestito con un semplice pantalone nero, una camicia bianca con sopra un gilet fucsia, proprio per ricordare il vero "Joker". Martin, accanito fan degli eroi "Marvel" e "DC", riuscì a comprare su internet un vestito composto dal lato destro con un elegante smoking nero, mentre sul lato sinistro c'era un appariscente vestito giallo con i pallini neri. Anche il trucco di Martin era molto realistico. Nella volle dipingergli la parte della faccia rasata con del trucco rosso, disegnando anche delle sfregiature e dei lineamenti particolari con il pastello nero. Tutto quel trucco dava abbastanza prurito, ma ne valeva la pena.
« Il mio sarà di sicuro il costume più bello della serata! »
Disse appena si guardò allo specchio: Nella aveva fatto un ottimo lavoro.
« Sembri proprio uscito dal film! »
Puntualizzò Karim vedendo una foto dell'attore su internet per poter dare una base a Nella per il trucco.
« Uguale ed identico a Tommy Lee Jones. »
Mentre i ragazzi si stavano truccando per la festa, si riprese il discorso su quello che era accaduto la sera prima a Serena. Ciò fece scattare l'immediata reazione di Karim, che considerava Serena come una sorella e la rimproverò per non avergli raccontato nulla di tutto ciò.
« Non c'era molto da dire.. E se ti avessi raccontato come sono andati i fatti, di sicuro saresti andato da Fulvio ed i suoi amici per poter creare casini di ogni genere. »
Serena voleva evitare che quella storia continuasse ulteriormente. Anche perché la denuncia contro quei ragazzi era già stata fatta alla polizia.
« È proprio quello che intendo fare. Quel bastardo non deve permettersi nemmeno a pensare di toccare una mia amica! Prenderò un giorno di permesso all'università e lo raggiungerò a Tor Vergata! »
Karim non era un tipo incline alla violenza, ma, quando si trattava dei suoi amici, era il primo a buttarsi nella mischia.
« Non fare stupidaggini! Ora se ne sta occupando la polizia. Se non riusciranno ad incastrarlo potrai andare a fare l'eroe della situazione, picchiando quel deficiente. »
Urlò Lisa per dissuaderlo.
« Mi dispiace per Karim. Ma il ruolo dell'eroe della situazione non può averlo lui. »
L'ironia di Nella creò una piccola risata tra lei, Lisa e Serena. Karim, Martin e Machi non conoscevano il motivo della frase di Nella, così Serena fu costretta, per l'ennesima volta, a raccontare del salvatore incappucciato. Era la quarta volta che raccontava quella storia in meno di ventiquattro ore.
« Un individuo dotato di ali ed accompagnato da un lupo? La polizia avrà sicuramente apprezzato la tua immaginazione, cara. »
La schiettezza della ragazza dai capelli biondi era simile ad una pugnalata al cuore. Battute fredde e velenose erano le armi di Machi che usava sia con gli amici che con chi non sopportava.
« Non me lo sono immaginato. E, anche se per puro caso non esistesse nessun misterioso salvatore, come ho fatto a salvarmi? Come mai i miei aggressori erano pieni di ferite? Come mai sono qui a raccontarvi questa storia piuttosto che stare in ospedale o in una cassa da morto? »
Le domande di Serena misero un po' d'imbarazzo i presenti. Nessuno voleva contraddirla, sebbene il suo racconto non fosse realistico. Per allontanare la tensione che si era creata, Martin tentò di cambiare argomento, almeno fino a quando lui, Karim e Machi non uscirono per la festa in costume che si doveva tenere in un locale vicino all'ippodromo "Le Capannelle". Una volta che i tre ragazzi ebbero lasciato la casa di Lisa e Nella, le altre ragazze incominciarono a vestirsi per potersi dirigere verso casa di Francesco, per passare una serata di Halloween in tranquillità con qualche gioco di società. Il sole era calato da un po' e si erano fatte le nove di sera. Appena uscite dalla loro abitazione, incominciarono ad avviarsi verso il luogo in cui avrebbero passato la serata.
« Ma chi ha dato la conferma per stasera? »
Chiese Nella curiosa.
« Non ne sono sicura ma, contando noi tre, Donato, Francesco, Gerardo, Giovanni, Iara e Tonio dovremmo essere in nove. »
Nella era sollevata sentendo che erano così pochi, in quanto il loro gruppo era formato da più di una quindicina di persone.
« Ti vedo abbastanza sollevata Nella. »
Notò Serena, vedendo sul volto della giovane un sorriso.
« Scommetto che sei felice che non ci sia Lando. »
Lisa aveva colto nel segno, tanto che Nella si imbarazzo sentendo quel nome.
« E mi vuoi anche dare torto? Si intromette nelle discussioni altrui, sta appiccicato a tutti e soprattutto spara parole senza senso quando parla! »
Cercò di trovare una scusa per giustificare l'antipatia verso quel povero ragazzo.
