Capitolo 21
Rafael: Allora?
T/N: ... ecco...
T/N ci pensó per qualche minuto e decise qual'era la scelta piú giusta da fare.
T/N: no, non ti lascerò entrare nella mia mente.
Rafael: Cosa? Pensavo che tutto questo ti avesse fatto cambiare idea!
T/N: sei pur sempre uno sconosciuto. ti ho appena incontrato.
Rafael: T/N non capisci la gravitá della situazione!
T/N: non mi interessa... lasciami stare.
Rafael fece un grande sospiro e prese il telefono.
Rafael: Mi dispiace ragazzi, non ha funzionato. Mi dispiace di avervi fatto perdere tempo
Kiri: Ma si arrende subito??
Rafael: Non posso costringerla, mi dispiace...
T/N li osservó per bene. Non voleva aprire la sua mente a quell'uomo. Anche se voleva aiutarla, non si fidava ancora. E poi... non poteva permettere che suo padre finisse in carcere. Nonostante sia un bastardo, lei non poteva non rispettarlo, dato che è grazie a lui e a sua madre che lei è nata.
T/N: ... peró... se vuoi farmi qualche domanda... forse potrei risponderti...
Rafael si giró verso di lei con un sorriso smagliante e rimise il telefono al suo posto, cosí da permettere, di nuovo, ai compagni di vedere e sentire tutto.
T/N: ma risponderó solo con sí e con no...
Rafael: È giá qualcosa! Va bene, accetto la sfida!
T/N lo guardó inclinando leggermente il capo... che strano signore, prende tutto come se fosse un gioco.
Rafael: Mi prometti che dirai sí e no nella più totale verità?
T/N: ... sí...
Rafael: Iniziamo. Hai un padre e una madre?
T/N: certo...
Che domanda stupida
Rafael: Hai fratelli?
T/N: no
Rafael: Provi una sorta di ostilitá per tuo padre?
T/N: ... sí...
Rafael: Il motivo è perchè ti picchia, non è cosí?
T/N non rispose, rimanendo in silenzio, ma si sa... un silenzio vale piú di mille parole
Rafael: Ho capito, non serve che tu risponda.
T/N: ...
Rafael: Anche tua madre ti picchia?
T/N: no
Rafael: Peró provi ostilità anche per lei?
T/N: ... no...
Rafael: Capisco
Rafael accavalló le gambe e unì i polpastrelli delle mani. Probabilmente lo aiutava concentrarsi.
Rafael: È vero che ti fai del male fisico?
T/N: ... no...
Rafael: T/N, la veritá.
Prima di rispondere, la ragazza guardó di sfuggita i compagni nello schermo del telefono. Era davvero cosí indispensabile che loro ascoltassero la conversazione?
T/N: potrebbe spegnere il telefono...?
Kirishima: Cosa?? No!!
Rafael: Mi dispiace, ma mi sono molto utili come testimoni
T/N: ... testimoni...?
Rafael: Giá, testimoni. Ora potresti rispondere alla domanda?
T/N: no, rispondi tu alla mia. perchè avresti bisogno di testimoni?
Rafael alzó un sopracciglio e sospiró sonoramente.
Rafael: Non sono tenuto a rispondere alle tue domande, mentre tu me lo hai promesso.
T/N: le promesse sono fatte per essere infrante.
Rafael: Cosí non va T/N
Rafael si stava spazientendo. Sapeva bene con chi aveva a che fare e sapeva che non sarebbe stato facile parlare, ma addirittura arrivare a chiedergli certe cose? Non era ovvio? Non era assolutamente intenzionato a rispondere. Doveva trovare una soluzione. E dato che aveva appena visto Aizawa uscire dalla casa dei genitori, doveva farlo in fretta.
Rafael: È a causa di questo carattere che non hai mai avuto amici.
Tutta la classe fece un piccolo sussulto e alcune lamentele si alzarono. Qualcuno che diceva cose tipo "Che cattiveria!" Oppure chi diceva "T/N aveva degli amici!" E poi c'era Bakugō che gridava a squarciagola.
Bakugō: BRUTTO RATTO SCHIFOSO COME OSI INSULTARE LA MIA RAGAZZA!? CHIEDILE SUBITO SCUSA OPPURE VENGO LÍ E TI TRANCIO QUELLA TOLA DEL CAZZO
T/N, invece, era rimasta immobile. Mentre gli altri lo avevano percepito come un'insulto, lei lo prese per un dato di fatto. D'altronde era vero. Voleva evitare di fare amicizie anche in quella classe, se non fosse stato per Kirishima.
