Sabato 9 Settembre 1939
Gwen quella mattina si alzò prestissimo. Sembrava quasi stesse affrontando con tranquillità il lutto di sua madre. Anche se però ancora ci stava pensando sul fatto che se fosse stata più tempestiva nel soccorrerla,l'avrebbe salvata sicuramente. Ma non si crucciava,poiché ormai quello che aveva fatto era stato fatto,doveva pensare al domani. Così, alle cinque del mattino si alzò e si vestì interamente di nero,poi spazzò sulle scale,spolverò nel soggiorno e lavò il pavimento. L'unico posto dove non mise piede quella mattina fu lo studietto,che ospitava la bara di sua madre. Fu il padre ad aprire la porta di quella camera per la prima volta,quella mattina. Poi preparò la colazione, cucinò uova e salsicce e servì il padre che lodò la sua cucina. Quando furono le nove, zia Margaret si presentò con Alfred al seguito. :<<Entra pure zia!>> disse Gwen quando aprì la porta, poi l'abbracciò e infine salutò Alfred. Zia Margaret salutò suo padre,poi entrò nello studietto e dopo essersi fatta il segno della croce incominciò a ripetere dieci avemaria e cinque paternoster. :<<Alfred,so che devi andare in centro, potresti passare dal Broadway? Ti do la tessera annonaria di zia Tamara,me la puoi far intestare a nome di Gwen?>> Alfred rispose :<<Sì zio. Posso andarci. Ma se la dovessi intestare a Gwen ci vorrebbe la sua firma,quindi lei dovrebbe venire con me. >> Gwen chiese :<<Cugino,quanto ci vorrà?>> lui rispose :<<Saremo a casa per le dieci e mezza,credo.>> Gwen esclamò :<<Oh! E col notaio? Come facciamo?! Viene qui alle dieci.>> il padre osservò :<<Be',se farete solo mezz'ora di ritardo lo potrò trattenere io qui fino a quando non tornerete!>> Gwen sorrise e disse:<<Grazie,papà.>> Salì di corsa le scale,prese la borsa,poi indossò un cappotto nero e un cappellino nero con un fiocchetto grigio e riscese di corsa. Alfred la prese sottobraccio e salutato il padre uscirono di casa. Era una giornata nuvolosa. Salirono sulla Sedan de Luxe e Alfred mise in moto. Quella mattina c'era un po' di traffico,tuttavia era abbastanza scorrevole. Attraversarono St Gregorian Street e si inserirono nella Sidcup Hill,dopo averla percorsa, svoltarono prendendo Hatherley Road,poi fecero l'incrocio fra Station Road e Longlands Road. Il Foots Cray era un quartiere carino, anche se un po' povero e fatiscente, non molto diverso da St Gregorian Street, che si trovava fra il Kent e la Contea di Londra. Attraversarono il North Cray e si imboccarono nella vena principale che portava al centro di Londra. Lì trovarono un po' di traffico, ma ben presto l'attraversarono e raggiunsero il Bexleyheath. Arrivati a Broadway, nella via principale che ospitava la sede del borough, scesero dall'auto. Ma proprio in quel momento incominciò a piovere. Gwen vide gli abitanti di Broadway cercare riparo. Le signore ben vestite,con le gonne avvitate e le camicette a sbuffo e i capelli ad onda correvano per cercare riparo o sotto la tenda di un qualsiasi caffè o sotto qualche architrave delle piatte e ostili palazzine di mattoni rossi di epoca vittoriana,per non rovinarsi la messa in piega. Gli uomini correvano in mezzo alla strada stringendosi nei loro giacconi e nei loro cappotti marroni lunghi sino ai piedi,e riparandosi la testa col Times, in cerca di un riparo. I due cugini attraversarono di fretta la strada e si fermarono all'entrata della sede del Borough del Bexley. Un edificio in stile liberty, costruito sicuramente prima della Grande Guerra. Entrarono. C'era un atrio molto grande, dove c'era una marea di gente che si muoveva a destra e a manca. Ognuno impegnato in una cosa diversa. L'ambiente era ospitale,anche se molto confusionario. Alfred si rivolse a quella che sembrava una reception. :<<Siamo venuti qui per intestare una tessera annonaria>> disse alla ragazza che era impegnata a battere a macchina un documento. :<<Come prego?