Sua Altezza Reale Laura
Allor gente, prostratevi a Sua Altezza Reale Laura!
Ahahah, no tranquilli non è una snob, diciamo che nel gruppo telegram di cui facciamo entrambe parte ha dovuto prendere il comando dopo un colpo di stato.... È una storia un po' lunga e non siete qui per sentir parlare di politica!
Siete qui perché come me amate ficcare il naso negli affari altrui! Dunque bella gente, oggi sono cui per presentarvi Laura alias laurachesi laurea , che al momento ci gratifica delle sua onoratissima presenza con una storia d'amore!
Emh sì, il titolo fa pensare più a una storia horror o suicidio, ma garantisco che si parla di una storia d'amore! Come sapete questo sentimento a mille sfaccettature e non tutti amano raccontare di storie idilliache... Che per mia esperienza le trovate solo nelle favole!
Ora popolo di Wattpad ! Ho l'onore di presentarvi Laura!
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Ed eccomi qui! Chissà perché molta gente brama di correre all'estero per scoprire posti nuovi ed esotici, quando l'Italia stessa è ancora tutta da scoprire! Io stessa (che va beh non giro mai), però non sapevo dell'esistenza di questo posticino così adorabile!
Mi ritrovo ad Orbetello in Toscana, per la precisione nella Laguna.
È una laguna costiera della Toscana, nella Maremma grossetana. La sua estensione è di circa 27 km².
Separata dal mare a ponente e a levante da due strisce di terra lunghe circa 6 km e ad ovest dal promontorio dell'Argentario. Una terza lingua istmica di terra si protende nel centro della laguna e su di essa sorge il centro urbano di Orbetello. Un ponte artificiale (la diga Leopoldiana) collega Orbetello al Monte Argentario e divide la laguna in due parti, la laguna di Ponente e la laguna di Levante.
Ed è sulla pista ciclabile che vado ad incontrare la mia prossima vittima!
Come al solito, carica di zaini e cestini da pic nic, gironzolo tra le vie di Orbetello diretta alla pista ciclabile, affiancata da una pedonale, -grazie al cielo-, come diamine faccio a pedalare carica come un mulo!?
Meglio mettersi in cammino! Ho ancora tanta strada da fare!
Accaldata e già a pezzi, raggiungo la mia intervistata che a differenza di me, è fresca come una rosa! Lo sguardo perso in lontananza verso il mulino a vento ficcato in mezzo alla laguna. Chi diamine ha avuto questa bella idea? Beh, se non erro dovrebbe essere stato uno spagnolo.
«Ciao Lety!»
«Sua Altezza!» la saluto scherzosamente, accennando anche un leggero inchino e per colpa del peso quasi rischio di cadere rovinosamente a terra, per fortuna Laura mi ha presa per un braccio evitandomi un incontro troppo intimo col terreno.
«Uff, grazie, pronta cara?»
«Pronta! Ti dirò tutto quello che vuoi!» mi assicura avviandosi a testa alta, il nostro obiettivo è raggiungere una spiaggia dal nome che ora mi sfugge.
«Ok, partiamo con la prima domanda!» esclamo cercando di tenere il passo anche se vorrei dedicarmi a far la turista! Lety prima il dovere poi il piacere! Mi ammonisco da sola mentre osservo il paesaggio intorno a me
cercando di far mente locale sulle domande che devo porre alla mia intervistata! «Come sei approdata su wattpad?»
«Per caso... Come in tutte le cose della mia vita.» mi risponde divertita. «diversi anni fa (da cinque anni fa fino a un annetto fa) scrivevo e leggevo fanfiction su anime e manga sul sito EFP. Mi piaceva parecchio (ed ero anche parecchio seguita e conosciuta), ma da un anno a questa parte mi sono accorta che scrivere fanfiction non faceva più per me, così mi sono messa a cercare un altro sito e ho trovato wattpad... Il resto è storia.» conclude con una breve risatina mentre giungiamo in vista di una pineta.
«Lieta che tu sia giunta su questa landa.» commento con un sorriso mentre entrambe fuggiamo dal cocente sole, riparandoci all'ombra di alti pini.
«Dica, con che storia è iniziata la sua avventura qua?» continuo nell'intervista ammirando quel piccolo angolo di paradiso. Sì, sono una ragazza che è felice con poco.
«Con la mia prima e unica (per ora )» ci tiene a precisare con un sorriso sfrontato. «storia che sto ancora scrivendo. Si intitola "Affogare" ed è partita da una sensazione di oppressione che stavo vivendo in quel periodo nella vita. Sai quando ti senti sopraffatta da tutto ciò che ti circonda con o senza un motivo apparente? Beh la mia storia parla proprio di ciò.»
