Mercoledì 6 Settembre 1939
Il giorno dopo,Gwen si alzò alle otto di mattina. Aveva però il turno di notte. Quando si alzò, la madre non c'era,forse era andata allo studio del Notaio,e suo padre era sicuramente al lavoro. Così,quando si alzò,scese le scale in vestaglia,e trovò sulla soglia della porta due lettere. Aprì la prima: 35,St Albain Street
Yorkshire,Knaptom
Mercoledì 6 settembre 1939
23,St Gregorian Street
Bexley,Londra
Casa Marlon
Carissima Gwen,
ti ringrazio innanzitutto per la dolcissima lettera che mi hai mandato. Ti assicuro che le tue parole sono state le più confortanti di tutte quelle che mi sono sentita dire da coloro che vennero al funerale del mio Richard. E sicuramente esse mi hanno sollevato più di tutte le altre. E per questo ti ringrazio. Ciò che mi addolora è che tu non sia riuscita ad essere presente,anche se so che lo eri con il cuore, e ti ringrazio per la dolcezza che riserbi per me ogni volta che mi scrivi. Hai ragione,tuttavia il re ora ha dichiarato guerra,e ho voluto subito sentire tuo fratello Edward che è a Lione, gli ho scritto di scappare dalla Francia,è molto pericoloso rimanere lì. Ora che ha anche un amore a cui provvedere,gli ho fatto promettere che sarebbe scappato appena i tedeschi avrebbero varcato la linea Maginot (come tu sai si estende dalla fine del confine franco-lussemburghese fino all'inizio di quello franco-svizzero) spero ti abbia riferito il fatto che ti avrei scritto. Altrimenti questa lettera sarà inaspettata per te,comunque,qui i conservatori di Knaptom hanno vinto le elezioni,sai come la penso io,non ho mai amato i Tories,ma in questi tempi estremamente difficili solo qualche conservatore molto duro può fronteggiare l'imminente guerra. Anche qui,però,criticano Chamberlain,addirittura lo fanno gli stessi conservatori, dicono che si comporti da codardo non potenziando l'industria bellica e cercando di mettere le cose come stavano prima. Tuttavia io lo preferisco definirlo "prudente" anziché "codardo" come lo appellano anche i laburisti. Ma ormai non può fare più nulla,vedendo partire i giovinetti di sedici e diciassette anni di Knaptom,ho capito che siamo in guerra. Chissà quale orrenda morte troveranno in Francia,forse con uno stiletto al ventre,o una pallottola calda in testa. Ma eccomi qui,sono vecchia,e ti appesantisco anche con questi orrendi pensieri. Ti scrivo innanzitutto per parlarti di una faccenda molto delicata,come tu sai,quando il signor Parker morì, rimasi sola in mezzo ai suoi averi,compresa la sua vecchia gialla Phaeton targata 1930, è un po' vecchiotta ma ancora cammina bene. Sarei felice se tu la prendessi. Io non so che farmene,preferisco la mia comoda carrozza invece che quell'auto fumante. Verrò da te il 16 settembre. Con la scusa te la porterò,tuttavia,se non la desideri nella tua lettera che mi scriverai in risposta a questa basta che me lo scrivi. Ora è quasi l'ora del te,scusami. Saluti, D.E.Parker
P.S. Complimenti per il tuo nuovo lavoro. Tuo fratello mi ha informato. Mi congratulo,bravissima.
Gwen finì di leggere,poi scrisse subito una risposta alla lettera e la mise sul tavolo della cucina. Poi aprì la seconda lettera,era di sua zia Margaret,era indirizzata alla madre,ma Gwen l'aprì lo stesso. Era scritta a macchina. Forse l'aveva scritta con la macchina da scrivere di zio Henry.
45,King George 1st Road
Lambeth,Londra
Mercoledì 6 settembre 1939
23,St Gregorian Street
Bexley,Londra
Casa Marlon
Sorella amata,
so che il notaio Mr Jordan ti ha scritto per la faccenda dell'eredità di August,Madeline non è stata proprio informata (una svista del notaio) ma comunque le ho parlato io,ed ha rinunciato anch'ella all'eredità. Perciò siamo tutte e due d'accordo che tu prenda tutto quello che August aveva (danaro,case,terreni ecc.) poiché tu ne hai più bisogno di noi due. A Philadelphia si vive bene, Madeline sta bene,anch'io ringraziando il Signore me la cavo bene, tuo cognato Henry è stato promosso a Primario, perciò stiamo molto meglio. Comunque,ti auguro una buona settimana. Spero che quei soldi ti aiutino molto. Un abbraccio ed un grande bacio,
Tua sorella Margaret
P.S. Saluti anche da Madeline.
