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Aleeeeee

Eccomi con la mia prima vittima di questa raccolta! Prima, nell'introduzione vi ho detto di aver incominciato col botto, volete sapere il perché? Beh, lo scoprirete solo leggendo l'intervista, per ora posso solo dirvi di aver avuto il piacere di intervistare Ale, conosciuto su questa piattaforma con il nickname aleRoma96 .
Il nostro bel Romano, aveva ribadito più volte che mai si sarebbe sottoposto ad un'intervista! Quindi lascete che mi crogioli in questa piccola soddisfazione personale, per essere stata la prima in assoluto ad intervistare questo ragazzo: bello, simpatico, intelligente, lavoratore, virtuoso, cavaliere, divertente, interressante, persuasivo...
Sto ancora aspettando la conferma scritta della fidanzata ... Ahahaha.

Quello che posso assicurarvi, è che ha un talento da far paura! Al momento le sue energie sono tutte dedicate a una storia CROW!

Non vi anticiperò nulla! Lascerò che siano le parole di Ale a spingervi a leggere la sua storia.

P.s.: attenzione, la storia CROW può creare dipendenza.

Ed ora, SIGNORE E SIGNORI, ECCO A VOI ALEROMA96!

😎😎😎😎😎😎😎😎

Volto il polso sinistro guardando l'ora sull'orologio, ho giusto dieci minuti per prendere le ultime cose e correre al mio appuntamento!
Sono felice come una bambina la mattina di Natale! È da tempo che non intervisto e ho quasi pietà per il ragazzo che mi dovrà sopportare.
Ridacchiando entro di volata in una pizzeria quotata cinque stelle su TripAdvisor, sarà meglio che sia azzeccata, non voglio far brutta figura ora che ritorno in pista con le torture... Emh, cioè, con le interviste.

«Buonasera!» mi accoglie con un luminoso sorriso il pizzaiolo. «Come posso aiutarla bella fanciulla?»
L'innaspettato complimento mi fa innarcare un sopracciglio e ridacchiare. Scuoto la testa, rovistando nella tasca dei jeans per cercare la lista. «Alloraaaa, mi serve un cartone di pizza al tajo.» incomincio leggendo il menù per la serata. «Con gamberetti e maionese, funghi e salsiccia e.... quella con le patate... Na margherita.» e mentre ordino invoco qualche santo protettore che mi protegga dalla furia della mia collega napoletana, che qualsiasi pizza mangi non approva mai!

«Subito signorina!»
Mentre attendo che venga preparato il mio ordine, sento il cellulare suonare nella borsa, apro la cerniera e vado alla disperata ricerca di quel ammasso di chip urlante. Dopo aver ravanto come una pazza, riesco finalmente a trovarlo ed accettare la chiamata. «Pronto?»
«Ah Lety, riesci a prendermi delle sigarette che le ho finite? Mi fai sto favore che sono in ritardo?»
Sigarette... Io che odio il fumo devo andare a prendere delle sigarette... «Ma certo! Che tipo?» Micca sono esperta ma so che ogni marca è diversa e una non vale l'altra.
«Marlboro gold.» faccio per aprire bocca ma... «Però tabacco.» annuisco riaprendo bocca per dare la mia risposta affermativa. «Con cartina e filtro.» sto ad aprire la bocca come un pesce fuor d'acqua, che pure il pizzaiolo si chiede se per caso mi sia venuto un tic. Sto per rispondere ... «Che se rollano.»
«Ok, te le fai tu.» c'è l'ho fatta! «Tra...» guardo l'orologio. «Dammi cinque minuti e son da te.» chiudo la chiamata gettando il telefono nel caos della mia borsa e pesco il portafoglio, pago la pizza, saluto e scappo letteralmente. È sera e molte tabaccherie sono chiuse, corro per le vie come se avessi un serial killer alle costole. Vedo in lontananza un signore di mezza età che si sta apprestando a chiudere la saracinesca della sua tabaccheria.
«Aspetti!!!» arrivo accanto a lui che sobbalza sentendomi gridare. Poso le mani sulle ginocchia e cerco di prendere fiato. Alzo un braccio, tenendo la mano chiusa a pugno, ad eccezione del indice alzato per poter chiedere qualche minuto.
«Si sente bene signorina? Qualcuno la sta inseguendo?»
Scuoto la testa, no, l'unica cosa che mi insegue è di accontentare il mio intervistato, visto che mi devo baciare i gomiti per questo sua dichiarazione esclusiva della sua storia.
Col fiato corto recupero la posizione eretta. «Mi serve ASSOLUTAMENTE, delle sigarette Marlboro gold.»
Il pover uomo mi guarda frastornato, aprendo bocca sicuramente per dirmi che ormai è chiuso.
«La scongiuro.» mi metto pure in ginocchio così mi riposo un poco, cammino da stamane, visto che arrivo da Bologna. Ho preso il treno alle prime luci dell'alba, perso una coincidenza, aspettato un'eternità per il prossimo treno e alla fine giunta a destinazione, scopro che è la giornata dello sciopero di Taxi e autobus! Ho dovuto scarpinare per ore... «Mi serve assolutamente un pacco di sigarette Marlboro gold, tabacco, con cartina e filtro... Che se rollano!» ripeto le parole di Ale, guardando con occhi da cane bastonato il tabacchiere.
«Va bene, va bene, ma si alzi.» mi esorta imbarazzato, rientrando in negozio per uscire poco dopo con quanto richiesto all'interno di un sacchettino rigorosamente biodegradibile, cioè che non dura na mazza.
«Grazie! Quanto le devo?» domando balzano in piedi e prendendo la busta. 
Il sorriso dell'uomo si fa ambiguo mentre mi scruta da cima a fondo.
Disposta a tutto per Ale, ma fino a un certo punto, c'è, ok, che non voleva essere intervistato ed è probabile mi abbandoni a metà intervista, però...
«Veda di passare domani con una bella tazza di caffè.»
Sorrido, tirando un sospiro di sollievo. Saluto con un cenno della mano e via di nuovo di corsa, fino al luogo dell'incontro.
Niente di eccezzionale, solo un parchetto ricco di scritte fatte con bombolette spray ovunque. Mi tengo sul sentiero cementato, delimitato da alberi e panchine, alternate dai cesti della spazzatura e mi meravigliai di vedere che è esattamente come l'ha definito Ale.

