Ma Dove Diamine Sono!?
Mi trascino lentamente su per le scale, direzione letto.
Un'altra giornata di lavoro che grazie al cielo è finita, la clientela sta diventato sempre più impossibile da sopportare. E a cena sono stata ricompensata con le caldarroste! Le ADORO e ovviamente ne ho mangiate fino a scoppiare!
Raggiungo con la freschezza di uno zombie la mia stanza, spogliandomi lungo il tragitto dalla porta al letto, infilandomi sotto le coperte, sospirando felice poso finalmente la testa sul cuscino e non ci metto molto a sprofondare tra le braccia di Morfeo.
Sbuffo e borbotto rigirandomi di lato, una strana luce incessante riesce a penetrare l'oscurità colpendomi gli occhi chiusi.
Continuo a rigirarmi ma sembra che questa luce maledetta voglia farmi arrabbiare.
Con un grido di frustrazione apro gli occhi, pronta ad inveire contro questa luce e chiunque l'abbia accesa ma appena mi metto a sedere rimango senza parole.
Davanti a me non c'è più l'armadio con l'anta centrale a specchio, anche la mia libreria è scomparsa, persino il mio comodo e così tanto desiderato letto.
Mi guardo alle spalle, di lato, sopra e sotto... Chi ha rubato i colori?
Sono immersa in un bianco cangiante manco ci fosse passato Mastrolindo.
Mi metto in piedi, continuando ad osservarmi attorno, sembra quasi che sia finita in un portale e solitamente questi hanno una via di uscita.
Perciò mi metto a vagare, prendendo una direzione a caso, magari un'uscita non c'è e andrò a sbattere il muso da qualche parte.
Facendo spallucce proseguo, con nelle orecchie il rumore dei miei passi. Ma io non ero scalza?
Guardo in basso e noto con piacere di essere vestita, i mie adorati stivaletti con tacco, jeans blu attillati, canotta grigia.
Non è il massimo dell'eleganza o il massimo della comodità ma sempre meglio che girare in biancheria.
Procedo guardandomi attorno alla ricerca di un qualsiasi cambiamento in quel bianco perenne, vedo qualcosa di anomalo e invece di fermarmi per osservare, i miei piedi continuano, lo sguardo fisso su quel punto, andando così a sbattere la testa contro qualcosa, finendo con il cadere a terra per il contraccolpo. La botta genera un suono metallico che rimbomba in quel luogo.
Con un occhio chiuso e la mano a massaggiare il bernoccolo vedo davanti a me un lettera nera. "V".
Alzo gli occhi e noto una frase che galleggia nell'aria " A.A.N.T.I".
Che vol dì? Guardo la scritta e la lettera a terra, e quando il mio cervello smette di sbattere nella cassa cranica come una pallina di ping pong, comprendo di dover unire la lettera caduta alla parola che sta in aria. "Avanti".
Traballante mi rimetto in piedi e vado AVANTI e tengo gli occhi ben fissi davanti a me per evitare altri duri incontri.
"Botta di culo". Sono le parole che volteggiano nell'aria, mi fermo ad osservarle a fronte aggrotta cercando di capire cosa voglia dire, finché il suolo svanisce da sotto i miei piedi, sprofondando con un grido di sorpresa in quel bianco, sbatto contro qualcosa di duro e un frusciare simile alle foglie mi assorda e mi graffia finché il sedere non sbatte con violenza su qualcosa di umido e duro. Botta di culo.... Ora ho capito.
Mi massaggio il fondoschiena ammaccato, dandomi della stupida per aver dimenticato che le uscite dai portali sono "precipitose" eppure dovrei saperlo!
Con lamenti e sbuffi noto di essere finita in una foresta e trovo alla mia destra una rampa di scale di legno con su un lato un corrimano fatto con un ramo a spirale.
Notando alla fine di questa scala una piccola radura con al suo centro un focolare circondato da tronchi di legno che fanno da sedute.
Incuriosita scendo le scale facendo scorrere la mano su quel strano ramo che in natura mai ho visto di quella forma.
Un alto falò mi sbarra la via dalle sedute di legno e tra il calore delle fiamme intravedo sfocata una figura.
Con circospezione prendo a girare intorno al fuoco, osservando l'ambiente circostante alla ricerca di un'arma improvvisata.
Ma non appena riconosco la figura seduta accanto al fuoco, un sorriso genuino mi spunta sulle labbra e più tranquilla mi avvicino.
«Ciaooo ragazuolo!»
Matteo alza lo sguardo e vedendomi ricambia il sorriso. «Eillà Lety! Come stai?»
Ammaccata. «Tutto bene grazie, tu?» ma dove diamine sono?
«Tutto bene, sono pronto per l'intervista!»
Intervista? Mmm... Ookay... Bah, magari sono scivolata su una foglia e ho sbattuto la testa, quel portale devo essermelo sognato. Ma certo! «Giusto! L'intervista! Sei pronto allora?»
«Certo! Chiedi pure!»
«Benissimo! Iniziamo con roba leggera. Come sei approdato su wattpad!?»
«Eh eh, un classicone di domanda... mm, che dire, sono approdato su wattpad per puro caso, cercavo un posto dove poter pubblicare le quattro cagate che la mia mente aveva partorito e quindi eccomi qui... ero approdato nel 2016, ma poi me ne sono dimenticato fino al 2018...»
Credo di non aver udito bene e confusa sbatto le palpebre più volte. «In che senso... Te ne sei dimenticato?»
«Diciamo che avevo creato il profilo e poi non avevo più neanche pubblicato le prime storie.» si spiega meglio con aria impacciata. «Routine insomma... ma tu invece?» domanda per sviare altre domande sul come cavolo abbia fatto a dimenticarsene!
«Io cosa?» ripeto a pappagallo, Matteo ha quello strano sguardo, quello tipico di qualcuno che sta per farti un tiro mancino, una burla o una trappola. «Cerchi di rubarmi il lavoro?» gli domando con una risatina vedendolo un attimo sulle spine per la mia domanda detta forse troppo bruscamente.