Gwen chiuse la lettera,e la posò sul tavolo in legno della cucina. Poi si mise a fare le pulizie. Casa Marlon,dopo mezz'ora,forse era la casa più pulita del quartiere. Ogni macchia,ogni ragnatela,qualsiasi segno di sporco veniva tolto via da Gwen,che con un'energia strabiliante ripuliva,rassettava e rendeva quella casa splendente. Dopodiché,verso le dieci,rientrò in casa sua madre. :<<Gwen,sono a casa!>> disse con voce atona. Entrò nel soggiorno,lesse la lettera di zia Margaret,quando finì scoppiò a ridere. Gwen si avvicinò a lei. :<<Allora,come è andata?>> la madre la squadrò,poi le disse :<<Prepara un po' di te,non troppo concentrato,e poi ne parliamo>> fatto il tè,madre e figlia,sedute al tavolo del soggiorno,incominciarono a parlare. La madre le disse.<<Da oggi,sono la Contessa di Newtownabbey. Ho già fatto il testamento. Questa casa in cui viviamo,d'ora in poi è proprietà dei Marlon,ma non di tuo padre,eh,l'ho intestata a tuo fratello Edward. Io ho deciso che partirò per Belfast fra due giorni. Mi aspettano alla Tenuta Middlestone. Non preoccuparti,non sono così crudele,ti ho lasciato la casa nel Kensington and Chelsea,più 500.000 sterline,che,al ritorno di tuo fratello,vi dividerete. Ho venduto i terreni nel Wiltshire per 600.000 sterline,questi soldi sono tuoi,più 250.000 sterline del dividendo con tuo fratello. I soldi del conte,100.000 sterline,andranno a tuo fratello. Così ho deciso,e non voglio sentire commenti di alcun genere>> Gwen rimase scioccata. Detto questo,la madre,con un volto rigido,si alzò e borbottò qualcosa tipo "Vado a preparare le valigie". Gwen era così scioccata che ancora teneva la teiera del tè a mezz'aria,nel gesto di versare il tè nella tazza. Rimase così per circa mezz'ora, immobile,con gli occhi sgranati e la bocca aperta. Poi fece un respiro profondo e si lasciò andare sulla sedia in legno mangiato dalle tarme. Posò la teiera sul tavolo,bevve ben cinque tazze di tè in un sorso solo,ripetendo nella sua mente "non è possibile,non è possibile". Poi si alzò,salì le scale ed entrò nella camera dei genitori,dove vi era sua madre che svuotava l'armadio dai suoi pochi vestiti. La madre si accorse di lei,la guardò,poi Gwen chiese :<<Perché?>> la madre rise. Si sedette sul letto e disse .<<Perché? Te lo dico io,perché sono stanca di vivere nella miseria,quando lui viveva nel lusso,sono stanca di circondarmi di una famiglia che non ho mai apprezzato,che non ho mai sentito mia. Gwen,tu e tuo fratello Edward siete nati perché la notte tuo padre non sapeva cosa fare! Non l'ho mai amato fino in fondo,eppure l'avevo sposato credendo che un allevatore di capre potesse essere un po' più ricco. Mio padre era morto,tuo zio August girovagava per i bordelli di Londra,come credi che mise incinta tua zia Mary? Lei lavorava in uno di quei casini per mantenersi,suo fratello invece,vendeva qualche misera pecora. Alla morte anche di nostra madre,mia sorella Margaret girava tutti gli ospizi,ben presto anch'io la seguii,insieme a Madeline. August,invece,scappò di casa e intascò l'eredità segreta dei nostri genitori,noi non sapevamo nulla dell'esistenza dell'eredità. Poi incontrò quella smorfiosa contessina,e si arricchì. Noi,dopo tanto tempo,uscimmo dall'ospizio,Margaret fu la più fortunata,incontrò un medico,tuo zio Henry,e se lo sposò, Madeline,andò in America,a Philadelphia,insieme a lei,la seguì zia Mary,che aveva Fred di pochi anni. Io,tramite tua zia Mary,che avevo conosciuto attraverso Madeline,conobbi tuo padre,molto bello,credevo fosse ricco,vendendo pecore. Così lo sposai. Invece no. Dopo poco tempo mi accorsi di aver sposato un imbecille povero più di me. La Storia ha fatto il suo corso,ed ora siamo qui. Ed ora,io incomincio a fare la vita da signora. Ah. Addio a questo mondo di pezzenti. Addio>> Gwen rimase mortificata. Trattenne le lacrime di rabbia,e scese con furia le scale. Poi gridò alla madre :<<Per me,potevate anche fare a meno di lasciarmi quei stupidi soldi e quella casa nel Kensington and Chelsea,perché tanto non la voglio! E voi,voi! Siete un mostro!>> la madre rise. Scese le scale,e donò un ceffone a Gwen. Con aria altezzosa,risalì le scale, dicendo :<<Non fare la stupida,Gwen,quei soldi ti servono, e cerca di essere meno ingrata>> Gwen,continuò a ripetere la parola "mostro",mentre si massaggiava la guancia su cui aveva ricevuto il ceffone. Poi, nelle lacrime,si lasciò andare sul pavimento.
