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Dark_Flame_94

Credevate che fossi scomparsa per sempre eeeeeh... FREGATI!

Ritorno per farvi conoscere una ragazza straordinaria, conosciuta su questa piattaforma con il nick Dark_Flame_94, vincitrice nella sua categoria dei Wattys2019!

Questa è la storia vincitrice, ma non crediate che le altre presenti nel suo profilo siano di minor valore!

Ecco qua signori e signore, le opere di questa donzella... Autrice di Fantasy! Quindi ora sapete uno dei motivi perché l'adoro!!!

Buona lettura! A voi Dark_Flame_94!

🐾🐾🐾🐾🐾🐾

Novembre biricchino, uggioso e piovoso, con diluvi e disastri, eppure oggi mi concede un giorno di tregua. Il sole svetta alto nel cielo, facendo brillare la rugiada che ricopre ogni cosa come un velo si svaroscki.
Ispiro a pieni polmoni l'aria fresca che ancora sa di pioggia, ad essa si uscine il profumo del muschio e della terra bagnata. Il gorgoglio dell'acqua cattura la mia attenzione uditiva, come se in quel momento le macchine che sfrecciano sull'autostrada fossero magicamente scomparse.
Ogni tanto quel gogorglio esibizionista permette al canto di qualche uccellino, di graziare i miei timpani. Il sole si riflette vanitoso nell'acqua, facendola scintillare come una gemma grezza.

«Lety?»
Mi riscuoto dalla mia contemplazione girandomi verso la voce.
Una ragazza mi guarda titubante, in attesa di una conferma che sia colei che cerca.

Riscuotendomi con un profondo respiro, le rivolgo un caldo sorriso, ricambiato all'istante con un lieve sospiro di sollievo. «Dark! Hai scelto proprio un bel posticino!» mi complimento facendo vagare lo sguardo sugli alberi che ci circondano, specchiandosi anch'essi nel fiume, per poi raggiungere i monti a terminare quella cornice perfetta.

«Grazie! Ho immaginato che la Riserva naturale Sorgenti di Pescara, fosse un posto perfetto per l'intervista.»
«Hai pensato bene!» le confermo sistemando meglio lo zaino sulle spalle, contenente il necessario per il nostro pic nic. «Mi faccia strada!» la esorto facendomi indietro per cederle il passo e dopo aver recuperato anche il frigo da viaggio, la seguo per il sentiero che si inoltra nella boscaglia, costeggiando sempre il fiume.

Ed è il fiume ad aver il titolo di protagonista! Nelle sue acque possiamo ammirare esemplari di giunco fiorito, un'erba palustre perenne, dotata di rizoma, alta da 50 a 150 cm. La base della pianta è spesso sommersa, essendo in grado di radicare anche sott'acqua. Le foglie hanno forma diversa a seconda che siano sommerse o galleggianti (nastriformi) o fuori dell'acqua (a sezione triangolare). La sua bellezza principale sono i fiori, dotati di sei petali rosati raccolti in un'infiorescenza del tipo ombrella.


In alcuni punti del fiume notiamo vaste aree ricoperte da Agrostis gigantea.

Rendendo alcuni punti del fiume più simile a una palude e riparo per diverse specie animali.

Proseguendo nella nostra passeggiata raggiungiamo un punto isolato e tranquillo,

ritenendolo perfetto per il nostro pic nic, poso il frigo da viaggio e gentilmente Dark mi da una mano a stendere la coperta.
Con un cenno del capo le faccio poi segno di sedere e lasciare a me il compito di disporre le leccornie.

«Allora, sei pronta mia cara?» le domando sedendosi al suo fianco, avvicinandomi lo zaino per tirar fuori delle tazzine e il thermos con il thè.

Si sistema i capelli, anche se sono perfettamente in ordine, liscia i pantaloni, si schiarisce la voce, raddrizza le spalle e solo allora si volta verso di me con il più smagliante sorriso mai visto. «Eccomi! Pronta.» afferma con decisione accompagnando le parole con un cenno deciso del capo.

«Perfetto!» esclamo versandole una tazza. «Iniziamo con la mia secolare domanda, come hai scoperto Wattpad?» le domando passandole la tazzina con il thé ancora caldo.

Dark prende la tazza tra le mani con un sorriso di ringraziamento in volto. «Dunque...» inizia facendosi un attimo seria, cercando di ricordare. quando avevo sedici anni, all'incirca, approdai su un sito molto simile, chiamato Efp, sotto suggerimento di un'amica che amava scrivere. Qui ho conosciuto tante persone con la nostra stessa passione, e un ragazzo di cui seguivo assiduamente la storia mi disse di essersi trasferito su questo wattpad, che all'epoca non sapevo proprio cosa fosse.
Feci un bel giretto sul sito, ma lo trovai talmente confusionario che fuggii subito.» mi confessa a occhi spalancati con aria sconvolta. «Ci tornai un po' di tempo dopo - una cosa come un annetto dopo - e decisi di buttarmi in quest'avventura con l'unica storia che avessi completa in quel momento.»