Con i cestini del rusco stracarichi di schifezze, a detta sua, non passano mai a svuotare e si vede, da alcuni bidoni la schifezza regna ai suoi piedi e il lezzo di cose di origine sconosciute, che preferisco non sapere, mi fa storgere il naso ed affrettare il passo per allontanarmi da lì. Mi porto al viso il cartone con le pizze fumanti, aspirando avida quel delizioso profumino.
Alzo gli occhi, guardando ogni panchina alla ricerca del mio intervistato, giro su me stessa, sbircio nell'oscurità che avanza sempre più, i lampioni si accendono, dando il via alla nascita di ombre sospette...
Nel parco nessun suono osa rompere il silenzio, ad eccezione dei miei passi e ben presto sento un tintinnio di vetri. Punto gli occhi davanti a me, vedo arrivare l'alta figura di un giovane dalla parte opposta, stringo gli occhi, ma malgrado la luce dei lampioni non vedo il viso del ragazzo. Di lui, riesco solo a riconoscere la chioma bionda.
Sono sola, con della pizza, in un parchetto... Anamo bene. Speriamo sia lui, fortuna esco sempre con un taglia carte che sembra una penna, ma se divisa in due, si rivela un piccolo stiletto.
Alzo il mento, mostrandomi sicura di me, avanzando tranquilla finché non mi fermo a cinque passi dal giovane che mi imita.
Ci scrutiamo a vicenda, gli occhi socchiusi, apparendo falsamente minacciosi.
«Marlboro gold. Però tabacco, con cartina e filtro, che se rollano?» mi domanda con voce seria, tipo film giallo di serie B.
Se qualcuno ci vedesse potrebbe scambiarlo per uno scambio da gangster o se vi piace il vecchio west, l'incontro di due cowboy, intenti a scambiarsi occhiate minacciose o frasi intimidatorie prima di dare inizio a una sparatoria.
«See.» rispondo in egual tono, alzando la borsina. Indico con un cenno del capo il sacchetto che tiene nella mano sinistra. «Birra tennent's?»

«Se.» a sua volta mi indica il cartone di pizza con un cenno del capo. «Pizza al tajo?»
«Se... Gamberetti e maionese, funghi e salsiccia e con le patate... Na margherita. Ancora calde.»

Ci scrutiamo ancora ad occhi socchiusi per poi scoppiare a ridere.
«Come sei fulminea ahahha.» mi loda sedendosi sulla panchina, imitato poco dopo da me, che poso il cartone delle pizze tra noi due.
«Ci ho messo un'ora per convincerti a sottoporti ad un'intervista, non potevo rischiare che cambiassi idea.» gli consegno le sigarette e subito inizia a prepararsene una, ma solo dopo avermi stappato una bottiglia di birra e avermela passata. «Bene incominciamo con qualcosa di shalla proprio. Come hai scoperto Wattpad?» e in lontananza lo scoppio di un motore segna l'inizio di questa intervista.

«Allora, diciamo che ho cercato proprio su internet un posto dove potessi pubblicare qualcosa che avevo scritto, perché erano anni che avevo smesso e volevo riprendere cercando anche pareri esterni.» risponde prontamente accendendosi la sigaretta, e mentre un rivolo di fumo si alza pigramente dalla stecca, io ne approfitto per agguantare un pezzo di pizza.

«Interessante! Quindi scrivevi già!» pizza romana, rigorosamente bassa... Dream mi ucciderà.

«Si ho sempre scritto. Cioè in realtà all inizio non mi piaceva scrivere o leggere, infatti leggevo male ma male male ahahah poi ho iniziato a disegnare, che ero piccolo, da lì a mettere prima gli anni in piccolo dei protagonisti dei "fumetti", poi i dialoghi, infine le descrizioni fino a quando a 8 anni circa ho scritto il primo "libro" chiamiamolo così, su dragon ball perché volevo costruire una storia tutta mia.»

Ok, Lety vacci piano con le domande, non spaventarlo, o ci scappa... «Wow... Disegni anche! Che fumetti?»

«No beh non ci allarghiamo ahahaha.» distoglie lo sguardo facendo il modesto. «Facevo pupazzi, super eroi, sayan inventati da me. Adesso, quando mi prende, faccio qualche disegno, ma non ho mai veramente imparato.»

«Dragon Ball é un bel cartone ma troppa sospans.» borbotto ricordando che si passava anche un mese con l'ansia di sapere come finiva uno scontro.

«Dragon ball è bellissimo, e anzi se non fosse stato perché Majin bu stava facendo il... Culo? A goku e compagnia, forse non avrei avuto l'esigenza di mettermi a cercare un finale diverso. Quindi gli devo molto ahhaha.» terminata la sigaretta passa anche lui all'assalto della pizza, osservandola con occhio critico per assicurarsi che sia esattamente come ordinata. Uomo di mala fede!

«Ok, quindi dragon Ball e poi Crow?» proseguo con l'intervista bevendo soprapensiero dalla mia bottiglia, per stringere le labbra come se invece di birra avessi bevuto del limone. La birra non fa per me.

