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AmahyP

Salve a tutti, ovviamente sono sempre io Lety95ventu, oggi vi presento la vincitrice della sua lista amahyP del Concorso con Scambio che gestisco per conto del profilo scritturaefficace.  (Quindi troverete questa intervista anche su quel profilo!)
Questa giovane ragazza è stata l'unica a scegliere come premio un'intervista, quindi ha dovuto sopportarmi per un intero giorno... un applauso solo per questo👏👏👏👏

amahyP alias Elena, ha vinto con la sua storia "Spellblade" che ha riscosso un gran successo tra i vari concorrenti, non ho letto nemmeno una recensione negativa!

Piccola info prima di iniziare per chi ancora non mi conosce come reporter, le mie interviste sono particolari ;) viaggiano nel tempo e nello spazio, non sempre rispettano l'attualità, sono chiacchierate virtuali dove tutto è concesso.... buona lettura, vi lascio alla scoperta di Elena!

🏆🏆🏆🏆

Era ovvio che veniva a piovere oggi! Quando non hai nulla da fare, niente di importante e non devi uscire c'è un solo che spacca le pietre, dove le lucertole risvegliate dal loro letargo si piazzono sui muri per godere dei primi raggi primaverili e le piante riprendono a vivere, fiduciose di quel clima assolato, aprono i loro fiori offrendoli alla vista dell'uomo e degli insetti che lieti corrono a cibarsi del loro polline.
Ma oggi ho un'intervista e quindi bentornato autunno! La mia solita fortuna.
Stringendomi ancora di più nel mio cappotto e cercando di farmi piccola sotto l'ombrello... Ancora più piccola di quel che già sono, cammino lesta zigzagando tra le persone che affollano il marciapiede tentando con la maestria di un'acrobata di non accecare nessuno con le punte di ferro che sorreggono la tela del mio riparo portatile.

Finalmente la vedo, come un'oasi nel deserto o forse meglio dire una nave durante un diluvio; l'insegna del pub inglese dove ho appuntamento con amahyP, una delle vincitrici del Concorso con Scambio che organizzo per il profilo ScritturaEfficace. L'unica con abbastanza coraggio da aver scelto come premio di essere intervistata dalla sottoscritta, andando incontro all'ignoto.
Mi avvento sulla porta in legno di noce come una furia, aprendola di scatto e chiudendola altrettanto lesta, come se dovessi sprangate la porta contro il muso di un possibile serial killer. Ciò attira su di me l'attenzione di tutti gli avventori del locale... Ovviamente, quando mai non mi faccio notare? Sorrido impacciata, accennando un saluto con la mano, per poi sbrigarmi a chiudere il mio riparo e riporlo nel porta ombrelli prima di creare un laghetto che rovini il parquet.

Aggiustandomi sulle spalle il cappotto, mi avvicino al bancone guardandomi attorno alla ricerca di una figura femminile all'incirca della mia età e in solitaria, ma sono tutte coppie e uomini intenti a parlottare in gruppo bevendo birra sotto quel soffitto che riporta la bandiera britannica.

«Cosa posso fare per lei?» mi domanda con cortesia il barista rivolgendomi il solito sorriso standar dei venditori.
«Ho un appuntamento con una ragazza...» mi blocco ripetendomi la frase nella mente e le gote mi vanno in fiamme. «Devo intervistarla, ho un appuntamento di lavoro» preciso impanicata rendendomi conto della fraintendibilità della mia frase.
Lo vedo ridacchiare del mio nervosismo, mentre pigramente pulisce il bancone da invisibili briciole. «Una ragazza è entrata circa dieci minuti prima di voi, è nella saletta girato l'angolo» mi informa senza più celare il sorriso divertito che gli affiora in viso.

Sistemo nervosamente una ciocca ribelle dietro l'orecchio avviandomi nella direzione indicatomi. «Grazie, ha già ordinato?»

Scuote la testa, seguendomi lentamente sempre fingendo di pulire. «No, ha detto di voler attenere il vostro arrivo.»

«Ok, allora ordino subito io» mi fermo prima di girare l'angolo e finalmente il barista si decide a puntare i suoi occhi verde acquamarina su di me.
«Una birra e due filetti.»
«Come li volete?» indaga passandomi il menù.
Dò una letta veloce, sperando che la mia scelta sia gradita alla mia ospite. «Un filetto avvolto nel bacon in crosta di pistacchi con purea di mele eeee uno in crosta di mandorle.»
«Da bere solo una birra? Vi servono due cannucce?» mi provoca mordendosi il labbro inferiore per non scoppiare a ridere.
Storgo il naso a quel tentativo di aumentare il mio disagio e osservandolo con un sopracciglio inarcato mi sporgo lentamente verso di lui. Solitamente non bevo quando sono in servizio è poco professionale, soprattutto tenendo conto che non reggo l'alcool. «Whisky con ghiaccio» e ammutolisce ritornando al solito sorriso di cortesia consapevole di aver osato troppo con una cliente.