>> chiese lei, che non aveva sentito sia per la confusione che per il fatto che fosse concentrata a scrivere a macchina. :<<Siamo venuti qui per intestare una tessera annonaria!>> ripeté Alfred. :<<Bene. Allora si rivolga all'ufficio per l'Assistenza Sociale,secondo piano,prima porta a destra>> concluse la segretaria,indicando l'ascensore in fondo all'atrio. Alfred annuì e disse :<<Grazie e buona giornata!>> la segretaria,una signorina non più grande di Gwen fece un cenno col capo,facendo ondeggiare i bei capelli biondi che aveva pettinato ad onda. Gwen seguì Alfred e raggiunsero l'ascensore. Salirono al secondo piano. Lì trovarono un corridoio. :<<Ha detto prima porta a destra. Di qua!>> esclamò Alfred. Gwen lo seguì e disse :<<Almeno qui non c'è la confusione che c'è giù>>. Alfred sorrise. Gwen bussò alla porta. :<<Avanti>> disse una voce maschile. Gwen aprì la porta. Trovò un uomo basso e un po' in carne con la calvizie, gli occhi grigio perla e un fare allegrotto. :<<Buongiorno signorina. Posso aiutarla?>> anche Alfred entrò. Gwen disse :<<Sì. Buongiorno. Sono venuta qui per intestare una tessera annonaria>>, l'uomo annuì. Poi si alzò e chiuse la porta. :<<Ultimamente queste tessere si sono molto diffuse,soprattutto dopo il 3 Settembre scorso. Dunque,lei si chiama?>> ; :<<Gwen Marlon. E questa è stata la tessera di mia madre,che si è spenta circa due giorni fa>>. Prese la tessera dalla borsa e la porse all'omone. Lui prese in mano quella carta rosa e la lesse :<<E' intestata a nome di Tamara Hood,sua madre,giusto?>> Gwen annuì. :<<Condoglianze>> disse l'uomo con un sorriso franco,Gwen ricambiò il sorriso e abbassò la testa. :<<Dunque, con questa carta lei ha a disposizione diversi coupon,dal valore di diverse sterline,alcune le danno diritto a un chilo di farina, altri a mezzo chilo di zucchero o un chilo di pane,o seicento grammi di fagioli,quindi due barattoli,altri un litro di latte,o un barattolo da cinquecento grammi di crema in polvere per il porridge,e molti altri ancora 10 grammi di prosciutto,o 100 grammi di burro o 5 uova. Le verrà distribuito mensilmente, o ogni volta che verrà il camion dell'assistenza sociale nel suo quartiere, (che se questa carta non erra è St Gregorian Street) oppure ogni volta che si recherà dal droghiere più vicino a lei. L'importante è che esponga la carta e faccia ritagliare il coupon che le da diritto alla merce indicata.>> Gwen annuì. :<<Bene,allora, prendiamo un'altra tessera. Sua madre su questa carta risulta come casalinga. Nel suo nucleo familiare solo suo padre lavora?>> Prese un foglio rosa dal cassetto della sua scrivania. :<<Be', io in realtà lavoro come infermiera in un ospedale del Newham.>> l'omone disse :<<Ah,bene. Suo padre quanto guadagna?>>; :<<Quindici sterline al mese.>> ; :<<E lei?>> chiese l'uomo. :<<Io guadagno centocinquanta sterline al mese>> l'omone esclamò :<<Non sono certo poche per chiedere un'assistenza con la tessera annonaria>> Gwen,offesa,scattò stizzita:<<E lei? Come amministratore pubblico,quanto guadagna?