«Oh cielo... Ho già abbastanza problemi senza leggerne altri.» borbotto un po' impacciata avendo sempre schivato come la pesta le storie un po' tristi, perché si saranno storie, ma la mia empatia mi fa star male anche per la più piccola cosa. «Quali altri progetti hai in mente e di che genere?»
Laura mi guarda di sottecchi con fare malizioso. «Io sono appassionata di storie d' amore... Sì, sono una romanticona (solo nella mia fantasia, nella realtà ho la stessa capacità di approcciarmi all' altro sesso di un cactus ),» sospira roteando gli occhi. «quindi ora come ora direi che proseguirò su questa linea. Storie d'amore non rosa e fiori, ma di quelle con un contorno spigoloso e un po' difficile da smussare.» ci tiene a precisare mentre io ormai sono pronta a morire.
Vedendo che tra poco ci lascio le penne, Laura è così gentile da liberarmi della cesta da pic nic per poi prendermi sotto braccio.
«Cara, siamo sulla stessa barca...» le faccio notare, sperando che le sia di consolazione sapere che al suo fianco a un'altra sfigata in amore.
Laura sospira battendo la mano con fare consolatorio sul mio braccio, regalandomi un breve sorriso triste. «È bello non sentirsi sole.»
«Io con l'altro sesso inizio a parlare a vanvera o faccio scena muta, insomma, do il peggio di me.» e non vedo nemmeno col microscopio se qualcuno è interessato a me, nemmeno se me lo dicono.
«Io sono logorroica, nel bene e nel male (con me i ragazzi si risollevano l' ego visto che gli faccio due palle così a furia di chiacchierare.)» annuncia la sua abilità con una risata cristallina, mentre i due ragazzi che ci stavano venendo incontro dalla direzione opposta, sentendo le sue parole fanno qualche passo di lato per evitarci.
«Io invece a quanto pare faccio paura... Nemmeno mi si avvicinano.
Dicono che abbia la fila, ma sta fila io non la vedo.» mi lamento alzando gli occhi al cielo, scuotendo la testa infelice.
«AHAHAAHHAHA sì, ma tranquilla neanche io ho la fila... Mai avuta neanche alle medie quando ci si fidanzava un giorno sì e l' altro pure. Ora come ora sono arrivata alla conclusione che il pesce palla sia il mio spirito guida. Questa è l' unica motivazione che mi do (oltre al fatto di non essere l' essere più amabile del mondo, ma dettagli ).» sminuisce i cosiddetti "dettagli" con un gesto pigro della mano. «Poi in realtà mi do anche una bella mano da sola. Sono una maestra nel far fidanzare i ragazzi che mi piacciono con le mie amiche. Allora là mi fermo e mi dico che forse sono un po' scema, ma forse...» le si aggrotta la fronte al quel pensiero. «Oh siamo arrivate!» mi annuncia festosa lanciandosi verso la spiaggia, abbandonandomi a me stessa.
Sbuffando peggio di una locomotiva a vapore, affondo nella sabbia ad ogni passo, rendendo la camminata verso Laura una tortura per le mie gambe già stanche.
Fortuna che Laura avendo il cesto da pic nic, abbia almeno sistemato il telo, così tolto lo zaino con parte delle vettovaglie mi butto a peso morto.
«Tesoro... Non credo che tu abbia capito come funzionano alcune cose.» riesco a borbottare con un filo di voce, riferendomi alla sua abilità di far fidanzare i ragazzi che le piacciono con le amiche.
«Questa è Feniglia!» annuncia aprendo le braccia come a voler abbracciare la laguna.
«Oh bella... Lasciami morire in pace!» ecco cosa succede a correre da un'intervista all'altra, una volta a Roma, una volta in un bosco a Nord, un'altra in un castello lugubre, un'altra volta in una baia sperduta perfetta per dei serial killer e poi nuovamente in Toscana, sono proprio masochista.
Laura ridacchia vedendomi stesa morta sul telo e si siede accanto a me ammirando le onde infrangersi sulla spiaggia. A volte sembrano voler raggiungere qualcosa sulla terra ferma e per quante volte si lanciano contro la sabbia, tendendo allo spasimo quelle dita liquide, una forza invisibile le tira indietro.
«Cosa ami curare nella tua storia?» borbotto ricordandomi di non essere lì per oziare e tra sbuffi e smorfie mi rimetto a sedere, avvicinando lo zaino e il cesto per tirar fuori il necessario.