Torna a rilassarsi. «Certo, è una chiacchierata, non penserai di essere l'unica a porre domande? Ricorda che ho scelto io il luogo...» mi fa notare con aria di superiorità. «A proposito, birretta?»
Birretta? Mi guardo attorno ma non noto frigo da viaggio...
Matteo sciocca le dita e accanto a lui compare un barile di birra e tra le mani due pratici boccali. Quella vista mi lascia ad occhi spalancati e quasi rischio anche la mascella. Ma come?
«Perché improvvisamente mi sembra che i ruoli si siano invertiti?» domando con un filo di voce ancora incredula per quello che ho visto. Susu Lety, la magia non è cosa nuova per te. «Grazie, ne provo uno.» accetto con un sorriso il boccale stracolmo di birra.
Guarda che ti aveva fatto una domanda. «Dunque, come ho scoperto Wattpad... Nel modo più banale. Ho una nonna acquisita, una vecchia amica di famiglia, mi portava sempre i giornalini dove ci sono delle ricette, perché sa che mi piace cucinare. Beh, un giorno ne ha portato uno e nello sfogliare mi è caduto l'occhio su un trafiletto dove veniva riportato che una ragazza aveva pubblicato un libro in versione cartacea dopo aver vagato su wattpad. Io che già avevo una storia completa e desiderosa di farla conoscere per avere delle opinioni. Mi ci sono buttata, letteralmente, fatto il profilo e subito ho pubblicato i primi capitoli, ma ci è voluto del tempo prima che qualcuno mi considerasse.» rivelo un poco imbarazzata. «Da allora sono passati due anni e sei mesi.»
Sorseggia la birra completamente a suo agio. «Nah, tu credi che si siano invertiti, ma non è così, vai tranquilla?» mi guarda con la coda dell'occhio, meglio beve un altro sorso di birra. La sensazione che stia tramando qualcosa si insidia come un tarlo nella mia mente.
«Molto bello che tu sia arrivata su wattpad così, una storia già pronta per essere pubblicata non è decisamente niente male! A proposito di arrivi, come è stato l'arrivo sulla attuale location? Troppo brusco?
Spero di non averti spaventata introducendo la radura con il fuoco, sai crea un ambiente rilassante...»
Oooh ma quindi è stata opera sua... «Naaaah, tranquillo, sempre meglio di una caduta brusca dal cielo verso la fredda terra...» Guarda che sei caduta dal cielo contro la terra... Giusta osservazione. «Quando vorrai leggere Sharatan lo capirai.»
«Meglio così, non mi piace traumatizzare la gente. Anche se ammetto che volevo prenderti in contropiede prima d esser rapito come Lys, o balestrato come Cris.» confessa con un sorriso tirato al ricordo del trattamento subito dagli amici.
Sorrido diabolica al ricordo. «Mon chere... Ti assicuro che a loro non è stato fatto nessun male! Poi... È colpa loro, se non facevano tante storie non avrei dovuto ricorrere a questi mezzi.» gli faccio notare con calma sorseggiando la birra.
«Per questo ho preferito evitare complicazioni, meglio venirti a cercare che farsi dare la caccia.» nuovamente mi guarda con quello sguardo subdolo e stranamente ho l'impressione che adesso sia lui a dar la caccia a me.
«Spiegami una cosa. Se sei venuto su wattpad per pubblicare le tue storie... - anche se non comprendo come hai potuto dimenticare l'account! -, ne avevi anche tu, delle storie pronte.»
«Sì, qualcosa avevo già, ma era poca roba erano per lo più raccontini e l'unico forse degno di nota era il "Sentiero del Male" che oltretutto va revisionato pesantemente. Per Sharatan» continua riferendosi al mio commento di prima. «devo passare prima o poi, ma ahimè sono inglobato da storie che arrivano da ogni parte quindi ci vorrà tempo prima di sbarcare su questa storia...» posa il boccale di birra sul barile, facendo schioccare nuovamente le dita ritrovandosi in mano un piatto di nachos con salsa messicana.
«Ti vanno un po' di nachos?» mi domanda allunagndomi il piattino, incominciando a sgranocchiare quel piatto che sicuramente sarà piccante.
«Se no serviti pure,» aggiunge vedendomi titubante. «tanto qui puoi fare qualunque cosa, basta pensarlo e puoi evocarlo, è il nostro foglio bianco dopotutto.»
Un mio sopracciglio scatto verso l'alto mentre un sorriso sghembo mi compare in viso. «Molto gentile allora credo che opterò...per un Gyros.» schiocco le dita e la prelibatezza greca mi compare in mano.
«Ottima scelta il Gyros, approvo su tutta la linea!»
Gli sorrido tenendo lontano da lui il mio Gyros. So benissimo di aver fatto un buona scelta, ho buon gusto! «Nel frattempo, parlami di questa storia che ancora non ho divorato.» e passo a divorare sul rotolo di pita con carne speziata.
«Il Sentiero del Male? Sicura? È vecchia vecchia, ma tanto vecchia...» cerca di convincermi a lasciar perdere e passar oltre.
«Pure io eppure c'è qualche pazzo che ogni tanto vuol conoscermi... Nah, non è vero, ma tu parla comunque.» nessuno vuole conoscermi nella vita reale. Faccio spalluce addentando un altro pezzo di Gyros.
«Eh eh, lasciali fare quei pazzi, basta che non siano davvero fuori di mina va sempre bene conoscere gente, non sai mai che non possa saltare fuori un' amicizia interessante.» mi fa notare facendomi l'occhiolino. Posando un attimo il piatto di nachos accanto a sé per riempirsi nuovamente il boccale. «Altro round di birretta?» mi domanda indicando il mio boccale vuoto.
Faccio una smorfia, storcendo il naso. «Sai che non reggo l'alcol!» gli passo subito il boccale. «Su parlami della tua prima storia.» lo esorto senza pietà.