>> l'omone la fissò interdetto. Lo guardò pentita,si era fatta prendere dalla rabbia. :<<Scusi>> aggiunse poi sommessamente. A quel punto s'intromise Alfred:<<Le ricordo che la carta annonaria distribuisce beni di consumo a tutti,a prescindere dallo Stato sociale. Lei che le rilascia dovrebbe saperlo!>>. L'omone rispose :<<Certo,certo.>> fece finta di nulla e si concentrò sul foglio rosa. Lo inserì nella macchina da scrivere e vi batté sopra il nominativo di Gwen e tutto il resto dei dati. Poi prese quella della madre e vi appose un timbro che invalidava quella carta. Prese un altro timbro e lo appose sulla carta annonaria di Gwen che aveva finito di compilare. In questo modo la rese valida e riconosciuta dallo Stato. Poi passò una penna a Gwen e le disse :<<Firmi qui,per cortesia>> Gwen prese la penna e firmò. :<<Bene>> disse l'omone che piegò il foglio rosa e lo donò a Gwen :<<Ecco la sua carta annonaria. Arrivederci! E condoglianze di nuovo!>> Gwen sorrise,prese la carta e strinse la mano all'uomo. Anche Alfred la strinse e i due uscirono dalla stanza. Gwen lesse : La richiesta di questa assistenza è motivata da : motivi economici e personali. Uscirono dalla sede del borough, aveva smesso di piovere ma l'asfalto era ancora bagnato. Salirono in macchina, ritornarono percorrendo la vena che avevano attraversato all'andata, sino a raggiungere la conurbazione di Dartford, poi presero l'altra strada che scendeva verso il North Downs, e infine presero un'arteria principale che li riportò nella Contea di Londra e raggiunsero St Gregorian Street. Arrivarono a casa verso le dieci e venticinque. Quando Gwen entrò trovò Rosetta che intratteneva il notaio in soggiorno. :<<Gwen! Grazie al cielo!!! Ecco,Mister Jordan,ecco Miss Marlon!>> esclamò Rosetta esasperata. Il notaio disse :<<Signorina,buongiorno!>>Gwen sorrise,poi disse :<<Rosetta,hai offerto qualcosa al notaio?>> Rosetta rimase sbigottita. :<<Oh,ho capito. Signor notaio,faccio un po' di tè e poi parliamo,come lo preferisce,al limone o al latte?>> ; :<<Al limone,grazie>> Gwen annuì e si diede da fare ai fornelli per preparare il tè. Dopo dieci minuti il notaio e Gwen si misero a tavola a discutere. Alfred e Rosetta si spostarono nello studietto. Il notaio prese dalla borsa dei documenti e disse :<<Bene,signorina Marlon, come può notare,questa è l'eredità di sua madre. Come previsto, ella ha già lasciato a lei la Casa nel Kensington and Chelsea, più una somma di sterline 850.000, mentre a suo fratello lascia questa casa e una somma di sterline 350.000. Rimane la questione della Tenuta di Newtownabbey e tutti i terreni che aveva nell'Irlanda del Nord. Ma ella pensò anche a questo, in caso della sua morte avrebbe lasciato la Tenuta a lei,con tutti i titoli di contessa eccetera, mentre i terreni sarebbero andati a suo fratello>> Gwen chiese :<<Quanto vale quella tenuta?>> il notaio rispose :<<Secondo alcune valutazioni, quella tenuta può valere circa 50 o 70 mila sterline>> Gwen disse :<<Non sono interessata a quella tenuta. Desidero venderla a 65.000 sterline. Può occuparsi lei della vendita all'asta?>> il notaio rispose :<<Io ho dei contatti alla Christie's, se vuole potremmo tenere all'asta lì la tenuta,e stabilire un prezzo fisso su cui mantenerci>> disse il notaio. :<<Di chi si tratta?