Cerco di essere seria, ma non riesco e così mi sfugge una risata all'idea che Wattpad l'abbia fatta fuggire. «Cosa ti ha spinta a tornare sui tuoi passi e far parte di questo caos?»

«Diciamo che era la mia voglia di ricevere più opinioni. Sull'altro sito ricevevo pochi commenti, e le storie dopo poco dalla loro fine finivano nel dimenticatoio. Anche perché quello era un sito principalmente per fanfiction, mentre io scrivo solo storie originali.
All'inizio è stato un trauma creare una copertina, ti dirò, è stata la cosa che più mi ha traumatizzata!» mi rivela ridendo a sua volta, lasciando me di sasso.

«Come? Come ha fatto a traumatizzarti la realizzazione della cover?» domando sconcertata, cercando di ricordare quando io, mi ritrovai a realizzare la mia prima cover, fu difficile, ma non traumatizzante. «Ovviamente non è facile crearne una, ma traumatizzante... ti ha azzannata a una mano?»

Dark sorseggia il the, osservando il velo dell'acqua increspato. «È stato traumatizzante perché avevo il terrore dei copyright. Avevo paura che mi avrebbero costretta a togliere la storia se avessi messo un'immagine che non avevo il diritto di mettere, e quindi cercavo nei siti royalty free con immagini gratis... dove trovavo obbrobri di ogni tipo.
Ci ho impiegato giorni a trovarne una sensata, solo per poi scoprire che tutti - tutti no, ma molti sì, compresa io adesso, lo ammetto - usano senza preoccuparsi le prime immagini che trovano su google.» mi rivela stringendosi nelle spalle.

«Ahaha sì confermo, faccio anche io così. Quindi, nostra autrice di storie originali, come hai iniziato a scrivere?Com'è nata questa passione?» domando mentre avvicino il frigo portatile per tirar fuori uno dei tanti dolcetti portati.

«Da mia sorella. Lei è più grande di me, e ricordo che quando ero piccola la guardavo sempre riempire quaderni su quaderni su quaderni, muovendo la penna a una velocità quasi incredibile.
Dico la verità, da piccola non capivo quale fosse il suo scopo. Mi diceva che scriveva storie, ma io odiavo la lettura e a scrivere ero una frana...
Finché un giorno non mi sono resa conto che avevo in mente tante storie diverse. Di solito erano avventure e personaggi che inventavo per gioco, e che poi impersonavo. Però un giorno mi sono detta che fosse peccato tenermi quelle avventure per me, e fu proprio mia sorella a consigliarmi di provare a scrivere.
E così ho iniziato e, nonostante gli alti e i bassi, non ho più smesso.» spiega con un sorriso e uno sguardo che trasmettono l'affetto che prova per la sorella. «Devo tantissimo a mia sorella, sì. Anche nella mia crescita, perché poi mi ha insegnato lei tante tecniche per migliorare e ancora oggi facciamo conversazioni sull'argomento che durano ore.»

«Che bello...» borbotto con occhi a cuore, quasi invidiandola. «Fortunata te! Ma anche lei è su wattpad?» chiedo per curiosità passandole una cocotte di Crèm Brulè.

«No no, mia sorella non sa nemmeno cosa sia wattpad.» risponde mentre il sorriso svanisce, e gli occhi luminosi si rannuvolano, per poi colpire a morte la crema con il cucchiaino cercando consolazione nel suo dolce "cuore".

«Bene... Ora so chi ringraziare! Che generi preferisci scrivere e quali leggere?»

«Dunque, il fantasy è sempre stato il mio amore, sia da scrivere che da leggere, però ho sempre quella vena horror che non ne vuole sapere di lasciarmi andare. Nella lettura sono molto più disponibile a spaziare nei generi, pur preferendo questi due, oltre alla fantascienza, ma mi capita di uscire spesso dalla mia comfort zone, se così si può chiamare. Però non chiedetemi mai di scrivere qualcosa di romantico o, peggio, di storico, perché non saprei manco da dove iniziare.» mi avvisa alzando la mano libera in segno di avvertimento.

«Brava ragazza, continua a scrivere fantasy.» la lodo accennando un breve applauso. «Con quelle storia hai iniziato la tua avventura?»

«Il fantasy è la mia vita, non smetterei mai.» afferma con occhi a cuore mentre ripulisce la cocotte. «La mia avventura in generale o qui su wattpad?» mi domanda restituendomi la cocotte perfettamente pulita.

Bella domanda. «Potresti parlarmi della primissima storia che hai scritto e la storia con cui sei approdata su wattpad.» le propongo versandole un'altra tazza di thè.

«Bene, allora ci sarà da ridere. La primissima storia della mia vita fu un horror con dei momenti fantasy che non aveva né capo né coda. Ispirata tantissimo ai videogiochi di Silent Hill, parlava di questa ragazza che rimaneva bloccata in una città isolata e inquietante, con tante brutte creature che si aggiravano. I suoi compagni di avventure erano un'altra ragazza tutta pepe, un ragazzo senza personalità - sono sempre stata una frana a creare personaggi maschili, anche se sto cercando di migliorare  - e un drago di nome Fred.» corruga la fronte con aria pensierosa. «Non ricordo molto altro, solo che durava un quadernino piccolo.» aggiunge ridacchiando.