«La grammatica.» risponde prontamente con una risata. «Ci tengo particolarmente e continuo a revisionarla con meticolosità e poi le emozioni. Ho da poco trovato uno stile mio che riesce a veicolare un po' meglio quelle cose sono le sensazioni che vorrei dare al lettore (anche per questo devo fare una bella revisione di tutto lo stile che usavo nei primi capitoli.)» si dispera con un lungo sospiro di frustazione.
«Ti capisco... Per la mia prima storia ci ho messo sei anni a scriverla... C'è da fare una grandissima revisione.» la consolo allungandole un bicchiere con del tè alla pesca,
che accetta con un sorriso. «Hai dichiarato di scrivere solo storie d'amore, ma quali generi preferisci leggere?»
Laura cerca di assumere un'espressione seria o almeno professionale. «Storie d'amore scontata vero?» serietà spazzata via con uno scoppio di risa. «In realtà uno dei miei autori preferiti, murakami haruki, scrive anche narrativa più generale e introspettiva. E poi wattpad mi ha aiutato anche a farmi appassionare ad altri generi (Slurtzo, Crow, the Vanderbooms, il Principe di cenere, il Sicario sono solo alcuni dei titoli che ho letto e sto leggendo che sono fuori dalla mia comfort zone... Dopo mi farò mandare il bonifico per questa pubblicità gratuita.)» mi fa l'occhiolino sorseggiando la sua bevanda con aria soddisfatta.
«Ahaha voglio una percentuale!» visto che sarò io a pubblicare.
Laura mi guarda con i suoi occhioni, con aria falsamente innocente. «Ale si offrirà sicuramente con piacere di pagare per tutti.» mi assicura.
«Oooh... Addio alla mia percentuale.» borbotto incurvando le spalle, sapendo che Ale ha debiti con tutti.
«Quelli di Roma sud sono tirchi... Lui in particolare.» afferma con aria da superiore per poi scuotere la testa e farsi un poco seria. In realtà io e Ale sembriamo tanto cane e gatto, ma gli voglio un sacco bene, è un bravo scrittore e un buon amico. Wattpad non unisce solo storie, ma anche persone... E dopo questa cazzata posso pure buttarmi direttamente nella laguna di Orbetello!» afferma ridendo. «Non mi venire a salvare, mi piace Affogare.» mi fa l'occhiolino per farmi intendere il paragone con la sua storia. «Ma quanto sono simpatica? Mi faccio pat pat da sola.» si porta una mano al viso, nascondendolo per un attimo alla vista.
«Giusto per stare in tema!» ma meglio tenerla d'occhio nel caso voglia farsi un tuffo. «Quando hai iniziato a scrivere e perché?» domando prelevando dal cestino un contenitore che non faccio nemmeno in tempo ad aprire che Laura me lo ruba di mano, sporgendosi per prendere una forchetta. Proteggendo il tesoro conquistato tenendolo stretto a sé. Il tesoro in questione è una torta Sacher.
Laura dopo aver mandando in estasi le papille gustative con un paio di bocconi, si decide finalmente a rispondere alla mia domanda. «Beh in realtà fin da piccolina mi piace scrivere, sai ero una bimba prodigio e...» scuote la testa, storcendo il naso. «No, a dire il vero ho cominciato così, a caso. Un anime aveva un finale che non mi piaceva e io per puzza ho voluto riscriverglielo. Il mio amore per la scrittura è nato da un capriccio, da una mia pignoleria.» rivela alzando gli occhi al cielo e consolandosi con un altro boccone di dolcioso al cioccolato.
«Ahhahaha degno di una regina.» gli faccio notare versandole altro tè. «E leggere invece?»
Idem. Non sono mai stata una grande lettrice, ma al liceo avevo una professoressa di italiano in gamba che ogni estate ci dava 6-7 libri da leggere della portata di Venuto al mondo, Due di due, Come Dio comanda. Insomma la prima estate me li sono data in faccia, letteralmente, nel senso che li usavo proprio per schiaffeggiarmici violentemente, mentre guardavo i miei amici giocare in acqua (stavamo al mare). Dopo la prima estate ho cominciato ad apprezzarli di più, assieme all' abbronzatura inesistente, visto che passavo il tempo sotto l' ombrellone.»
«Non potevi fare il bagno e leggere al sole?» domando, ma forse è una domanda stupida. Io almeno nella mia unica settimana al mare mi facevo al bagno, poi come una lucertola stavo al sole, asciugata un attimo libro alla mano. Risultato? Ho un lato del corpo più scuro rispetto all'altro.
«Sì...l' ho fatto una volta... La sera non mi potevo stendere neanche sul letto... Ci sono stata per un' ora abbondante solo di schiena... Inutile dirti che da allora rifuggo il Sole che neanche Edward Cullen.» sbotta strabuzzando gli occhi, continuando a divorarsi la torta.