>> chiese Gwen. Il notaio rispose :<<Be',il suo nome è Mr Richard Corner,lavora come banditore lì. Una persona affidabile. Posso andare da lui a informarmi e farle sapere>> Gwen annuì. .<<Ovviamente,le case d'asta hanno un rigido regolamento. In particolare la Christie's richiede un approvvigionamento al banditore,in base al prezzo del bene. Però questo si può stabilire al momento che verrà valutata la tenuta. Un'altra cosa volevo dirle,ecco,mi pareva doveroso sottolinearle che in questa faccenda sarò io a mediare e quindi ad impegnarmi seriamente,perciò riterrei opportuno che lei,se concorda,debba,come dire,riconoscere un sforzo di tale rilevanza,come quello che sto per commettere>> concluse con un sorriso beffardo. Gwen capì dove voleva arrivare e sospirò,poi disse :<<Il 15% del ricavo sarà suo>> il notaio arricciò il naso. Gwen disse :<<Va bene, il 20%! Solo il 20,e non di più!>> il notaio annuì e disse sorridendo :<<Non si preoccupi,miss Marlon,farò tutto io! Le farò sapere tra breve.>> Gwen disse :<<L'importante è che non tenti di fare il furbo con me,Mister Jordan!>>. L'uomo si indignò. :<<Perché mai dovrei frodarla? Ecco le chiavi della casa. E questa è la chiave di accesso alla cella del conto della Banca di Londra dov'è depositato il denaro.>> il notaio passò a Gwen un mazzo di chiavi e una chiave di ottone con su scritto un numero: 347b. :<<Bene,le farò sapere per l'asta. Arrivederci Miss Marlon e condoglianze!>>disse il notaio. Gwen l'accompagnò fino alla porta. Poi la richiuse e tirò un sospiro di sollievo. Salì sopra,prese il baule sotto il letto e lì depositò le chiavi e la sua carta annonaria. C'erano una quarantina di lettere del fratello. Questo era il vero problema. Come avrebbe detto a sua fratello che sua madre era morta? Per il momento non volle pensarci. Riscese. Entrò nello studietto. Vide Rosetta,zia Margaret e suo padre con Alfred continuare a recitare il rosario. :<<Ave Maria,gratia plena,dominus tecum, benedicta mulieribus et benedictus fructus ventris tui Iesus, santa Maria, mater dei,ora pro nobis peccatoribus, nunc et hora mortis nostrae. Amen>> essendo cattoliche,Rosetta e zia Margaret pregavano in latino,mentre il padre di Gwen e suo cugino Alfred pregavano in inglese,seguendo il rito anglicano. Gwen osservò la bara. Sua madre indossava il vestito migliore che aveva, lo conservava per il matrimonio di Edward. Aveva un'espressione serena, con le mani giunte e posate sul ventre. Gwen sentì qualche lacrima attraversarle gli zigomi. Aspettava con ansia il matrimonio di Edward,ed ora lei non l'avrebbe mai visto sposarsi. Bussarono alla porta. Gwen andò ad aprire. Era Claire. Gwen l'abbracciò. Entrò,aveva due buste di cartone in mano. :<<Mi sono permessa di fare la spesa. Ti ho preso un po' di tacchino e molte verdure. Se mi lasci cucinare,ti preparo un timballo di broccoli.>> disse Claire allegramente. Gwen sorrise. Posò le buste di cartone sul tavolo. :<<Non dovevi disturbarti,Claire. D'accordo,ti lascio fare il timballo. Ne parli così tanto che voglio assaggiarlo!!>> Claire rise e disse :<<Gwen!! Sei ritornata ad essere quella che eri. Io l'ho sempre saputo,tu sei così forte che hai superato di già questo lutto.