Alle nove di sera in punto,Gwen si trovava nel reparto,indossava la divisa e tutto il resto. Sandra era lì,accanto a lei, e le spiegava :<<Ascolta,allora,tu,rimarrai qui,seduta qui,accanto a questa piccola scrivania all'inizio del reparto. Ecco vedi,c'è una lampada qui sopra,tienila accesa. Mi raccomando tenta di non farti prendere dal sonno. Come vedi,solo il lettino 5,il lettino 10,il lettino 13 e il lettino 3 sono occupati. Al 5 c'è un pover'uomo con l' amputazione del piede a seguito di una cancrena. Al 10,invece,una donna che è stata investita da un autobus,è stata sotto i ferri fino a qualche ora fa,ha tutto il torace fracassato,gli hanno estratto ben 78 schegge d'osso dai polmoni. Respira a mala pena, con la bombola sta meglio,mi raccomando,sta' attenta a lei. Al 3 invece,c'è un ragazzo che è stato picchiato a sangue durante una rissa in un locale del Bexley,ha un'embolia polmonare. Al 13 c'è una semplice appendicectomia,nulla di che. Ma comunque fa' attenzione, ogni mezz'ora fatti un giro in silenzio lungo la corsia,per controllare che stiano tutti bene. In caso d'emergenza bussa nell'Infermeria,lì c'è il dottor Green. Suor Clotilde,è nel suo ufficio,accanto all'infermeria. Poi ci sarà anche Mary nell'Infermeria,quindi non sarai sola in caso d'emergenza. Tu resta qui,il primario ha chiesto se potevi battergli a macchina un referto,domattina lo vuole nel suo ufficio perché lo deve firmare,ma non ti preoccupare,dopo che hai finito,lascialo qui sulla scrivania,domattina ci sarò io di turno e provvederò a farglielo avere. Okay?>> chiese Sandra:<<Si,perfetto. Ho capito tutto!>> disse Gwen. :<<Bene. Allora io devo andare,eh,è tardi. Ci vediamo domattina alle sette,d'accordo? Ciao!>> salutata Sandra,che uscì dal reparto,Gwen si sedette alla scrivania. Gettò una veloce occhiata al suo orologio da polso,erano le otto in punto. "Fra mezz'ora,farò il giro" pensò nella sua mente. Poi si disse "meglio mettersi a lavorare subito" prese un foglio su cui vi erano scritti tutti i dati,e incominciò a battere a macchina il referto. Dopo mezz'ora,come previsto,si alzò e lentamente passeggiò lungo la corsia,controllando che tutti i pazienti stessero bene,dopodiché ritornò alla scrivania. Riprese il lavoro. La notte trascorse tranquillamente. Ogni tanto Gwen sentì qualche sonora risata proveniente dall'Infermeria (era il dottor Green che si trastullava felicemente con Mary). Gwen rabbrividì immaginando la scena. Verso le dieci,ultimò il referto. Dopo aver fatto il solito giro lungo la corsia,tornò alla scrivania. Non sapeva cosa fare. Poi le venne in mente qualcosa. Decise di scrivere una lettera a suo cugino,un lontano parente dal lato paterno,quello che viveva a Roma. Anche se non era sicura che gli sarebbe arrivata. Comunque,la scrisse lo stesso. Decise di batterla a macchina.