Cercando di darmi una compostezza professionale percependo ancora le guance in fiamme, giro l'angolo ritrovandomi in una piccola saletta con divani in pelle, due sedute rivestite di raso rosso, ma ciò che attira la mia attenzione facendomi ritrovare a bocca aperta e naso all'insù e il "lampadario" costituito da un tavolino apparecchiato e cinque sedie a circondarlo.
Ma come cavolo?

«Bizzarro vero? Mi stavo chiedendo anche io come facesse a star su» mi riscuote dalla mia contemplazione, una risatina cristallina appartenente a una ragazza che si alza per venirmi incontro con il braccio proteso verso di me.

Mi affretto a richiudere la bocca prima che vi entri una mosca e gli rivolgo un caldo sorriso, ricambiando la stretta di mano. «AmahyP giusto?» chiedo conferma per evitare altre figure poco profumate.

Annuisce ritirando la mano e tornando a sedersi sullo sgabello posto davanti a un piccolo ma alto tavolino in legno, a lato dei divani. «Mi chiamo Elena.»

«E come già sai,» mi indico sedendomi con non poche difficoltà su quell'alto sgabello «Letizia.»

«Le serve una scala?» domanda irriverente il barista raggiungedoci con la birra e il bicchiere di whisky.

«Potrei usare lei come gradino no?» gli rivolgo un sorriso tirato riuscendo a sistemarmi sulla seduta e attirando a me il liquore, ma senza osare berlo, non voglio ritrovarmi a tossire davanti a lui mentre cerco di non strozzarmi.

«Tra poco arriva il resto» ci informa prima di sparire nuovamente, mentre Elena scoppia a ridere di gusto.
«Prima non ha fatto altro che stuzzicare me, quindi grazie per avermi tolta dalle sue irriverenti attenzioni.»

«Ah, quindi è incluso col servizio? Va buono» annuisco sovrappensiero per girarmi un poco verso la mia intervistata. «Diamo inizio all'intervista?»

Beve un sorso di quel liquido dorato

per farsi coraggio per poi annuire con decisione. «Pronta.»

«Come sei approdata su wattpad?»

«Un mio amico me ne ha parlato e ho deciso di provare a iscrivermi, era estate un paio d'anni fa mi sembra!» risponde sbrigativa sorseggiando lentamente la sua bevanda.

«E perché hai deciso di iscriverti? Eri già appassionata di lettura?» perché ci sono altri motivi? Ma che domande fai? Mi riprende una vocetta irriverente, in effetti sono un poco arrugginita, una volta facevo anche tre interviste al giorno adesso nessuno vuol più farsi conoscere in questa maniera.

«Sì, anche di scrittura: quando ero ancora ai primi anni delle superiori avevo cominciato a scrivere fanfiction sul sito di EFP. Erano terribili, ma credo che molti abbiano iniziato con quelle. Poi negli anni avevo perso l'interesse, ma mi era tornata la voglia di scrivere, e quindi ho deciso di provare.» mi risponde ignara del monologo che sta avvenendo nella mia testa.

«Come hai iniziato a scrivere? E perché?»

«Ho iniziato a scrivere con un crossover tra tutte le cose che mi piacevano! Era una storia che continuavo a pensare sin da quando ero alle medie, e ho deciso di metterla nero su bianco... è qualcosa di molto infantile, ovviamente, ma mi sembrava un piccolo capolavoro: è tuttora l'unica storia che abbia mai finito...» borbotta con un pizzico di sconforto. «Mi divertivo, e sin dalle elementari la mia maestra mi diceva che avevo molta fantasia ed ero brava a scrivere!» aggiunge facendo riemergere quel sorriso che per un attimo si era oscurato.

«Questo capolavoro é su wattpad o lo custodisci gelosamente in un cassetto?» domandò sinceramente incuriosita di sapere che mix sia uscito dall'unione dei suoi gusti.

Elena spalanca un poco gli occhi, giusto un nano secondo, mettendosi sulla difensiva. «Spero di aver cancellato tutte le tracce di questo "capolavoro" da internet.»

L'arrivo del barista con le nostre ordinazioni insieme alle posate mi fa richiudere la bocca che avevo aperto per indagare su quella insolita speranza.