«Come fai? Io dopo un po' ho male alle braccia...» nel senso che fatico persino a muoverle! «Infatti mi sono ustionata un fianco e la gamba.» osservo il mio fianco destro che rispetto al sinistro sembra un cioccolatino.
Laura si gira verso di me alzando due dita. «Allora due sono le cose:
1-quando leggo il resto sparisce, Sole compreso, e ci siamo solo io e il bel figaccione del romanzo di turno. (perché nelle storie d'amore non sentirai mai parlare di scorfani, stanne certa. Hanno tutti il loro fascino e se hanno un difetto allora quello stesso viene compensato con altro. Che ne so, magari c' hanno un naso che farebbe invidia a Dante, ma sono prestanti e muscolosi)» Ammicca con gli occhi che brillano al ricordo dell'ultimo fusto letto. «2- sono stupida e non mi accorgo di nulla.»
«Beata te.» io mi distraggo anche con il mio stesso pensiero e mi ritrovo a leggere la stessa frase una decina di volte.
«Qual è il tuo libro preferito in assoluto e perché?»
Laura assume uno sguardo da emoticon con gli occhiali. «Il mio.» vedendo la mia faccia confusa avendomi preso in contropiede scoppia a ridere. «AHAHHAHA ok faccio la seria. Direi After Dark di Murakami Haruki. Uno scrittore particolare con un' impronta tutta sua e un modo di raccontarti la realtà completamente diverso da altri. Questo libro rappresenta appieno ciò che è. Ma se la batte con Non ti muovere di Margaret Mazzantini... però vabbe il Giappone batte Italia uno a zero per ora.»
«Su campo letterario, sulla cucina?» le domando sicura della risposta.
«Italia vince! Pizza! Pizza! Pizza!» si mette a saltellare da seduta sul posto, battendo le mani.
«Ahahaha. Che ne dici di passare a domande personali?» fingo di pensarci su. «Tipo... Raccontaci chi è Laura!»
Mi riconsegna il contenitore ormai vuoto, constatando che manco le briciole mi ha lasciato. «Sono un'adorabile disadattata con l' abbonamento al mondo dei sogni e la testa che viaggia che neanche Ryan Air.» ridacchia per poi supplicarmi con lo sguardo di non chiedere altro. «Non mi piace descrivermi, lascio che siano azioni e parole a parlare per me... Io con le presentazioni sono sempre stata una pippa.» mi rivela indecisa tra il ridere o il piangere.
«Che poi, ora che ci penso, se lascio parlare le azioni allora io sono: una lanciatrice olimpionica di pancake, quella che cade giù per le scale, quella che ha quasi fatto esplodere la macchinetta del caffè, quella che ha portato la torta nell' aula sbagliata...» prende ad elencare. «Ne avrei molte da raccontare.» nota ridendo per poi allungare una mano dentro al cestino per poi ritirarla senza bottino.
«Io ti ho detto di fare un libro... Ma niente, non mi dai retta!» sbotto falsamente arrabbiata. Ci ha raccontato tanti episodi che davvero, ti immagini delle cose così solo nei film o nei libri, mai nella realtà! Invece a lei le capitano di tutte e delle più strane! Per questo le ho consigliato di buttare giù un libro delle sue avventure o dissaventure, dipende dai punti di vista. «Oltre all'università hai qualche hobby?»
Laura storge il naso. «Troppi in effetti...il mio primo e più grande amore è il disegno... È la mia valvola di sfogo e l' unico modo che ho per trasmettere realmente ciò che provo... Poi la scrittura, che mi aiuta a dire in un messaggio meno criptico rispetto al disegno ciò che sento, ma mi piace molto anche suonare la chitarra, lavorare il feltro, fare sculture con qualsiasi tipo di materiale, cucire, adoro il karate e quando lo praticavo era uno dei miei hobby principali... Passavo le giornate a menare gente no, scherzo non sono così violenta....»
Mi ritrovo involontariamente ad alzar le mani in segno di resa. «Io so ricamare, cucinare...forse scrivere.» cerco di difendermi mentre estraggo dallo zaino un altro contenitore e anche questo mi viene strappato con nonchalance dalle mani.
Addio alla possibilità di assaggiare un pezzetto di tortino al cioccolato.
«Mi appassiono in generale a tutto ciò che mi aiuta a esprimermi senza bisogno delle parole. Sono logorroica, cazzona e stupida, ma è solo una copertura.» mi confida con fare cospiratorio senza rendersi conto di avere dei bei baffetti di cioccolato.
