Capitolo 38
Jay pov's
<Mi perdoni?> avevo smesso di respirare, avevo bisogno di sentire il sì, avevo bisogno di sapere di non aver rovinato il nostro rapporto.
<Sì> replicò lei decisa, a quel punto tutte le lacrime che avevo trattenuto uscirono come una cascata.
<Scusa. Scusa> borbottavo fra le sue braccia <Mi ami ancora?>
<Sì, Jay. Ti amo ancora più della mia stessa vita> mi baciò la fronte e poi le labbra.
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Giulia e il ragazzo arrivarono puntuali come un orologio svizzero e furono accolti da Noah che li fece accomodare al tavolo in attesa che il resto della famiglia scendesse.
Osservavo tutti i comportamenti delle due ragazze e sotto i baffi ridevo di come si stesse trattenendo Erin dal rovesciarle un bicchiere su quel viso da viziata cronica.
<E così questa è la piccola Nicole?> chiese curioso il ragazzo di Giulia.
Annuii prendendola dal carrozzino che si trovava proprio dietro di me.
***
Eravamo tornati a Chicago da un paio di giorni, nessuno dei due era ancora tornato al lavoro: io, un giorno perché non ero di turno, l'altro perché lo avevo preso per aiutare Erin a casa; mentre Erin per via della maternità; quando l'ospedale ci telefonò urgentemente per...
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