«Sarei curiosa di leggerla.» borbotto prendendo dal frigo una torta Ferrero Rocher.

«Non sono sicura di avercela ancora purtroppo.» mi comunica con aria afflitta osservando con attenzione ogni mia mossa mentre procedo al taglio della torta. «Potrei aver perso il quaderno con un trasloco purtroppo. Peccato perché potrebbe essere un buon esempio su come non scrivere una storia.» ironizza ridacchiando prendendo il piattino con una fetta di torta.

«Nooooo! Dovevi difenderlo a costo della vita!» esclamo portandomi il dorso della mano destra al viso in una mossa di teatrale disperazione. Tranquilli, non farei mai carriera nel cinema.

«Avrei dovuto, vero. Ma preferii difendere altre storie, e quel quadernino piccolino è scivolato chissà dove.» borbotta sull'orlo della sdisperazione.

«Lutto nazionale per la perdita.» suggerisco portando una mano sul cuore e per un minuto stiamo in silenzio per poi scambiarci un'occhiata e ridere di noi stesse.

Dark si schiarisce la voce, facendo mente locale sulla seconda parte della domanda. «Qui su wattpad invece approdai con Metamorfosi, che conosci bene.» inizia con un sorriso sornione, iniziando l'assalto al dolce.

«Oh sì...» confermo con lo stesso sorriso. «Come ti è venuta in mente questa storia? Parlaci un po' di Metamorfosi.»

«Ah, Metamorfosi.

Se parlassi dell'idea di partenza, farei uno spoiler grosso come una casa.» mi avvisa iniziando a ridere. «Proverò a girarci intorno.» mi rassicura vedendomi già pronta a tapparle la bocca con un'altra fetta di dolce in caso spoiler. «Conoscevo una ragazza che cambiava spesso fidanzato, scegliendo sempre ragazzi molto simili a suo padre. Ora, questa cosa mi lasciava basita, pur sapendo la psicologia che la spingeva a fare queste scelte, e incominciai a pensare di inserire la questione per creare un personaggio di una certa complessità. Da sola però non reggeva certo per fare una trama, perciò mi misi a osservarmi in giro: le storie d'amore che avevo attorno erano talmente squallide e ossessionanti che mi mettevano la pelle d'oca. Da lì mi sono detta che avrei potuto benissimo utilizzare questo tema per un horror. Iniziai allora a pensare a una protagonista, mi serviva un personaggio davvero orribile, per far comprendere quanto si possa diventare pazzi per "amore", che io chiamerei più ossessione. Così è venuta fuori Jessica.» fa un attimo di pausa per prendere un sorso di Thé. «Da dove l'ho cacciata sinceramente non lo so neppure io. Non è che somigli a qualcuno che conosco, e sicuramente è diversissima da me, eppure ti dirò che a scrivere di lei è stato facile quanto complicato. Facile perché mi sembrava quasi di conoscerla. Complicato perché comunque far capire la sua psicologia, che pare soltanto semplice, è stato assurdo ahahah! Spero veramente di esserci riuscita, ma non lo so.» termina con un'alzata di spalle riconsegnandomi il piattino ormai vuoto.

«Interessante, tu che hai appena detto di non voler scrivere storie d'amore, in realtà lo hai fatto... Anche se in versione tutta spine, diciamo.» rifletto massaggiandomi il mento con fare pensieroso.

«Quello che dici è vero. In effetti, mi sono resa conto di avere una predilezione nel mostrare un amore molto spinoso, che però non considero vero amore, quanto ossessione, appunto. E volevo un po' denunciare questo modo di viverlo che, purtroppo, anche se meno esagerato, vedo spesso in giro. Quindi ho scritto una storia d'amore?» domanda in modo retorico, scioccandosi a quella idea. «Lo sai che non l'avevo mai vista sotto questo punto di vista però?» Ride vedendo la propria storia da un'altra prospettiva. «Per me era horror e basta.» aggiunge sempre ridacchiando.

«Amori malati in giro c'è ne sono parecchi...» troppi... Basta guardare un telegiornale per sentirne solo alcuni.
«Comunque sì, hai scritto una storia d'amore alla fine, anche se amore Horror.»

«Perfetto, allora ritiro quello che ho detto all'inizio, evidentemente ho un senso del romanticismo mooolto strano, ma ce l'ho.» ride ancora, incredula a quella scoperta.

«Non ho detto che era romantica, ma era comunque da considerarla nella cerchia storie d'amore, anche se non era il tema principale. Poi questa era la mia opinione, posso anche aver detto una cavolata.» il che è molto probabile.

«No no, ma in effetti hai ragione. Come sotto genere ci può stare, alla fine, anzi in un certo senso, forse non era il tema principale, ma di sicuro la forza motrice dell'intera storia. Perciò...» terina osservandomi, come in attesa che dicessi qualcosa.

«Perciò?» la incalzo non comprendendo cosa voglia da me.