«In una parola simpatica.» sintetizzo passandole un tovagliolo.
«Sono un tortino al cioccolato con il cuore fondente.» mette in bocca un altro cucchiaio di tortino alzando gli occhi al cielo estatica.
«Mia cara, dimmi cinque cose che ami e cinque che odi.»
«Uuuu difficile... Amo: la mia famiglia, il mio cane, i miei hobby (e abbiamo già così sforato i 5).» nota con una breve risata. «Odio: il genere umano...no vabbe facendo la seria... Direi che odio: vedere la gente che sta male (odiare è una parola grossa, ma mi si spezza il cuore... Direi che odio qualsiasi tipo di malattia), il bullismo, la poca coerenza, l' opportunismo e aleRoma96 .» sull'ultimo componente della lista un sorriso diabolico le si apre in volto.
Strabuzzo gli occhi esclamando un "Nooo" che si trasforma in una risata. «Povero Ale.»
«AHAHAHAHAHAHHA Ah, sono anche un pochino stronza... Ma giusto un pochino.» garantisce facendomi l'occhiolino e facendo il gesto di mandarmi un bacio con la mano. «Te invece Leti? Cosa odi?» e appena mi porge queste domande il suo viso si fa buio e schifato sapendo già a chi va il mio odio. «E credo già in parte di sapere la risposta.
«La maleducazione, la gente quella stronza, il mio ex,» che adesso si è messo a sparlare male di me quando lo stronzo è lui visto che mi ha messo le corna e si stupisce che mi incazzi. «il tumore che mi ha strappato via la mia Lusi.» finisco con un filo di voce volgendo gli occhi verso il mare, sentendoli pizzicare.
«Direi che siamo d' accordo su 4 cose... La 5 beh... Lo odio di riflesso.» sbotta irata infilando il tortino con forza e cattiveria come se fosse il viso di qualcuno.
«Passiamo ad altro!» propongo per non far cadere questa intervista né nella rabbia né nella tristezza.
«Ok.» mi borbotta a bocca piena.
«Racconta un tuo momento di estremo imbarazzo e uno di estrema gioia.» e so che qua non è senza parole!
«Ce li ho!» esulta alzando una mano verso il cielo con fare vittorioso. «Uno dei momenti più imbarazzanti della mia vita è stato qualche anno fa al diciottesimo di mia cugina. Aveva dato questa festa in un locale a due piani con delle scale strette e ripide. Immagina...» inizia a raccontare alzandosi in piedi per mimare la scena. «Io vestita tutta elegante, coi tacchi alti, a fine serata stanca e distrutta... Era arrivato per me il momento di andare via. Comincio a scendere le scale tranquilla, quando a un certo punto mi si impiglia il tacco nella moquette. Inutile dirti che sono caduta in avanti trascinandomi per una rampa di scale. Nella rovinosa discesa mi sono anche aggrappata al vestito di una ragazza... Sai quei vestitini carini senza spalline?» mi domanda per riprendere dopo un mio cenno di conferma. «Beh l' ho denudata, ma è stato per una giusta causa, ne andava della mia faccia, che da un lato ho salvato, mentre dall' altro no (che figuraccia). Me ne sono andata via da lì con le ginocchia sbucciate, rivoli di sangue sulle gambe e la faccia scioccata di quella poverina sulla coscienza.» ridacchia tornado a sedere riappropriandosi del tortino, posato per farmi vedere la scena.
«Libro libro.» prendo ad acclamare. «Te l'ho chiederò in eterno.» l'avviso senza pietà.
«Prima o poi lo farò... Lo giuro, tra l' altro mi sono rimaste le cicatrici di quella serata sulle mie povere ginocchia... Ormai ho appeso i tacchi al chiodo. È stata la prima e ultima volta.» garantisce un poco imbarazzata.
«Noo devi solo evitare quelli vertiginosi.» mai oltre il tacco dieci io.
«Momento di gioia...» riprende a rispondere riconsegnandomi il contenitore ormai vuoto, ci mancava poco che iniziasse a leccarlo per eliminare ogni traccia di cioccolato. «Direi quando ho incontrato il mio cane... Ne volevo uno da una vita, ma i miei non me l' hanno mai permesso almeno fino a 5 anni fa, quando ho passato uno dei periodi più brutti della mia vita. Nina(il mio cane) mi ha ridato il sorriso dopo mesi di apatia più totale. Se oggi credo al destino è grazie a lei. Il modo in cui ci siamo "incontrate" è qualcosa che ancora oggi non mi so spiegare a livello logico.»
Storgo il naso ma è solo un modo mio per allontanare quel prurito che accompagna le lacrime. «I cani sono meglio delle persone.»