«Mm, okay, dai senza esagerare allora! Che dire "Il Sentiero del Male"
è la storia di questo giovane cavaliere, Rance Gallard (nome scelto con il generatore casuale Jedi) che si risveglia in questa baia sperduta sotto la pioggia e viene incaricato da un vecchio di sconfiggere il "Male" insediato in una magione possa alla fine di questo Sentiero. Rance dovrà affrontare diverse sfide che lo metteranno a dura prova prima dello scontro finale. Insomma un racconto dark fantasy nella media, niente di troppo originale direi.» mi restituisce il boccale facendo scomparire i nachos e con un altro schiocco di dita compare un piatto di costine e me lo porge. «Costine?»
Lo squadro con sguardo guardingo, cercando di scoprire il suo piano. «Credo che tu mi voglia addolcire col cibo... Beh, ringrazia che sia tutto virtuale e quindi non ingrasso.» gli faccio notare con un sorriso, accettando delle costine e fregandomene del galateo.
«Addolcire o corrompere?» mi domanda con un sorriso sornione. «In ogni caso birra e costine non si possono rifiutare.»
«Perché mai dovresti corrompermi?» domando perplessa. «Hai qualcosa da nascondere?»
«Mm, ho qualcosa da nascondere? Nah...» risponde con una scrollata di spalle. «Il cibo è per distrarti...» rivela con espressione sorniona.
Fingo di annusare l'aria. «Sento puzza di trappola, ma per il momento farò finta di nulla.» voglio vedere cosa ha in mente.
«Trappola? Io? Ma ti pare...» non mi inganna con la sua finta aria da santarellino.
«Mmm... Sei fan di guerre stellari o una cosa simile.» borbotto ricordando le sue parole.
«Diciamo che conosco la saga e che da piccolo ero appassionato della prima e seconda trilogia... tu no?» mi domanda assottigliando gli occhi, assumendo un espressione minacciosa, facendo comparire un blaster e puntandomelo contro.
Incurante del pericolo, continuo la degustazione delle mie costine. «Sempre odiata quella Saga...» vedendo che continua a puntarmi l'arma contro alzo un sopracciglio. «Mettila giù prima di farti la bua.»
«Mm, posso accettare una risposta come questa solo perché la terza trilogia non mi sta dicendo molto...» mi concede con clemenza, trasformando con uno schiocco di dita il blaster in un ceppo di legno che aggiunge al fuoco.
«Bravo ragazzo.» lo lodo ammirando le scintille che si sono alzate dal fuoco come in protesta per quella intrusione. «Allor, ho avuto il piacere di conoscerti quando hai iniziato a leggere la mia storia e in seguito mi hai proposto Slurtzo.
Ecco, vorrei sapere com'è nata questa storia, che posso assicurare essere originale a differenza di alcuni che dovrebbero tacere e non far nemmeno i giudici di una gara tra lumache...» sotto irata al ricordo di un commento che hanno osato definire recensione!, dicendo che Slurtzo non è una storia originale... Io sinceramente mai ho letto una storia simile a questa!
«Slurtzo, il mio piccolo Berserker di quartiere... se non ti spiace vorrei evocarlo così sente anche lui come è nato...» mi rendo conto del senso delle sue parole solo quando schiocca le dita e compare seduto sul tronco al mio fianco, un Orco che rispetto a me è un gigante. Mi lancio alla svelta le costine rimaste alle spalle, non voglio attirare le ire del Orco crudista.
Ricordando che basta un nulla per ricevere uno schiaffo che equivale a un treno in corsa, cerco di essere sorridente e gentile.«Eillà ammasso di muscoli!» lo saluto e vedo i suoi occhi posarsi su di me indagatori, magari si starà chiedendo chi è questo scarafaggio. «Come va? Piacere Letizia.» porgo la mano che Slurtzo afferra con titubanza e quasi me la stritola, ma nessun lamento lascia la mia bocca.
«Ciao Slurtzo, saluta Lety, ma poi zitto e lavora a maglia che non devi disturbare la chiacchierata.» lo mette subito in riga il suo creatore.
«Ciao Lety, ti va un po' di tisana?» mi domanda liberando finalmente la mia mano e offrendomi una tazza dal contenuto maleodorante e vivo...
Memore di quanto sia un poco permaloso, non sono certa che declinare l'offerta sia una buona idea. «Emh... Eh.. Certo, come potrei rifiutare?» e guardo Matteo con negli occhi proprio quella domanda! Come posso rifiutare!!!???
«Io la rifiuterei.» Matteo alza le mani tirandosi indietro.
Strabuzzo gli occhi, mentre mi ritrovo quella tisana ai vermi tra le mani con un Orco al fianco che mi osserva in attesa che beva. Mi sbilancio verso Matteo e lui mi imita sbilanciandosi verso di me. «Ma l'hai visto!? É capace di farmela ingoiare a forza!» gli sibilo, sorridendo in direzione di Slurtzo.
«No no, è un gentilorco, ricorda poi che siamo noi qui a gestire la situazione.» mi ricorda un po' impacciato vedendo che ora mi ritrovo costretta a bere quella cosa.
Scema io.... «Ah... Beh ormai ho accettato, sarebbe scortese rifiutare adesso.» gli faccio notare sempre sorridendo quasi alla Joker verso Slurtzo che annuisce compiaciuto.
«Grazie Lety, tu sì che sai apprezzarmi.» mi ringrazia con una pacca sulla spalla che poco ci mancava mi volasse via la scapola. Si gira poi con aria minacciosa verso il suo creatore, lo sguardo torvo. «Papà con te facciamo i conti dopo...»
Prevedendo una Tartare di Matteo vado in suo soccorso. «Ecco... Ma Nooo lascialo stare poverino.. É che sa... Sai... Ho qualche intolleranza alle tisane e non vorrebbe che stessi male sai... Comunque... Bello che lavori a maglia! Io mi limito al ricamo.» parlo a vanvera posando la tisana accanto a me, mentre qualche verme ne approfitta per darsi alla fuga. Per poi voltarmi mezza impanicata verso Matte, cercando aiuto. «Mi stavi dicendo com'è nato Slurtzo... No?»