>> a Gwen si spense il sorriso. Aveva ragione? Gwen non lo sapeva... anche se ogni volta che pensava a sua madre le veniva da piangere,perciò la ferita era ancora aperta,quindi non aveva superato del tutto il lutto. Gwen le indicò dov'erano le pentole e tutte le scodelle. Claire preparò il timballo, alle dodici meno dieci bussarono alla porta. Gwen andò ad aprire. Era Stephanie con sua madre Rebecca e il suo futuro marito Hugh. :<<Stephanie!!>> disse Gwen,l'abbracciò. Le due amiche piansero un po'. Poi Gwen abbracciò Rebecca e strinse la mano ad Hugh. :<<Grazie,grazie,grazie. Per tutto quello che avete fatto!>> disse Gwen con le lacrime agli occhi. Rebecca sorrise e l'abbracciò. Gwen condusse i Brooks nello studietto. Si accomodarono e si accodarono alle preghiere di suo padre e di sua zia Margaret. Tutti firmarono al registro che zia Margaret aveva posto all'entrata dello studietto. Gwen apparecchiò in tavola. A mezzogiorno in punto era tutto pronto. Gwen invitò a tavola tutti i presenti. Claire,vittoriosa portò in tavola il suo favoloso timballo di broccoli. :<<Sono sicura,Mister Marlon,che il mio timballo le piacerà!>> disse Claire sorridendo al padre di Gwen. Per secondo Claire aveva preparato il tacchino arrosto. :<<Non è mica domenica,Claire!>> disse Gwen con fare sarcastico alla vista del tacchino. :<<Si,ma quando mi permetti di cucinare a casa tua è un miracolo,quindi devo cucinare sicuramente qualcosa di squisito per festeggiare l'evento!>> disse sorridendo. Si alzarono da tavola verso le due del pomeriggio. Gwen si mise a lavare i piatti. Lo voleva fare Claire ma Gwen non glielo permise :<<Non ti sei già accontentata col fatto che ti ho fatto cucinare? Penso che ti sia bastato ora,no? Guai a te se tocchi ancora la mia cucina!>> disse con tono sarcastico,scherzosamente. Le due ragazze risero. Anche Stephanie si avvicinò a loro ridendo. Gwen le disse,mentre insaponava i bicchieri :<<Stephanie,non te la prendi se dopodomani non venissi al matrimonio?>> questa volta nella voce di Gwen c'era una nota di velata di tristezza. :<<Affatto Gwen,figurati! Se non te la senti io non ti dirò nulla. Continuerò a volerti bene come sempre!>> le disse. Gwen si emozionò e abbracciò l'amica senza circondarla con le braccia però,poiché temeva di sporcarla di saponina. Quando le due si separarono Claire disse sottovoce a Gwen :<<Gwen,ascolta. Ma,tuo cugino Alfred che lavoro fa?>> Gwen sorrise maliziosamente e abbassò la testa. Poi disse a Claire :<<Lavora al Ministero dell'Interno>>. Claire sorrise e disse:<<Ma è impegnato?>> Gwen rise e disse :<<No,non è impegnato. Ma ti assicuro che non è il tuo tipo>> Claire assunse un'aria un po' contrariata, poi sospirò. Verso le cinque del pomeriggio Gwen preparò il tè e mise nella credenza la spesa che aveva fatto Claire. Poi alle otto zia Margaret,Rosetta e Alfred se ne andarono e rimasero con loro solo Claire e i Brooks. Gwen preparò una zuppa di farro e avena, aprì il boccaccio di cipollette in agrodolce che sua madre aveva conservato per le occasioni speciali e portò in tavola anche un po' di porridge. Verso le nove della sera sia i Brooks che Claire salutarono Gwen e lasciarono Casa Marlon. Fu Gwen a spegnere le fiammelle dei due ceri vicino alla bara quella sera, e chiuse la bara lentamente guardando il volto della madre scomparire nel buio. Pianse un po',ma poi non ci pensò su. Uscì dallo studietto,chiuse la porta e tirò su col naso. Andò in soggiorno,c'era il padre seduto sul divano che si tormentava i capelli tenendosi la testa fra le mani. :<<Padre,a che ora saranno qui domani quelli delle pompe funebri?