«No, una cifra di altre storie mai concluse. Crow è stato un libro che avevo scritto per rilassarmi ma poi avevo lasciato lì a morire.» mi rivela con nonchalance, ignaro del colpo al cuore che mi ha causato con quella rivelazione, continua a mangiare tranquillo. Il silenzio del parco rotto solo, dal rumore del macchine e da qualche scoppio di fuoco d'artifico, finché non scoppio facendolo sobbalzare e quasi gli andò di traverso un boccone.

«Nooooo. Cosa mi dici maiiiiiiiii!?» grido perforandogli i timpani, visto che strabuzza gli occhi massaggiandosi l'orecchio destro, quello rivolto verso di me.

«Eh si avevo scritto i primi 15 capitoli a 16 anni, poi però boh amicizie e altre robe che non andavano a braccetto con le mie passioni, mi avevano fatto mollare ahahah.»

«E perché hai deciso di riprendere? E soprattutto di pubblicare su una piattaforma! Mi hai detto di essere timido.» fortuna Lety dovevi andarci piano...

«Perché wattpad mi ha spronato. Nel senso, non pensavo che davvero qualcuno mi filasse. Avevo paura delle critiche, o di scrivere cose che non andavano. Ma poi ho detto: fanculo ci provo, ho visto che da subito aveva preso (tipo il prologo 40 e passa letture in due o tre giorni) e ho trovato finalmente gente con le mie stesse passioni.
In vita mia, tra chi frequento e frequentavo, non ce n era uno che amasse leggere o scrivere, non so se mi spiego ahahah.»

«Eh la Madonna...» mi tappo la bocca con le mani dopo essermi lasciata scappare quell'esclamzione di stupore, ricordando che quando pubblicai la mia prima storia passarono settimane prima che qualcuno la considerasse. «Complimenti, comunque merita un sacco!» mi schiarisco la voce riprendendomi dalla mia scivolata, anche se Ale sembra più preoccupato per la pizza che sta finendo. «Idem... In famiglia si chiedono da chi abbia preso.»

«Eh, pure quello ahahaha quindi diciamo che qua c'ho avuto un inaspettato appoggio. Per carità non sono un finto modesto, sapevo che non ero una scarpa a scrivere. Ma una cosa è scrivere, l'altra è avere, diciamo, la conferma che qualcosa riesco a comunicare che è l'unica cosa che mi interessa. Per me un libro deve rimanere nel cuore, deve far provare emozioni nel bene o nel male altrimenti non vale la pena di essere letto, parere mio.»

Mi guardo attorno cercando Ale, perché non sembra affatto il ragazzo che ho di fianco, ma, è proprio lui! «Pure poeta.» borbotto incantata per ripligliarmi con uno schiaffo mentale. «Parlami di Crow, ok, l'hai iniziato anni fa e poi mollato, ma com'è nato?» domando sistemandomi meglio e mettendomi tutta orecchie.

«Allora a quel tempo lessi un libro che vinse il premio Emilio Salgari 2012, si chiama il mercante di libri maledetti.» inizia a raccontare prendendo la birra dal sacchetto.

«Mmm interessante già dal nome, ma ora mi interessa il tuo.» giusto per evitare che svincoli via dal discorso.

«E non mi chiedere come o perché mi è venuta voglia di confrontarmi con un medievale, dato che amo la storia, e di riprendere il suo modo di dare spazio ad ogni personaggio capitolo per capitolo. Trovare un modo, come aveva fatto lui, di fare una narrazione esterna che esamina ogni personaggio dal punto di vista di ognuno.»

«È il modo che preferisco.» approvo con gli occhi a cuore.

«Io sui personaggi son fissato.» e lo dice come ad evitare qualsiasi tipo di obbiezione. «Amo la coerenza più di qualsiasi altra cosa, quindi sviscero i personaggi, li faccio andare da soli in un certo senso.»

«I miei fanno tutto da soli e mi fanno pure casini...» borbotto bevando un altro sorso di birra, dimenticando che non mi piace e con una smorfia mando giù, non mi piace l'idea di sputare il tutto, è poco professionale.

«Tant è che se tizio io dal punto di vista di tizio lo descrivo in un modo, non è detto che Caio lo descriva allo stesso modo perché magari a Caio i particolari di tizio non piacciono e allora cerco di portare il lettore a vedere Tizio dagli occhi di Caio. Non so se me so spiegato ahahhah. È un intreccio de tizi e cai.»

Annuisco con la tipica espressione del: "Non c'ho capito na mazza.", mentre cerco di tradurre le sue parole, mi ripeto il discorso e più lo riascolto e meno ci capisco. Intanto Ale mi osserva in attesa di riposta.
«See... Manca Sanpetronio.» Genialata Lety... Una cazzata meno cazzata no?

Comprendendo che non ho capito nulla, Ale mi sorride con condiscendenza. «Infatti, ti faccio un esempio. Più concreto.»

«Forse è meglio.» approvo giungendo le mani come in preghiera. «Chiedo venia.»

«Alexander, uno dei protagonisti di Crow, un barbaro che agisce secondo i comandamenti della sua tribù, se tu dovessi leggerlo dal punto di vista di Fria, sua sorella che lo ritiene un'idiota, lo percepisci come un'idiota.
Anche se magari Alexander facendo la stessa cosa dal suo punto di vista, ti può sembrare il peggio genio.»

«Aaaaah capito!» esclamo battendo le mani per aver finalmente compreso il discorso. «Stavolta per davvero.» garantisco, facendomi un attimo seria.

«Per me non esiste bello o brutto. Ma solo come i personaggi percepiscono le cose.» continua come se non avessi fiatato.

«Giusto, come poi nella vita reale.» commento spostando il cartone di pizza ormai vuoto e se l'è mangiata tutta lui!