«Ehm sì, volevi sapere di Slurtzo? È una storia nata a caso, da un consiglio di Daniele, il nostro signor Tyler, che mi aveva proposto di dedicarmi a storie più complesse dei semplici racconti. Così dato che volevo divertirmi ho creato un personaggio che mi divertisse e l'ho lanciato in un mondo in guerra in cui vampiri e licantropi si stanno divorando il mondo popolato da Orchi, Nani, Elfi, Umani, Centauri e Gnomi...» si batte una mano sulla fronte come se si fosse ricordato una cosa all'ultimo. «A proposito...» schiocca le dita facendo comparire uno gnomo mannaro che lancia al suo "figlioletto". Slurtzo lo prende al volo. «In tutto questo Slurtzo sarà chiamato a combattere per porre fine alla guerra e salvare i viventi dalla minaccia delle creature della notte. Ma per te questa è storia nota, dopotutto hai già letto tutta la prima parte.»
Storgo il naso quando vedo Slurtzo staccare a morsi la testa dello gnomo ancora vivo, che pur mancando la testa, continua a scalciare.
«Per me sì, ma come sai questa intervista sarà letta da chi non la conosce. Perché non mi parli dei suoi compagni di avventure?» gli suggerisco notando che non è molto ciarliero quando deve parlare di sé.
«Tutti i compagni di avventure? Mm, a parte il Goblin che più dice cose sagge, più botte prende, non parlerei del resto della Compagnia del Berserker per non togliere la sorpresa... alcune personaggi sono un po' tutti da scoprire.» mi risponde restando vago.
«Tipo Ael, lei ti fa morire dal ridere...» interviene Slurtzo, desideroso di partecipare alla conversazione.
«Torna a mangiare tu...» lo riprende Matteo.
«Ahaha sì lo so!» lo consolo posandogli una mano sul braccio, visto che la spalla sta troppo in alto per me. «Rispetto la tua decisione, ma dimmi, qual è il punto di forza di questa storia, cosa curi di più?»
«Mm, punti di forza? Tutti dicono che i personaggi sono ben curati, oltre quello penso l'ironia con la quale vengono presentate le vicende.»
«Non è cosa da poco, bisogna saperla padroneggiare l'ironia!» tipo io non lo so fare. «Però, hai altre storie, oltre al nostro amicone qua. Parlami anche di quelle.» lo esorto mettendomi in ascolto.
«Vero, ma non è tutta farina del mio sacco... magari, fosse così. Per quella mi rifaccio ad alcuni dei miei autori di fumetti preferiti: in primis Leo Ortolani, vengono poi Zerocacalcare e Sio.» ribatte sul mio commento riguardo all'ironia.
«Però l'hai saputa acquisire, e non è poco!»
«Per le altre storie non saprei, quale preferiresti? Alla fine, le principali sono raccontini più o meno lunghi... c'è qualcosa che ti incuriosisce?» mi chiede in difficoltà.
«Tesoro io voglio sapere tutto!» TUTTO!
Impacciato vede il mio boccale vuoto. «Altra birretta?»
«Solo dopo che mi hai raccontato delle altre storie. Hai il brutto vizio di sviare le mie domande e in più so come diventi dopo aver abusato di quel liquido fermentato.» borbotto ricordando una determinata occasione dove ci sono farfugliamenti.
«Allegro e gioviale?» domanda sapendo di aver alzato un po' il gomito quella sera. «Suvvia sono adorabile, non mi hai mai visto dal vivo...» cerca di convincermi.
«Se hai mandato una foto dove sei mezzo nudo per provare che sei un ragazzo!?» gli ricordo alzando gli occhi al cielo. «È rispondimi!» lo esorto, notando che sta ancora svicolando la mia domanda.
Slurtzo! Vuoi dirgli che deve rispondere alle mie domande, non è carino ignorare le richieste di una fanciulla!
«Non è vero dai, altrimenti la gente pensa che sia un maniaco, si vedevano solo le spalle e poi era per smentire le affermazioni fatte sul gruppo ...» si giustifica passandosi una mano tra i capelli con un gesto nervoso.
«Slurtzo!» lo chiamo fulminando con lo sguardo Matte visto che non si decide a rispondere. «Vuoi dirgli che deve rispondere alle mie domande, non è carino ignorare le richieste di una fanciulla!»
Slurtzo sentendo la mia richiesta si mette a lanciare le ossa appena ripulite e ancora calde dello gnomo mannaro contro Matteo. «Sveglia papà... rispondi alle domande...»
Cerca di schivarle, ma alcune lo raggiungono comunque alla testa. «Bravo Slurtzo!»
«Comunque di che storia volevi ti parlassi?» mi domanda Matteo scrollandosi dai capelli qualche ossicino.
Non mi pareva di aver chiesto qualcosa di così complesso... «Tutte! uffy... Inizia da una e finisci da un'altra.»
«Ok oki, partiamo da quella che mi ha fatto tornare su Wattpad: S.A.S. Squadra anti stregoni,
è una fan fiction ambientata nel quinto libro di Harry Potter e riguarda il coinvolgimento di una squadra dei servizi segreti inglesi, da parte di Silente, contro i Mangiamorte che si sono rifatti vivi dopo il ritorno di Voldemort... nella storia si vede il confronto diretto tra mondo magico e mondo babbano...»
Quasi mi metto a piangere udendo quelle parole. «Nooo anche tu sei caduto in questa spirale di Potter.»
Annuisce passandomi il boccale di birra riempito. «Yep, ma la mia storia è un pizzico diversa dalle altre fan fiction a tema Harry Potter... c'è sangue, violenza e molto poco amore...» cerca di confortarmi e ci riesce.
«Ah sì?» chiedo conferma non del tutto convinta, e ottenuto un cenno di conferma ci faccio su un pensierino. «Beh allora passerò a leggere anche quella.»
«Oh oh, sono proprio curioso di sapere come ti sembra, sappi che non è conclusa però...» mi avvisa improvvisamente impacciato e un poco terrorizzato all'idea del mio passaggio sulla sua storia. «Le altre storie invece sono "racconti intorno al fuoco"
e "racconti brevissimi".
I Primi sono racconti che sono collegati tra loro da un particolare: la morte e la rinascita del protagonista, di volta in volta, perché intorno al fuoco? Beh lo vedrete solo leggendo...» termina la spiegazione con fare misterioso.