«Buon appuntamento» ci augura con un sorriso strafottente e facendoci l'occhiolino, beccandosi appena si volta, da parte di Elena una linguaccia e da me, un elegantissimo terzo dito, la classe non passa mai di moda.

A Elena è stato servito il filetto più particolare, adagiato su una purea di mele

A me, quello in crosta di mandorle

e per qualche attimo ci dedichiamo all'assaggio sperando che almeno la cucina sia più amabile del barista.
Speranza non delusa ritorno ad indagare. «Perché?»

«Era decisamente terribile! Una fanfiction miscuglio di tutto ciò che mi piaceva a tredici anni!» esclama ridendo al ricordo della sua opera che mai potrò leggere. «Se la rileggessi adesso, non saprei se ridere o piangere, eppure all'epoca mi piaceva tanto. La cosa positiva è che è stato un ottimo esercizio per cominciare a scrivere.»

«Magari puoi rimetterci mano, cercando il modo di farla funzionare.»

Elena scuote con convinzione la testa. «Oh no, è irrecuperabile! E ho un sacco di storie in corso! Questo è un momento produttivo per me.»

«Beata te!» mi ritrovo un poco ad invidiarla, anche se ho mille idee in testa per diverse storie, il più delle volte non riesco a metterle nero su bianco. «Mia cara, ho avuto il piacere di conoscerti perché ti sei iscritta al concorso con Scambio che organizzo sul profilo Scrittura Efficace. E nella tua lista sei arrivata prima. Ti saresti mai aspettata di raggiungere il podio?»

«No. In generale, questa storia sta riscuotendo molto più successo del previsto! Essendo una riscrittura di un'opera vecchia, ero in dubbio se pubblicarla o meno, ma sono molto contenta dei risultati che sta ottenendo.»

«Ho letto le recensioni e sono tutte positive e visto che sei arrivata ai piani alti, anche i voti non sono stati da meno!
Ma parlaci della tua storia "Spellblade". Com'è nata, di cosa parla...»

Elena si illumina come una bimba davanti ai regali di natale, lieta di parlare della sua creatura. «Certo! La storia è nata in realtà molto tempo fa come fanfiction del trono di spade, ma sin da subito non c'entrava molto con il fandom, quindi l'ho cambiata quasi completamente per trasformarla in un'originale. Segue le storie intrecciate di un poeta di corte, una guerriera e un monaco che hanno a che fare con un'insolita leggenda del passato che sembra essere più reale di quanto si aspettino. È difficile riassumere tutto in breve!» aggiunge alla fine desiderosa di raccontare altro, ma costretta a mordersi

le labbra per non dire troppo.

«Specialmente evitando spoiler.»

«Già AHAHHAHA.»

E riguardo a questo punto: «E tu, sei pro o contro spoiler?»

«Contro!» risponde di gettò quasi urlando. «Se qualcosa mi appassiona, voglio scoprirlo pian piano» aggiunge con un sorriso per rimediare all'urlo di prima che ha fatto affacciare il barista impiccione per comprendere cosa stesse accadendo.

«E che genere preferisci scoprire?»

«Attualmente il fantasy "classico" mi è venuto un po' a noia, ma mi piacciono ancora quelli con idee particolari. Mi sono buttata sulla fantascienza e sull'azione/avventura.»

«É un vero peccato che di quei due generi su wattpad ve ne siano pochi» essendo giudice di un concorso da ormai tre anni abbiamo notato a malincuore che quei generi sono poco scritti, è difficile riempire le loro liste anche con solo cinque storie.

«Già» mi conferma con un pizzico di delusione.

«Per il concorso con Scambio hai dovuto leggere generi differenti dal tuo, con quale ti sei trovata meglio?»

«Mi ha intrigato il genere storico, era un po' che non ne leggevo!»

«Sì, apprezzo molto anche io la narrativa storica.
Ma oltre a Spellblade, hai altre storie sul tuo profilo, ti va di parlarci di loro?» la invito riponendo le posate nel piatto ormai vuoto poco dopo imitata da lei.

«Certo! "Mercoledì Guerra"

è una storia che devo assolutamente continuare, non aggiorno da troppo tempo... parla delle avventure di quattro strani personaggi durante l'apocalisse, e la particolarità è che ognuno la "vede" secondo la sua religione. Contiene buone dosi di umorismo.
Ho anche una fanfiction senza troppe pretese sul mio anime preferito, "Le bizzarre avventure di JoJo", e ho intenzione di cominciare a pubblicare presto una saga di fantascienza di cui trovate qualche one-shot nelle raccolte.»

«Interessante, quindi scrivi soprattutto Fanfiction e vuoi ampliare la tua passione alla Fantascienza. Quale genere non scriverai proprio mai e perché?»

