Capitolo 49
Voight pov's
La mia vita era cambiata dall'oggi al domani, ieri Erin era qui con noi e oggi non sapevo dove fosse finita; i piani alti non ci diedero nemmeno il tempo di metabolizzare la cosa che l'avevano già sostituita con Hailey Upton, una dell'antidroga, mai sentita prima.
La vita mi aveva tolto pure lei, mi aveva tolto la mia seconda figlia, mi aveva tolto la luce.
Nella settimane successive alla sua scomparsa, pensai diverse volte al suicidio; anzi una volta ci provai, ma nel mentre pensai a Madison e all' amore che provo per lei e allora rimisi la pistola nella fondina.
Più gli anni passavano, più io facevo difficoltà a stare con Nicole; era spiccicata alla madre: stessa corporatura magra e slanciata, stesse espressioni, stessi modi di fare, stesso sorriso.
Ma che colpa poteva averne?
Allora mi facevo forza, entravo in casa loro e l' abbracciavo, ci giocavo e ci ridevo nonostante tutto, perché non era giusto che rinuciasse alla sua giovinezza per colpa della madre.
Che poi, che colpe poteva avere lei?
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<Nonno! Nonno!> urlò Nicky saltandomi addosso appena il padre aprì la porta.
<Piccola mia...> l'abbracciai stretta stretta nonostante sentissi gli occhi pizzicare e lo stesso odore della mamma <Come stai? Tu, Adam?>
<Stiamo bene, Hank> anche Adam si avvicinò salutandomi e ritornando sul libro che teneva in mano. Glielo aveva regalato Erin il giorno del suo ultimo compleanno insieme, si intitolava “Ti voglio bene anche se...”. Trattava di un tema attualissimo in questa famiglia: quello della paura della solitudine, dell'abbandono e dell'amore dei genitori che anche se non ci saranno per sempre, lo saranno nel cuore.
Dopo la cena, accompagnai Nicky nella sua cameretta per metterla a letto e proprio quando stavo per chiudere la porta, disse:
<Com'era la mamma?>
Rimasi interdetto per un po', ma mi avvicinai lo stesso per raccontarle tutto.
<La tua mamma, per me, era una seconda figlia. Era una ragazza bellissima, aiutava sempre tutti anche a costo di rimetterci lei stessa. Inizialmente non mi piaceva che frequentasse il tuo papà, ma poi, una volta capito l'amore che provavano l'uno per l'altro, ho dovuto cedere...> passai una mano sugli occhi nascondendo le lacrime che minacciavano di uscire e proseguii <Tu le assomigli molto, anzi te la faccio vedere> le mostrai la foto che scattammo in ospedale il giorno della sua nascita e subito mi persi nei ricordi.
<Nonno, posso svelarti un segreto...?> annuii con il capo <Sono entrata nella camera del papà e rovistando fra le varie cose, ho trovato e preso questa collana> era quella con il ciondolo a forma di cuore con incise le iniziali di Jay e Erin, che le avevo relagato dopo la proposta e che per Jay aveva un significato particolare.
<Nicky devi dirlo al papà, è importante per lui> le baciai la fronte e uscii dalla stanza per lasciarla dormire.
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