«Perciò devo ammettere che hai ragione.» termina come se fosse scontato, ma non è scontato, visto che raramente ho ragione.

«Ah... Credevo volessi dire altro.» borbotto con la mia ennissa figura da tonta, ovviamente non poteva mancare. «Posso assicurare che verrà voglia di strozzarla a tuttiiiii quelli che leggeranno la storia.» aggiungo riferendomi a Jessica.

«Bene, quello era il mio scopo, farvela odiare.» mi rivela con gli occhi luminosi di orgoglio. «Ho notato che si sono incazzati un po' tutti a leggere dal suo punto di vista in effetti.» aggiunge con una risatina imbarazzata.

«E dovresti essere felice di questo! E preoccuparti invece se la difendono.» le faccio notare servendole un'altra fetta di dolce.

«Non penso esista qualcuno al mondo che voglia difenderla, dai... spero.» borbotta non più tanto sicura di quel che ha detto. «Oddio, ma mi credi che io però mi ci sono affezionata a quella gran bastarda?  Sono preoccupante.» aggiunge spalancando per un attimo gli occhi.

«Ci credo che sei affezionata, l'hai creata.» io sono affezionata a un mio personaggio soprannominato Torturatore...
«Ok continuiamo. Perché non mi parli della tua storia, che ha anche vinto i Wattys 2019?» le propongo sistemando meglio, dopotutto abbiamo messo solo una coperta non dei cuscini.

Gli occhi di Dark si illuminano alla mia domanda. «Il Segreto dei Vor,

la storia che ha seriamente rischiato di finire nel cestino delle bozze.» risponde con una risata. «Quando la iniziai a scrivere, circa un anno fa, ero gasatissima. Dopo le mie mille letture di manuali, oltre che di romanzi, avevo creato un'ambientazione curatissima - almeno per i miei standard - e, soprattutto, un sistema magico un po' più particolare del solito. Scrissi due capitoli e mi fermai. Bloccai tutto, pensando fosse una schifezza totale, per mesi, e durante quel periodo smisi del tutto di scrivere. Pensai diecimila storie diverse, senza mai iniziarne altre. Questa mi rimaneva in testa, volevo continuarla, ma non mi sentivo all'altezza. Finché un bel giorno ho voluto riprovare, non lo so con quale forza d'animo. L'ho terminata in circa tre mesi, e attualmente è alla sua prima stesura, attende solo di essere pubblicata - anche se, confesso, ho in mente un sequel. Ad ogni modo, è un fantasy che non posso definire assolutamente classico, per quanto comunque mantenga forse qualche cliché, ho cercato di fare qualcosa che fosse il più diverso possibile da quello che ci si immagina solitamente. Niente ambientazione medievale, per esempio, è un mondo talmente diverso che non si potrebbe proprio definire con una nostra epoca. Con questa storia, il mio obiettivo è proprio quello di trasportare in questo mondo e incuriosire abbastanza da portare il lettore a desiderare di saperne di più. Mai avrei pensato che avrebbe ricevuto un premio del genere, sinceramente.»

«E fortuna non l'hai lasciata nelle bozze. La tua reazione alla notizia della vittoria?» me la immagino mentre salta come un leprotto gridando festosa.

«Allora, da premettere che ero fuori ad allenarmi sotto al sole con un'amica e che non vedevo praticamente nulla al telefono perché avevo la luminosità bassissima. Aprii wattpad più per abitudine non che perché mi aspettassi qualche notifica interessante. Mi ritrovai questo messaggio privato che mi diceva che avevo vinto, e io lo lessi tutto senza capire, quasi in trance. Realizzai qualche istante dopo. E subito volevo comunicarlo a tutti, solo che scoprii che l'avevano già scoperto tutti i miei amici di wattpad - o quasi - tranne io. Per la contentezza non ho più ascoltato la mia amica, che intanto provava a parlarmi sulla via del ritorno. Poverina.»

Immaginando la scena non riesco ad evitare di ridere. «Lei non si è accorta che tu stavi esultando?

Dark Flame:
Sisi, infatti le ho spiegato il motivo. Non sapeva che fossi iscritta su wattpad, confesso che lo volevo far rimanere un segreto. Questo è il mio "mondo alternativo", diciamo, e considerato che ogni tanto scrivo rifacendomi a situazioni che vive chi mi sta attorno - vedi Metamorfosi, appunto - e qualcuno potrebbe prenderla male, preferisco che non sappiano. Però quella volta ho ceduto, troppa gioia.» confessa con una risatina, il viso luminoso al ricordo di quel giorno.

«Posso immaginare la gioia. Storie di un mondo immaginario.» Dark mi guarda un attimo spaesata e le faccio l'occhiolino. «Tante belle cosine.» aggiungo ricordando le storie che sono racchiuse in quella raccolta.