«Esatto!» conferma con enfasi facendomi sobbalzare, girandosi verso di me posando un braccio sulla seduta della panchina. «E dato che punto alla coerenza... Capisci da te che fa parte di quello. Perché pure se è un libro fantasy, è fantasy solo nell ambientazione.» continua tutto infervorato, da non apparire lo stesso ragazzo che dichiarava che mai e poi mai avrebbe fatto un'intervista! «Ma le azioni, le reazioni, i pensieri: sono reali. Di una persona che, in quel tempo, si trova a vivere in quel modo. Io non scriverei mai che un personaggio di Crow che vive in epoca simil medievale ed è una popolana è bella, curata e pimpante! Ma sarà sfatta, sciatta e je puzzeranno pure i piedi ahahhah.»

«Infatti l'hai scritto...» confermo ridacchiando, ricordando la descrizione di Nina.

«Si appunto AHAHAHA»

«Visto che mi stai parlando dei personaggi, vuoi raccontarmi di cosa parla la storia?»

«In un'epoca che potremmo paragonare all Alto medioevo, in cui ci sono regni piccoli e grandi, credenze mistiche e tribù nomadi in continuo conflitto, Una ladra, di nome Nina, scampata al massacro del suo villaggio per mano dei Crow una nota e inarrestabile tribù barbara, si ritroverà in un viaggio inaspettato con un uomo, Senzavolto, che uccide per ricompensa e che è alla ricerca di una sua vendetta personale. Il destino, che su CROW non è solo un modo di dire ma una vera e propria "presenza" farà intrecciare la vita di Nina e quella di senzavolto con la tribù dei barbari, con Alexander il figlio del capotribù, Fria e tanti altri personaggi. Ognuno di loro si troverà costantemente a dover lottare per sopravvivere. E la sopravvivenza su Crow non è solo l arrivare al giorno dopo, l affrontare intrighi a corte, fame, freddo e decisioni importanti, ma anche la ricerca della propria libertà : di donna, di uomo, di figlio o figlia. E non tutti sopravvivranno in un qualcosa che, si scoprirà nel libro, essere già deciso da una entità, sotto forma di Corvo che muove silenziosamente i fili dei loro destini.» fa una pausa effetto, dove appare persino serio, fortunatamente inizia a ridere, tornando in sé. «In soldoni, se dico di più spoilero perché è tutto un concatenarsi di eventi.»

Scuoto la testa e le mani. «Evitiamo assolutamente gli spoiler!» conosco alcuni che sarebbero pronti ad uccidermi se sapessero che permetto spoiler. «Mitico Ale! Dimmi, finito questo, hai intenzione di scrivere altre storie?» domando facendomi sempre più curiosa.

«Beh questo prima che lo finisco, avoja a te. Sto quasi alla fine della prima parte... Ahahahaha comunque certamente, ce ne ho una cifra in cantiere. Ma dato che mi conosco e se inizio qualcosa e me faccio pià a bene, poi mollo il resto, prima finisco questo, poi faró altro ahahahah.»

«Non hai mai pensato di dividerlo in più volumi?»

Si fa pensieroso, valutando la mia proposta, «Si lo divido in tre o due, dipende quello che decido ma non so se creare più libri o lasciarlo sullo stesso filo con una interruzione nel mezzo.»

«Mmm non saprei, io per la mia prima storia ho preferito proprio dare uno stacco, anche per comodità nello scrivere. Stacco cioè due volumi.» preciso.

Si massaggia il mento con fare pensieroso, valutando l'idea, per storcere poi il naso, non completamente convinto. «Ci devo pensare, prima devo pensà a finì questa prima parte, tanto tipo 4 capitoli con gran finale di "stagione" come lo chiamo io, e poi ce penso ahahah.»

Udendo quelle parole mi illumino. «Me piace sta cosa del gran finale!!» non vedo l'ora di leggerlo!!

«Non so se buttarmi comunque su una sottospecie di urban fantasy, o un esoterico, o un futuristico boh ce ne ho mille ahahah.»

Assumo subito un'espressione anonima, come se i generi da lui menzionati non mi interessino. «Guarda così senza motivo...» inizio facendo una pasua, come se vagliassi delle ipotesi. «Ti dico urban fantasy.... proprio senza motivo!» ripeto alzando le mani con fare innocente.

Facendo schifo come bugiarda, Ale si mette a ridere ma visto che gli ho portato la pizza, accetta la mia scelta. «Venduta!»

«Bene bene! Oraaaa.» un sorriso birichino mi distende le labbra, perché ora arriva la parte più bella dell'intervista, ovvero conoscere l'autore!

«Oraaaa.» mi fa il verso Ale, iniziando a guardarsi intorno come alla ricerca di una via di fuga.

«Vorrei conoscere teeee, chi si nasconde dietro il Nick. Parlami un po' di te, chi sei, cosa fai, cosa ti piace fare (oltre leggere e scrivere).» incomincio con qualcosa di soft.

«Allora.» si ferma un attimo a pensarci e io non oso fiatare per paura che scappi per davvero. «C'ho 22 anni, faccio il rivenditore di materiale idraulico... Eeeee mi piace giocare a pallavolo, alla play ahahaha eeeeee.» si blocca alla ricerca di altre cosa da dire su di sé . «Non so che altro dire AHAHAHHA. Mi piace, la storia, il diritto, la giurisprudenza in generale.»

«Ma sei più piciolo di me!!» certo che io a dar l'età faccio schifo, sarà perché io sembro più piccola dei miei anni. «Non lo avrei detto! Ma sulla play ci avrei scommesso.» chissà perché i maschi hanno questa passione per la play, Xbox o qualsiasi altra cosa simile.

«Assolutamente.» mi conferma con sommi cenni del capo.