«Direi di sì... Nina è arrivata là dove nessuno avrebbe mai potuto.» afferma parlando della sua piccola con affetto.
«Lo so... lo so molto bene.» le garantisco voltando il viso dell'altra parte. «Hai un sogno nel cassetto?» domandò in fretta per distrarmi.
«Sembra banale e stupido, ma direi vivere in salute assieme a tutte le persone a me care!»
«Non credo che sia banale e ne stupido.» faccio mente locale sulle domande da fare, mentre vedo che Laura si lancia sul telo e mi ruba lo zaino alla ricerca di qualche altra leccornia da mangiucchiare. «Mancano poche domande se non vuoi le hot.»
«Le hot....» borbotta con un biscotto cookie in bocca.
«Mmmmm. Ne ho paura da un lato... Dall' altro mi intrigano.»
«Ecco mi pareva.» chissà perché, ma tra tutti, ero sicurissima che lei non avrebbe battuto ciglio.
«Sarei la prima che risponde alle domande hot?»
«Nooo c'è stato Lys e poi Cris.»
«Ah ok allora sono tranquille.» fa spallucce sgranocchiandosi un biscotto dopo l'altro.
«Sisi non sono così perversa!» e come ho detto, non ho dato il via io a questa "tradizione". «Se potessi viaggiare nel tempo dove vorresti andare e perché?»
«Vorrei tornare a qualche anno fa per poter dire alle persone che ora non ci sono più che gli voglio bene... Sembra scontato, ma a volte non lo diciamo mai abbastanza.» risponde subito con un sorriso sulle labbra.
«Ti do assolutamente ragione. Quale animale credi che ti rappresenti e perché?»
«Direi il piccione... Che detto così fa ridere e anche la motivazione lo è in parte... Una volta dissi a una mia amica che mi stava prendendo in giro, scherzando, che avrei voluto essere un piccione per poterle defecare in testa AHAHAHHAHAHA.»
Per un attimo rimango scioccata per poi unirmi anche io alle risate. «Ahahaha ma ci sono tanti volatili e tu scegli il piccione?»
Fa spallucce. «Sono quelli più comuni che solitamente regalano opere d'arte niente male...di un certo spessore.»
«Li é solo il costante impegno.» ribatto comprendendo a cosa si riferisca.
«La motivazione seria però è un'altra.» aggiunge facendosi seria.
«Sentiamo.»
«I piccioni sono i classici uccelli che tutti (in linea generale) schifano e disprezzano. Sono banali, stupidi e anche inutili o almeno è così che la pensa la maggior parte della gente, per non parlare del fatto che tendono a rovinare la città (Roma ne è piena). E in parte la pensavo anche io così, almeno fino a quando non mi sono imbattuta in un documentario particolare che confrontava piccioni e aquile e alla fine scoprii che quei banalissimi uccelli sono più veloci delle aquile. Assurdo, vero? Uno li crede banali e poco interessanti, ma alla fine sono più veloci delle aquile e nessuno lo sa. Per questo mi piacciono tanto e penso mi rappresentino.»
«Mai giudicare un libro o un pennuto dalla copertina.» cantileno con voce tonante.
«Esatto.»
«Il tuo più grande peccato di gola? (cibo).»
«...sono indecisa tra pizza, lasagne e tiramisù. Posso unirli in un unico piatto?» mi domanda presa dalla più grande indecisione.
Mi immagino come potrebbe essere il gusto insieme e involontariamente la mia faccia si trasfigura in una smorfia schifata. «Tienili separati, li unisci poi nello stomaco. Se potessi parlare con un tuo scrittore preferito, quale sarebbe e perché?»
«Bella domanda...forse Margaret Mazzantini... Vorrei chiederle il suo segreto per riuscire a creare dei personaggi così "vivi".»
«Mettendoci il cuore?» non nel senso che mette un vero cuore nei personaggi, nel senso che ci mette tutta la sua passione, ma vabbe, tanto io nemmeno la conosco. «Laura, fatti pubblicità, dicci perché la gente deve passare sul tuo profilo e leggere la tua storia .»
Laura strabuzza gli occhi, guardandomi terrorizzata. «Non sono mai stata brava a farmi pubblicità, così come per le presentazioni, sono il peggior biglietto da visita di me stessa...» si preme le mani sul viso, assomigliano al quadro "l'urlo". «Posso usare le parole di un altro?»
«In che senso?»