«Ah ah, la mia unica raccolta di racconti.» annuisce comprendendo a cosa faccia riferimento. «Sì, alla fine per ora ce ne sono soltanto tre, dato che seguono molto la mia ispirazione. Nacque per un contest, che poi venne cancellato dopo la prima traccia, di cui non sapremo mai il vincitore. Ho deciso di farla diventare una raccolta quando scrissi il secondo racconto, La guardiana delle nuvole, che fra i tre è il mio preferito. Il titolo della raccolta confesso di averlo scelto completamente a caso. In generale, tende a raccogliere i miei esperimenti fantasy di un solo capitolo, dove magari provo tecniche nuove. Come nel caso di "Chi sei tu?", che è stato il mio primo tentativo di scrittura in seconda persona, che tra l'altro devo dire la verità, mi ci trovo abbastanza a mio agio, anche se non me lo sarei mai aspettato.»

«Ahahaha, cosa si scopre uscendo dalla zona di comfort.»

«Già! È l'esatto motivo per cui esiste questa raccolta, alla fine.» rivela con una risata posando accanto a sé il piattino vuoto.

«Ma tu hai un'altra storia.» inizio osservandola con un sorriso biricchino. «Parlaci del Sacrificio.» la esorto mentre estraggo dal frigo un altro dolce. Una sbrisolona con cuore di cioccolata.

«Il Sacrificio

è il volume uno di una trilogia di cui, al momento, ho pronti solo i primi due volumi - il secondo è fresco fresco di stesura, però, è un'oscenità ancora, lo dovrò rivedere. Diciamo che, fra tutte, è la storia che più ho nel cuore, e non tanto perché le altre abbiano qualcosa in meno, anche perché credo che Il Sacrificio, di fatto, non sia affatto la migliore che abbia mai scritto. In ogni caso, la sua versione primitiva la scrissi a 13 anni circa, ed era una storia assurdamente incasinata e, be', immatura, come alla fine è anche giusto che sia. Per qualche motivo però i personaggi mi rimasero nel cuore e, più o meno sui 21 anni, decisi di scriverla da capo, cambiando praticamente tutta la trama e salvando giusto il salvabile. Si tratta di un fantasy medievale, in cui tuttavia il linguaggio e le tematiche trattate sono molto attuali - parlo di depressione, di difficoltà ad accettarsi o ad emanciparsi, di omosessualità e tante altre cose... Certo, dovendo riutilizzare una base inventata ai miei 13 anni, diciamo che mi è venuto fuori un mezzo minestrone di roba fantasy. So che è un casino, alle volte, e per quanto la corregga non mi convince mai, però è una parte di me. Parla molto di me, dei miei timori, dei miei problemi, del modo in cui sto imparando ad affrontare le mie paure... Le protagoniste sono cinque ragazze, e ognuna di loro ha una mia caratteristica specifica, su cui poi ho sviluppato dei caratteri diversi.»

«Wow...» borbotto senza parole. «Mi sa di una gran figata.» ma prima di poterla leggere ho altre mille storie da finire! Managgia avere tante storie e poco tempo!

«Secondo me è solo perché mentre ne parlo traspare tutto il mio amore.» mi contraddice ridacchaindo alla vista dei miei occhi che lanciano cuoricini... Ovviamente non mi escono davvero cuoricini dagli occhi...

«Può darsi... Oppure lo è... Te lo dirò meglio dopo aver letto la storia.» le concedo tagliando una fetta di sbrisolona.

«Ahahah, va benissimo, mi fiderò del tuo parere allora.» mi concede clemente con una risatina. «Io forse non la so giudicare.»

«Nah, la sai giudicare, ci affezioniamo alle nostre storie ma non siamo ciechi.» anche se mai ci sentirete gridare ai quattro venti che la nostra storia fa pena e la difenderemo sempre con le unghie e con i denti.

«Vero che non siamo ciechi, ma è vero pure che io nel giudicare le mie storie passo dal "oh, cavolo, ma sono proprio un genio" al "questa storia fa veramente pena" in dieci minuti circa. Quindi non so decidere, quale parte avrà ragione?» mi domanda perplessa.

«Dovresti trovare una via di mezzo.» le suggerisco un poco impacciata.

«Eh, la via di mezzo è sempre la parte più difficile da trovare purtroppo.» replica con un sospiro di sconforto, ricercando consolazione della torta Sbrisolona prendendola tutta e lasciando a me il piattino vuoto.

«Dunque, a parte queste belle cosuccie, hai qualche altra storia in programma?» le domando preparandole un bicchiere di Coca-Cola.

«Sì, ne ho tante, in realtà. Almeno un nuovo fantasy autoconclusivo dai toni più scherzosi, però con un fondo di filosofia dietro - il tema centrale sarebbe di fatto l'immortalità dell'anima, che gioca un ruolo particolare, ma non c'è niente di religioso in mezzo, ci tengo a precisarlo. Poi avrei un survival horror abbastanza leggero e breve, che però devo ancora capire bene come impostare. Una ragazza e il suo cane intrappolati nel sottosuolo con dei mostri, per dire la trama in breve. E altri progetti minori che ancora non sviluppo bene, sono solo idee. In pratica, sì, ho troppe idee e non so mai quando le scriverò .»

«Ti capisco... Ho delle idee per 4 storie ma non so se usciranno mai dalla mia testa...» probabilmente mai. «Noto che cerchi sempre di mettere un po' di filosofia dietro le tue storie.»