>> ; :<<Alle due e mezza in punto>> rispose il padre amareggiato. Gwen annuì. Poi salì le scale ed entrò nella camera e dopo aver indossato la camicia da notte si sdraiò sul letto. Erano forse le tre di notte quando sentì battere dei colpi violentemente alla porta. Gwen si alzò dal letto,prese un maglioncino e lo mise sopra la camicia. Scese le scale, andò alla porta e l'aperse. Fuori faceva freddo,molto freddo e inoltre era in corso un acquazzone tremendo. Vide un uomo steso sull'uscio, totalmente vestito di abiti scuri e bagnato fradicio. Si teneva il ventre e Gwen osservò una chiazza rossastra espandersi sull'uscio di casa. :<<Oh dio mio!>> esclamò Gwen disperata. Ci mancava un altro morto dopo sua madre? Sollevò l'uomo e lo trascinò quasi di peso all'interno della casa. Nel frattempo acqua e vento si abbatterono sull'uscio della casa e fecero sbattere avanti e indietro la porta dell'entrata,per non parlare del fatto che l'acqua aveva inondato tutto l'uscio. Gwen sistemò l'uomo sul divano sconquassato del soggiornino,poi corse a chiudere la porta e questa volta col catenaccio,in modo che il vento non avrebbe potuto aprirla. Dopodiché corse a controllare l'uomo. Indossava un berretto nero e un giaccone lungo sino ai piedi tutto nero. Non riuscì a vedere il viso poiché uno sciarpone sempre nero lo copriva,lasciava scoperti solo gli occhi,ma in quel momento lui era svenuto,quindi aveva gli occhi chiusi. Sotto,indossava dei pantaloni avvitati neri e un maglione grigio. Si teneva il ventre con la mano destra e Gwen capì che stava sanguinando. Era totalmente bagnato e aveva perso conoscenza. Gwen lo spogliò. Gli tolse berretto e sciarpone, che rivelarono una chioma di capelli biondi e lisci,un po' scompigliati, e un viso dai lineamenti decisi,molto rigidi, aveva il mento pronunciato e la mandibola marcata. Un naso lungo e stretto e delle labbra fine e rosa. Era freddo come il ghiaccio. Gwen attizzò il fuoco e lo trascinò lì vicino per riscaldarlo. Poi,tolse il giaccone. Gwen,prontamente,prese da uno stipetto della credenza delle forbici,un cerotto, una garza,del cotone e dell'alcool e anche un ago e un filo di ferro,e una scatoletta di punti, in caso la ferita potesse essere profonda. Ma dalla quantità del sangue che usciva Gwen dedusse che era abbastanza profonda da potersi rivelare mortale se non le si sarebbe data la giusta attenzione. Così,con le forbici tagliò il maglione e la canotta leggera di cotone, in modo da scoprire il petto e l'addome dell'uomo. Gwen non si perse ad indagare troppo nel fisico dell'estraneo,si concentrò subito sulla ferita. Una cosa era certa però,che aveva una muscolatura molto sviluppata. Questo lo aveva confermato il fatto che Gwen aveva faticato molto a trascinarlo di peso dall'uscio al soggiornino. Tamponò il sangue con il cotone. Poi quando il flusso di sangue si stava arrestando,incominciò a lavorare sulla lesione. Gwen analizzò la profondità,e per fortuna ebbe la conferma che l'arma che l'aveva ferito non era arrivata a ledere gli organi interni,aveva solo reciso i muscoli addominali. Incominciò a lavarla con alcool e a preparare l'ago e il filo. Si mise e incominciò a cucire, impiantando un punto ogni due o tre millimetri. La ferita era lunga forse sei o sette centimetri ed era situata a nordest dell'ombelico. Per quanto riguardava lo spessore,Gwen pensò che fosse stata una ferita