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Parte 7

ATTENZIONE: ROMANZO IN VENDITA in tutte le librerie e online con il titolo: "PREDESTINATI PER SCELTA" a 18€


ATTENZIONE: Questa è solo una bozza embrionale, da cui si può solo intuire il successo editoriale di "PREDESTINATI PER SCELTA"


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È passato molto tempo dall'incubo tremendo che mi ha segnato fin nel profondo dell'anima, ma stranamente è ancora vivido nella mia mente. Con il viso stravolto, lo sguardo stralunato e l'espressione maligna sul volto, non sembrava lui, eppure era proprio il mio miglior amico a inscenare un assurdo rituale di esorcismo, per infierire su di me. Il suo atteggiamento era disumano, nei suoi occhi mi pareva di scorgere il riflesso delle fiamme dell'Inferno, non ebbe esitazione nell'abbandonarmi nel buio e freddo di una cripta, a morire di stenti. Nonostante sia consapevole che si tratti soltanto di un sogno, nutro un inspiegabile risentimento nei confronti di Roberto, evito d'incontrarlo e temo addirittura di incrociare il suo sguardo, per la paura di vederci dentro... Non riesco a smettere di pensare alla sensazione tremenda che provai, è come se fosse realmente accaduto. Rimuginando sull'assurdità di tutto questo, tento di addormentarmi.

Fuori soffia un impetuoso vento di tempesta. A tratti mi ridesto di soprassalto per il rumore violento delle imposte e poi, con in sottofondo il crepitio crescente della pioggia, mi rassegno a sprofondare nei miei soliti incubi infestati da mostri. Orde di viscidi esseri deformi si animano nella mia mente e iniziano a tormentarmi. Uno di loro, il più grosso, si avvicina. Ha capelli neri e lunghi, da cui spuntano due piccole corna aguzze, il viso scavato e pallido, come quello di un cadavere, la schiena curvata in maniera innaturale, la pelle dell'intero corpo ricoperta di bubboni grigi. Mi ingiuria, ma ormai sono abituato e non mi infastidisce, almeno non più di alcuni uomini che incrocio nella vita reale.

A un tratto però la creatura immonda si blocca, come impietrita, su tutto cala un silenzio innaturale e un freddo pungente. Un'ombra inquietante si allarga intorno a me, ingoiando e annientando completamente qualsiasi cosa incontri lungo la sua strada. Il gelo penetra nella mia carne, sempre più in profondità, fino a scorrere nel sangue e prendere il posto dei miei pensieri. Provo un dolore così insopportabile da sperare di morire: è un attimo interminabile, di panico incontrollabile.

«Mortale, ascolta! "L'Angelo della Distruzione" è presso di te per annunciare la lieta novella.» La voce sembra irradiarsi dall'ombra che aveva ormai fagocitato tutto, me compreso. «Sei il prescelto, colui che sarà "l'inizio della fine".»

Mi sveglio con il respiro affannoso e la fronte madida di sudore. Sento il cuore battere all'impazzata e inizio a tremare, in maniera incontrollabile. Riesco a malapena a scendere dal letto e ad accendere la luce.

La bionda che giace placidamente sul materasso non si è svegliata. Le sue nudità sinuose, velate dalle lenzuola di seta, sono immobili, come una venere di marmo. Spero che non abbia esagerato con le pasticche.

È ancora notte e fuori la pioggia è incessante. Sono stanco e vorrei tornare a dormire, ma nella testa mi riecheggiano quelle parole assurde. "L'inizio della fine" mi sembra solo uno strano controsenso, senza alcun significato. Quella voce, al contempo dolce e raccapricciante, mi ha trasmesso la sensazione di un bisturi che scorre delicatamente, ma incide in profondità. Non mi sono mai sentito così tanto vulnerabile e terrorizzato, nemmeno quando sono rimasto seppellito vivo sotto le macerie del terremoto.

Infilo la vestaglia di seta nera, che scivola leggera sulla mia pelle nuda.

Se parlassi con un maledetto strizzacervelli, di ciò che mi è accaduto, direbbe che è frutto della battaglia interiore tra quel che resta della mia coscienza e la vita che conduco. Fanculo Sigmund Freud! È solo un maledetto sogno. Questo è tutto! Devo fare qualcosa che mi possa rilassare.

Scendo giù in cantina, nella sala dei giocattoli. Prendo, da uno dei tanti armadietti di metallo posti sulle pareti, un fucile. Lo smonto, lo pulisco e lo rimonto.

Oggi vado da Roberto!




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