« Ti da fastidio solo perché ci prova con te! »
Puntualizzò Lisa senza alcun preavviso, facendo sbuffare la bionda.
« Questo è un motivo secondario. »
Nella non era mai andata pazza per uno dei suoi compagni, Sandro Lando, un ragazzo di quasi ventisei anni che ci provava con lei da ben due anni, nonostante lei avesse più volte rifiutato le sue proposte di uscirci insieme.
« Tonio stamattina mi ha chiamato dicendo che forse porterà anche il suo nuovo coinquilino. È da due giorni che il poverino sta a Roma rinchiuso in casa perché ancora non conosce nessuno. »
« È una matricola? Di che facoltà? »
Chiese speranzosa Nella.
« Per quanto mi ha detto Tonio, credo che frequenti il corso di scienze infermieristiche. Ma non ne sono sicura. »
Serena, pensando a quella facoltà, non potè che pensare ai ragazzi che l'avevano aggredita il giorno prima. Anche loro frequentavano scienze infermieristiche.
« La stessa facoltà di Fulvio e dei suoi amici. Credi che lo conosca? »
Lisa scosse la testa per tranquillizzare l'amica. Si vedeva che era ancora un po' scossa dal ricordo dell'aggressione. Era ovvio dato che era successo solo la sera prima.
« Non credo.. È arrivato da poco in città e, come ho detto prima, non conosce ancora nessuno.. »
« Speriamo solo che non sia strano al livello di Lando.. »
Nella incrociò le dita, sperando di evitare altri stramboidi.
« Dai Nella.. Male che vada ti abbiamo trovato un'alternativa al povero Sandro! »
Tutto si concluse con questa battuta di Lisa proprio quando si trovarono di fronte al cancello della casa di Francesco, Giovanni e Gerardo, chiamata anche "Casa SGA".
Passarono una serata tranquilla all'insegna dei giochi di società a "Casa SGA". Come preannunciato da Lisa, quella sera erano presenti solo nove ragazzi più il nuovo coinquilino di Tonio. La casa di Francesco e dei suoi coinquilini, era, come sempre, piena di gente e di intrattenimento. I coinquilini di Francesco erano Giovanni e Gerardo. Giovanni Gizzo, ragazzo molto alto e con fisico atletico, aveva i capelli ondulati neri e gli occhi neri. Portava i baffi ed un leggero cenno di barba che gli ricopriva il mento e che lo portavano ad assomigliare a Johnny Depp. Era un ragazzo di ventidue anni appassionato di moda, di vestiti e di anime. Studiava farmacologia alla Sapienza ed era molto legato a Karim, dato che anche lui studiava alla Sapienza, ma CTF. Gerardo Sghella, invece, era un uomo di trentadue anni, con capelli corti e una lieve stempiatura. Aveva gli occhi azzurri e portava degli occhiali molto spessi. Era un uomo leggermente in sovrappeso, ma dedito anche lui a varie attività fisiche. Oltre a Francesco, anche lui era uno dei pochi membri del gruppo che aveva finito l'università ed aveva incominciato già a lavorare da due o tre anni. Come Francesco, anch'egli si era laureato in economia, ma alla Bocconi di Milano, mentre Francesco si era laureato alla Louis di Roma, ed ora lavorava per una grande compagnia finanziaria. Dall'unione delle iniziali dei loro tre cognomi deriva il nome della casa. Gli altri presenti alla serata erano Iara, Tonio ed il suo nuovo coinquilino. Iara Dew, la ragazza di Giovanni, un'affascinante studentessa di medicina dell'università di Tor Vergata, di ventitré anni circa. Aveva capelli lisci e castani ed occhi di colore marrone chiaro. Anche lei, come il ragazzo, era abbastanza alta. Tonio Palo, invece, era un ragazzo di ventiquattro anni e studiava ingegneria medica con Martin. Era un ragazzo proveniente dal Perù ed aveva la carnagione più scura dei presenti. Non era estremamente alto ed era anche un po robusto di costituzione. Portava dei grossi occhiali ed aveva i capelli corti e neri. Sul coinquilino di Tonio non c'era molto da dire. Il suo nome era Dustan Vante, un ragazzo di diciannove anni che aveva appena iniziato l'università di scienze infermieristiche a Tor Vergata. Aveva i capelli lunghi, anche se non si può indicare con certezza se fossero lisci o ondulati, ed erano di color nero pece. I capelli gli coprivano la fronte ed anche gli occhi alle volte, che erano dello stesso colore. Aveva una costituzione molto magra e, sebbene fosse un tipo molto sportivo, non aveva tracce di muscoli. Dato che non conosceva nessuno dei presenti tranne Tonio, non parlò molto. Solo Donato e Giovanni riuscirono a sapere qualcosa su di lui e su cosa gli piacesse fare nella vita. Mentre, Lisa, con la sua parlantina veloce e confusionale, era riuscita a convincerlo ad unirsi a loro per cantare nel coro della Chiesa Don Bosco, sebbene non fosse tanto sicuro di quella scelta dato che, al contrario dei presenti, il povero Dustan non aveva mai cantato in un coro. La serata andò avanti per di più mangiando dolci e passando il tempo a giocare a vari giochi di società come "Trivial Pursuit" o "Lupus". Una volta arrivata la mezzanotte, Tonio avrebbe dovuto ritirarsi a casa con il motorino. Dato che Dustan non possedeva né macchina né moto e, non avendo idea di quale pullman dovesse prendere per tornare a casa, fu costretto a seguirlo.
