Capitolo 6
Erin pov's
Finalmente mi avevano dimesso.
Mi venne a prendere Hank e, dopo qualche protesta, mi accomodai al posto del passeggero.
<C'è nessuno?> domandai una volta entrata in casa.
Nessuna risposta.
Iniziai a cercare Jay e Adam in salotto, poi in cucina, nelle camere da letto, ma erano tutte quante vuote. Decisi di tornare indietro per chiedere a Voight ma era scomparso anche lui.
Aprii la portafinestra del salotto che conduceva al giardino e, quando fui sotto al gazebo, mi accolsero tutti con un: <Sorpresa!>
Il primo ad abbracciarmi fu Jay.
Mi baciò e rimanemmo abbracciati finché papà non ci divise affermando:
<Ho capito che non state insieme da un po', ma ora basta!> Ridemmo tutti.
Mi faceva un effetto strano vedere papà così protettivo nei miei confronti, nonostante erano ormai quasi due anni che era rientrato a far parte della mia vita con la sua nuova famiglia.
<Beh... Allora direi che è il momento di mangiare> affermò scherzosamente Brianna.
Ad un certo punto della cena, la vedo alzarsi e affrettarsi di andare dentro per rispondere al cellulare.
La madre vedendo che ci metteva tanto voleva andare a vedere, ma l'anticipai.
<Ehi, posso sapere chi era al telefono?> chiesi riscuotendola dai pensieri
<Thomas...> le brillavano gli occhi e con uno sguardo di intesa le feci capire che volevo sapere <È il mio ragazzo... Frequenta il mio stesso college ed è un anno più grande, è bellissimo... Ma mamma e papà non lo sanno ancora quindi...>
<Tranquilla, sarò muta come un pesce> rise <Comunque ti piace proprio, eh?!> annuì prima di tornare di là.
Quando la cena terminò e finalmente Adam si era addormentato, andai in camera dove Jay mi aspettava solo con i boxer. Mi avvicinai a lui e già sentivo il cuore martellare nel petto.
Sapeva esattamente cosa volevo, anzi cosa volevamo, così iniziò a mordermi il collo, passò al labbro e poi, una volta aiutato a togliermi la maglietta, iniziò a leccare la pelle del petto.
Abbassando i leggins, infilò dentro di me un dito, avevo una mano che gli graffiava la schiena, l'altra, invece, gli tirava i capelli.
<Sei sempre così pronta, bimba> ansimava <Ti amo>
<Ti amo> si staccò da me solo un istante per indossare il profilattico e poi ricominciò.
Mi allargò ancora di più le gambe prima di entrare in me dandomi piacere. Un brivido percorse tutta la schiena e capii che non avrei retto ancora molto.
<Jay...! > mi baciò una volta che avevo finito di urlare il suo nome.
<Per fortuna che in casa non c'è nessuno, se no...> fece lui con tono malizioso <Se no non potevo farti impazzire così>
Con le dita ripassava i contorni delle cicatrici ancora fresche e ogni suo tocco provocava in me un brivido di piacere.
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