«Come mai questo interesse per quei "mattoni "... Se ti cade un tomo sul piede finisci al pronto soccorso.»

«Mi piace la legge.» risponde subito con un'espressione che ricorda la faccina degli emoticon con gli occhiali (😎). «Sogno della vita a parte scrivere, è carabiniere o poliziotto, ndo cojo cojo.»

«E come mai se è il tuo sogno, fai il rivenditore?» come te cara, volevi far la pasticcera eppure stai in campagna.

«Eeeeh bella mia. Tanti cazzi AHAHAHAH.»

«Tradotti?» domando un po' impacciata, non comprendendo la metafora.

«Na trafila coi concorsi.» mi spiega terminando di bere la birra.

«Aah... La burocrazia.» annuisco comprensiva.

«In realtà mi ci dovrei mette proprio però magari, boh col tempo, faccio prima a diventare scrittore.»

«Sei giovane!!» lo rimbecco. «Hai tempo!»

«Perché te sei vecchia?» mi domanda con le soppracciglia innarcate, squadrandomi dalla testa ai piedi.

Emetto un sospiro pesante. «Di brutto.» scuoto la testa mentre Ale si mette a ridere davanti alla mia espressione grave.

«Ma vaaa.»

«Fisico soprattutto, la campagna le bela ma te distrugge. E i clienti danno il colpo di grazia a livello mentale.» mimo con la mano un colpo a collo tipo ghigliottina.

«Te capisco, fidate.»

«Poi ho iniziato a lavorare a 8 anni... Il punto vendita era "le vacanze estive".» emh, scusa cara, sei te l'intervistata?
«Ma non siamo qui a parlare di me non sviare l'argomento!!!» lo minacciò puntandogli addosso il dito.

«'naggia c'ho provato. Primo me ero fatto tutto serio AHAHAHAH.»

«Allora prendi un'altra birra va.» gli consiglio chinandomi a prendere un'altra bottiglia per poi passargliela.

«Così andamo de sfondoni proprio ahahhahah.» ma non rifiuta la bevanda.

«Non te preoccupare che guido io.» lo rassicuro con l'espressione meno sicura che potevo dare... «FIDATI DI ME.»

«Te lo devo dì che fine ha fatto "fidati"?» mi domanda trattenendo un'altra risata.

«No ma poi racconti... Allor, prima mi hai detto di non essere stato sempre amante della lettura, cosa ti ha fatto avvicinare ai libri?» domando cercando di racimolare quel poco di professionalità che mi è rimasta.

«Una cazzata proprio, la maestra nell'estate della prima elementare, disse ai miei che ero una scarpa. Sai proprio quello che c'ha talento ma non se applica? Ecco io manco il talento c'avevo AHAHAHH. Insomma da a mi padre il compito di famme legge. E mi padre me compra: L'ERA GEOTERMICA DEL NUOVO MONDO. Du cojoni che manco te immagini. Quindi proprio la lettura SCHIFO.»

«Nooo povero cucciolo!» certo che le maestre così motivano proprio gli alunni a migliorare. «Dal titolo posso immaginare.» solo sentendo il titolo mi è quasi venuto da sbadigliare.

«Poi arriva mi nonna con un libro sulle avventure di due ragazzini, non ricordo che libro fosse. Lo leggo e mi piace.
E da lì m'è piaciuto leggere.»

«Grande nonna!!» esulto, sapendo chi ringraziare per aver buttato Ale nel mondo della letteratura.

«Ecco si, brava nonna. Doveva porre rimedio all idea de fa legge a un regazzino de 6 anni, quella roba AHAHAHH.»

In effetti... mo', che domanda devo fare? «Damme un attimo che son fori allenamento mi devo ricordare le domande.» possibile che mi vengano in mente quelle hot invece di quelle un po' più tranquille e normali? «Le hot con te le eviterei.» borbotto tra me e me. Sentendo le mie parole Ale sgrana gli occhi incredulo per poi scoppiare a ridere da farmi temere che a breve ci lasci le penne.

«Ma perché, che cazzo de domande ve fate AHAHHAH.»

Sospiro alzando gli occhi al cielo stellato. «Non hai idea guarda. Lascia perdere, ha dato il via la mia collega Eileen.» e quando l'ha posta a me c'è rimasta malisso per la risposta! Mi copro le mani col viso, scuotendo il capo, al ricordo di come ci è rimasta male.

«Considerando che sei te ad intervistare. C'ho idea, c'ho idea.»

Alzo la testa, osservandolo confusa, non capendo cosa voglia dire... «Che vol dì?»

«Nel senso che da come te conosco. Non mi sorprenderei delle domande che te potresti fare.»
A tale risposta quasi mi casca la mascella dallo stupore... «Mazza sono proprio cambiata! Fiera di me.» mi do da sola una pacca sulla spalla, ignornado l'occhiata confusa del mio intervistato. «Ma se vuoi te la pongo, solo che la devo modificare, visto che sei etero... Spero (altrimenti figura di beep).»

«Eterissimo.» mi assicura per poi declinare l'offerta. «No no tranquilla se voi evitiamo AHAHAHA»

Mi volto dall'altra parte per non far vedere il sospiro di sollievo, dubito che sarei riuscita a porgli una domanda hot. «Ok ok mi son ricordata!! Ed è pure la mia preferita!» grazie mente mia che ogni tanto decidi di funzionare! «Se potessi viaggiare nel tempo dove vorresti andare e perché?»

«Mmmh.» si lascia andare contro lo schienale riflettendo sulla risposta da darmi. «1300, mi piacerebbe vedere davvero come vivevano al tempo. Senza le robe di ora. E pure se ce stava la peste, fa niente.»