inferta con un coltello da cucina, tipo quello che si usa comunemente per affettare il pane. Chi l'aveva inferta a quanto pareva non sapeva uccidere,poiché aveva colpito di punta col coltello e non aveva affondato abbastanza. Se l'aggressore l'avesse affondato il coltello essendo forse molto grande avrebbe raggiunto l'intestino e in quel caso avrebbe ucciso l'uomo in pochi istanti. Quando ebbe finito di cucire,mise un po' di cotone sulla ferita, e sopra vi appose la garza sterile. Poi fissò il tutto con un po' di cerotto. Gwen ripose gli strumenti nella credenza dopo aver lavato l'ago. Poi toccò la fronte dell'uomo per sicurezza,ma fortunatamente non era calda,anzi,era ancora troppo fredda. Gwen salì per le scale e raggiunse la sua camera. Sentì il padre russare,ancora dormiva. All'altro capo della stanza c'era il letto di Edward e sotto c'era un baule con il vestiario che non aveva portato con sé. Gwen l'aperse e prese un maglione verde,dei pantaloni marroni e una camicia bianca. Quando riscese trovò l'uomo in piedi che si guardava attorno,barcollando. Doveva avere all'incirca ventisei o ventisette anni. Era incosciente e si guardava attorno spaesato. Mormorava :<<Wo bin ich?>>Gwen lo osservò incuriosita,poi lo spinse delicatamente sul divano per tentare di farlo restare sdraiato,ma lui si rialzava e gridava :<<Diese arschlöcher Abwehr leute schicken,um England so! Ohne vorbereitung alles!!>> Gwen tentò di zittirlo ma lui si mise a gridare,nonostante fosse incosciente :<<Scheiß auf den Fürher!!>> Gwen faceva :<<Shhh!! Si calmi! Stia buono! Shhh!>> egli delirava, in pratica. Poi riprese,questa volta abbassando il tono della voce,quasi come un lamento esasperato :<<Schreiben nach Berlin!>> poi ripeteva :<<Senden sie sir!>> e ancora :<<Geschrieben in Berlin sind ein haufen von maultieren!>> Gwen lo prese di forza e lo spinse sul divano. :<<Senden sie sir!>> le disse lentamente,prima di ricadere nel sonno. Gwen gli toccò la fronte,scottava,ecco perché delirava. Aveva la febbre. Gwen controllò la ferita,poteva essere quello il motivo, a volte,anche se le operazioni venivano condotte con la massima attenzione nell'igiene era normale che al paziente venisse un po' di febbre passeggera. Perché comunque quella era la reazione del corpo agli interventi magari più seri. Ma a volte un po' di febbricola si presentava pure per gli interventi più semplici,come quello. La ferita non era infetta. Gwen era stata attenta nel non farla infettare. Lo vestì con i vestiti del fratello. Poi lo prese di peso e lo trascinò su. Una volta in cima le scale,ansante per lo sforzo immane,si avvicinò alla porta della camera da letto dei genitori. Il padre ancora russava,come Gwen sperava. Successivamente lo condusse nella sua camera e lo fece sdraiare sul letto del fratello. Gli rimboccò le coperte e aggiunse una pesante coperta di lana,per farlo sudare e far sì che si abbassasse la temperatura corporea. Poi riscese,prese una coppa e la riempì d'acqua fredda. Di conseguenza prese il suo fazzoletto e ve lo immerse. Risalì e incominciò a fare gli impacchi all'uomo. Gli toccò la fronte,ancora scottava. Gwen incominciò a interrogarsi sull'uomo. Mentre gli bagnava la fronte e gli zigomi col suo fazzoletto rifletteva: chi poteva essere? Da dove poteva venire? Come si era ferito in quel modo? Sembrava parlasse tedesco durante il delirio... poteva essere una spia nazista? Da