Rafael: Risponderesti alla mia domanda?
Bakugō: FOTTITI TU E LA TUA FOTTUTA DOMANDA
T/N: sí.
Le lamentele si bloccarono e Bakugō sembrava essersi pietrificato. D'altronde non era una cosa facile da mandare giù.
Rafael: Grazie della risposta. Ora vorrei sapere il motivo delle tue azioni.
Oh no. Questo non si doveva sapere. Assolutamente. Se i suoi compagni l'avessero scoperto, di certo l'avrebbero trattata come hanno sempre fatto anche gli altri. Il vero motivo del perchè la chiamassero mostro. Era riuscita a controllarsi. Non poteva cedere di nuovo.
T/N: perchè sono depressa.
Rafael: La fai troppo facile.
T/N: non mi crede?
Rafael: Avanti T/N nessuno ti odierá se dirai la veritá. Oppure vuoi che faccia dire qualcosa ai tuoi compagni?
T/N: loro non sanno niente.
Rafael: Avanti dite quello che avete detto a me.
T/N spostò lo sguardo verso il telefono che non si era mosso di un millimetro.
Hagakure: Al festival dello sport... È stata picchiata da dei ragazzini... è per questo che era in infermeria! Mi dispiace di non avervelo detto!!
T/N guardó con sguardo indecifrabile la compagna, o almeno, guardò il muro sperando di guardarla negli occhi.
Kirishima: ... Ecco... io ho visto che si tagliava... nel bagno della scuola..
T/N: kirishima...
Kirishima: Mi dispiace T/N, ma è per il tuo bene!
T/N guardó Rafael con molta freddezza. Iniziava ad odiare quell'uomo, ma doveva rimanere calma. Lui si avvicinò a lei e le mise una mano sulla spalla.
Rafael: Se non glielo spieghi, non capiranno mai. Il peggior nemico non è l'odio, ma l'incomprensione.
T/N si giró verso di lui e i suoi occhi le infondevano calore e sicurezza. Non aveva mai visto degli occhi cosí. In un baleno ebbe tutto il coraggio che poteva raccimolare.
T/N: io... sono un mostro...
Kirishima: Non lo sei!!
Rafael: Falla finire
Kirishima: Ops, scusa T/N...
T/N: ... non so neanche da dove iniziare ...
Rafael: Su, ce la puoi fare
T/N: ...
Prese un respiro profondo
T/N: io-
Venne interrotta da qualcuno che le afferó la maglietta e la tiró indietro.
Padre: Che cazzo sta succedendo qui?
La domanda era rivolta soprattutto a Rafael.
Rafael: Stavo cercando di conversare con sua figlia
T/N: ... giá...
Padre: Tu sta zitta.
Il padre di T/N guardó malissimo Rafael.
Padre: Che cosa ti ha detto?
Rafael: Che succede? Ha paura di qualcosa?
Padre: Assolutamente no.
Rafael: Allora perchè mi ha fatto questa domanda?
Padre: Tsk. Vattene.
Rafael: E se non lo facessi? Cosa farebbe?
Padre: Chiamo la polizia.
Rafael: La polizia verrebbe qui per arrestare lei, signore. Sa, la violenza domestica è una brutta cosa.
Il padre di T/N si giró di scatto con sguardo accusatorio rivolto verso T/N. Lei di rimando abbassó lo sguardo.
Rafael: Lasci immediatamente sua figlia
Padre: Sono io suo padre. Faccio quello che voglio.
Rafael: D'accordo, allora mi costringe davvero a chiamare la polizia.
Padre: Non lo fará.
Rafael: E questo chi glielo dice?
Padre: Io.
Detto questo il padre di T/N tiró fuori una pistola e sparó a Rafael in pieno petto. Lui si accasciò in terra e smise di muoversi.
T/N aveva osservato la scena senza poter muovere un dito.
Che cosa doveva fare?
<<Sorry, i can't help you>>
Madonnina santa. Che fatica.
Ci stiamo avvicinando alla fine!! Se l'ultimo capitolo non è il prossimo, allora lo sará quello dopo :D
Magari scriveró anche un'epilogo, cosí perchè mi va :)
Spero vi sia piaciuto e niente, passo e chiudo.
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