«Tanto per come siamo messi torna pure quella...» borbotto per poi battere le mani. «Ora, rubo una domanda alla mia collega, sperando non mi uccida.
Raccontami un tuo momento di estremo imbarazzo e uno di intensa gioia. Shalla che è quasi finita la tortura.» lo rassicuro vedendolo sbarrare gli occhi nel udire la domanda.

«Mmmmmmmmmmmh.»
Inclino la testa, allungandomi verso di lui per vedere se si è rotto, magari ha un pulsante, per bloccare la fase "mmm"

«Estremo imbarazzo... Eh di figure di merda ce ne so così tante...» sospira massaggiandosi il mento, andando a ritroso con la mente, alla ricerca di un episodio che si avvicina a quanto richiesto.

Mandando a farsi benedire la professionalità, inizio a ridere.  «Se vuoi raccontare prego, non ho impegni al momento.»

«E di intensa gioia...» continua pensieroso. «Ma lo sai che non me ne vie una!?» mi guarda scioccato e incredulo. «Pure di gioia.» si azzittisce nuovamente, tentando ancora di pescare nella massa di ricordi un evento di intensa felicità. «Niente so asettico.» e invece di rattristarsi scoppia a ridere.
La sua risata è contagiosa e scuoto la testa per recuperare il controllo, facendomi aria con una mano, sentendo le guance in fiamme. «Panico da palco scenico in sto caso da parco.» dovrei pensare prima di parlare ogni tanto.

«Che battutona AHAHAHA» si piega in due tenendosi la pancia.

«De beep.»

«No comunque niente, non ho idea su questo.» rinuncia cercando di respirare. «Le grosse emozioni non sono il mio forte ahahah.»

«Mi sa che sono un po' brilla, oppure è la buona compagnia.» osservo la bottiglia che tengo ancora in mano, ne ho bevenuto solo due sorsi, ok, che non reggo l'alcol ma non faccio così schifo, comunque la metto da parte.

«La compagnia, la compagnia.» mi assicura Ale con un sorriso irriverente.

«Perfetto.» almeno significa che non sono messa così male con l'alcol.

«Lo so grazie.» e di nuovo quella faccia da emoticon con gli occhiali, tutto soddisfatto di sé, di certo la modestia non gli manca.

«Ahahah Va bene! Sorvoliamo prima di perdere la professionalità.» se mai lo avuta. «Dimmi cinque cose che ami e cinque che odi! Dai questa è facile.»

«Mmmmmmmmmh.»

Oh, no, di nuovo, sarà grave?

«Cazzo. Cinque cose che amo senza andare sul volgare, daje.» si sprona da solo. Mi tappo la bocca con la mano cercando di evitare ulteriori risate. «Allora.»

«Eh no, non mi dare buca pure qua. Al massimo mettiamo il divieto per minori.» concedo pur di non avere un'altra domanda senza risposta.

«Amo: "la mia fidanzata" (citazione necessaria e obbligatoria), gli spazi aperti, la tranquillità, le stelle, se dico I libri so scontato da fa schifo, le storie, la musica.»

Non resisto e mi scappano le risate come se fossi un motore a scoppio.  «Madò mi sta per venire una paralisi facciale.» massaggio le guance indolenzite.

«Odio: i rompicojoni e... Questo vale per quattro.»

«Oddio non respiro.» riesco a dire mentre le risate mi fanno accasciare sulla panchina.

«E cinque.... Eee.... Mmmh... Le pubblicità su youtube. Porca troia. Quelle so proprio da gabbio.» per la prima volta in tutta l'intervista lo vedo con un'espressione arrabbiata.

«E quelle tra i capitoli di Wattpad?» domando facendo ampi respiri per incanalare aria, rimettendomi a sedere.

«Da morì.» quasi gli si può vedere i fumanini uscire dal naso, tipo drago incazzato. «Anche perché me dice abbassa il volume. Ma non faccio in tempo! E me stura le orecchie con i giochetti del cavolo che me se autoscaricano.»

«E poi non finisce mai, magari eri pure in un punto interessante.» e la pubblicità ti fa perdere tutta la magia della storia, ricordandoti che sei nel mondo reale e non in quello che stavi leggendo.

«Eh capito, c'ho provato a leva internet.» sospira sconfitto da quel mostro chiamato "pubblicità".

Scuoto la testa, già provato. «Non funziona, già fatto.» ti devi rassegnare. «Devi aspettare la X.»

«Eh ma manco quella se vole fa clicca bene. Sta tutta imboscata.»

Vero pure questo. «In quel caso mi tocca uscire.» e che due, esci del tutto, ritorna sull'app, vai alla storia, cerca il capitolo.

«Come le x sugli streaming. Che te aprono duecento porno.»

Io per questa cosa sono indignata! «Ma poi... Pensano solo ai ragazzi, c'è, fan vedere solo delle donne, mai un fustaccio!» mi lamento per poi salvarmi in estremis. «Senza offesa per i presenti.»

«Voi donne non vedete i porno, lo dite voi.» le sue labbra si stirano nuovamente in un sorriso irriverente come l'emoticon che usa sempre. (😏)

Alzo le mani con fare innocente. «In vita mia, mai visti, ho sempre preferito i libri.» vero, mai guardato porno, ma letto libro con qualche scena hot, beh, sì.

«Porno.» aggiunge Ale alla mia frase, con la tipica espressione di uno che la sa lunga.

«Più o meno, romanzi rosa.» quando mai in un romanzo rosa non c'è una scena hot?

«Ah porno camuffati.»

«Harmony, sottocategoria Paranormale, con demoni Bellocci.» ecco, così non ci sono fraintendimenti, io non guardo porno! «Ma va beh, stiamo uscendo di nuovo dal seminario!» ricordo per uscire fuori da quella situazione imbarazzante. «Colpa tua.»