«I brevissimi invece sono brevi storielle usate come palestra per padroneggiare dialoghi, descrizioni, ironia, azione o altro... insomma allenamento.» aggiunge in fine stringendosi nelle spalle.
«Mmm, interessante, passerò a dare un'occhiata. Dimmi come hai iniziato a scrivere?»
«Eh, eh, a caso... ho sempre letto fin da piccolo, libri, fumetti, di tutto insomma... la mente vagava e macinava storie su storie inventando sempre qualcosa, così come molti altri ho deciso di mettere nero su bianco queste storielle penso sia molto comune, tu come hai fatto?» mi rigira la domanda alla svelta. «Sai anche Slurtzo scrive, vero campione?»
Mi volto verso l'orco scioccata e ammirata. «Davvero Slurtzo!?»
«Sì, sì, vorrei tanto iniziare un ricettario di cucina crudista che per ora è inciso a maglia con tendini di centauro.» mi spiega il suo lavoro con tono pieno di orgoglio.
«Wow... Sarei curiosa di vederlo.» e sono sincera, un libro fatto a maglia con tendini di centauro... Deve essere un capolavoro!
«Vai a prenderlo figliolo.» gli ordina Matteo schioccando le dita mentre beve un altro sorso di birra.
«Volo papà, ciao Lety, a dopo!» mi saluto un attimo prima di svanire.
«Sappi che non tornerà, era troppo macabra come cosa, credimi.» mi assicura rabbrividendo al sol pensiero.
«Oh, peccato.» borbotto delusa.
«Nah, credimi dopo gli spiedini di gnomo crudo in cui si spiega come rimuovere l'intestino per farci un fiocchetto e rendere presentabile lo gnomo avresti vomitato offendendolo... ci sarebbe rimasto male...» mi fa notare con aria di sufficenza.
«Sia dia il caso che io macello in casa ancora... non sottovalutare il mio stomaco.» macellazione tutta in regola sia chiaro, anzi, faccio da assistente, il lavoro grosso lo fa mio padre, io gli spolpo le ossa così a meno ciccia nella coppa di testa ahahaha.
«Sicuramente reggi meglio del mio allora.» si arrende sconfitto. «Ma dimmi di come hai iniziato a scrivere.» mi ricorda la domanda che mi ha rivolto in precedenza, prima di parlare del libro di cucina.
«Ahahaha da un sogno macabro.» rispondo sbrigativa archiviando la cosa con un gesto pigro della mano.
«Oh oh, ti va di raccontare?» mi domanda incuriosito.
Mi stringo nelle spalle. «Se ti va di ascoltare.»
Stende le gambe verso il fuoco, mettendosi più comodo. «Certo, narraci, o Lety...»
«Allora, sia dia il caso che non sono normale anche se ormai lo avete capito.
Io quando mi ritrovo a star con le mani in mano, inizio a fantasticare su altri mondi, avventure e cose così.
C'è stata una mattina che mi son svegliata ricordando un sogno. Ero davanti a una foresta e mi avvicinavo a una specie di vasca di sassi rialzata e sul fondo immerso nell'acqua vidi delle ossa.
Incuriosita da quel strano sogno, ho deciso di ricamarci una storia ma invece di limitarmi a fantasticare come sempre, mi sono messa a scrivere. Ovviamente quella storia è abbandonata, è inguardabile.» rabbrividisco al ricordo dell'orride stile da me usato, ma dopotutto non avevo mai scritto e lo facevo per lo più per me stessa.
«Oh no, un vero, peccato, potresti sempre riprenderla in mano e giocarci un po' per vedere come riesci a migliorarla e non dirmi di no, perché tu stessa hai consigliato ad altri di fare lo stesso.» mi fa notare vittorioso di avermi messa all'angolo.
«Lo so e ci ho pensato, ho una vaga idea di come migliorarla ma mi addentrerei su un campo a me sconosciuto, l'urban fantasy, ci sono regole diverse da quello che definisco Fantasy puro.» nel mondo reale bisogna attenersi a diverse regole, non puoi inventare con libertà come in un mondo inventato.
«Ma dimmi, altre tue storie di cui raccontarci?» mi indica il barile di birra, chiedendomi in silenzio se ne voglio dell'altra.
Annuisco. «Falla doppia. In teoria questa sarebbe la tua di intervista, dimmi tu. Mi sembra di rubarti la scena.» e questo significa sensi di colpa e io odio i sensi di colpa!»
«Scena, quale scena?» mi domanda con aria da finto tonto.« Questa è una chiacchierata tra amici, davanti a un fuoco, senza palchi o microfoni.» mi fa notare con calma, riempiendo il boccale fino all'orlo e restituendomelo.
«Propongo un brindisi alle nostre storie e ai vari wattbadders che hai intervistato e che intervisterai.» alza il boccale, imitato da una me un po' titubante.
«Non so il perché ma ho la sensazione che mi nascondi qualcosa.» borbotto squadrandolo ad occhi socchiusi. «Dimmi tu , quale storia vuoi che racconti.»
Matteo distoglie lo sguardo scolandosi il boccale di birra. «Non capisco perché pensi che io stia nascondendo qualcosa... fai pure le domande che desideri, ma prima, se ti va, raccontami di come ti è venuta in mente "Tutto per Vendetta": sai avendola letta sono curioso.» propone in fretta prima che avanzi qualche altra domanda od esiga spiegazioni per il suo strano comportamento.
«Allora, ad essere sincera non ricordo il "come" è esattamente nata, ricordo il quando. Stavo ancora scrivendo Sharatan -Codice d'Onore- , ero verso la fine, solo che avevo creato una trama così intricata che mi sono ritrovava in difficoltà a riunire il tutto senza far disatri. E in quel periodo mi è venuto in mente il prologo, non tutta la storia, il prologo di Tutto per Vendetta e più provavo a concentrarmi su Shascy e più il prologo prendeva forma, finché alla fine non l'ho buttato giù insieme a qualche capitolo, alla fine non avevo un'idea esatta di come continuarlo così mi sono fermata per terminare l'altra storia e poi mi sono fatta guidare dai personaggi.» rispondo stringendomi nelle spalle.