«Da sola non riesco a parlare delle mia storia. Come quando ti devi presentare... Tu ti conosci, sai bene come sei fatta e tutte le tue sfaccettature, i tuoi pregi e i tuoi difetti, ciò che provi ecc ecc... Ma se lo devi dire agli altri magari riesci solo a dire "sono una ragazza introversa, gentile e simpatica"...»
«Ahaha. È schietto. Fingi di dover presentare una storia non tua.» provo a consigliarla visto che a far pubblicità agli altri è brava.
«È la mia bambina!» protesta con grandi occhi da cucciola. «La rinnegherei così facendo.»
«Hai ragione, scusa.»
«Le ho tappato le orecchie così non ha sentito.» si spalma una mano sul viso. «Sono da internare in un manicomio ormai.»
«Naaaah altrimenti io ci sarei da sempre.» la tranquillizzo.
«Mi serve l' aiuto del pubblico! Alessio scelgo te! (se mi fa il piacere di rispondere...).» finge di lanciare una sfera dei Pokémon mentre in realtà lesta estrae dalla tasca il telefono e messaggia di corsa ad Ale. «Lo sto minacciando.» mi informa inviperita con Ale perché non si sbriga a rispondere.
«Ma no povero!» fanno tanto cane e gatto ma alla fine sono: «Pappa e ciccia siete.»
«AHAHAHAHHAHAHAHA.» poi si fa subito seria e si volta a guardarmi. «Siamo molto amici.» mette in chiaro per evitare fraintendimenti per ritornare a tallonare Ale per messaggio, invocando il suo aiuto.
«Eh lo so, é fidanzato.» anche se si è dimenticato di mettere la ragazza tra le cose che ama.
«Già.» borbotta agitando il telefono come se così facendo scuotesse Ale stesso.
«Ahahha i migliori sono sempre o gay o impegnati.» o non ti filano che credo sia il mio caso.
«Vero.» rotea gli occhi per poi sbuffare davanti a quel orribile verità.
«Quello su cui ho messo gli occhi invece ho scoperto che è single, ama cucinare come me e cerca una ragazza seria... Ma non si fa più vedere.» sospiro sconfitta, mi devo rassegnare a star sola.
«Ci sono!» esclama di botto facendomi sobbalzare.
«La pubblicità?» domando massaggiandomi l'orecchio sperando che il timpano funzioni ancora.
Laura alza il cellulare come i preti in chiesa alzano l'ostia. «Affogare non è solo un titolo, ma la storia in sè, l'emozione del sentirsi persi, come cadere nel mare e non avere la capacità di tornare in superficie. In un mare fatto di giudizi, pressioni, responsabilità e aspettative. E' la storia di ragazzi come noi che si sentono mancare il fiato a ogni loro decisione, che vengono trascinati dalla marea degli eventi, solo per venir sbattuti con violenza contro gli scogli dei rimpianti. Affogare non è solo un "romanzo" è quella stessa sensazione resa su carta, attraverso le vicende di Nina, Minho e tanti altri che, ognuno a modo loro, si sentono tirar giù dal mare dei loro problemi, aspettando che una mano li aiuti a tornare in superficie in una spasmodica ricerca di una boccata d'aria. Anche solo per un'ora.
Leggere "Affogare" è come leggere dentro noi stessi, con i nostri dubbi, le nostre speranze e quella voglia di sentirsi finalmente liberi e di poter tornare a respirare attraverso uno dei pochi sentimenti che non smetterà mai di darci quella forza in più di essere noi: l'amore.»
Resto in silenzio sbattendo le palpebre incredula. «Wow... E questa l'ha scritta Ale?» domando sconcertata da tale profondità.
«Sì.» mi conferma facendomi vedere il messaggio.
«Bravissimo.» borbotto ancora ammirata, dovrebbe recensire storie.
«Un poeta mancato.» lo definisce Laura con solennità.
«Ahahaha. Dimmi cinque tuoi difetti e cinque pregi.»
Laura nuovamente strabuzza gli occhi che quasi temo possano cadergli a terra e in mezzo alla sabbia non è il massimo! «Oddio è difficilissimo... Si vede che non sono molto introspettiva quando si tratta di me stessa? Allora ... Pregi direi: gentilezza, buona ascoltatrice, tenacia, affabilità, coerenza.
Difetti: mi distraggo facilmente, mi stanco facilmente sia fisicamente che mentalmente, introversione, timidezza, goffaggine... Madonna quanto a difetti sono un disagio in pratica.»
«Consolati che sei in buona compagnia!» visto che ne ho anche più di lei di difetti a cui sto cercando di lavorare per smussare un po'. «Direi di passare al dessert... Ovvero le domande Hot.» visto che se li è mangiati tutti i dessert.
«Sono pronta.» mi assicura agguerrita.