E nuovamente mi guarda con quella faccia irriverente, ritrovandomi a ridere nuovamente come un'idiota. «Te me fai morì. Mo' me sono pure scordata la domanda.»

«Pensa un po'. So un grande.» alza il pugno destro al cielo stellato, con fare vittorioso. «I giornalisti li farei rincoglionire.»

Per come sono ridotta io... «Sì confermo. Allora basta! Torniamo Seri!.... Ahaha manco ci credo io.»

«Aoh però vedi brava brava, m'hai fatto rilassà. Mortamboli che brava AHAHAH.» mi applaudisce, colpito del miracolo che sono riuscita ad ottenere.

Non so cosa sia mortaboli ma la sua espressione meravigliata mi fa nuovamente ridere, va a finire che devo andare a cercare un bagno... «È la birra. Comunque glasie.» ringrazio facendo il gesto di lanciargli un bacio e lui nuovamente mi fa quella faccia! Facendomi perdere tutta la concentrazione. «E smettila con sta faccia ahahah. Mi deconcentri.» gli do un leggero scapelloto sulla spalla, molto simile a una carezza di un gatto.

«È la mia preferita.» si stringe nelle spalle come se quella poteva essere una valida giustificazione.

«Ho notato.» impossibile non notarlo. «Un tuo libro preferito!» salto su prima che possa dire o fare qualcosa che mi distragga nuovamente. «Cioè, hai un libro preferito?» ripeto con più calma, cercando di ridarmi un tono professionale anche se credo di averla perduta oppure mai ritrovata.

«10 piccoli indiani di agatella.» risponde subito lasciandomi un attimo perplessa, anche perché invece di udire "agatella" ho capito gazzella, solo ripetendomi le sue parole nella mente, noto di essere fuori dai coppi e mi spalmo la mano sul viso, scuotendo sconsolata il capo, mentre un altro moto di risate mi scuote, ma stavolta, rido di me stessa.

«Me sto a morì, giuro, mai avuto un'intervista dove sembro ubriaca.»

«Ripeto non è la birra, so io che te mbriaco de cazzate.» mi fa notare con calma e assoluta tranquillità, generando ancora più risate, costringendomi a farmi aria con la mano alla disperata ricerca di ossigeno.

«Inizio a sospettarlo.» borbotto o meglio rantolo. «Hai un sogno nel cassetto oltre al poliziotto? Però non te ce vedo a fare il serio in divisa.»

«Ma sarei cazzone uguale.» mi tranquillizza subito, come se fosse una cosa scontata.

«Pure armato.» rifletto tra una risata e l'altra, credo di non aver mai riso così tanto in vita mia.

«Eccallà ahahaha.» si fa un attimo serio e questo mi fa preoccupare, riuscendo così a calmarmi. «Mmmh sogno nel cassetto. Paro scontato da morì. Però essere ricordato.» borbotta volgendo gli occhi verso la strada dove un motore di un auto sportiva sgasa prima di partire a velocità. «Cioè positivamente, sai tipo tra duecento anni, esiste da qualche parte. Questo è un vero sogno.»

«Io sicuro ti ricorderò positivamente!» gli garantisco, accompagnando le mie parole con ampi cenni del capo.

«Te credo so du ore che te sto a rincojonì!»

Sminuisco il fatto con un pigro movimento della mano, come se scacciasi via una mosca molesta. «Tra duecento anni non garantisco perché forse schiatto prima.» mi correggo con aria pensierosa. «Anche se son più grande di due anni.»

«Aaaah!» grida puntandomi l'indice contro. «Me l'hai detto eh. Volevi fa la preziosa.»

Sbatto le palpebre in rapida successione, assumendo l'espressione più innocente e confusa al tempo stesso che ho in repertorio. «Io? Mai!»

«Dai 24, stai apposto.» mi rassicura tornando a rilassarsi contro lo schienale della panchina.

«Se ho detto che son vecchia!» gli ricordo per fargli notare che non ho fatto la "preziosa". «23...per ancora tre giorni.» ci tengo a precisare, eh, insomma, lasciatemi giovane per ancora tre giorni.
Ale scuote la testa ridacchiando alla mia precisazione. «Aaaah. Non te faccio l auguri che porta sfiga.»

«Ecco bravo!» doppiamente bravo, mi ha dato l'idea per un'altra domanda. «Quindi sei superstizioso?»

Si stringe nelle spalle. «Boh a fasi alterne. Quando me devo porta fortuna ce credo, quando me portano sfiga non ce credo.»

Mmmm. «Tipo gatto nero che passa davanti?» domando per capire il grado di superstizione.

«Naah belli i gatti.»

«Ottimo.» non è di quei pazzi che investono i gatti per paura che attraversino la strada. «Ok, direi ultima domanda! Poi sei libero... Nah facciamo penultima, ciò preso gusto.»

«Vai, tanto mi faccio un'altra sigaretta.» mi concede ritornando a prendere fuori tutto il materiale per comporsi la sigaretta. A proposito mi devo ricordare che domattina devo portare un caffè...

«Vacci piano con quelle... Ho visto i loro effetti...» borbotto facendo una smorfia mentre i ricordi si affollano nella mia mente e stringendomi il cuore in una morsa.

«Tabacco 100 per 100.» mi rassicura. «So bravo io.»

«Ottimo allora, ne vuoi una pianta?» gli chiedo avendo delle piante di tabacco in fiore, coltivate per hobby sia chiaro! «Ho la semente.» dopo il fiore c'è la semente e dal seme viene la pianta... Insomma, come la vecchia canzoncina che si canticchiava da bambini.

«No non c'ho pollice.» mi sventola il pollice sotto il naso, forse per mostrarmi che non è verde. Mi guardo le mani, sono rovinate dal lavoro, ma manco le mie sono verdi. «Già c'ho un giardino che pe curallo me piano gli scompensi.»