Ridacchia alla mia osservazione. «Sì, sono una filosofa mancata. Scherzi a parte, la filosofia è sempre stata una parte di me, sono una pensatrice, una che osserva il mondo e cerca di comprenderlo in qualche maniera. Unisci questo alla mia passione per la psicologia, ed ecco qui, il mio equilibrio personale.»

«Mmm interessante, quindi diventerai una psicologa?» domando più per curiosità che per dovere.

«No, in realtà non la studio ufficialmente, anche perché non riuscirei a mantenere quel distacco necessario dai miei clienti, se mai diventassi una psicologa. Mi farei trascinare nei loro problemi, poi. Però mi piace cercare testi al riguardo e, in generale, cerco sempre di capire come funziona la testa di chi mi sta intorno.»

«Ti ci vedo bene come investigatrice.» le confesso scrutandola ad occhi socchiusi.

«Ahahaha, come investigatrice? Lo sai che in effetti hai ragione.» si trova a concordare con me, ridacchiando, probabilmente immagginandosi con un impermeabile nero in una notte di pioggia mentre segue la sua preda.

«Lo so.» ribadisco con fare saccente.

«Allora...» inizio cercando di far mente locale sulle domande che devo ancora fare. «Considerando i tuoi gusti, direi che il tuo libro preferito é un horror. Ma sicuramente sbaglio.» posso tranquillamente scommettere che sto sbagliando.

«Il mio libro preferito...» corruga la fronte cercando di ricordare. «non ne ho uno solo, in realtà. Questa domanda è più difficile di quello che sembra per me. In realtà no, attualmente la mia saga preferita è puramente fantasy, anche se purtroppo non è ancora uscita in italiano. Il primo libro si intintola Twelve Kings in Sharakhai, di Bradley P. Beaulieu. E' una delle cose più fighe che io abbia mai letto.» confessa con gli occhi colmi di amore per quella storia. «Ne ho altri, ma non li nomino altrimenti la lista diventa infinita. Leggo troppo.»

«Non si legge mai troppo!! Soprattutto se si parla di fantasy... Se vuoi in separata sede ti consiglio delle saghe.» ho una libreria piena di saghe fantasy.

«Uh, sì, sempre aperta ai consigli, io.» approva quasi saltellando da seduta. «Non mi deve sfuggire nulla!»

«Dopo ti mando qualche nome.» le prometto facendole l'occhiolino. «Per lo stile ti ispiri a qualche autore o cerchi di farne uno tuo?»

«Lo stile sinceramente non lo so. Ho il brutto vizio di ricalcare un po' quello dell'autore che leggo sul momento, cosa che sto cercando di correggere, perché non è che una storia la posso scrivere in dieci stili diversi. Diciamo che attualmente sto cercando la mia strada, apprendendo quanto posso da autori molto più ferrati di me, ovviamente. Non lo so cosa mi sta uscendo, ma devo dire la verità, ultimamente mi sento abbastanza soddisfatta dei risultati.»

«Ottimo! Poi puoi sempre fare dieci storie con ognuna un suo stile.» le propongo.

«Sì, scrivere dieci storie con stili diversi è una figata, non so se poi escono tutti decenti però questi stili.» riflette ridendo al pensiero di questa idea.

«Tu prova.» la esorto sorridendole. «Magari diventano un successo.»

«Non sarà facile, ma potrei anche provarci davvero un giorno.»

«Ragazza mia, vediamo se tu... Riuscirai a rispondere a codesta domanda, che più di una persona ha messo in seria difficoltà.» inizio facendola sbiancare e deglutire a vuoto.

«Ok, ora ho paura, ma sentiamo.»

«Fatti pubblicità, dicci perché la gente deve passare sul tuo profilo.»

«Ah, capisco perché abbia messo in difficoltà gli altri. Vediamo...»

«Dai... Vi fate pubblicità tutti i giorni senza rendervene conto!» le faccio notare scuotendo la testa, timorosa di non riecevere risposta.

«Farsi pubblicità è più facile quando non ti rendi conti di farla.» mi fa notare con una risatina isterica. «Poi ti senti in imbarazzo.»

«Qui puoi dire tutto quello che vuoi.» cerco di rassicurarla.

Dopo un attimo di pausa dove cerca di radunare le idee, torna il colorito sul suo viso. «Non ho la presunzione di dire che nel mio trofilo troverete storie bellissime, quindi non posso darvi la sicurezza che ciò che leggerete vi piacerà. Tuttavia, una certezza posso darla: le mie storie non sono solo racconti inventati per narrare qualcosa. Se cercate qualcosa che abbia un messaggio da portarvi, allora forse il mio profilo fa al caso vostro. Ci sarà sempre la mia personale visione del mondo in ciò che creo, anche quando non lo faccio apposta. Certo, il tutto condito con tanta avventura, battute idiote, sangue, combattimenti e magia... ma le devo rendere divertenti in qualche maniera, no?»

«Te la sei cavata alla grande!»

Si porta una mano al petto, tirando un grosso sospiro di sollievo. «Fiuuu, prova pubblicità superata.»