«Se si presentasse a casa tua, l'uomo dei tuoi sogni, affascinante, atletico... Tu cosa faresti?» le domando curiosa di sentire la risposta, visto che ama tanto le storie d'amore piene di fustacci.... Mmm dovrei presentarle i libri di Gena.
«Probabilmente lo scambierei per uno che ha sbagliato casa.» mi risponde impacciata lasciandomi a bocca asciutta e incredula.
«Va beh, anche in quel caso... Cosa faresti? Metti che ha perduto la memoria.» le suggerisco e una luce diabolica si accende nel suo sguardo.
«Perduto la memoria?» ripete mentre le labbra si distendono in un sorriso malizioso e mooolto pericoloso. «Beh a quel punto gli direi che ovviamente lui è il mio ragazzo, che stiamo insieme da una vita, che ci stiamo per sposare a breve (brevissimo prima che riacquisti la memoria tipo il giorno dopo). E qualora dovesse riacquistare magicamente la memoria. Una padellata forte in testa e via.» mima fingendo di impugnare tra le mani una padella e di tirarla in testa a qualcuno con forza.
Sospiro sollevata. «Ahaha ecco, ora ti riconosco. Raccontaci un tuo sogno proibito.»
«Proibito...» si tamburello con un dito il mento, con fare pensieroso. «Poter diventare invisibile e teletrasportarmi ovunque... Madonna il panico che farei... Sarei l'incubo delle celebrità che mi piacciono (sì, Shia LaBeouf sto parlando proprio con te guardati le spalle che non sia mai che mentre stai facendo la doccia il vetro si apra per sbaglio).» minaccia con aria diabolica sfregandosi le mani, pregustandosi il momento. «Cucù.»
«E a quel punto che faresti?» indago incuriosita.
«Cose proibite ai minori di diciott'anni.» mi risponde facendomi un occhiolino di intesa.
«Brava ragazza.» la lodo annuendo con un sorriso malizioso.
«Casta e pura fino ad un certo punto.»
«Ahahaha facciamo la maglietta così.» butto lì ironica.
«Fonderei un fanclub! Le "se mi piaci non ci metto nulla a tirartela con la fionda" AHAHHAHAHHAHAHAHAH. Ogni tanto cado nel trash. Pardon, mi ricompongo.» si schiarisce la voce, ricomponendosi vedendo il mio viso scioccato e la bocca spalancata e gentilmente me la richiude prima che ci voli dentro un insetto.
«Beh... io ancora non sono a quel punto.» borbotto sentendo le guance avvampare.
«Non dire così... Che mi fai sembrare più disperata di quello che sono.» si dispera coprendosi il viso con le mani.
«Io non direi mai così!» cerco di spiegare e nemmeno arriverei a pensarlo! Sono timida anche con me stessa. «Sono troppo timida e malfidente.»
Laura annuisce comprensiva dandomi leggere pacche sulle spalle a mo' di consolazione. «Anche io infatti sono single da troppo tempo.»
«Ma sai... Con i ragazzi che ci sono in giro forse è un bene.» rimugino riflettendo sul genere maschile.
«Sicuro! Però è anche vero che in mezzo alla melma ci può sempre crescere qualcosa di buono.» cerca di portare su di noi un bricioletto etto di speranza. «Il tutto sta a trovare quel buono. Madonna che perle!» esclama incredula che sia uscita dalla sua bocca. «Segnatele!»
«Che è un gran casino perché molti buoni sono falsi. Segno segno.» la rassicuro prendendo carta e penna dallo zaino mentre lei mi punzona con un dito la spalla finché non segno la sua perla.
«Mai disperare Leti! C' è del buono, là fuori, da qualche parte e aspetta solo te!» dichiara alzando il mento con fare sicuro di sé.
«In che parte del globo?» domando per sapere dove cercare. «Comunque direi che abbiamo finito cara.»
«Wao! Figo.» mi fa gli occhi a cuore. «Io mi sono divertita, fai belle domande e sei originale. Spero di esserlo stata altrettanto nelle risposte.»
«Sì sua altezza!» la rassicuro con ampi gesti del capo. «Quindi è andata bene?
«Ovvio!» mi garantisce dedicandomi anche un piccolo applauso.
Vedendo il sole iniziare a calare, per unirsi alle acque della laguna, facciamo fagotto, per rimetterci sulla via del ritorno.
«Non so te, ma io ho fame.» e a confermare le mie parole il mio stomaco si mette a brontolare.
«In effetti, ho fame anche io, facciamo una pizza?» mi domanda mentre ci lasciamo alle spalle la bella spiaggia, inoltrandoci nella pineta.
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