« Finalmente se ne è andato. Ma perché Tonio non può accettare le idee altrui? Non riesco a capire come mai per lui esista solo e soltanto la sua visione del mondo! »
Esclamò scocciata Iara che era stufa del fatto che Tonio non accettasse mai il pensiero degli altri.
« Ci sono due regole fondamentali per parlare con Tonio. Evitare argomenti che lui potrebbe ritenere discordanti e non parlare di religione. »
Puntualizzò Donato dopo l'affermazione di Iara.
« E se non gli si da ragione si ammutolisce e non proferisce più verbo per tutta la serata. »
Aggiunse Francesco, anche lui stufò di Tonio.
« Beh, qualche volta è meglio che stia zitto! Non lo si può ascoltare in eterno quel ragazzo. E se parla non fa altro che il lecchino nei confronti di noi ragazze. »
Tonio, in effetti, non faceva altro che provarci con le ragazze del gruppo. Non facendo distinzione tra fidanzate e single.
« Non lo sopporto proprio quando fa così.. E noi lo sopportiamo solo per poche ore alla settimana. Pensa al suo nuovo coinquilino che lo avrà per ventiquattro ore su ventiquattro a casa. »
Anche questo era vero. Il povero Dustan doveva vedersela nera avendolo come coinquilino. Tonio, in tre anni, aveva cambiato quattro coinquilini. Tutti se ne erano andati a causa di vari litigi.
« Non lo invidio proprio. »
Tutti continuarono a parlare per un'altra ora, fino a quando i reduci di quella serata incominciarono a lasciare la casa ed a tornare nelle proprie dimore. Dopo Tonio ed il suo coinquilino, fu la volta di Iara che tornò a casa accompagnata da Giovanni. Subito dopo se ne andarono anche gli altri presenti, lasciando Gerardo e Francesco da soli a casa loro. Durante il tragitto di ritorno a casa, Donato insistette per accompagnare tutte le ragazze a casa, per paura che potesse ripetersi il fatto della sera prima. Serena aveva deciso di dormire a casa delle sue amiche, anche perché non voleva tornare a casa quella sera.
« Serata piacevole quella di oggi. »
Disse Donato mentre percorrevano il tragitto per casa.
« Come tutte le altre. »
Nella, invece, non era molto entusiasta di come aveva festeggiato Halloween. Avrebbe preferito passare la serata con Karim, Machi e Martin.
« Serata incolore.. Almeno abbiamo reclutato qualcuno di nuovo nel coro! »
Disse contenta Lisa, che era riuscita ad incastrare il povero Dustan.
« Il coinquilino di Tonio? Ma saprà cantare? »
« Ha detto che è stonato.. Ma l'importante è il numero non la voce! »
Non era del tutto sbagliato, dato che in un coro l'importante era cantare tutti insieme e non si faceva caso alle stonature del singolo.
« Guardate il lato positivo.. Almeno pare simpatico e non sembra così tanto strano. »
Esclamò Serena pensando alle poche parole che disse il nuovo membro del coro.
« Aspetterei ad esprimere giudizi affrettati. Dopotutto non lo conosciamo ancora bene. »
Dopo aver accompagnato le ragazze a casa, Donato si diresse da solo verso casa sua, cercando di evitare di percorrere la Togliatti. Dopo un paio di minuti, si accorse che il suo cellulare stava vibrando. L'aveva tenuto in modalità vibrazione per tutta la serata e dovette stupirsi non poco della quantità di chiamate perse che aveva accumulato. « Sette chiamate perse.. Due di mia madre e cinque di Martin. » Preoccupato per le chiamate, si affrettò subito a richiamare l'amico che era in compagnia di Karim e Machi.
« Scusami Martin ho appena visto che hai tentato di chiamarmi. Come va la festa? »
Ciò che Martin disse a Donato non era nulla di rassicurante e ciò creò il panico nella mente del giovane ragazzo.
« Stai calmo Martin! Ora chiamo Gerardo e veniamo con la macchina. Arriviamo tra una ventina di minuti. »
Dopo aver chiuso la chiamata, Donato si apprestò a chiamare Gerardo, nella speranza che non fosse già andato a dormire. Dopo un paio di squilli, Gerardo rispose al telefono.
« Gerardo prepara la macchina! C'è un'emergenza! Dobbiamo andare al Policlinico di Tor Vergata! »
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