«Dimmi, se potessi parlare con un tuo scrittore preferito, quale sarebbe e perché?»

«Dunque, direi Shirley Jackson, autrice de L'incubo di Hill House, Lizzie e Abbiamo sempre vissuto nel castello. Un'autrice purtroppo deceduta, ma che con quei pochi libri che ha scritto ha creato dei capolavori assoluti. Era capace di inquietare con le parole come pochi, di viaggiare nella psiche di personaggi davvero assurdi e, alle volte, mi sono sentita anche un po' punta sul vivo. Scommetto che sarebbe venuta fuori una conversazione davvero affascinante, e non solo di scrittura.»

«Inquietare?» ripeto drizzando le orecchie, guardandomi attorno con circospezione. «Bene... Libri da leggere alla luce del sole e in posti affollati.»

«La cosa divertente, è che in posti affollati sarebbe anche peggio. Non si ha paura di altro che della propria psiche o di quella degli altri.» mi fa notare con un sorissetto soddisfatto nel avermi messa in crisi.

«Bene, chiusa a doppia mandata in casa.» rettifico voltandomi di scatto sentendo un rumore alle mie spalle. Facendo ridacchaire la mia ospite. «Comunque...» borbotto un poco in imbarazzo. «proseguiamo! Passiamo a domande più personali.»

«Uh, le domande personali... sono pronta!» afferma con sicurezza radrizzando le spalle.

«Magnifico! Parlaci di te! Chi si nasconde dietro l'account?»

«Dietro questo account si nasconde una ragazza dall'aspetto di una sedicenne perenne, con la faccia sempre calma e seriosa; tutti si chiedono cosa mi passi per la testa, perché sono così seria, anche quando in realtà sto pensando a felici coniglietti che vagano per la prateria. Nella realtà, sono una timidona assurda, e parlare con sincerità mi riesce sempre un po' difficile. Poi se sono a mio agio sparo battute imbecilli a raffica e non faccio altro che balli strani e a volte faccio proprio la buffona, se c'è un'atmosfera allegra.»

«Ho trovato la mia sosia... Anche se a me hanno dato della strana per il fatto che son sempre seria...»

«Veramente? Bellissima questa cosa, pensavo di essere l'unica, anche perché alla fine seria non sono.» rivela con una risata consegnandomi il vassoio vuoto della torta.

«Manco io, beh, tranne quando la situazione lo richiede.» beh, a volte manco in quelle.

«Sì, certo, ovvio.»

«Dark, dicci cinque tuoi difetti e cinque pregi.» riprendo con l'intervista prendendo l'ultimo dolce rimasto, una vera bomba di cioccolato, pan di Spagna al cacao farcito con mousse al cioccolato, ricoperta di glassa al cioccolato a specchio.

Dark strabuzza gli occhi a quella vista, sfregandosi le mani impazienti per assaggiarla. «Queste domande sono difficili, aspetta... cinque pregi: sono molto empatica, sicuramente creativa, in tutto ciò che faccio, so mantenere la calma anche nei momenti di panico, sono curiosissima e un'ottima ascoltatrice. Per quanto riguarda i difetti: il primissimo è la mia timidezza, la testardaggine, l'incostanza, la pigrizia e la competività. Quest'ultima la metto nei difetti perché un po' fa bene, ma certe volte tendo ad esagerare.»

Mi esibisco in un applauso elegante. «Ora, vorrei sapere cinque cose che ami e cinque che odi.»

«La prima in assoluto fra le cose che amo è la musica, in particolare ascoltarla con le cuffie e un bel venticello che mi scompiglia i capelli. Poi aggiungerei i videogiochi, i libri (ovviamente, è un po' scontata come cosa), l'odore della pioggia e il thé. Io amo il thé, signori! Fra le cose che odio ci sono il lunedì, perché sì, quello lo odiano tutti, il caldo afoso che ti appiccica i vestiti alla pelle, la gente che non accetta le critiche, i bigotti e il mio naso, tappato quasi tutte le stagioni.»

«Il tuo naso... Soffri di allergia?»

«Sì, allergia che va e viene completamente a caso.» conferma con una smorfia. «Non ho mai scoperto a cosa, però.»

«Davvero? Nemmeno con delle analisi?»

«No, ho provato, ma non risulta nulla! Il dottore pensava me lo stessi inventando, secondo me. Con gli antistaminici comunque passa, anche se mi rendono uno zombie ambulante, quindi non può essere altro...» trae conclusione stringendosi nelle spalle.

«I dottori... Bah... Beh, pensa che io ogni anno ho un'allergia diversa. Un anno alle fragole, l'anno dopo ai duroni, un anno il polline di pioppo.» eppure in teoria sono allergica a non so che graminacea anche se non ho mai sofferto per questa.

«Le allergie hanno un meccanismo strano che secondo me non capiremo mai del tutto.»

«Già... E il peggio i medici ti danno della bugiarda... Meglio andare avanti.» altrimenti inizieranno a volare insulti. «Se potessi viaggiare nel tempo dove vorresti andare e perché ?»