Inghilterra
Newham,Londra
San Robert Hospital
Mercoledì 6 Settembre 1939
Regno d'Italia
Lazio,Roma
Casa Mocci,
Caro cugino Leopoldo,
sono tua cugina Gwen Marlon,di Londra. La figlia del cugino di tuo padre. L'ultima volta che ci vedemmo fu al matrimonio della zia Assunta,la cugina di papà (in quanto sorella di tuo padre) che si venne a sposare qui in Inghilterra,nel 1934, e sposò zio Kevin, un'inglese,come tu ben sai. E' da molto tempo che non ci sentiamo. Anche se ricevere corrispondenza tra i nostri due paesi è sempre più difficile. Siamo già in guerra,e non so nemmeno se questa lettera ti arriverà. Pertanto,come ti dissi allora,ho continuato gli studi, e ora sono un'infermiera generica. Non ci siamo mossi da Londra,come ti aveva detto precedentemente papà,ma siamo rimasti qui. Come va? Mio fratello è a Lione,forse tu non lo sapevi. E' nell'esercito inglese,è partito come volontario ad Luglio. L'ultima lettera che mi inviasti mi arrivò a Febbraio,anche se era datata a Dicembre. Questa forse ti arriverà a Novembre o addirittura l'anno prossimo. Può darsi anche che non ti arriverà,però almeno qualche parola te l'ho scritta. Tua moglie? Tira avanti con la sua bottega di stoffe? E' vero come mi avevi detto nella precedente lettera,che è l'unico negozio di Roma su cui non vi è affisso il cartello "Questo negozio è Ariano"? Mi congratulo con lei per la sua impari lotta che sta conducendo contro le Leggi Razziali. Ma dille di essere prudente. Scommetto che anche lì,come sta succedendo qui,si arruolano sempre più giovani,non è così? Per fortuna che il Duce ha ribadito lo Status di Non-Belligeranza dell'Italia! Anche se è molto vicina alla Germania. Credo che la notizia della Polonia avrà sconvolto anche voi,dopotutto,nessuno si aspettava questo dalla Germania.Un po'di tempo fa ho visto un film di propaganda, al Cinema. Non ti dico la ripugnanza che ho provato nel vedere città intere distrutte dai bombardieri tedeschi, scontri aerei nei cieli e continue uccisioni e demolizioni. Varsavia distrutta, Cracovia rasa quasi al suolo,il porto di Danzica in fiamme. Credo che quelle scene me le porterò per sempre dentro. Bisogna che nazioni valide,come il Regno Unito,la Francia e forse anche gli USA ostacolino il predominio tedesco. O per l'Europa forse,sarà la fine. Mi dispiace che l'Italia sia una delle nazioni filotedesche,governata dalla piena dittatura del Duce,senza la possibilità di potersi esprimere liberamente. Mi ricordo quando mi raccontasti delle frasi assurde e forse anche un po' paradossali che si trovano scritte sui manifesti,tipo "Il Duce ha sempre ragione!". Non so se il Duce sia in vero un uomo adatto alla guida di un paese o no. Ma rimane comunque il massimo esponente del Fascismo italiano. Oltre al Re d'Italia,non c'è nessuno più potente di lui nel tuo paese. Tuo fratello Alberto? Come sta? E Bernardo e Giovanni,i tuoi due bimbi? Crescono? Se avrai questa lettera,quando mi spedirai la risposta,invia con essa una foto dei tuoi bimbi. Ho tanta voglia di vedere come sono diventati ! Dovrebbero avere tutti e due sei anni,giusto? Adoro i bambini. Sono sicura che saranno diventati dei bei bimbi. Tu lavori ancora all'IRI? Spero di si. So che ti piaceva molto quel lavoro. Credo che a Roma la vita non la passate più tranquillamente,o mi sbaglio? Tua sorella Rosalia? Lavora ancora nella fabbrica di mattonelle? Mi avevi detto nella precedente lettera che si era fidanzata,un ragazzo lucano,come tua moglie,o sbaglio? Mi avevi anche detto che Alberto voleva arruolarsi,cerca di impedirglielo. Credimi,non ti posso spiegare l'angoscia che ho per mio fratello a Lione. Digli che se vuole che i suoi fratelli non stiano in pensiero per lui,non si deve arruolare! Ho deciso che appena posso ti vengo a trovare lì in Italia. Anche se forse sarà difficile. Mentre ti scrivo sono in ospedale a lavorare,scusami,ma ora devo fare il giro di controllo lungo la corsia. Perciò,saluti carissimi a tutti e un bacio ai piccoli,