«Uhm, bella come idea, crea i personaggi e lascia che siano loro a muovere la storia, condivido totalmente questa visione, che nel tuo caso si è dimostrata azzeccata!» approva con ampi cenni del capo. «Ancora, i miei complimenti a proposito.» appoggia un attimo il boccale per dedicarmi un breve applauso.
«In realtà non è stata proprio una scelta, io parto con un'idea e poi loro fanno come gli pare!» preciso alzando gli occhi al cielo.
«Maledettissimi personaggi che fanno come gli pare... tu gli dici di fare qualcosa e poi boh, fanno altro di totalmente imprevedibile...»
«Esattamente, e dopo vado in panne.» e mi ritrovo a passare dei periodi senza scrivere perché non so più da che parte andare.
«Quindi, tu che temi che io nasconda qualcosa, chiedi pure e ti sarà rivelato...» mi concede con aria da superiore, confermando i miei sospetti.
«Eh...cosa nascondi!?» sbotto mettendomi le mani chiuse a pugni sui fianchi, mentre Matteo distoglie lo sguardo grattandosi la testa con una mano e bevendo un altro goccio di birra.
«È una domanda così vaga che non so cosa rispondere, può essere tutto o niente... riguardo a cosa dovrei nascondere qualcosa?» continua nella sua scenetta da finto tonto, con il risultato di fare irritare sempre più.
«Non saprei, o qualcosa che riguarda te o qualcosa che riguarda me. Su sputa il rospo che non sono nemmeno a metà delle mie domande ! Uff... Stai cercando di evitare domande personali?» gli domando alla fine pur sapendo che non è quello il problema.
«Nah, non ho nulla da nascondere, la mia vita è molto comune dopotutto... quindi mi diverte che tu pensi ci sia qualcosa da nascondere. Anzi, giuro che non sto cercando di farti credere il contrario solo perché mi diverte...»
«Magari mi dici così proprio perché hai qualcosa da nascondere!» ribatto arrovellandomi il cervello per capire cosa possa nascondere.
«Domande personali?» borbotta pensieroso. «Ah... pensi io tema domande personali.» e ritorna a guardami con quella faccina saccente! «Sì in realtà sì, anche perché sono un libro aperto e mi si legge tutto in faccia.»
Un passo avanti lo abbiamo fatto. «Ok, questo è quello che temi, ma cosa nascondi ?»
«Mm, la domanda vera mi sa che è: tu vuoi che io nasconda qualcosa?» mi rigira la domanda con fare misterioso mentre schiocca le dita e il suo sguardo vaga verso un punto alle mie spalle.
«Dipende da cosa si tratta.» rispondo incerta e improvvisamente non son più sicura di voler svelare questo mistero.
Matteo si sporge a guardare oltre alla mia spalla, dove avverto un insieme di rumori che prima non c'erano.
«Slurtzini secondo voi nascondo qualcosa?» domanda Matteo continuando a guardare oltre la mia figura.
Mi volto con fare incerto, mentre un sospetto si fa strada nella mia mente, ma mai avrei immaginato di ritrovarmi con tanti piccoli Slurtzini che escono dalle ombre della foresta, sono uno per ogni lettore che ha terminato Slurtzo, riconoscendo in loro alcune caratteristiche della combriccola di Telegram.
«Oh merda, scusa Lety,» con una cenno della mano mi chiede un attimo di pazienza mentre prende a impartire ordini e avvertimenti ai Slurtzini. «Ale, smettila di fare i dispetti a Laura, Lys, Dark non tirate le asce a Soundless, Cami e Morghy ci vuole più legna per bruciare quello gnomo,» si volta verso di me con un sorriso tutto fuorché rassicurante. «Lety vieni a salutare te stessa... oh merda, Twin e Harlock devono essere ancora a giocare a briscola di nascosto...»
Nella mischia noto una piccola orchetta armata di ascia che un pochetto mi assomiglia, strabuzzo gli occhi comprendendo che Matteo ha creato una mia versione orchesca.
«Dicevi?» riporta l'attenzione su di me completamente tranquillo, incurante che gli orchetti si stanno inseguendo a vicenda impugnando delle asce, con l'intento di farsi a pezzi tra loro.
«Due Letizia!? Ti rendi conto che hai appena creato l'incubo di mio fratello e il mio sogno per commettere qualche piccola ma gustosa Vendetta!?» varie idee mi ronzolo per la mente, una me Orchetta assetata di sangue è proprio quello che mi serve!
«Dipende se ti interessa aizzare una piccola te stessa in versione Orchetta.» mi fa notare improvvisamente preoccupato per la luce sanguigna che nota nel mio sguardo.
«Oh sì, c'è una certa macchina di un certo essere da distruggere.» dico più a me stessa come riflessione.
«Caro matte, fatti un po' di pubblicità, dicci perché la gente deve passare sul tuo profilo e leggere le tue storie!» meglio tornare all'intervista o davvero qui ci scappa un morto.
«Farmi un po' di pubblicità? Verrà una merda, ma ok...» si arrende non vedendo altro modo per sottrarsi alle mie domande.
Si schiarisce la voce e incomincia a promuovere le sue storie meglio di un venditore di auto usate.
«Oh yeah! Orsù gente, dicono che sia particolarmente divertente passare a leggere le mie storie, non so quanto vero sia, ma nel dubbio perché non venite a verificare? Mal che vada potrebbe finire che vi divertirete comunque con il lancio di pomodori, asce, gnomi e quant'altro... Eh? Che aspettate?
In omaggio avrete anche ottime bevande energetiche provenienti dai fiumi più freschi e dissetanti delle vostre regioni preferite!» termina facendo un occhiolino.
Dopo un attimo di silenzio dove cerco di comprendere a pieno il senso delle sue parole, inizio a ridacchiare. «Più che pubblicità sembri un venditore di chi sa quale acqua... Ma la accettiamo perché adesso passiamo a domande più personali.» gli concedo pietà anche perché temo che a questo passo non finiremo mai l'intervista!
«Matteo caro, che ne dici di parlarci di te?»