«Non scriverò mai un romanzo rosa, è il genere che mi piace di meno e non penso nemmeno di essere in grado di appassionarmi a una storia d'amore tanto da scriverne capitoli interi!»

È su questo non posso altro che trovarmi d'accordo con lei, almeno in parte. «Come mai questa avversione per il genere rosa? Credimi ti capisco, mi reputo incapace di scrivere una storia d'amore, non sono brava con sentimenti e azioni dettate dal cuore. Però non disdegno la lettura, ho trovato alcune storie d'amore che hanno saputo conquistarmi.»

Elena ci pensa un attimo ultimando il suo bicchiere di birra. «Credo che sia perché, quando leggo o scrivo, sono attirata da un'avventura che non potrebbe mai succedermi nella realtà, quindi qualcosa di molto bizzarro, o accaduto in un posto lontano, o in un altro tempo... il genere rosa, così come altri, ad esempio il drammatico, non mi dà quest'impressione di viaggiare con la fantasia, quindi non mi attira più di tanto. Certo, poi magari arriverà un giorno la storia che mi farà cambiare idea, chi può saperlo?» termina con un'alzata di spalle e un rapido sorriso.

«Mai dire mai! Una volta ero solo fantasy, certa che non avrei letto altro, ora leggo un po' di tutto» confesso ridacchiando tentando di sorseggiare quel liquido ambrato sperando di non strozzarmi.

«Esatto!»

Sentendo il liquido scendere come fuoco nella gola, mi trattengo dal tossire mentre gli occhi iniziano a lacrimare, ma niente potrà fermare il mio lavoro! «Come altri quindi vuoi evadere dalla realtà e visitare posti nuovi e ciò mi porta a una delle mie domande preferite!! Se potessi viaggiare nel tempo dove vorresti andare e perché?» mai più whisky, questo è sicuro.

«Oh wow» la vedo guardarsi attorno come alla ricerca di una via di fuga per poi corrugare la fronte valutando le varie possibilità. «Ok ci ho pensato. So già cosa è successo nel passato, quindi mi piacerebbe tanto scoprire cosa accadrà molto avanti nel futuro! L'idea di poter sapere qualcosa del genere mi attira molto di più di qualsiasi periodo storico.»

«Il fascino dell'ignoto! E se invece potessi parlare con un tuo scrittore preferito, passato o presente, chi sarebbe e perché?»

«Mi piacerebbe prendere un tè con Lovecraft per parlare dell'orrore cosmico.» risponde subito senza nemmeno starci a pensare un attimo.

Pur non sapendo chi sia questo autore, mi dispiace non sono un'enciclopedia, mi sorge un sospetto... «Perché ho il sospetto che ti piacciono le cose macabre?»

«Oh... ehm... un pochino! Solo un po'!» si giustifica un poco impacciata.

«Quindi é probabile che in futuro proverai a scrivere una storia di genere horror. Bene, ora, ti chiedo di farti pubblicità! Dicci perché la gente deve passare sul tuo profilo e leggere le tue storie!»

«Sono una persona molto simpatica e amichevole e aperta al dialogo. Mi piace molto ricevere un riscontro dagli altri sulle mie storie e spero che risultino divertenti e/o appassionanti!» risponde lesta scendendo dallo sgabello per andarsi ad accomodare su uno dei divani.

«Ottimo! Ora... passiamo a conoscere te nello specifico. Chi si nasconde dietro l'account?» domandò quasi buttandomi giù dalla seduta per raggiungerla.

«Cthulhu. Nelle adorabili sembianze di una studentessa ventitreenne di astronomia» replica con un sorriso in attesa di un'altra domanda.

Devo avere qualche problema all'udito perché non sono riuscita a comprendere la prima parte della sua risposta. «Che?»

«È il mostro tentacoloso di Lovecraft» mi spiega mettendosi a ridere davanti alla mia espressione completamente persa.

«Ah... mi spiace, non so cosa sia» e forse è meglio così... «Astronomia! Una studiosa delle stelle. Molti affidano il proprio desiderio a una stella cadente, solitamente un sogno. Tu hai qualche sogno nel cassetto da affidare alle stelle?»

Annuisce: «Sì, uno molto semplice: vorrei riuscire a completare una storia dall'inizio alla fine, ed esserne soddisfatta!» termina ridacchiando.

«Ho detto sogno non miracolo!» le faccio notare riprendendola scherzosamente. «Quando mai uno scrittore é soddisfatto del suo operato? Mai abbastanza.»

«Già» concorda con me ridacchiando.

«Elena, dicci un po', oltre a leggere e scrivere, cosa ti piace fare nel tuo tempo libero?»