Tua cugina Gwen Marlon
Gwen estrasse il foglio dalla macchina da scrivere. Dopo aver soffiato sull'inchiostro fresco,posò la lettera sulla scrivania. E fece il giro della corsia. Era mezza notte. Tornò alla scrivania. Firmò la lettera. Poi la mise a un lato del ripiano. Osservò lo stanzone. Erano venti metri in lunghezza e forse un sei o sette in larghezza. Poi sentì tossire. Si alzò. La tosse si faceva più frequente,aumentava d'intensità a poco a poco. Si diresse al lettino 10. Era la povera donna che tossiva. Si era tolta la mascherina di cuoio dalla bocca e tossiva sempre in modo più forte. Si coprì con la mano la bocca,dopo un colpo di tosse,notò del sangue sulla mano. Gwen si avvicinò rapidamente. La donna incominciò a tossire sempre più forte. Poi smise. Ad un tratto,però,fece per respirare,ma gli mancava l'aria. Allora agitava le mani per chiamare aiuto. Gwen le si avvicinò,poi gridò .<<Dottor Green!! Dottor Green!! Corra qui!Subito!>> la donna non riusciva a respirare. Una crisi respiratoria,pensò Gwen. Le rimise la mascherina,ma anche con quella non riusciva a respirare. Il dottore accorse,con lui vi era Mary,con la camicetta sbottonata e il trucco un po' smussato. Represse uno scatto di sdegno e le disse <<Presto,vai a preparare gli strumenti,subito!!> poi si rivolse al dottore :<<Cosa faccio nel frattempo?>> ; lui la guardò poi rispose:<<Controlla i battiti,presto!>>. Prese la mano della donna,posò il dito sul polso,esattamente nel posto dove si sentiva il battito cardiaco. :<<Allora?>> chiese il dottore. Gwen rispose :<<E' tachicardica!>> il Dottor Green prese la mascherina e la accostò di nuovo sulla bocca della donna,cui tutta la parte attorno la bocca,compreso il naso,era diventata blu scuro. :<<Gwen,prendi la bombola.>> arrivò Mary con gli strumenti sterilizzati. :<<Aumenta il flusso d'ossigeno dalla valvola>> disse il dottore. La donna osservava tutto l'equipe chino su di lei,e aveva gli occhi allarmati. Purtroppo,il dottore fu costretto ad aprire,per controllare cosa c'era che non andava. L'intervento durò circa qualche ora. Non avevano avuto il tempo neanche di trasportarla in sala operatoria. Furono costretti ad operarla lungo la corsia. Alcune schegge d'osso avevano camminato fino a quel momento. Erano penetrate fino all'interno dei polmoni,intaccando e recidendo qualche alveolo. Ora avevano rimosso ben sette schegge di un diametro di circa venti,trenta millimetri. Una volta ricucito il petto per la seconda volta,la donna riacquistò la calma. :<<Grazie,se non se n'era accorta lei,sarei morta!>> disse la donna sorridendo,quando ormai stava meglio,verso le prime ore del mattino a Gwen, :<<Io sono qui proprio per questo.>> rispose lei che sorrise. Poi disse :<<Su,ora riposi tranquilla>> e tornò alla scrivania dopo aver fatto il solito giro lungo la corsia. Erano forse le quattro e mezza del mattino. Gwen si diresse nell'Infermeria. Mary era intenta a scrivere a penna qualcosa su un tavolino in ferro. Il Dottor Green,invece,sfogliava il giornale,seduto sulla poltrona accanto alla scrivania del medico di turno. :<<Gwen,allora,deve essere stato brutto vedere la scena della povera signora.>> disse Mary quando finì di scrivere. :<<A dire il vero no. Solo che temevo che non ce la facesse>> rispose Gwen. :<<Non durerà molto. Se c'è qualche altra scheggia vagante nei polmoni può intaccare i bronchi, a quel punto, è finita. Bisogna sperare che questo non accada>> disse con voce fredda il dottor Green mentre manteneva gli occhi fissi sulle notizie del giorno prima. Gwen rabbrividì. Mary con una risatina nervosa tentò di sferzare l'aria gelida che aveva assunto il dottor Green. Era un uomo viscido.
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