«È pura acqua di fonte.» ci tiene a precisare quale sarà l'omaggio. «Eh eh, allora partiamo da una domanda per rispondere a questa domanda, tu cosa sai di me?» mi rigira nuovamente la frittata, credo che sia una strategia per prendere tempo.
Concediamogli questo tempo. «Che ti chiami Matteo, ti piace la birra, ti piace leggere e scrivere, se non erro pratichi dello sport. Lavori tra Parma e Milano... ma qui posso sbagliare.» non sono sicura sia Parma, no, Parma era qualcun'altra. «Se non vado errato sei anche fidanzato.» su questo sono abbastanza sicura.
«Oh oh, azzeccato!» esclama piacevolmente sorpreso. «Mi chiamo Matteo, amo la birra, non è semplice piacere, mi piace leggere e scrivere (grazie ar puzzle direte voi), sono originario di Bergamo, ma per studio mi sono trasferito a Pavia dove mi sono laureato e da dove ho iniziato a lavorare, come dice Lety sono fidanzato e per specificare sono etero che qui su wattpad a quanto pare son tutti dubbiosi.» aggiunge un poco in imbarazzo. «Ah giusto pratico arti marziali che sono costante fonte di ispirazione per le bbbotte su slurtzo, 3 b perché una sono quelle che prendo, una sono quelle che do e la terza sono quelle che prendo in più.»
«Ahaha sai di questi tempi è meglio precisare.» visto che adesso essere donna o uomo non sono più una garanzia...
«Non sia mai che ti mandano foto di salami vari...»
«Oh cielo...» rabbrividisco a tale ipotesi. «Chiama Slurtzo in tal caso.»
«Che da Sangue sulle Asce si passa a Salame sulle Asce.» mi fa notare per poi sbarrare gli occhi come se un'idea gli abbai appena folgorato la mente. «A proposito di salame...» schiocca le dita facendo comparire un salame di Varzi. « salame di Varzi di va?» mi domanda e senza attendere risposta con un altro schiocco fa comparire un' ascia.
Davvero, fortuna che è tutto virtuale! «Sì, volentieri grazie. La tua fidanzata cosa ne pensa della tua passione per la scrittura?»
«Vorrebbe iniziare a scrivere anche lei.» mi risponde senza troppo entusiasmo. «Anche se ha letto solo alcuni miei racconti...» gridolini di battaglia ci giungono alle spalle e voltandoci di scatto vediamo gli Slurtizini correrci incontro con le asce ben alzate, e i loro occhi puntati sul salame.
«Ehm, Lety scappa, gli Slurtzini hanno avvistato il salame e ne vogliono un po'...» mi consiglia Matteo scattando in piedi. «Se vuoi prova a farli scomparire tu, per me è un colpo al cuore doverlo fare...» mi spiega con una smorfia di mortificazione e portandosi una mano al cuore con fare teatrale.
Alzo gli occhi al cielo alzandomi in piedi. «Ma si fa con le buone!» gli spiego per poi voltarmi verso i piccoli e con tutto il fiato che ho in corpo...: «FILARE SUBITO A LETTO O COL CAVOLO CHE DOMANI METTETE QUALCOSA SOTTO I DENTI!» segue un attimo dove i piccoli si bloccano, guardando prima me con fare spaesato e poi si scambiano qualche sguardo, riprendendo l'avanzata con ancor più rabbia.
«Non credo l' abbiano presa bene, come sei messa a combattere contro delle asce?» mi domanda affiancandosi a me retrocedendo insieme, fermandoci a due passi dalle fiamme, giusto da assicurarci una bella tintarella alle chiappe.
Ci vorrebbe una ninna nanna... Giusto! «Tesoro posso presentarti Elektra?»
Matteo mi guarda spaesato non conoscendo questa ragazza. «Certo, ma attenta a non ucciderli...» mi avvisa non sapendo cosa aspettarsi. «A meno che» lancia il salame verso agli orchetti dando inizio a rissa senza esclusione di colpi. Volano calci, pugni e sberloni. Gridi di dolore seguiti da gridi di vittoria che si trasformando in rabbiosi non appena il bottino viene sottratto. «Dicevi di Elektra?»
«Chi è Elektra?» domando ovviamente in forma retorica schioccando le dita.
Tra noi due compare una ragazza snella, dai capelli corvini con una ciocca rossa scarlatta, il fisico atletico coperto da un paio di pantaloni che le fasciano le gambe come una seconda pelle, il busto nascosto da una camicetta candida come la neve con sopra un corsetto nero con ricami rossi.
I suoi occhi castano dorati, osservando la raduna in cui è comparsa e riconoscendo me un poco si rilassa.
«Che sono quelli?» mi domanda incuriosita dagli orchetti che ancora si litigano il salame.
«Orchetti incazzati neri.» rispondo sbrigativa.
« E lui?» mi domanda indicando con il pollice Matteo che si trova al suo fianco. Nel frattempo, vedendo che l'attenzione di alcuni orchetti si è spostata su di noi, volge lo sguardo verso Matteo scrutandolo dalla testa ai piedi valutando se è un amico o nemico, stende un braccio verso i piccoli e da essa scaturisce una scarica di fulmini azzurrini che circondano i piccoli, fino a rinchiuderli in una gabbia di fulmini.
«Lui è Matteo.»
«Ehm, Eillà, io amico... che dici birretta?» offre titubante sentendosi osservato come i vetrini che scruta al microscopio al lavoro.
Elektra lo ignora facendo due passi avanti e comprendendo le sue attenzioni mi fiondo su Matteo per tappargli le orecchie mentre con la sua voce di sirena inizia ad intonare una ninna nanna. Lentamente uno ad uno, gli orchetti crollano a terra, finendo nel mondo dei sogni.
«Fatto, devo per caso ucciderli? Sono carini in fondo... In fondo.» inclina il capo osservandoli.
«Se ti chiedi perché ti ho tappato le orecchie... Beh, quando canta Elly ha una voce da sirena. Ninna nanna dormi, ma può cantare altro e farai esattamente quello che vuole lei.» gli spiego dopo averlo lasciato libero.
«Grazie per avermi salvato da lei...» mi ringrazia incerto, non conoscendo a pieno a quale pericolo è scampato. «E non aver fatto male a loro.» aggiunge rivolto ad Elektra.