«Nel futuro, senza ombra di dubbio.» risponde decisa. «Non sono un'amante della storia, quindi non ho una particolare curiosità su un'epoca passata... al contrario, sono curiosissima di scoprire cosa accadrebbe fra un po' di secoli. Se noi esseri umani esistiamo ancora, quanto ci siamo evoluti, se ci siamo evoluti, se la Terra si è ripresa dopo averci distrutti tutti... Argomenti non proprio allegri, me ne rendo conto, ma che mi affascinano.»

«Non saranno allegri, ma è sicuramente ciò che può succedere.» borbotto realista. «Qual'è il tuo sogno nel cassetto?»

«Suppongo che sia un po' scontato, ma guadagnare con quello che scrivo e farlo diventare una professione. E fare un bel viaggio in Giappone.»

«Te lo auguro col tutto cuore.
Giappone? Perché proprio il Giappone?» chiedo curiosa, si sono una ficcanaso, se non lo fossi non avrebbe senso quel che faccio.

«Grazie.
Il Giappone è una terra che amo un po' da sempre. Una passione nata nella mia adolescenza, quella della loro cultura, e che non mi ha mai lasciata... eeee, motivo un po' più superficiale, ma già che ci sono, mi piacerebbe andare al concerto della mia cantante preferita, che non si schioda da lì per nessun motivo.» risponde ridendo.

«Chi sarebbe?»

«Si chiama Utada Hikaru, le sue canzoni mi hanno tirato su in un bruttissimo periodo della mia vita.» risponde con una nota di tristezza nella voce e essendo esperta di periodi di pupù, evito di far domande al riguardo.

«Mai sentita... Ma è anche vero che io del mondo so poco.» in che era motivo di bullismo a scuola.

«È famosissima in Giappone, ma in Italia si conosce solo per la sigla di un videogioco alla fine.» mi rassicura con un sorriso luminoso.

«Ecco...» non l'avrei conosciuta in nessun caso. «Quale animale ti rappresenta e perché?»

«Dunque, un animale che mi rappresenta non lo so. Direi il leopardo, perché è bravo a mimetizzarsi ed è molto solitario, passa parecchio tempo nella sua tana... direi che è la mia descrizione.»

«Ti mimetizzi e sei solitaria?» domando incredula. «Non sembravi solitaria.»

«Decisamente. Sono molto socievole quando scrivo, quindi forse può non sembrare, ma in realtà ho sempre bisogno di starmene da sola, se mi tolgono il mio tempo con me stessa impazzisco. E a mimetizzarmi sono un genio, se non voglio dare nell'occhio sono capace di stare in una stanza senza che nessuno se ne accorga per ore... è successo.»

«Nooo... Ma come si fa?» quasi grido incredula udendo le sue parole. «Io mi accorgo sempre se ho qualcuno con me.»

«Eee, anche io, eppure... roba che spifferavano i segreti che non avrei dovuto sentire lì davanti a me, finché non mi veniva da ridere e mi notavano, l'agente segreto, dovevo fare.» ribatte alzando gli occhi al cielo, per poi scuotere la testa.

«Il tuo peccato di gola? (cibo)»

«Ehm... tutto non è una risposta vero?» mi chiede un poco impacciata.

«Dipende cosa intendi per tutto? Anche macchine, muri e alberi?»

Sbarra gli occhi così tanto che tempo possano cadergli. «Oddio, no, no, non mangio macchine e neanche alberi... sui muri non giurerei... scherzi a parte, i dolci e le pizze sono i miei più grandi peccati.»

«Brava ragazza! Direi che abbiamo finito!» cerco di ricordare le domande fatte e altre eventuali. «Com'è andata?»

«Abbiamo finito? Mi sono divertita un sacco!» mi rassicura.

«Non mi vengono in mente altre domande, chiedo scusa.» borbotto rannuvolandomi.

«No no, ma figurati, è completissima alla fine, mi hai chiesto di tutto!» mi rassicura con un dolce sorriso. «Un'intervista bellissima, che poi sembrava più una bella chiacchierata!»

«L'obiettivo era quello. Ti avevo detto che odio i botta e risposta, no?» mmm, l'avevo detto?

«Sisi, vero.» mi conferma. «Be', non posso che ringraziarti!»

«E io ringrazio te! Non sono poi così tremenda come pensano, no?» tutti hanno paura di farsi intervistare da me, ma non capisco il perché!

«Assolutamente no!» mi tranquillizza strizzando un occhio. «Ti consiglierei a chiunque, l'intervistatrice di fiducia!»

«Grazie cara, felice di avere ancora il mio talento!» replico con un sospiro di sollievo.

«Certo che ce l'hai.» ribadisce sottolineando le parole con un cenno affermativo del capo.

Lentamente vedo farsi più buio e tra le fronde degli alberi vedo il sole giocare a nascondino con delle nuvole nere e cariche di pioggia.
Novembre biricchino...
«Forse è meglio tornare o rischiamo una doccia fuori programma!» la informo indicandole il cielo che si fa sempre più nero.

Raduniamo in fretta tutte le cose e riprendiamo la via del ritorno. «Allora, per quelle saghe fantasy...»

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