«Mi piacciono i videogiochi, e mi piace uscire con gli amici, ultimamente sto provando anche a imparare a disegnare in digitale!»

«Complimenti!» sono tutti esperti di grafica su questa piattaforma, mi sa che prima o poi dovrò imparare anche io. «Quali sono cinque tuoi difetti e cinque pregi?»

Elena alza il mento, lanciandosi un'occhiata di superiorità. «Il mio unico difetto è che sono troppo perfetta

Rimango di sasso, tutto mi sarei aspetta tranne questa risposta a cui non so come replicare.

Vedendo la mia faccia scioccata scoppia a ridere, nascondendo le labbra dietro le punta delle dita. «Scherzo aspetta che ci penso. Pregi:
1. Sono molto incline a fare amicizia e non mi piace litigare
2. Sono affettuosa
3. Sono aperta al dialogo con gli altri
4. Cerco di far divertire le persone
5. Se mi piace qualcosa ci metto molto impegno e non mi arrendo
Difetti:
1. Se mi arrabbio divento cattiva
2. Spesso non ho abbastanza fiducia in me stessa
3. A volte sono pigra
4. Sono un po' distratta
5. Sono un po' testarda su alcune cose.»

«Mmm la testardaggine credo possa stare anche nei pregi, dipende per cosa ti intestardisci» parola di una testarda olimpionica.

«Dipende da QUANTO ti intestardisci ahahaha» replica dandomi solo in parte ragione. «È che siccome sono testarda a volte posso sembrare aggressiva/ostile quando non lo sono!»

«Ti capisco, a volte agli altri appaio arrabbiata anche quando sono tranquilla» cerco di consolarla vedendola incassare la testa nelle spalle. «Raccontaci un tuo momento di estremo imbarazzo e uno di estrema gioia.»

«Uh, ci devo pensare! Non ho molte situazioni imbarazzanti» inizia per poi spalancare gli occhi rimembrando un ricordo che per un attimo aveva dimenticato. «ODDIO SÌ. Una volta stavo andando al mio compleanno con degli amici la sera, mi ero vestita tutta in tiro e mentre andavo al pub un piccione ha deciso di rilasciare i suoi bisogni sulla mia giacca e ho dovuto presentarmi così... per fortuna siamo riusciti a rimediare abbastanza!»

«Quando si dice figura di pupù» borbotto immaginando il disagio.

«ESATTO AHAHAHAHA È STATO TERRIBILE ! Momento di estrema gioia invece, direi, quando il mio ragazzo mi ha detto "ti amo" per la prima volta» termina di rispondere alla mia domanda con gli occhi che le brillano.

«L'amore!» che mai più oserà posarsi su di me, a quanto pare io e quel sentimento non siamo compatibili, o meglio... Cupido dovrebbe aggiustare il tiro. «Dicci cinque cose che ami e cinque che odi.»

«Cose che amo:
1. La compagnia
2. Il cielo stellato
3. I vestiti anni '50
4. La gentilezza
5. Internet!
Cose che odio:
1. L'odore del fumo
2. Il conflitto
3. La mattina...
4. Fare le cose di nascosto o alle spalle delle persone
5. Sentirmi in competizione con qualcun altro.»

Emh, è il caso di farlo notare che nelle cose che ama non ha messo il fidanzato? Nah, sorvoliamo. «La mattina» ripeto cercando di comprendere per quale ragione odia l'inizio di un nuovo giorno.

«Non riesco a svegliarmi...» confessa impacciata.

«Un problema di molti purtroppo!» la consolo ricordando le mattine in cui mi devo buttare letteralmente giù dal letto e resto tonta per tre ore prima di connettere. «Finiti gli studi cosa pensi di fare? O diventare?»

«Mi piacerebbe lavorare all'università o in un osservatorio.»

«Con lavorare all'università intendi come docente?»

«Sì o come ricercatore (docente è un po' difficile purtroppo ahahahah)» confessa in un bisbiglio.

«No, non credo, hai solo bisogno di pratica e riuscirai anche come docente! Molto bene, direi che l'intervista é giunta al termine. É stato un piacere fare quattro chiacchiere con te!»

«Grazie, altrettanto! È stato molto divertente!»

«Ora mi aspetta un'impresa epocale» annuncio alzandomi dal divano con la determinazione a infiammarmi lo sguardo.

«Sarebbe?» indaga Elena imitandomi incerta se seguirmi o meno.

«Pagare il conto sopportando le battutine idiote del barista senza ucciderlo!» rispondo avviandomi alla cassa con Elena che non esita a venirmi dietro per godersi lo spettacolo.

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