qualche mese il Military Intelligence delle Forze Armate di Sua Maestà tappezzava Londra di manifesti che mettevano in guardia dalle spie naziste. Se in Inghilterra ci fossero state tutte quelle spie che il Ministero della Guerra pubblicizzava sui manifesti propagandistici, essa avrebbe già perso la guerra nonostante questa fosse iniziata da pochi giorni. Gwen decise di accantonare l'idea che l'uomo fosse una spia nazista, perché altrimenti avrebbe dovuto informare la Polizia che avrebbe fatto intervenire gli agenti dell'MI5, il dipartimento del Military Intelligence che si occupava del controspionaggio, e non avrebbe rivisto più quell'uomo,che a dirla tutta,le sembrava carino. Pensò che magari fosse un ebreo tedesco,come l'ausiliare Ernst, e che fosse scappato dalla Germania anni prima per sfuggire alle Leggi Razziali. Continuava a parlottare in tedesco,mentre Gwen lo bagnava col suo fazzoletto. Sì,sicuramente era così, Gwen si convinse che era un ebreo, e non una spia nazista. Insomma,una spia nazista a St Gregorian Street? E che cosa sarebbe venuta a farci? No,andiamo,era assolutamente irreale. Gwen pensò che tutta quella propaganda avesse indispettito troppo gli inglesi,tanto da farli diventare paranoici e isterici. Bastava solo che qualcuno parlasse con un accento e una cadenza germanofona e subito sarebbe stato denunciato e arrestato dall'MI5 come spia dell'Abwehr. Ma a Gwen parve di aver sentito durante il suo delirio le parole: "Fuhrer" e "Berlin", ma subito pensò che nel delirio l'uomo magari avesse insultato il Fuhrer poiché a causa sua egli avrebbe dovuto lasciare la patria e avesse nominato Berlino perché magari prima di venire qui in Inghilterra egli abitava proprio nella capitale del Terzo Reich. Ma la cosa che la incuriosiva di più era come l'uomo si fosse ferito. Chi l'aveva accoltellato? E perché? Gwen poi convenne che era inutile scervellarsi,poiché comunque a queste domande avrebbe risposto lui quando si sarebbe sentito meglio. Intanto,non restava che aspettare e bagnargli la faccia,il petto e le braccia. Gwen decise di concentrarsi piuttosto su come l'avrebbe potuto nascondere l'indomani,che c'era il funerale della madre. Era inutile avvertire il padre della sua presenza,l'indomani mattina,poiché conoscendolo egli avrebbe subito allertato la polizia anche se ella l'avesse pregato di non farlo. L'uomo era debole,lei gli aveva messo dei punti,quindi non poteva muoversi dal letto,o avrebbe rischiato il riaprirsi della ferita. Ma siccome la temperatura non decideva ad abbassarsi,Gwen ebbe la convinzione che tutto l'indomani essa fosse rimasta alta. Quindi lui non si sarebbe mosso poiché era nel sonno della febbre. Lei doveva solo tenere nascosta la sua presenza tutto il giorno dopo. Lui non si sarebbe mosso e sarebbe rimasto nella sua camera. Tutto il tempo della veglia,del rosario e della funzione religiosa. L'unico problema consisteva nel lasciarlo solo quando si sarebbero dovuti recare al cimitero per il funerale. Gwen pensò di coinvolgere Rosetta, lei sarebbe rimasta a casa a badare che l'uomo continuasse a stare bene,facendogli impacchi e controllando che non uscisse dalla camera. Fino al ritorno di Gwen. Sì,decise che avrebbe fatto così. Era molto stanca. Così decise di lasciarsi andare. Posò il suo fazzoletto nella scodella piena d'acqua e si assopì sul suo letto.
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