Io quello lo lascio fare agli altri... «Comunque! Il tuo più grande peccato di gola (inteso cibo).» tengo a precisare, specialmente dopo che l'hanno fraintesa.

«Si immaginavo. Con me su sta cosa non devi specifica AHAHAHHA.» mi rassicura finendo di chiudere la sigaretta e pescando l'accendino dalla tasca dei jeans.

«É stata fraintesa una volta.» che imbarazzo quel giorno. «Sei di buona forchetta allora.» deduco dalle sue parole.

«Si ma se la fraintendo io c'è da preoccupasse.» ridacchia, rischiando di far cadere la sigaretta dalle labbra. «Comunque carne alla brace.» risponde dopo essere riuscito ad accenderla. «Il re della griglia.» precisa facendomi l'occhiolino. «Il BBQ è mio.»

Parlando di carne cotta mi viene subito in mente un personaggio che entrambi conosciamo. «Se lo sa Slurtzo ci uccide.» nascondo il viso tra le mani ridendo di nuovo, più che nascondere è per evitare una paralisi!

Anche Ale al pensiero si mette a ridere per poi assumere un'aria di superiorità. «Nessuno getta il sale come lo getto io.»

«Ahahaha a pioggia?»

«Così.» prende il cellulare andando sull'app Telegram per cercare lo Stickers che lo rappresenta al barbeque.

«Proprio così... Pure gli occhiali?» domando cercando di immaginare la scena.

«E mantello da spartano obbligatorio.» mi fa presente ripuntandomi il dito contro, prima di rimettere via il cellulare.

«E lancia per girare la fiorentina.» ipotizzo con un mezzo sorriso.

«Le salsicce, du costolette... Mo la "fiorentina".» rotea la mano per aria, guardandomi di traverso. «Te stai ad allargà.» mi fa notare ridacchaindo.
Seguito poco dopo da me che rischio pure di cadere dalla panchina. «Oh cielo, sto a piangere tra poco. Ok ultima domanda, preparati.» lo avviso passando il dorso della mano sotto gli occhi.

«Vada vada.» mi esorta completamente a suo agio. «Non cincischi.»

«Visto che ho faticato per intervistarti, che avevi timore e dicevi che mai avresti fatto un'intervista.... Com'è andata questa?»

«Mo bene. Domani già me pento.»

«E la torturatrice... Cioè l'intervistatrice, che voto le dai? E spiega la motivazione.» imito i vecchi problemi di scuola, ovviamente voleva essere scherzosa, invece Ale strapuzza gli occhi, pensando veramente a una risposta.

«Pure il voto voi? Ammazza...»
Domani avrò crampi da per tutto a forza di ridere.
«Dai scherzo. 10.»

«Eh la Madonna.» mi scappa presa in contropiede dalla risposta.

«Perché sei riuscita a convincere ME.» infatti dovrei baciarmi i gomiti per esserci riuscita. «E questa è la motivazione più grossa de tutte. E poi sei divertente. Brava brava brava!!»

«Grazie!» e dopo questa pioggia di commenti si è guadagnato la libertà. «Intervista finita.»

«Oooh.» ridacchia non so se per l'incredulità di essersi fatto intervistare o perché si sia divertito.

«Sei vivo, stai bene. Non è successo nulla di brutto.» gli faccio notare per fargli capire che le sue paure di essere intervistato non avevano senso. E che potrebbe benissimo farne altre.

«Sassi dai, io ti ringrazio nel senso che... Fidati per me è stata una cosa difficile. Magari non te pare. Ma fidati.»

«Posso immaginare.» sospiro, ricordando quando stavo messa persino peggio di lui. «Quando prima dicevo che son cambiata dicevo sul serio, io sono timida... Ero... Della serie che avevo paura a chiamare per ordinare una pizza.» già, non sto scherzando.

«Sei così spigliata invece.»

«Anni di duro lavoro e le interviste mi hanno aiutato.» e anche la mia collega Dream.

«Te ce vedo a falle serie. Quelle pagate dico.» spegne la sigaretta per terra, per poi lanciarla con un lancio perfetto nel bidone posto dall'altro lato della sentiero. «Pure la voce... Ce l'hai simpatica.»

Inclino la testa, guardandolo della serie "mi stai prendendo in giro". «L'ho strana.» mi faccio paura da sola quando ascolto i miei messaggi vocali.

«No.» ribatte con fermezza. «È simpatica.»

«Perché é strana.» ribatto ridacchiando.

«Quello che t'ho detto, no perché ispiri difucia e simpatia, a na voce strana non rispondi al citofono e pensi allo zinghero Difucia.»

«Ahahaha non sei amante del pericolo? Magari arriva un serial killer per una birra.» cerco di ironizzare, ma io e l'ironia siamo raramente compatibili.

Infatti Ale mi guarda a occhi spalancati come se mi fosse spuntata un'altra testa. «Ma che stai a giocà. Me cago sotto come pochi.»

«Ahahahah con te c'è da schiattare dalle risate.»

«Te sei annoiata? Seria! Tanto me poi di quello che te pare. Ho legato più con te in ste du ore che da quando stai sul gruppo ahahah.»

«Cheeeeee? Mai divertita tanto!!!»

«Dai mo lo dici perché so io.»

«Nah fidati, mi sono dovuta mordere la lingua in più occasioni per non ridere come una scema.» anche se poi la figura della scema l'ho fatta comunque. «Amo le interviste per questo! Si conosce di più una persona.» aggiungo pensando alla mia prossima vittima, mentre nel blu scuro della notte, anticipato da diversi scoppi, giochi di luce esplodono in aria creando diverse forme di colore, andando ad illuminare ad intermittenza il parchetto.

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