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Parte 17


Ho piazzato alla finestra che affaccia su via Luca Giordano, il mio gioiellino: un fucile da cecchino CheyTac m200 di fabbricazione americana. È compatto, ma può colpire il bersaglio a una distanza di oltre 2 chilometri, con una precisione estrema, grazie anche al computer di cui è dotato, che misura: la velocità del vento, l'umidità, la temperatura e la pressione atmosferica e apporta le necessarie correzioni durante la mira.

Dal mirino leggo perfettamente tutti i nominativi sul citofono del palazzo di fronte, compreso quello che il mio obiettivo suonerà.

È mattino presto e c'è da attendere fino a ora di pranzo, ma mi rincuora la prospettiva di concludere questo lavoretto semplice, senza nessuna particolare preoccupazione.

Ho perlustrato la zona più volte, verificato tutti gli spostamenti abitudinari del "Rosso", e pianificato tutto fin nei minimi particolari. Mi sono mosso alle prime luci dell'alba, ho impiegato pochi istanti a forzare il portone di questo palazzo e meno di un minuto ad aprire con i grimaldelli la serratura a doppia mappa della porta d'ingresso di questo appartamento. Come previsto, nessuno mi ha visto.

È stato davvero un gran colpo di fortuna trovare un'abitazione libera posizionata nel luogo ideale dove appostarsi. Lo striscione con la scritta vendesi, in bella mostra sul balcone, ha reso il tutto ancora più semplice. Fin troppo semplice, forse.

Dal quarto piano potrò sparargli in mezzo agli occhi senza alcun rischio di essere individuato. Il suo corpo si accascerà per terra, ma nessuno sentirà lo sparo grazie al silenziatore e al rumore del traffico. Quando qualcuno si renderà conto di cosa è realmente successo, io sarò già lontano.

Adesso non resta altro da fare che rilassarsi, magari leggendo il romanzo di Dan Brown che ho portato con me, insieme a una tavoletta di cioccolato fondente e una bottiglia di acqua gasata.

Non è certo una bella vita la mia. Sarebbe anche ora di godersi i soldi che ho messo da parte. Potrei andare via da questa città e cambiare completamente vita, ma non è semplice abbandonare Napoli: in qualsiasi altro luogo mi sentirei stranito e straniero. Non saprei, pensandoci su, come passare le mie giornate, l'unica cosa che mi piace e so davvero fare bene è il killer. Eppure, nemmeno è ragionevole continuare a condurre una vita nell'ombra.

Guardo ossessivamente, sul mio polso, il vecchio Swatch con l'immagine di Snoopy che sorride. Il tempo non sembra voler scorrere. Prendo tra le mani il libro del mio autore preferito, lo apro con troppa foga e si strappa di netto una pagina. Per di più è una di quelle che devo ancora leggere e questo basta a farmi imprecare. Poggio per terra il romanzo, incurante del tappeto di lurida polvere che ricopre il vecchio e sconnesso pavimento in maioliche, e vado alla finestra. Il vetro è così sporco che fa apparire il cielo più scuro di quello che è. Non vedo direttamente il sole, ma dall'ombra buia del palazzo che incombe sulla strada sottostante, deduco che non è ancora stato inghiottito dalle nuvole grigie. Una folata di vento freddo passa sotto gli infissi cadenti, facendomi rabbrividire. Ho uno strano presentimento, ma nulla che sia ricollegabile a qualcosa di razionale.

Il soprannome "Angelo della Morte" mi inizia ad andare stretto, perché qualcosa nel mio cuore è cambiato, come una minuscola e flebile fiamma nelle tenebre. Comunque andranno le cose, penso che questo sarà il mio ultimo omicidio.

Arrivati a una certa età, a metà del cammino, come direbbe Dante, non si è più spericolati come una volta, si sente la necessità di una maggiore comodità e tranquillità e, purtroppo, si inizia a prendere in considerazione anche l'eventualità che qualcosa possa andare storto. Questa idea si sta facendo strada in maniera indolore nella mia mente, ma so che prima o poi esploderà, come un'unghia incarnita piena di pus. Finché sei giovane ti senti immortale, quando diventi abbastanza maturo per renderti conto che è una mera illusione, ti senti fragile, in balia del destino e la morte diventa una presenza scomoda, su cui riflettere.

Quando non ci sarò più, cosa lascerò dietro di me?

Una scia di morti e nulla più. No, rimarrà anche il mio corpo, ormai vecchio e flaccido, a putrefare tra le larve di chi sa quale schifoso insetto. Se fossi stato un artista avrei potuto creare un'opera d'arte, così il mio nome sarebbe rimasto eterno nella memoria dei posteri.

Adolfo è più saggio di me. Un figlio è sicuramente la soluzione più semplice per assicurarsi che sopravviva qualcosa di noi, dopo la nostra fine.

La verità è che, come qualsiasi altro essere umano, vorrei trovare un modo per ingannare la morte.

Le nuvole si sono allontanate e il sole è ormai alto nel cielo. Sono posizionato alla finestra, con il dito sul grilletto, pronto a inquadrare nel mirino la chioma rossa della mia vittima, l'ultima. Sono stanco di combattere contro i mulini a vento, cercando di fare giustizia. Da domani, anch'io, mi sforzerò di restare immobile dinanzi alle angherie che perpetuano impuniti uomini come "il Rosso", feccia che meriterebbe di scomparire dalla faccia della terra.

Un tonfo assordante, alle mie spalle.

Sento l'adrenalina scorrere, il cuore batte all'impazzata, i muscoli sono tesi e tutti i sensi si affinano. Ruoto di centottanta gradi le spalle, mi getto a terra e punto il fucile verso l'ingresso della stanza, prima ancora di realizzare che qualcuno ha sfondato la porta dell'appartamento. Sono consapevole che il mio fucile non è per nulla adatto a uno scontro ravvicinato, ma venderò cara la pelle.

Nessun movimento. Nessuno che mi assale. Solo silenzio.

Resto immobile schiacciato sul pavimento, in ascolto e con il dito sul grilletto, pronto a scattare.

L'ansia dell'attesa lascia il posto al terrore allo stato puro, quando sento rotolare qualcosa di metallico sul pavimento.

La vedo, è la mia sentenza inappellabile di morte: una bomba a mano senza spoletta.

Chiudo gli occhi istintivamente, in attesa della tremenda deflagrazione, che mi squarcerà le carni.


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□□□□ NOTA ALLA LETTURA: È COLLEGATO AL CAPITOLO 13.

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Come deciso da VOI, sono stato cattivo e non ho fatto cambiar vita ad Antonio! 

Ah ah ah... (la risata del cattivo!)

 : )



♡♡♡♡

QUALSIASI CONSIGLIO E COMMENTO È BEN GRADITO.




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Come prosegue la storia dipende da te!

SCRIVI, nei commenti, COME PROSEGUIRE O COSA CAMBIARE... CONTO SU DI TE!

(Potete proporre modifiche anche alle pagine precedenti)

GRAZIE


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Ringrazio tutti i lettori♡

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