«Preferisco la Lukva ma va bene.» acconsente all'offerta posta prima da Matteo. «Oooh allora li devo svegliare?» sta per tornare dai piccoli, ma Matteo la ferma prima che la rissa possa riprendere.
«No no, lasciali dormire... se lo svegli poi si buongiornano e insultano qualcuno a random... ma meglio evitare.»
«Che carini, tanti me al mattino.» ridacchia Elektra andando a curiosare i visi dei piccoli orchetti che sembrano angioletti.
Matteo mi si avvicina incuriosito dallo strano nome pronunciato da Elektra. «La che? Lety puoi evocare quella roba?» mi chiede in un sussurro.
Benché distante Elektra lo sente. «Non c'è bisogno Lety, lascia, sai che ne porto sempre un po' con me.» ritornando verso di noi estrae una bottiglia dalla bisaccia in miniatura appesa al cinturone.
«Qualcuno qui ha problemi con l'alcol o sbaglio?» domanda un poco impacciato Matteo, sorpreso di vederla girare con del liquore.
«Ahaha no, semplicemente non sono mai a casa.» risponde con una risata divertita, andando ad accomodarsi su uno dei tronchi posti davanti al fuoco.
«Scommetto che ti chiedi cos'è quella bisaccia.» scommessa persa a giudicare dallo sguardo confuso di Matteo.
«A dire il vero non ci avevo fatto caso, ma dimmi sono curioso...» mi esorta a spiegare mentre si siede poco distante da Elektra.
«Non hai visto tirare fuori la bottiglia da una bisaccia grande come uno Smartphone?» gli domando incredula. Sedendomi al fianco sinistro di Elly.
«Troppo preoccupato per la sua ninna nanna.» si giustifica stringendosi nelle spalle. «Che dici di uno scambio un sorso di birra per quella cosa?»
«A tuo rischio e pericolo.» gli lancia la bottiglia con un sorriso sfrontato
«Matteo, vacci piano con quella roba.» cerco di avvisarlo, ma lui tranquillo se ne beve un generoso sorso. Storgo il naso, vedendolo farsi rosso in viso. «É un liquore potente, ti scende in gola come fuoco.»
Gli occhi di Matteo si fanno lucidi mentre cerca di reprimere dei colpi di tosse. «Che cos'è?» osserva quella bottiglia con il viso che prende sempre più colore. «Fuoco liquido?»
«Liquore ottenuto da noci rosse di mia produzione.» spiega orgogliosa Elektra assaggiando la birra.
«E io che le ho dato una bella bock...» borbotta tra un colpo di tosse e l'altro. «Ah, non male...» restituisce la bottiglia cercando di riprendere fiato. «Un po' troppo forte per me...»
«Che vorresti dire?» Scatta Elektra sentendo in quel borbottio soffocato una critica negativa.
«ELLY METTI VIA QUELLE SCARICHE ELETTRICHE!» le grido vedendo il fulmine scorrerle sotto pelle e diramarsi all'esterno.
«Che voleva dire?» ripete rivolta verso di me riponendo al sicuro la bottiglia nella bisaccia, con gli occhi mutati dal castano dorato al rosso sangue.
«Elly...» la richiamo con una nota di minaccia nella voce.
Con una smorfia di rassegnazione sbotta: «Sii, non lo uccido tranquilla.»
«Ehm sigh, ops, è solo il tipo di birra che ti ho passato...» cerca di spiegare Matteo vedendo che il pericolo "cavo elettrico scoperto" è passato. «Comunque.» viene interrotto da un singhiozzo. « quella roba è forte?»
«È come l'hai detto che non mi è piaciuto... Sembrava ci fosse un sotto inteso, come se il mio Lukva non fosse all'altezza.» gli fa notare piccata.
«Non mi sento, mooolto bene...» sussurra Matteo ondeggiando da seduto.
«Te l'avevo detto di andarci piano.» gli faccio notare alzando gli occhi al cielo.
«Ehm, no è solo più leggera la bock.» si difende Matteo che a stento fatica a tenere gli occhi aperti. «Gira la testa... magari è l'alcol.» e non fa in tempo a finire la frase che crolla a terra come un sacco di patate.
«Oh cavolo, Elly!» urlo correndo a vedere se ancora respira.
«Non è colpa mia se non sa reggere l'alcol.» mi fa notare con una scrollata di spalle senza degnarsi di alzarsi per aiutarmi.
«Nemmeno io lo reggo, ora alza il culo e aiutami a svegliarlo! Ho un'intervista da finire!» ruggisco cercando di mettere seduto Matteo, facendogli posare la testa contro il tronco.
«Eh va bene, datti una calmata donna!» alzando gli occhi al cielo, si degna finalmente di alzare il sedere per poi inginocchiarsi accanto al corpo svenuto di Matteo, trafficando dentro alla bisaccia.
«Non hai dei sali?» gli domando spazientita.
Mi osserva inarcando un sopracciglio. «Non è svenuto per un malore, ma per l'alcol, taci e fammi fare il mio lavoro.»
Alzando le mani in segno di resa mi siedo sui talloni, osservandola ravanare della bisaccia senza sosta, finché finalmente non trova quel che stava cercando, una piccola boccetta color rubino.
«Tappagli il naso.» mi ordina e obbedisco all'istante. Elektra gli apre la bocca e gli lascia scivolare qualche goccia di quel strano intruglio dall'odore fruttato.
«Adesso?» domando liberandogli il naso.
Si stringe nelle spalle. «Aspettiamo.» e aspettiamo... Dopo circa venti minuti Elektra da un'occhiata furtiva alla boccetta.
«Che c'è?» domando subito riconoscendo quell'occhiata.
«Niente, un piccolo dubbio.» minimizza con un cenno di diniego della testa.
«Che dubbio!?» insisto vedendo che Matteo non dà segni di ripresa.
«Beh.» sospira. «Mi sono ricordata che ho un'altra boccetta simile a questa...eh... Contiene veleno.» risponde con una scrollata di spalle, per niente preoccupata.
«ELEKTRA!»
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